You must be willing to push yourself hard
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta
La pratica di una disciplina sportiva di endurance come l’ultrarunning richiede coraggio, voglia di mettersi in gioco, di scoprire su se stessi, fare esperienza cercando di andare oltre l’ordinario, oltre eventuali pensieri bloccanti.
Di seguito la norvegese Gro Siljan racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Cosa e chi contribuisce al tuo benessere e alle tue prestazioni? Sono un’atleta amatoriale che corre lunghe distanze e scia perché mi dà energia e gioia nella vita di tutti i giorni. Mi offre fantastiche esperienze nella natura e la comunità ultra in Norvegia è molto inclusiva. Ho fatto molte nuove, buone amicizie negli ultimi anni, quindi direi che questi sono i fattori più importanti per me.
In effetti la pratica di uno sport produce tantissimi benefici, soprattutto se fatti all’aria aperta, immersi nella natura preferibilmente e inoltre crea relazioni con amici coni quali si condividono allenamenti e gare sperimentando fatica e soddisfazioni, migliorando e raggiungendo obiettivi, mete, sogni sfidanti, difficili ma non impossibili apprendendo sempre più dall’esperienza e mettendosi sempre in gioco.
Cosa pensano la tua famiglia e i tuoi amici della tua attività sportiva? Ricevo supporto dalla famiglia e dagli amici. Questo è il mio hobby che posso coltivare abbastanza liberamente, ma non c'è dubbio che sia un hobby totalizzante che aiuta a definire chi sono. Allo stesso tempo, è un hobby che mi dà energia sia nel lavoro che nella vita familiare. Siamo bravi a supportare i nostri figli in varie attività ricreative e penso che sia importante per gli adulti avere qualcosa che ci coinvolga davvero. Vedo alcuni adulti, forse soprattutto le madri, che attraversano una specie di crisi di identità quando i loro figli crescono e se ne vanno. È bello avere qualcosa che ti definisce come persona al di là della vita familiare.
È importante avere un hobby da coltivare per prendersi cura di se fisicamente e mentalmente, svagarsi, elaborare pensieri, situazioni, avere relazioni e sentirsi bene, in salute e in forma per affrontare la vita quotidiana più energicamente e con più sicurezza.
Quali competenze, risorse, caratteristiche hai nel tuo sport? Per essere un buon ultrarunner, hai bisogno di un corpo in grado di resistere all'attività fisica. Ho gradualmente aumentato il mio allenamento, aumentando il volume nel corso di molti anni. Mi alleno in modo variabile e mi concentro molto sull'allenamento a bassa intensità. Ho anche incorporato più intervalli negli ultimi anni, il che è stato utile per le prestazioni. Nell'ultimo anno, ho ricevuto aiuto da un allenatore, il che è stato utile sia per la motivazione che per le prestazioni. Oltre all'aspetto fisico, credo che l'ultrarunning riguardi anche il lato mentale. Devi essere disposto a spingerti oltre e trovare un significato in ciò che apparentemente non ha senso. Hai anche bisogno di esperienza nell'affrontare il meteo e le condizioni difficili che si presentano.
Si diventa ultrarunner gradualmente, senza improvvisare ma con un’esperienza crescente, alzando un po’ per volta l’asticella, apprendendo dall’esperienza, mettendosi in gioco, consigliandosi e confrontandosi con amici e altri atleti più esperti ed eventualmente anche con allenatori e altri professionisti che possano aiutare a curare altri aspetti ritenuti importanti e fondamentali oltre quello fisico, come l'aspetto mentale, nutrizionale, logistico.
Ritieni che lo psicologo sia utile nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? Penso che alcuni atleti trarrebbero sicuramente beneficio da uno psicologo sportivo per migliorare le loro prestazioni. Riguarda la mentalizzazione e la mentalità. Anche l'alimentazione e la garanzia di ottenere ciò di cui si ha bisogno sono fattori su cui devo concentrarmi di più l'anno prossimo.
È risaputo che nello sport di endurance dove si tratta di resistere a lungo nella fatica per tante ore e a volte anche interi giorni, notte e giorno, bisogna essere allenati, fisicamente ma anche mentalmente per andare avanti senza mollare, per resistere nello sforzo, per tenere alta la motivazione, per non farsi ingannare da se stessi in quanto a volte si è insicuri, timorosi, titubanti, paurosi ed è importante anche l’aspetto nutrizionale.
L'evento sportivo in cui hai provato le emozioni più belle? Trovo difficile evidenziare gare specifiche. Ognuna ha la sua unicità, con alcune parti che scorrono facilmente e altre che sembrano più pesanti. Dico spesso che un'ultramaratona ha valli profonde e alte vette. Nel 2021 ho corso la gara Oslo-Bergen, che attraversa la Norvegia. È lunga 520 km con circa 20.000 metri di dislivello.
