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lunedì 16 dicembre 2024

Alessio Milani 10° ai Campionai Mondiali 100km 2024 in India

 Dott. Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta 
 

Sabato 7 dicembre 2024 si sono svolti i Campionai Mondiali di 100km a Bengaluru in India e il vincitore è stato il giapponese Jumpei Yamaguchi in 6h12’17”, precedendo lo spagnolo Antonio Jesus Aguilar Conejo 6h25’54” e l’altro giapponese Haruki Okayama 6h37’54”. 

A seguire ancora un giapponese Toru Somiya 6h39’58”, pertanto il Giappone vince il titolo mondiale sia individuale che a squadra precedendo Spagna e Gran Bretagna. 
La miglior prestazione italiana maschile è stata il 10° posto di Alessio Milani 6h51’29”, a seguire 35° Massimo Giacopuzzi 7h33’25”. 
Tra le donne ha vinto la francese Floriane Hot in 7h08’43”, precedendo la connazionale Marie-Ange Brumelot 7h12’22” e la britannica Sarah Webster 7h19’18”. La squadra femminile francese vince anche il titolo mondiale a squadra grazie al 16° posto di Louise-Marie Thevenin Lebran 08h05’43”, a seguire Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Italia. 
La miglior prestazione italiana femminile è stata l’8° posto di Federica Moroni 7h45’38”, a seguire 17^ Silvia Luna 8h06’56” e 27^ Ilaria Bergaglio 8h37’.
 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Alessio Milani (Atletica Monfalcone) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Congratulazioni per la prestazione ai mondiali 100km 2024, sei soddisfatto? Grazie mille, soddisfatto ovviamente sì.  
Come ti sei preparato per affrontare il caldo dell’India? Bella domanda! Nel senso che non mi sono preparato e abbiamo patito tanto il cambio di clima perché sono partito da qua con l’ultimo allenamento fatto con –1 grado e strada tutta ghiacciata e il giorno dopo mi trovo catapultato a 27 gradi tasso umidità altissimo. I primi allenamenti faticavo a respirare, 1000 metri altitudine, tanto smog, una fatica totale, difficile da spiegar, quindi pre-gara un po’ duro mentalmente.
P
arlando con gli altri è emerso che tutti avevamo le stesse sensazioni di avere fatica a correre, battiti più alti, cose che ci hanno lasciato perplessi e abbiamo dovuto rivedere la tattica di gara, cioè non correre pensando di essere in Italia ma basarsi sulla frequenza cardiaca per andare a una velocità giusta e impostare la gara così.
 

In effetti, quando si vola lontano dai confini nazionali per mettesi in gioco in gare internazionali si possono aspettare delle sorprese che lasciano perplessi e spiazzati, ma gli ultramaratoneti sono abituati ad affrontare un po’ tutto, oltre alle crisi in gara, anche avversità dovute ad altro, che siano clima, altitudine, smog e quindi rimodulare il tutto, proiezioni e tattiche di gara, cercando di esprimersi comunque al meglio. Importantissimo il gruppo per confrontarsi, accogliere consigli, e trovare insieme soluzioni più appropriate. 
Come hai vissuto il
pre-gara, la gara, il post gara?
Pre-gara un podi ansia, ho pensato di affrontarla come se fosse una gara come tutte le altre, senza agitarmi, partire tranquillo considerato che non si poteva inseguire il tempo ma correre al passo e una volta partito ho fatto quello che avevamo deciso. Gara stupenda piena di grandi atleti, tante nazioni, sensazione stupenda durante la gara, poi piano piano arriva tanta fatica, ma poi arrivano le soddisfazioni, sapendo che stavo andando bene, le soddisfazioni erano grandi e la voglia di arrivare era una cosa unica e quindi l’ultimo giro ho cercato di dare tutte le energie che avevo e una volta arrivato avevo una felicità assurda, ho abbracciato l’inglese davanti a me e ci ho riso e scherzato. Il post–gara che non sapevo della posizione sono esploso in una felicità assurda, delle emozioni che non si riescono a spiegare perché tanta è la felicità e il sapere di aver fatto bene, meglio non si poteva volere. Mai mi sarei aspettato un risultato del genere. 

