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mercoledì 15 luglio 2015

Se si affrontano nel modo giusto, non ci sono gare ‘impossibili’

L’ultramaratoneta è continuamente alla ricerca di situazioni sfidanti da gestire, superare che poi facciano parte del proprio corredo caratteriale. 

Alcuni hanno dichiarato di temere gare troppo lunghe, di distanze superiore ai 200 km, alcuni temono le condizioni atmosferiche oppure la privazione del sonno. Di seguito le risposte ricevute alla domanda: Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?
Marco Stravato: Nessuna, ancora oggi ritengo che possa arrivare in fondo a qualsiasi gara, con l’avanzare dell’età non so, i miei prossimi obbiettivi sono UTMB e TDG e spero di riuscirci.”
Stefano La Cara: Temo il freddo, quindi ogni gara esposta a temperature rigide mi preoccupa (il che non significa che prima o poi non la proverò…)
Vincenzo Luciani: Ora come ora praticamente tutte. In passato quando stavo meglio ho rinunciato alla 9 Colli, alla Sparta-Atene, perché ho ritenuto, sulla base di informazioni avute da amici che l’avevano corsa che non era nelle mie possibilità. Nella vita e nella corsa bisogna sempre porsi questa domanda: posso permettermelo? E se la risposta è negativa, bisogna farsene una ragione.
Marco Dori: Penso che con un buon allenamento mentale si possa portare a termine qualsiasi gara. Non importa il tempo che impieghi.”
Fabrizio Terrinoni: “Forse le gare di ultra cycling di diversi giorni e con molte salite lunghe e ripide, nelle quali oltre all’impegno fisico estremo mi spaventa la carenza di sonno.”
Sole Paroni: Se ci sono non ne sono a conoscenza. Probabilmente una gara molto lunga e molto tecnica".
Mauro Fermani: Quella al mondo che posso solo sognare è il Tor des Geants, ma anche la Spartathlon.”
Ciro De Palma: Nessuna, se m’innamoro.”
Claudio Leoncini: “La 24h. Ho assistito una volta da spettatore e mi è bastato.”
Monica Casiraghi: “Non so forse una gara al freddo, con temperature a meno 20 non lo sopporterei…”
Laura Ravani: “Temo tutte quelle che si svolgono in climi troppo caldi (deserti ecc.).
Marco D’Innocenti: “Credo ce ne siano tantissime. Probabilmente quelle più lunghe di 100 km, o con dislivelli eccessivi, o su terreni impossibili quali deserti o aree ghiacciate.”
Enrico Vedilei: “Conoscendo i miei limiti, tutte quelle gare superiori ai 200km con cancelli orari stretti.
Ivan Cudin: “Le gare che interessano più giorni continuativi.”
Giuseppe Mangione: “Non penso ci sia una gara ultramaratona su strada dove non ci riuscirei.”
Aurelia Rocchi: “Vorrei provare tutte le gare. Se ci sarà una dura che non potrò finirla per qualche motivo, riproverò riproverò fino a che riuscirò perché non ce niente più forte del mio cervello, avrò tanta pazienza per riprovare.”
Francesca Canepa: “Non esiste, non la conosco. Però mi sono precluse tutte le prove senza balisaggio, non so usare bussole e cartine quindi sicuramente il mio limite sta li, non nel numero di km. E può stare anche nelle condizioni climatiche estreme, credo di non essere tagliata né per il caldo estremo né x il freddo estremo.”
Lisa Borzani: “Il Trofeo KIma o comunque tutte quelle gare dove e’ richiesta la capacita’ di percorrere sentieri con passaggi aerei, parti attrezzate con corde o catene o passaggi esposti.”
Federico Borlenghi: “Non so no non saprei dirti forse le 48h o le sei giorni.”
Maria Chiara Parigi: “Vorrei fare il Tor ma allo stesso tempo non mi sento pronta! Spero un giorno di riuscirci!
Filippo Canetta: “Non saprei. Credo che si possa fare molto, tutto dipende dalla preparazione.”
Paolo Barnes: “Tutte quelle gare lunghe alle quali parto senza essere convinto, quelle sono le piu difficili da finire.”
Stefano Ruzza: “Ormai non so più a che livello si è arrivati di gare ‘estreme’. Forse l'Idita Road(la lunga) in Alaska.”
Salvatore Musone: “Sicuramente quella dove ci sono i varchi.”
Giorgio Calcaterra: “Non saprei, sicuramente ce ne sono tante, ma non cerco l'estremo, non cerco lo sfinimento e quindi non mi sono mai posto il problema.”