Eravamo una squadra che correva insieme, e io ero in coppia con Thomas, che non conoscevo molto bene. È probabilmente una delle mie esperienze più belle. Entri in una bolla in cui l'unica attenzione è rivolta al miglio successivo. Come faremo a superare tutto questo insieme? E quando finalmente raggiungiamo il traguardo, c'è un sollievo nell'aver finito, ma anche un leggero dispiacere per la fine, perché la gioia di essere in quella bolla di ultramaratona e di risolvere nuove sfide è immensa.
La testimonianza di Gro è molto significativa, in effetti gli ultramaratoneti fanno delle cose impensabili, straordinarie, si è in un flow dove tutto scorre nonostante le difficoltà, i chilometri passano, la fine gara si avvicina, e quando tutto finisce c’è tanta calma e si sente la mancanza delle sensazioni ricche, intense, uniche che si sperimentano.
Tra il 2 e il 10 luglio 2021 Gro, in coppia con il connazionale Thomas Øderud, ha corso la “Oslo Bergen Trail 518km in 7 giorni 7d 14h14’53”, classificandosi 4° team assoluto e 2^ team misto, preceduti dalla coppia di connazionali Wendy Fjellstad e Jo Inge Fjellstad in 7 giorni 11h50’16”.
Vincitore assoluto è stato il team maschile composto dai tre atleti norvegesi Eivind Svellingen, Fredrik Berentsen e Fred Andersen in 6 giorni 13h47’23”, precedendo il team maschile composto dal norvegese Gunnar Naess e dallo svedese Samuel Fredriksson in 7 giorni 05h51’36”.
Qual è stata la tua situazione sportiva più difficile? Probabilmente ho corso circa 40 ultra gare negli ultimi 8 anni. Ho partecipato a molte gare da 100 miglia su terreni difficili dove una grande percentuale di partecipanti non finisce. Non è mai successo di non aver raggiunto il traguardo. Non ho un DNF! Ne sono piuttosto orgogliosa. Non è che sia diventato un principio per me. Se mi faccio male, ovviamente mi fermo piuttosto che spingere per una gara e rovinare il resto della stagione. Ma per me, completare la gara è la cosa più importante. Raggiungere il traguardo con nuove esperienze ogni volta. Molte persone rinunciano se sentono di non avere una buona giornata. Diventa dura e non riescono a vedere come faranno ad arrivare al traguardo. Poi passano molto tempo a spiegare la loro sconfitta sui social media in seguito.
È importante cercare di arrivare a fine gara trovando risorse residue e strategie per andare avanti chilometro dopo chilometro ma sempre tutelando la propria salute, osando ma senza strafare, comunque si può fare senza farsi male, con coraggio e resilienza.
Gro ha partecipato a tantissime gare di ultramaratone vincendone anche alcune, tra le quali il 28 settembre 2018 la Nordmarka Ultra Challenge 100 km (NOR), trail, in 19h50’; 2-4 ottobre 2020 la Oslo Trail Challenge 200km 46h34’50”; 14 agosto 2021 la Rondane 100mi (NOR), trail, 28h35’04”; 27 maggio 2022 l’Åkersætra 666 (NOR) 100mi trail 42h54’08”; 2 giugno 2023 la Lofoten Ultra Trail 100 Miles (NOR) 32h11’27”; 21-23 aprile 2023 la Sandnes Ultratrail (NOR) 100mi 35h18’14”.
Come hai superato crisi, sconfitte, infortuni? Penso che ci sia qualcosa nella delusione di non aver ottenuto i risultati che avevi previsto, ma di essere comunque in grado di perseverare, perché per me, alla fine è questo che conta. Si tratta di concludere con nuove esperienze e nuovi amici. Alcuni giorni, tutto va bene e ti esibisci alla grande. Altri giorni sono più difficili, ma arriviamo sempre al traguardo. Sempre!
Non sempre può andar bene, e quando non ci riusciamo, sorridiamo e andiamo avanti in modo diverso, apprendendo sempre da ogni situazione, con motivazione elevata, continuando a praticare la nostra passione con persistenza, felicità fiducia e resilienza.
