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giovedì 7 novembre 2024

Stefania Caccamo, non vedente: Ho appena concluso la maratona di New York

 Matteo Simone 
 

La maratona è un sogno di tanti, portare a termine dopo un periodo accurato e mdi preparazione mirata. 

Portare a termine la maratona di New York è un grandissimo sogno che prevede un congruo anticipo di tempo per organizzarsi e prepararsi nel miglio modo possibile. 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Stefania Caccamo (ASD Villa de Sanctics) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stata la tua carriera sportiva? Chi contribuisce al tuo benessere e performance? Io corro dal 2017, ho nel mio bagaglio sportivo due maratone, almeno otto mezze maratone e tante gare da 10-15 chilometri! La mia passione per la corsa è nata un po’ per gioco e adesso non riuscirei più a farne a meno. Per me è stata ed è un rimedio naturale efficacissimo per affrontare e superare i problemi della vita! Per questo devo ringraziare le guide che mi hanno accompagnato e tuttora mi accompagnano nella pratica di questo bellissimo sport, senza di loro niente di tutto questo sarebbe stato possibile!  

La pratica di uno sport può procurare tantissimo benessere all’atleta, soprattutto se si tratta di correre all’aperto per una persona non vedente con l’aiuto di una guida di fiducia che possa indicargli un percorso, una strada, sempre accanto e molto attento a ciò che circonda entrambi e i percorsi che si attraversano. 
Cosa pensano famiglia, amici e colleghi del tuo sport? I miei familiari e amici mi ritengono un po’ matta, perché molti di loro non condividono con me la passione per la corsa e quindi non concepiscono come io possa fare tutti questi sacrifici. Tuttavia, mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato condividendo la gioia degli obiettivi che ho raggiunto! Per fortuna, il mio compagno Giovanni Pili d’Ottavio condivide con me la stessa passione, anche se corriamo con ritmi e obiettivi molto diversi però riusciamo sempre ad incoraggiarci e sostenerci a vicenda! 

Chi non fa, non sa e non immagina quanto può essere salutare e benefica una passione sportiva, ed è importante avere accanto persone comprensibili che condividono la stessa passione come sanno essere Stefania e Giovanni uno per l’altro, alla ricerca di gare sfidanti e stimolanti da portare a termine allenandosi a dovere. 
Un episodio curioso, bizzarro e triste del tuo sport? Un episodio particolarmente tragicomico e bizzarro è stato a maggio del 2019 durante la mezza maratona di Rieti, quando circa a metà percorso io e la mia guida non so come ci siamo persi! È stato tutto un susseguirsi di emozioni contrastanti tra speranza di ritrovare il percorso e paura perché il tempo stava cambiando e vedevamo i fulmini in lontananza! È stato molto particolare perché ognuno di noi due non voleva che l’altro si spaventasse e quindi teneva per sé la propria preoccupazione per quanto possibile! Alla fine ci siamo fatti recuperare dall’organizzazione, ma credo di aver fatto comunque i miei 21 km o anche di più! Dopo a pranzo, davanti a una bella carbonara ci abbiamo riso su ed è finito tutto in allegria! 

Si mettono in conto episodi spiacevoli soprattutto se non si ha la possibilità di avere tutto sotto controllo come può essere l’impossibilità a vedere, ma bisogna essere fiduciosi e resilienti e soprattutto bisogna avere la grande risorsa che è l’umorismo che trasforma molte cose negative e preoccupanti in opportunità di racconti e aneddoti da ricordare. 
Quali abilità e caratteristiche possiedi nel tuo sport? Non penso di possedere particolari abilità, ma la mia caratteristica è la costanza e la resistenza. La velocità invece proprio non è il mio forte. 

Stefania una volta deciso di iscriversi alla maratona di New York si è messa all’opera decidendo di allenarsi seriamente e con più costanza, cercando guide che la potessero aiutare a portare a termine il suo sogno ed è riuscita a portare avanti un ottimo programma di allenamento incrementando il chilometraggio in allenamento e in gara con opportune sedute specifiche di allenamenti di ripetute veloci. 
Quali sono le difficoltà e i rischi? Le difficoltà e i rischi sono un po’ quelle di tutti gli sport, ma in particolare per me che sono non vedente, c’è sicuramente più possibilità di cadere e farmi male. 

Davvero inimmaginabile quello che può essere senza poter vedere, fidandosi della guida che è affianco che ha una grande responsabilità di farla correre senza troppo tensione e preoccupazione godendosi l’allenamento in compagnia e soprattutto all’aria aperta. 
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Certamente lo psicologo nello sport è utilissimo, perché per raggiungere i propri obiettivi bisogna avere una grande consapevolezza delle proprie risorse e possibilità!  
Cosa hai scoperto di te stessa nello sport? Come sei cambiata attraverso lo sport? Praticando la corsa devo dire che il mio carattere si è temprato molto: ho scoperto dentro di me delle risorse che non pensavo di avere! Ho capito che fare le cose è più facile che pensarle! E soprattutto ho capito che affrontare la fatica e i problemi con coraggio è l’unica maniera per superarli. 

Davvero tanto coraggio ha dimostrato di avere Stefania, fidandosi prima di tutto di se stessa e poi delle guide che si offrono di accompagnarla e anche in gara molto coraggiosa affrontando fiumi di atleti che spingono, che a volte non si rendono conto che avanti a loro ci sono due persone unite da un laccetto, non vedente e guida, che avanzano tra spintoni per mettersi anche loro alla prova in gare. 
Quale allenamento mentale usi? In realtà non utilizzo nessuna tecnica in particolare, mi piace pensare che ogni passo mi porterà al traguardo o alla fine del mio lavoro in allenamento! Poi mi aiuta e mi distrae tanto sentire chiacchierare la gente intorno a me quando corro e per fortuna ho sempre trovato delle guide chiacchierone con cui allenarmi! Invece in gara c’è veramente l’imbarazzo della scelta, è un continuo chiacchierare e incoraggiarsi a vicenda! 