Una grandissima gara per Alessio
che ha fatto il suo personal best nonostante le condizioni proibitive, arrivando a 9’ dal britannico che lo precedeva Jarlath McKenna 6h5120”, e questo significa che per Alessio il meglio deve ancora venire, continuando ad allenarsi e cercando di migliorare ancora.
 
Davvero una grande opportunità per Alessio rappresentare la nazione Italia in un Campionato del Mondo e confrontarsi con tanti atleti di tutto il mondo piazzandosi al 10° posto, nonostante tra i primi ci siano atleti con crono che si avvicinano alle 6 ore. 
Hai riscontrato problemi o difficoltà? I momenti più difficili? A parte le difficoltà che avevamo tutti, in gara nessuna difficoltà a parte dopo il 70° km la pesantezza delle gambe si fa sentire e ci vuole la voglia di arrivare, inoltre un piccolo problemino al 20° km, un pit stop per andare in bagno, cose che possono accadere ma non di particolarmente difficoltoso, una volta andato ho corso come prima.
Cosa e chi ti ha aiutato?
Nel finale, nella stanchezza e nel mal di gambe mi ha aiutato la voglia di arrivare, di far bene, quello principalmente, il pensiero ovvio delle persone che sono a casa, che ti guardano o le persone che sono lì come lo staff tecnico che era lì per noi, ci aiutavano ci spronavo, tutte cose che ci aiutano. 
Utilizzi l’allenamento mentale? Non utilizzo nessun allenamento mentale, nessun mental coach, utilizzo la gran voglia che ho di correre. 

Una gara sognata da tempo, essere selezionati e convocasti in nazionale per rappresentare l’Italia in un Campionato del Mondo di 100km in India, una grande consapevolezza di quanto si è fatto bene, di quanto si vale, della responsabilità che si ha nel rappresentare la propria nazionale, con familiari e amici che sono rimasti a casa e fanno i il tifo da lontano. Inoltre, con un o staff che ha seguito la nazionale e ha cercato di fornirgli il maggior supporto e la vicinanza possibile, con due persone come Monica Casiraghi e Paolo Bravi ex Nazionali di ultramaratona che hanno preso a cuore il movimento maschile e femminile dell’ultramaratona tirando fuori da tanti atleti le capacità di far bene in gare di 100km e altre ultramaratone per renderli competitivi in contesti internazionali e creare gruppi affiatati di atleti in raduni e gare nazionali e internazionali. 
Com'è stato il clima di squadra?
Dai primi ritiri, subito abbiamo avuto una squadra coesa che ci siamo aiutati l’uno con l’altro, abbiamo parlato tanto, ci siamo conosciuti nei raduni, prima della gara, abbiamo cercato l’affiatamento giusto, cercato di stare uniti, darci consigli, scherzare, in modo da sdrammatizzare il tutto. È stato bello il clima di squadra, ci siamo guardati nelle difficoltà, nel posto dove eravamo, proposto di cambiare le tattiche di squadra, un gruppo coeso che ci ha permesso di far bene, in gara abbiamo cercato di incitarci quando ci incrociavamo: ‘dai, forza, bravissimi’, per darci forza l'uno con l’altro e sono stato ringraziato dalle ragazze che incitavo, si vede che loro lo sentivano, soprattutto nella stanchezza, tutti lo sentivamo l’incitamento l’uno per l’altro, bello, son contento così. 

