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mercoledì 15 luglio 2015

Avere fiducia in se stessi è una delle doti più grandi che si possano avere

Se desiderate compiere qualcosa nella realtà, innanzitutto visualizzate voi stessi mentre riuscite a compierla.” (Lazarus A., 1989)

Scrivendo di psicologia dello sport ed approfondendo l’argomento degli ultrarunner e delle gare estreme mi sono imbattuto nel libro La montagna dentro di Hervé Barmasse che da eccellente sciatore si trasforma a causa di un infortunio primo in maestro di sci e successivamento in scalatore di nuove vie attraverso le alte montagne, passione condivisa anche con il padre.
Leggendo il suo libro sono tanti gli spunti relativi all ricerca del limite, al confine tra il rischio e l’avventurarsi mettendo da parte la razionalità, gli infortuni, le morti per avventure estreme.Interessante è un suo passaggio sull’autoefficacia che riporto di seguito: “Avere fiducia in se stessi è una delle doti più grandi che si possano avere. Come una pianta che viene curata, innaffiata, potata, anche la fiducia deve essere alimentata se non vogliamo che si spenga e ci abbandoni. Per questo motivo è importante porsi degli obiettivi e cercafre di raggiungerli, inseguire i nostri sogni e i nostri ideali. Non per competere o primeggiare, ma per continuare a credere nelle nostre capacità, nelle nostre qualità. La vita è un alternarsi di momenti positivi e negativi, un andare e venire come le onde del mare, e quando le cose funzionano a meraviglia, siamo pervasi dalla fiducia, mentre quando viviamo un momento difficile, questa scarseggia e per ritrovarla, a volte, non sempre basta guardare dentro di noi. Abbiasmo bisogno di una parola e di un consiglio di un amico, di chi ci vuole berne. Per questo i rapporti con le persone sono la ricchezza più grande di cui possiamo disporre nella vita. Una vera e propria risorsa alla quale attingere nei momenti difficili.

L’autoefficacia viene definita dallo psicologo Albert Bandura come “la fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”.
Il lavoro sull’autoefficacia fa leva sugli obiettivi da raggiungere, le capacità/risorse occorrenti a raggiungere tale obiettivo e le quattro fonti di autoefficacia: 1. Precedenti esperienze di successo, 2. Le sensazioni sperimentate nelle precedenti esperienze di successo, 3. Persuasione verbale da parte di persone di riferimento, 4. Modelli di riferimento.

Per quanto riguarda l’autoefficacia, ho introdotto la maglia virtuale dell’autoefficacia che ho chiamato anche maglia virtuale delle risorse. Trattasi di un lavoro esperienziale con alcune visualizzazioni.
Con alcune persone è emerso che in certe situazioni o momenti si sentivano forti/sane ed in altre situazioni o momenti si sentivano deboli/fragili. Pertanto ho pensato per ognuno di costruire una maglia virtuale delle risorse come una specie di divisa da indossare come fanno i supereroi.
Ognuno deve individuare il materiale speciale e cioè quelle capacità che occorrono a se stesso per fare una prestazione eccellenti o per affrontare una situazione difficile. Tale divisa dovrà avere 4 tasche contenenti rispettivamente le quattro fonti di autoefficacia di cui sopra.
Vorrei introdurre prima un modello di intervento che ho definito con l’acronimo O.R.A.: Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia.
Utilizzando il modello O.R.A. si definisce chiaramente l’obiettivo temporale e le risorse per raggiungerlo. Immaginarsi avanti nel tempo con l’obiettivo raggiunto: Come te lo immagini? Come ti vedi avendo già raggiunto l’obiettivo? Dove? Con chi? Come ti senti? Come è stato raggiungere l’obiettivo? Cosa hai fatto? Chi ti ha aiutato? Quali sono state le tue risorse? Come hai iniziato? Da dove sei partito? Quali difficoltà hai incontrato? Come le hai superate?
Alcune ore prima della partenza di una maratona, una ragazza mi ha chiesto alcuni consigli per affrontare tale gara ritenuta difficile ed impegnativa anche perché per lei era la seconda volta che si cimentava in tale distanza. Le ho fatto presente che potevo proporgli un breve lavoro sull’autoefficacia e sull’autoconsapevolezza.
Per quanto riguarda l’autoefficacia, le ho proposto la maglia virtuale dell’autoefficacia, pertanto l’ho invitata a valutare qualità, risorse, caratteristiche occorrenti per portare a termine tale prestazione e lei ha individuato tre caratteristiche e cioè: forza, resistenza e tenacia.
L’ho invitata ad individuare nel passato degli eventi, prestazioni dove ha dimostrato di possedere tale risorse, ed ha individuato nel passato precedenti esperienze quali la precedente maratona portata a termine dove ha sperimentato di possedere tali qualità. Tali esperienze sono considerate da Bandura la prima fonte dell’autoefficacia, cioè il ricordare precedenti esperienze di riuscita, di successo incrementa la fiducia in se stessi.
Ho proposto di immaginare di indossare al momento della gara una maglia virtuale il cui tessuto deve essere composto di forza, resistenza e tenacia e, inoltre, tale maglia dive avere quattro tasche virtuali, nella prima dovrà mettere le precedenti esperienze di successo ricordate; inoltre le ho chiesto di ricordare le sensazioni sperimentate in occasione di tali esperienze e lei ha riportato delle forti sensazioni di gioia, di benessere, di forza.
Tali sensazioni rappresentano la seconda fonte di autoefficacia e quindi è opportuno immaginare di depositarle in una seconda tasca virtuale della maglia della gara; le ho chiesto da chi vorrebbe sentirsi delle parole che l’aiuterebbero ad affrontare tale gara e cosa vorrebbe sentirsi dirsi nel corso di tale gara soprattutto in eventuali momenti di crisi o difficoltà.
Ha individuato una persona che è stata fondamentale nella sua carriera sportiva. Le parole di questa persona corrispondono alla terza fonte dell’autoefficacia e quindi vanno conservate in una terza tasca virtuale della maglia della gara; l’ultima fonte di autoefficacia sono i modelli di riferimento, l’atleta ha individuato in un primo momento una persona che ha compiuto imprese molto difficili ed estreme ed in un secondo momento una persona più alla sua portata, ed anche questo modello di riferimento è da tenere custodito nella quarta tasca virtuale della maglia della gara.
Questa ragazza era più serena e sicura di affrontare tale maratona dopo aver fatto questo breve lavoro sulle risorse personali e sull’autoefficacia in quanto ha riconsiderato le sue precedenti esperienze di successo, le sensazioni sperimentate, le persone che credono in lei e che l’hanno aiutata.
Inoltre l’ho invitata ad avere un approccio meditativo, cioè ad essere attenta al suo respiro, alle sue sensazioni, a considerare che momenti di stanchezza, di fatica, di sofferenza possono passare se ci si focalizza sul respiro e sul qui ed ora. le ho proposto dei microrecuperi, cioè in momenti di crisi si può considerare di rallentare, fare dei respiri più profondi, osservare ed aspettare che le energie vengano ripristinate anche considerando i contenuti delle tasche virtuali. A fine gara era soddisfatta, serena, stanca e portava un premio a casa, una medaglia da mostrare a qualcuno.
“Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.” (William Hart )
Per approfondimenti è possibile consultare il libro O.R.A. Obiettivi, risorse, autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Aras Edizioni, 2013, EAN: 9788896378991.
2° nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Allenamenti sportivi - Psicologia dello sport.
https://www.ibs.it/obiettivi-risorse-autoefficacia-modello-di-libro-matteo-simone/e/9788896378991
 


Matteo SIMONE
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone

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