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martedì 24 giugno 2014

Capoeira: arte marziale, danza e gioco con regole e tradizioni da rispettare

La Capoeira nacque in Brasile da schiavi provenienti dall’Angola che si esercitavano tra di loro a combattere mentre erano reclusi in celle molto basse.

La Capoeira è stata per un periodo vietata perché si temeva che gli schiavi si preparassero troppo bene a combattere e questo non era accettabile per le autorità locali, così quando i capoeiristi si accorgevano di essere visti simulavano di danzare.
Per questo motivo, la pratica della Capoeira rimase clandestina e da ogni capoerista era attribuito un soprannome, usanza ancora attuale.
La Capoeira è un arte marziale che può sembrare una danza, ma è anche uno stile di vita, una modalità di comunicazione, di aggregazione multiculturale con regole, tradizioni ed etica da rispettare.
Capoeira Angola
Il Mestre Pastinha cercò di preservare gli elementi di matrice africana e popolare dando grande rilievo all'aspetto ludico, al canto e alla batteria. La tradizione da lui portata avanti prese il nome di Capoeira Angola.
Pastinha ha sistematizzato un impianto filosofico-pedagogico, basato su ludicità, rispetto, lealtà e solidarietà, dando grande valore alle sue radici africane.
Capoeira Regional
Nel 1936 il Mestre Bimba inaugurò l’allenamento della capoeira nelle scuole, oggi conosciuta come Capoeira Regional.
Venne mostrato al mondo che la capoeira era educazione e iniziò a essere praticata anche all’Università di Medicina dello Stato di Bahia.
Nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano.
Mestre Bimba introdusse elementi provenienti da altre tradizioni e arti marziali, come il ju-jitsu e il karate.
La posizione base si chiama “GINGA” e permette un elevato grado di stabilità, da questa posizione si è pronti per eventuali domande/attacco o risposte/schive.
Da questa posizione nascono tutti i movimenti della capoeira, serve per studiare l’avversario e identificare la miglior opportunità per attaccare. Senza ginga non esiste la capoeira.
Gli strumenti
Gli strumenti sono il berimbau (arco musicale) che comanda il gioco, nel berimbau c’è l’anima, lo spirito della capoeira.
Con il berimbau si comanda la roda, tramite un ritmo specifico si può iniziare il gioco, interrompere il gioco, terminare la roda.
Possono essere presenti altri strumenti quali il l’atabaque (un tipo di tamburo), il pandeiro (tamburello a sonagli), l’agogo (campane di legno o metallo), il reco-reco (una sorta di "raspa" di legno), il Caxixi (strumento di origine africana).
La roda
Ci si dispone in un cerchio e due persone decidono di giocare disponendosi accovacciati davanti al berimbau, quindi si parte per il gioco che comprende l’osservazione dell’altro, l’ascolto del ritmo del berimbau, l’ascolto delle sensazioni del proprio corpo e dell’energia dell’intero gruppo.
Non si tratta di un arte marziale aggressiva ma più che altro dimostrativa, si cerca di evitare di colpire con forza e aggressività ma può capitare anche di prendere colpi soprattutto se non si gioca con la giusta attenzione e concentrazione e se non si ascoltano gli insegnamenti dei maestri.
Coloro che vogliono entrare nel gioco devono osservare per capire il momento giusto, si entra con un’attenta modalità e gestualità non verbale.
Il Batizado
L’allievo di capoeira dopo circa 6 mesi/1 anno di apprendimento può partecipare al “Batizado” dove fa un esame su quello che ha appreso e gli viene dato l’appellido, cioè un soprannome.
Il Batizado comprende il gioco nella RODA dell’allievo con un graduato che gli fa da padrino che cercherà di farlo cascare in modo che possa apprendere che l’importante è potersi rialzare sempre e che non si finisce mai di imparare.
Il Batizado è un occasione per accogliere altri, per fare comunità, per confrontarsi con gli altri, per apprendere altre modalità di stare al mondo in un clima di accoglienza e condivisione.
La Capoeira
valorizza l’impegno/sforzo che ogni persona intraprende per apprendere quest’arte; valorizza più il processo che il risultato, in quanto non si cerca la vittoria nel gioco della capoeira ma più che altro una sorta di cooperazione tra i due capoeirsti che giocano all’interno di una RODA che accoglie, sostiene, guida; mira a permettere ai partecipanti di entrare in un gruppo ed una cultura di appartenenza; è un incontro tra persone di diverse culture e ceto sociale; è un momento di narrazione attraverso la musica, i canti, ed i battiti delle mani.
Per i neofiti che si avvicinano a questo sport c’è quasi una presa in carico da parte del maestro o istruttore ed anche da parte del gruppo.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
3804337230- 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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