Roldano Marzorati: “Non c’è una gara, una volta valutata distanza e dislivello, e deciso che è alla mia portata parto convinto di portarla a termine.”
Roberto D’Uffizi: “Sicuramente ultramaratone che superino i 100 km di distanza, oppure Skyraces in genere e ultramaratone anche di distanze inferiori ai 100 km ma svolte in condizioni ambientali molto difficili.”
Lorena: “Non esiste, penso che tutto si possa fare, basta volere.
Marco Zanchi: “Non l’ho ancora trovata, come faccio a dirlo?”
Mena Ievoli
: “Il Trail degli eroi 82 km con un dislivello di 4.700 m.”
Marinella Satta: “Non lo so. Credo che preparando bene una gara, potrei finirla anche se molto estrema.
Gianluca Di Meo: “Nessuna gara estrema penso di non poter riuscire. Bisogna avere solo gran voglia e motivazione.
Vito Rubino: “Tutte le gare ultra che consistono nel fare dei giri di uno stesso percorso prefissato, per esempio in una pista di atletica etc. Semplicemente per me non c’è motivazione.”
Silvio Cabras: “Non ci sono gare che dico che non riuscirei mai, se altre persone son riuscite, perché non riuscirci anch'io?
Dante Sanson: “Non so se esiste una gara limite, il vero limite penso sia quello di riuscire a trovare il tempo ed il metodo giusto per una preparazione adeguata, (ci vuole tempo e ‘bisogna averlo’ il difficile e trovare le strategie giuste per ricavare gli spazi necessari per allenarsi).  Mi piace pensare che ci sia sempre una ‘giusta chiave’ che permetta di raggiungere gli obiettivi, è invece da valutare se i rischi ed i compromessi siano ragionevolmente accettabili.
Monica Testa: “Il Tor de Geant e l'UTMB.”
Armando Quadrani: “Per rispondere a questa domanda dovrei correrla. Solo la consapevolezza di un insuccesso mi fornirebbe prontamente la risposta. Provarci sempre, arrendersi mai. Poi se purtroppo capita, farsene una ragione.”
Riccardo Borgialli: “Io credo che con un allenamento adeguato posso terminare qualsiasi gara, poi la differenza sta sempre in come la si vuole finire, per esempio facendola ad un passo molto lento penso che potrei terminare anche una 100 miglia.”
Andrea Boni Sforza: “Non ritengo impossibile nessuna gara, ovviamente non si possono fare tutte, ma non escludo di farcela con nessuna".
Stefania: “Volere è potere . Crederci sempre.”
Vito Todisco: “Non saprei, finché non mi metto in gioco non potrei mai sapere se rientra o meno nelle mie possibilità.”
Gian Paolo Sobrino: “Tor de Geants (troppo tecnica ed in quota)”.
Matteo Pigoni: “Non saprei, negli ultimi anni mi sono ricreduto molto sui miei obbiettivi, sto imparando molto e l’esperienza è una buona compagna di viaggio.”
Mario Connor: “La ultra del deserto, patisco il caldo.”
Giuliano Cavallo: “Non ho idea…..dico Tor des Geants!
Giorgio Piras: “Penso la 'Nove Colli Running', infiniti 202 km.”
Efisio Contu: “Le gare in ambienti freddi ho un metabolismo maledetto io anche correre a 10 gradi per me è freddo.”
Luca Pirosu: “Nessuna se preparata.”
Alberto Ceriani: “Penso a gare dove causa la mia disabilità visiva mi impedisca di muovermi.”
Susanna Forchino: “In generale le ultra in montagna come il Monte Bianco. Questo perché le salite mi affaticano molto e poi devo rimanere troppo concentrata sul percorso ed é faticoso mentalmente.”
Iolanda Cremisi: “UTMB, alta montagna, ho sperimentato che questo genere di gare non si improvvisano, e se non si è preparati a questo tipo di ambiente la gara potrebbe rappresentare un rischio.
Stefano: Credo che il fattore più penalizzante per me possa essere la condizione estrema ambientale e meno i l fattore distanza".
Emma Delfine: Gare notturne, mi scompensa non vedere bene dove metto i piedi.”
Marco Gurioli: In questo momento la Western States ultratrail che si svolge fra le montagne della Sierra Nevada in California sulla distanza di 100 miglia.”
Mario Demuru: “Non lo so! Io credo che facendo allenamenti adeguati, si possa concludere tutto. Naturalmente le prestazioni devono essere adeguate a quello che si deve compiere. C’è una gara, che fanno a Palermo e quest’anno credo che l’abbiano fatta anche a Torino, dove per 24 ore corri in pista o comunque in un anello stradale breve e poi si fa il conto dei km che hai fatto.  La reputo molto difficile da fare ma con la giusta motivazione è fattibile.”