Qualche consiglio per chi vuole correre un'ultramaratona? Quindi, quando si tratta di consigli, direi di iniziare in piccolo. Non aver paura di provare. Procurati un'attrezzatura di cui ti puoi fidare. Sono un’ambasciatrice per Salomon e sono molto soddisfatto delle loro scarpe, zaini e abbigliamento da allenamento. Trova dei buoni amici corridori, stabilisci degli obiettivi per ciò che pensi di poter raggiungere. Dai priorità all'allenamento in una vita quotidiana frenetica. Semplifica. Non pensare che, no, devo fare questo e quello per essere il migliore. Ci sono molti percorsi per raggiungere l'obiettivo. La cosa più importante è trovare gioia nell'attività. Per me, la corsa è motivazione in sé. Ecco il mio blog, dove scrivo delle mie gare e dei miei allenamenti. In norvegese😅ma Google ti aiuterà☺️ https://grosiljanhjukse.wordpress.com
È importante, come tutte le cose, la gradualità, mettersi in gioco, fare esperienza, documentarsi e confrontarsi con amici più esperti, curare più aspetti possibili compreso l’attrezzatura, le scarpe, l’abbigliamento adatto e trovare soprattutto piacere, non solo fatica, soprattutto una buona compagnia possibilmente.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Gro Siljan Hjukse, ultrarunner: You must be willing to push yourself hard
Devi essere disposto a spingerti oltre
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta
What and who contributes to your well-being and performance? I am a hobby athlete who runs long distances and skis because it gives me energy and joy in everyday life. It provides me with fantastic nature experiences, and the ultra community in Norway is very inclusive. I have made many new, good friends in recent years, so I would say these are the most important factors for me.
What do your family and friends think about your sporting activity? I experience support from family and friends. This is my hobby that I can pursue quite freely, but there is no doubt that it is an all-consuming hobby that helps define who I am. At the same time, it is a hobby that gives me energy in both work and family life. We are good at supporting our children in various leisure activities, and I think it’s important for adults to have something that truly engages us as well. I see some adults, perhaps especially mothers, who go through a bit of an identity crisis when their children grow up and move out. It is nice to have something that defines you as a person beyond family life.
What skills, resources, characteristics do you have in your sport? To be a good ultrarunner, you need a body that can withstand being active. I have gradually built up my training, increasing the volume over many years. I train variably and focus a lot on low-intensity training. I have also incorporated more intervals in recent years, which has been beneficial for performance. Over the past year, I have received help from a coach, which has been useful for both motivation and performance. In addition to the physical aspect, I believe ultrarunning is equally about the mental side. You must be willing to push yourself hard and find meaning in the seemingly meaningless. You also need experience in dealing with weather and challenging conditions that arise.
Do you consider the psychologist useful in your sport? For what aspects and phases? I think some athletes would definitely benefit from a sports psychologist to enhance their performance. It relates to mentalization and mindset. Nutrition and ensuring you get what you need is also a factor, which I need to focus more on next year.
The sporting event in which you experienced the most beautiful emotions? I find it difficult to highlight any specific races. Each has its uniqueness, with some parts flowing easily and others feeling heavier. I often say that an ultramarathon has deep valleys and high peaks. In 2021, I ran the Oslo-Bergen race, which crosses Norway. It’s 520 km long with about 20,000 meters of elevation gain. We were a team running together, and I was paired with Thomas, whom I didn’t really know. It’s probably one of my greatest experiences. You enter a bubble where the only focus is on the next mile. How are we going to get through this together? And when we finally reach the finish line, there’s a relief in being done, but also a slight sorrow that it’s over, as the joy of being in that ultramarathon bubble and solving new challenges is immense.
What was your most difficult sporting situation? I have probably run about 40 ultra races in the last 8 years. I have participated in many 100-mile races in challenging terrain where a large percentage of participants do not finish. I have yet to not reach the finish line. I do not have a DNF! I am quite proud of this. It’s not that it has become a principle for me. If I get injured, I will obviously stop rather than push through a race and ruin the rest of the season. But for me, completing the race is the most important thing. Reaching the finish line with new experiences each time. Many people give up if they feel like they are not having a good day. It gets tough, and they can’t see how they will make it to the finish. Then they spend a long time explaining their defeat on social media afterward.
How did you overcome crises, defeats, injuries? I think there’s something about the disappointment of not performing as you had envisioned, but still being able to persevere, because for me, that’s what it ultimately comes down to. It’s about finishing with new experiences and new friends. Some days, everything goes well, and you perform great. Other days are harder, but we always get to the finish line. Always!
Any advice for anyone who wants to run an ultramarathon? So, when it comes to tips, I would say start small. Don’t be afraid to try. Get equipment you can trust. I am an ambassador for Salomon and very satisfied with their shoes, backpacks, and training clothes. Find some good running friends, set some goals for what you think you can achieve. Prioritize training in a busy everyday life. Keep it simple. Don’t think that, no, I have to do this and that to be the best. There are many paths to the goal. The most important thing is to find joy in the activity. For me, running is motivation in itself. Here is my blog, where I write about my races and trainig. In Norwegians😅but Google wil help☺️ https://grosiljanhjukse.wordpress.com
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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