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lunedì 15 giugno 2015

La motivazione dello sportivo

Matteo SIMONE

Birch e Veroff (1966) hanno individuato sette sistemi di incentivi/motivi che regolano il comportamento degli esseri umani: 

1 affiliazione: opportunità di stabilire relazioni interpersonali significative e di essere confermati nella propria capacità di stare in gruppo e di fare e mantenere amicizie; 
2 potere: opportunità di influenzare e controllare gli altri; 
3 indipendenza: opportunità di fare cose senza l'aiuto di altri; 
4 stress: opportunità di svolgere attività eccitanti; 
5 eccellenza: opportunità di acquisire abilità sportive per il proprio interesse: primeggiare su un altro; 
6 successo: opportunità di acquisire prestigio, approvazione sociale, status e altri rinforzi estrinseci; 
7 aggressività: opportunità di dominare gli altri.
Alderman e Wood (1) fanno riferimento al precedente modello di Birch e Veroff, da questa ricerca, che ha coinvolto circa 3.000 ragazzi dagli 11 ai 18 anni, è emerso che, indipendentemente dall’età, dal genere e dallo sport praticato, i motivi che si trovano alla base della scelta di praticare una disciplina sportiva sono il bisogno di fare amicizia (l’affiliazione), di esprimere le proprie abilità sportive (l’eccellenza), di affrontare situazioni eccitanti per tentare di superarle (lo stress).
La ricerca successiva, realizzata da Sapp e Haubenstricker (2), svolta su 2.000 atleti e con l’obiettivo di studiare anche le ragioni dell’abbandono dell’attività sportiva, ha dimostrato che, oltre all’acquisizione di competenza e all’affiliazione, è emersa, come motivazione rilevante, anche la variabile che si riferisce al desiderio di mantenere una buona forma fisica.

Atleti motivati intrinsecamente

Si compie un’azione perché motivati dal piacere che procura l’attività in cui si è impegnati. Spinta interiore che sostiene il desiderio di fare bene e l’impegno in un’attività dalla quale si trae soddisfazione per ciò che si fa e per come lo si fa.
Lo sport in questo caso può essere visto come il modo per sentirsi realizzato raggiungendo una meta importante per se stessi ponendosi continuamente nuovi limiti e superandoli per arrivare al più alto grado di eccellenza.
La forza di questo tipo di motivazione è tale che si può ipotizzare una maggiore facilità di gestione delle difficoltà, di eventuali infortuni ed incomprensioni con l’allenatore o compagni.
La motivazione intrinseca ti aiuta a superare le zone asciutte nella tua carriera e mantiene l'accento sul divertimento.
Atleti motivati estrinsecamente
In questo caso il comportamento sembrerebbe maggiormente mosso dal bisogno di raggiungere una approvazione esterna piuttosto che verso la soddisfazione di un bisogno individuale.
In questo caso l’individuo ha bisogno di continui rinforzi, positivi o negativi, da parte di altre persone per portare avanti la sua attività.
La motivazione può venire dal di fuori, come la motivazione per vincere medaglie, ricevere ricompense finanziarie, e attirare l'attenzione dei media.
Questi rinforzi possono essere di natura materiale o psicologica e sono chiamati appunto ricompense estrinseche.
E’ molto più importante avere un’alta motivazione intrinseca che un alto contenuto di motivazione estrinseca. La motivazione estrinseca è efficace solo quando la motivazione intrinseca è elevata.
Essere determinati esclusivamente da motivazioni estrinseche non è psicologicamente sano, perché la mancanza di ricompense intrinseche può portare a smettere.
Gli atleti che sono prevalentemente intrinsecamente motivati ​​spesso non hanno la spinta competitiva per diventare campioni. Essi tendono a godere di padroneggiare i compiti che compongono la loro disciplina scelta, ma non hanno una forte vena competitiva nella loro personalità.
Gli atleti che sono prevalentemente estrinsecamente motivati ​​tendono a scoraggiarsi quando sperimentano un calo di forma.
Gli atleti che hanno i migliori risultati per il successo presentano un equilibrio tra motivazione intrinseca ed estrinseca, tendono ad essere sia estrinsecamente ed intrinsecamente motivato.
Gli allenatori devono essere consapevoli che la promozione delle motivazioni intrinseche realizza i migliori risultati psicologici per i bambini.
Allenatori e genitori devono lavorare insieme per creare un clima positivo motivazionale per i giovani atleti.

(1)     Alderman R.B., Wood N.L., An analysis of incentive motivation in young Canadian athletes, Canadian Journal of Applied Sport Sciences, 1976, 1(2)  pp. 169-175.
(2)     Sapp M., Haubenstricker J., Motivation for joining and reasons for not continuing in youth sports programs in Michigan, Relazione presentata al congresso dell’American Alliance for Health, Physical Education and Recreation (AAHPER), Kansas City, Missouri,1978.

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Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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