Un passo alla volta è un ottimo approccio mentale, che aiuta a fidarsi che si può fare anche se al momento non si è pronti, ci sarà tempo per arrivare pronti al nastro di partenza credendoci e allenandosi giorno dopo giorno. La gara è sempre una festa con tanta gente che apprezza il coraggio degli atleti non vedenti e la disponibilità delle guide che sono al loro fianco. Tanti complimenti e incoraggiamenti alla partenza, durante la gara e soprattutto all’arrivo con la meritata medaglia al collo. 
Prossimi obiettivi? Non ho obiettivi a lungo termine al momento, perché ho appena concluso la maratona di New York, però nell’immediato futuro mi aspettano la mezza di Sabaudia del 10 novembre e la corri al Tiburtino del 17 novembre. Non ho grandi aspettative ma cercherò di farle al meglio delle mie possibilità. 
Sogni realizzati, da realizzare? Un sogno grandissimo che ho appena realizzato è stato la maratona di New York del 3 novembre scorso. Come sogno da realizzare mi piacerebbe correre la maratona di Atene e quella di Tokyo. 

Portare a termine una maratona fortifica e coraggio per le prossime imprese, portare a termine la maratona di New York ti lancia nel mondo internazionale delle maratone, fa volare in giro per il mondo alla ricerca di gare entusiasmanti ed emozionati soprattutto se accanto c’è la persona che condivide la stessa passione, insieme è molto meglio sempre. 
Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? In realtà vivo il pre-gara con un bel po’ di ansia, perché ancora non sono riuscita a raggiungere prestazioni per me soddisfacenti a livello di tempo! Durante la gara ho spesso un crollo dell’autostima che mi auto sabota, ma riesco sempre ad arrivare al traguardo anche se non proprio come vorrei! Nel post-gara a volte invece ho qualche attacco di ansia che si manifesta in pianto e difficoltà di respirazione! Sono tutte cose che devo Ancora imparare a gestire! 

Credo che dopo la maratona di New York, Stefania abbai acquisito più consapevolezza delle sue possibilità e più fiducia di potercela fare a ottenere risultati migliori e che per lei il meglio debba ancora venire. 
Come ha deciso e preparata maratona New York? La maratona di New York è stata decisa un po’ per caso: prima dovevo andare solo da turista per accompagnare Giovanni che invece voleva fare il suo personale, e poi un giorno, parlando con l’allenatore di Giovanni, Andrea Giocondi, abbiamo avuto l’idea che venissi anch’io e lui mi facesse da guida!
Io credevo che fosse una di quelle cose che si dicono sempre, ma che non avrebbe trovato poi una concretizzazione, invece lui ha tenuto fede alla sua parola e quando abbiamo cominciato a prenotare l’albergo e a comprare il biglietto aereo ho realizzato che non fosse solo un sogno! Quindi, da dicembre dell’anno scorso non ho più avuto altro pensiero che cominciare a prepararla! 
Almeno tre volte a settimana, con la mia guida Massimo Castellano uscivamo all’alba, con ogni condizione atmosferica! Facendo tanti lunghi per mettere i chilometri nelle gambe! Poi anche altre guide mi hanno supportato in questa impresa! Con ognuno di loro ho fatto allenamenti diversi e tutti quanti mi hanno arricchito e mi sono stati utili! 

Una bella testimonianza che trasmette il messaggio che tutto si può fare, pensando, progettando, riflettendo e alla fine decidendo e mettendosi al lavoro con allenamenti e persone che aiutano, consigliano, supportano e nel caso specifico di Stefania aveva a disposizione un team di persone che l’hanno aiutata e incoraggiata sia quando la incontravano negli allenamenti e nelle gare propedeutiche sia nelle chat di whatsapp con amici atleti e guide, soprattutto nel gruppo degli amici resilienti dove ogni allenamento con Castellano era corredato da foto e video in azione di corsa e poi di colazione raccontando l’impresa dell’allenamento all’alba prima di iniziare il lavoro. 
Com’è andata? Soddisfatta? Devo dire che come prestazione di tempo, lascia molto a desiderare! Però nel complesso è andata molto bene! È stata un’esperienza bellissima da vivere sia fuori che dentro di me! Sentire il tifo incessante della gente e correre lungo le strade di New York è stato molto suggestivo e mi ha dato una carica incredibile! Purtroppo ho avuto alcuni problemi fisici a metà gara che mi hanno ulteriormente rallentato e costretto a fare delle soste anche lunghe però tagliare quel traguardo per mano con le mie due guide, Andrea Giocondi e Emily Buchholz è stata un’emozione indescrivibile!
Ancora adesso non riesco a credere di averlo fatto veramente! A volte tocco la medaglia per rendermi conto che è tutto vero! Quando sono ripartita da New York, sul volo di ritorno c’era una persona diversa da quella che era partita, più sicura, più serena e consapevole delle proprie risorse. in realtà, c’è un fiume in piena di cose che avrei da dire ma che non posso riassumere qui! Posso solo dire senza esagerare, che c’è un prima e un dopo New York. 

 

Matteo SIMONE 

380-4337230 - 21163@tiscali.it 

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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