Una grande gara di squadra con un clima creato nel tempo tra gli atleti favorevole a tirare fuori il meglio da ognuno, sostenendosi a vicenda, consigliandosi, confrontandosi, facendosi il tifo l’un l’altro, immagino una bellissima esperienza individuale e di gruppo. 
A chi dedichi questa prestazione? Sicuramente a mia moglie e mia figlia che erano a casa, so che hanno passato dei mesi difficili a sopportarmi, quindi li ringrazio per tutto e gli dedico sicuramente questa prestazione che però dedico anche al mio allenatore Lucio Blasic, senza di lui non avrei potuto ottenere questa prestazione. 

Dietro a una grandissima
prestazione, oltre al talento, alla forte passione e al grande lavoro dell’atleta, c’è sempre qualcuno della famiglia che si è messo da parte permettendo l’atleta di dedicarsi per il periodo opportuno agli allenamenti mirati per inseguire un sogno che difficilmente poi potrebbe ricapitare, inoltre c’è anche il grande lavoro di un allenatore esperto che ha studiato e predisposto un programma meticoloso di allenamento.
 
Cosa pensano familiari, amici e colleghi del tuo sport? A parte mia moglie che mi è vicino e che conosce meglio di che trattasi perché è un’atleta anche lei, gli altri secondo me non hanno piena coscienza di cosa vuol dire fare una 100km. Le persone con cui ne parlo ti fanno domande strane, non capiscono appieno cosa vuol dire, cosa significa fare una gara del genere, comunque ti considerano un supereroe, ci scherzano sopra dicendo che loro non lo fanno nemmeno in macchina, quindi tante batture, per chi non lo vive non è facile da capire. 

Infatti, solo chi è del campo sa cosa significa corre una 100km sotto le 7h, arrivare nei primi 10 in un Campionato del Mondo, indossare la maglia
azzurra in un’ultramaratona, accogliere, gestire, superare eventuali crisi di stanchezza o di pesantezza delle gambe.
 
Quali abilità e caratteristiche possiedi? La mia grande abilità forse sono forte di testa, una grande abilità mentale, riseco a fare tanti allenamenti forti. Se mi pongo un obiettivo lo devo raggiungere. Inoltre una prima caratteristica è che sono molto abile nelle lunghe distanze, più è lunga e più mi sento bene, un mix di capacità fisiche e forza mentale, inoltre ho i battiti bassi che mi aiutano tantissimo. 

Sono tanti gli ingredienti del successo, sia fisici che mentali, oltre a un talento e una predisposizione naturale. 
Pensi che uno psicologo sia utile nel tuo sport?
Se devo guardare me stesso penso di no, probabilmente è una cosa soggettiva, magari può aiutare chi è più debole di testa, magari per far capire che non deve mollare. Ho notato che qualcuno ce l’ha, magari serve; a me personalmente no, ho fatto tanti sport, sono forte di testa, non mi è mai servito, riesco a darmi forza da solo senza l’aiuto di nessuno, però non siamo tutti uguali ed è una cosa soggettiva, può esser d’aiuto per chi è più debole e ne ha bisogno. 

In effetti, lo psicologo potrebbe servire oltre a chi è ‘più debole di testa’, nel senso che a volte non riesce a trovare la chiave giusta per continuare a persistere nella sua voglia di far bene, ad avere una fiducia in che gli consenta di tenere il ritmo di gara per il quale si è allenato e lavorato, fino alla fine; può essere utile anche per rafforzare e potenziare i momenti del successo, per memorizzare gli elementi che hanno permesso la performance, per poterli replicare in futuro, per ancorarsi a sensazioni positive sperimentare, per focalizzarsi opportunamente per l’evento importante, per tirare fuori risorse nascoste soprattutto nel finale di gara, per entrare nel flow e sperimentare padronanza elevata del gesto atletico. 
Qual è stata la situazione sportiva più difficile?
Come sei cambiato grazie allo sport?
Lo sport in è già difficoltoso, io vivo di sport, non ho avuto cambiamento grazie allo sport, fin da bambino ho praticato sport, non so cosa vuol dire non fare sport, ne ho cambiati tanti, sono sempre lo stesso con la voglia di dare il massimo, la grinta di allenarmi, di raggiungere il meglio da me. Per me lo sport è tutto, senza non saprei com’è. Il cambiamento non c’è stato, sono nato con lo sport.  
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi sicuramente la 100km del Passatore, spinto dal mio compagno di squadra nonché capitano della nazionale Massimo Giacopuzzi che continua a dirmi: ‘tu la devi fare. Era già nella mia testa, lui mi sta spingendo da mesi, quindi il focus il prossimo anno sarà la 100 del Passatore, un po’ di riposo e poi inizio la preparazione.  
Il sogno realizzato è di essere chiamato in nazionale e partecipare a un Mondiale, il sogno più grande poi è aver concluso 10° al Mondiale, meglio non potevo fare, già era importante partecipare, questo era il grande sogno, ora vediamo, la nazionale me la voglio tenere stretta il più possibile, vediamo di fare bene anche i prossimi Mondiali. 