Julien Chorier: “Je pense que toute doivent être abordées avec beaucoup d’humilité. Même celle qui paraît la plus simple peut se transformer en calcaire suite à départ trop rapide, des problèmes d’alimentation, d’hydratation ou une météo particulièrement capricieuse. (Credo che il tutto deve essere affrontato con grande umiltà. Anche quella che sembra la più semplice può trasformarsi in calvario a seguito di un avvio troppo veloce, problemi di alimentazione, l'idratazione e un clima particolarmente capriccioso.”
Raffaele Luciano: “La Spartatlon o la Nove Colli, anche se dopo la 100km, di sicuro ci proverò.”
Daniele Cesconetto: “Le gare oltre i 200 km. Dopo tanti anni di fatica, il mio limite della sofferenza si è di molto abbassato e non mi diverto più come un tempo quindi mi accontento di distanze più umane.
Cecilia Poli: “Non penso ci siano gare impossibili, credo iniziando piano piano e affrontandole con lo spirito giusto ogni gara possa essere conclusa, ora come ora comunque sarà bene che eviti quelle con discese troppo complicate; perché, detto tra noi, in discesa soprattutto ho moltissimo da imparare".
Domenico Martino: “Non credo che ci siano gare estreme da non poter arrivare ripeto esistono queste gare? Le hanno fatte? E se sono riusciti altri credo di poterlo fare anch' io questo e il mio punto di forza psicologico.....e fino ad oggi non mi ha tradito.
Antonio Mammoli : "Ci sono gare nelle quali le basse temperature mi metterebbero in difficoltà".
Alessandro Tanzilli: “Il Tor de Giants, ci vuole tanto, tanto allenamento per prepararla, una gara del genere non si improvvisa. Devi avere anche risorse economiche e un lavoro che ti permettano la giusta preparazione.”
Vito Intini : "Non c’è gara estrema. Quando si è preparati una gara non può essere estrema. Se non si è preparati anche una 10 km può essere estrema. Comunque per risponderti se dovessi fare una 6 giorni per necessità la farei. Si tratta più di volontà.”
Filippo Poponesi: “Non mi sono mai posto dei limiti e penso di avere le doti psico-fisiche per portare a termine ogni gara che sia umanamente possibile correre. Fino ad ora ogni volta che ho alzato l’asticella sono sempre riuscito a superarla. Certo, esistono gare al limite della sopravvivenza che mi metterebbe un po’ pensiero dover affrontare, ad es. mi viene in mente quella fra i ghiacci dell’Alaska a -40° di temperatura, in autosufficienza, dove si rischia davvero la vita, ma come ho detto, con la dovuta preparazione, professionisti dello sport che ti seguono, sponsor per sostenere le spese, etc.,  penso che riuscirei a portarle a termine.”
Manuela Vilaseca: “I don’t know of a race that it’s not possible to finish. If someone can finish, it’s always possible. (Non conosco di una gara che non è possibile finire. Se qualcuno la può finire, è sempre possibile.)
Alessandro Torchiana: “Penso che se si affrontano nel modo giusto, non ci siano gare ‘impossibili’.”
Giovanni Capasso: “Tour de geants però mai dire mai con le motivazione giuste posso farcela.”
Pietro Salcuni: “Gara estreme c'é ne sono tante, per adesso non sono pronto mentalmente a superare i 100 km chissà un giorno.”
Alexander Rabensteiner: “Yukon Arcitc Ultra – soffro troppo il freddo.”

L’ultramaratoneta ha scoperto che volendo, si può far tutto, che la passione è un motore potente che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi impresa con qualsiasi condizione, è una sorta di adattamento graduale che ti permette gradualmente di incrementare l’autoefficacia personale e sviluppare la resilienza che ti permette di andare avanti e non fermati per imprevisti o crisi ma avere la capacità di gestire momento per momento con tutte le proprie risorse, capacità personali scoperte nel corso di precedenti competizioni e situazioni.

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