Una bella progressione di carriera sportiva da ultramaratoneta per Alessio, belle prestazioni in gare di 100km, guadagnandosi la maglia azzurra, la partecipazione a un mondiale, confermandosi al top degli atleti di livello internazionale e continuando a crederci e impegnarsi per por
tare avanti altri progetti, ma sempre un passo alla volta, senza fretta, con adeguato riposo e poi si riparte.
 
Massimo Giacopuzzi, Capitano della nazionale 100km insieme a Federica Moroni, il 25 maggio 2024 ha vinto la 49^ edizione della 100 km del Passatore, Firenze-Faenza, corsa su strada, in 7h1821”, precedendo David Colgan 7h2626” e il giovanissimo Dario Pietro Ferrante (classe 1999) 7h2711”. 
Cosa c’è dietro una best performance? Quali sono gli ingredienti del successo? Tanti, tanti, tanti sacrifici e allenamento, diciamo che senza allenamento e sacrifici non si va da nessuna parte, quindi dietro una grande performance secondo me cè tanto lavoro dietro e io ho capito che il lavoro se viene fatto paga sempre, quindi dietro il successo cè tanto lavoro e sacrifico. 

In effetti, le parole d’
ordine per la performance, sono lavoro e sacrificio e alla fine tutto torno, si dice sempre che il lavoro paga, la fatica non è vana, i successi bisogna guadagnarseli con il duro lavoro e credendoci sempre, con passione e motivazione.
 
Un messaggio per invogliare familiari, amici, colleghi a fare sport? Invoglierei tutti a fare sport: fate sport, lo sport è salute, ti fa sentire in forma smagliante. Io faccio l’allenamento, poi vado a lavorare e mi sento un leone, lo sport fa stare bene a se stessi e con gli altri, lo sport si condivide con altre persone.  
Un consiglio per chi vuole preparare una 100km? Il super consiglio è comincia a correre e vedrai che ce la puoi fare. La cosa importante è aumentare i km, bisogna correre, correre, correre: almeno 6-7 allenamenti a settimana li devi fare, più volume fai e meglio ti trovi. Io ho messo dentro dei medi, allenamenti qualitativi, quindi quantità e qualità, tanti km di buon livello, magari variati, sicuramente un gran volume di km, quindi correre, correre il più possibile. 

La parola d’ordine per la 100km quindi sarebbe: correre, correre, correre: quantità e qualità. In effetti, bisogna abituarsi alla fatica, alla stanchezza, superando ogni cenno di crisi e possibilmente qualità per rendere meglio fino alla fine della gara. 
A chi ti ispiri? Se devo pensare alla 100km, il primo nome è Giorgio Calcaterra, nelle 100km lui è un mito, è di ispirazione. 

In effetti Giorgio è considerato il Re della 100km, soprattutto in Italia, 3 volte Campione del Mondo, 12 volte consecutive vincitore della 100km del Passatore, che meglio di lui è un esempio di atleta performante e resiliente, soprattutto sempre sereno, senza stress, con il sorriso, acclamato da tutti. 

Dott. Matteo Simone  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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