Pagine

Pagine

martedì 7 luglio 2015

Intervista a due Campioni Ultratrailer: Francesca Canepa e Julien Chorier

Francesca Canepa e Julien Chorier hanno vinto nel 2013 la Ronda dels Cims della distanza di 170km con 13.000m di dislivello positivo. Francesca Canepa (Team Montura Vibram) si impone con una gara in rimonta stroncando la resistenza delle sue avversarie, Emelie Lecomte arriva al traguardo più di 4 ore dopo Francesca. Julian Chorier in 28h40' vince la gara con 2 ore e mezza di vantaggio sul giapponese Keniki Jamamoto, abbassando di quasi 2 ore il tempo del vincitore 2012 Oscar Perez.
Ad entrambi ho invitato a rispondere al questionario predisposto per raccogliere dati per la stesura del mio prossimo libro Ultramaratoneti e gare estreme, interessanti le loro risposte che riporto di seguito.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?
Francesca: “Significa semplicemente ritenere possibile correre QUALSIASI distanza. Senza limiti. Significa che il mio cervello non vede confini, il mio corpo neanche.”
Julien: “Il s’agit tout simplement d’être capable d’aborder un ultramarathon. Savoir se préparer à gérer son allure, son alimentation et son hydratation sur plusieurs heures de course. (Si tratta semplicemente di essere in grado di affrontare una ultramaratona. Sapersi preparare a gestire il ritmo, il cibo e l'idratazione in diverse ore di gara).”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
Francesca: “Nel 2010 dopo una granfondo con gli sci ho capito di non faticare su distanze da molti ritenute già “lunghe”, lì erano 45 km. Così qualche settimana dopo ho provato un trail di 26 km e la settimana seguente ho provato una maratona vera, chiusa in 3.29 senza essere stanca.
Julien: “Je suis venu au sport assez tard, à 20 ans. J’ai pratiqué le cyclisme comme amateur de 20 à 26 ans me suis tout de suite mis à courir des ultratrails. Mon premier, la Saintélyon en 2006 (Ho iniziato a fare sport relativamente tardi, all'età di 20 anni. Ho praticato il ciclismo a livello amatoriale da 20 a 26 anni e subito dopo ho iniziato a correre le ultratrails. Il mio primo, il Saintélyon ​​nel 2006).”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?
Francesca: “Mi piace l’endurance, spostare i confini di ciò che si ritiene di poter fare, provare a correre sempre più forte anche dopo molte ore. Adoro la sensazione di fatica appena finita la gara e vederla trasformarsi in recupero già nel giorno seguente. Io recupero subito.”
Julien: “Il s’agit premièrement à chaque fois d’un défi contre sois même. Souvent de la découverte de paysage d’une culture nouvelle (Si tratta primariamente che ogni volta è una sfida contro se stessi. Spesso la scoperta di un paesaggio e di una nuova cultura).”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?
Francesca: “Mai”
Julien: “Pour l’instant, je prends trop de plaisir dans cette discipline pour envisager la stopper (Per ora, provo troppo piacere in questa disciplina per considerare di fermarmi).”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta?
Francesca: “Mai avuto infortuni seri e soprattutto mai causati dalla corsa in sé. Quando ho avuto alcuni problemi sono sempre dipesi da errori a monte commessi da me, es prendere storte perché partita stanca o infiammazioni causate da scarpe sbagliate.”
Julien: “Je n’ai jamais eu de grosses blessures qui m’ont fait envisager un arrêt. A la sortie de certaines courses, il a fallu 1 ou 2 mois de récupération pour que tout se remette en place et que je puisse envisager une nouvelle course. (Non ho mai avuto grossi infortuni che mi hanno fatto considerare di fermarmi. Al termine di alcune gare, ci sono voluti 1 o 2 mesi di recupero perché tutto si rimettesse a posto ed io potessi prendere in considerazione una nuova gara“.
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?
Francesca: “Il fatto che sia una cosa che mi riesce facilmente e mi permette di sperimentere un continuo progresso. “
Julien: “Le plaisir de découvrir de nouvelles courses, paysages, personnes à travers le monde mais aussi le défi sportif. (Il piacere di scoprire nuove gare, paesaggi, persone di tutto il mondo, ma anche la sfida sportiva.)”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?
Francesca: “In realtà mai, in genere ascoltando bene i segnali non mi succede. Ho sperimentato il limite psicologico, quello che per noia, brutte sensazioni o mancanza di reale motivazione, mi ha fatto staccare il pettorale. Ma non è mai successo per un limite dato dall’esaurimento fisico.”
Julien: “Oui, il m’est arrivé d’atteindre des limites, avec le sommeil, la chaleur ou des blessures. Cela s’est des fois traduit par un abandon de la cours ou une performance moindre. (Sì, mi è capitato di raggiungere i limiti con il sonno, il calore o delle ferite. Ciò ha portato talvolta al ritiro dalla gara o ad una performance inferiore.)”
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?
Francesca: “Il semplice concentrarsi sul qui ed ora, mettere un piede davanti all’altro sapendo x certo che se la testa tiene il corpo mi segue.”
Julien: « Il est primordial d’avoir prévu, imaginer le plus grand nombre d’aléas qui peuvent arriver pendant la cours e et savoir comment y faire face. (E’ 'essenziale fare previsioni, immaginare il maggior numero di pericoli che possono verificarsi durante la corsa e sapere come affrontarli).”
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?
Francesca: “Una gara in Spagna di 100km con 8000m di dislivello in cui mi sono persa nella nebbia. Angoscia allo stato puro, potrei dire terrore.”
Julien: «Il s’agit je pense de la Hardrock dans le Colorado qui allie un très fort dénivelé à une distance de 100 miles le tout à de très hautes altitudes entre 2300 et 4400 m,  moyenne à 3000m. (Penso la hard rock in Colorado, che combina un fortissimo dislivello ad una distanza di 100 miglia tutte a quote molto elevate tra il 2300 e 4400 m, 3000 m di media).”
Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? C’è una gara estremi che non faresti mai?
Francesca: “Non esiste, non la conosco. Però mi sono precluse tutte le prove senza balisaggio, non so usare bussole e cartine quindi sicuramente il mio limite sta li, non nel numero di km. E può stare anche nelle condizioni climatiche estreme, credo di non essere tagliata né per il caldo estremo né x il freddo estremo.
Julien: “Je pense que toute doivent être abordées avec beaucoup d’humilité. Même celle qui paraît la plus simple peut se transformer en calcaire suite à départ trop rapide, des problèmes d’alimentation, d’hydratation ou une météo particulièrement capricieuse. Il ne faut jamais dire jamais. (Credo che tutte possono essere affrontate con grande umiltà. Anche quella che sembra la più semplice può trasformarsi difficile a causa di una partenza troppo veloce, problemi di alimentazione, di idratazione o un clima particolarmente ostile. Mai dire mai).”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
Francesca: “La curiosità e la sensazione che il corpo comunque tende ad adattarsi e che se non faccio cose stupide tutto è possibile.”
Julien: «Je pense que l’homme est fait pour relever des challenges et cela nous pousse toujours un peu plus loin. (Credo che l'uomo è fatto per raccogliere le sfide e questo ci porta sempre un po’ più lontano).”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme?
Francesca: “Nulla di particolare, io sono un’atleta da sempre, ho solo cambiato sport e questo in particolare lo pratico e lo vivo con molta naturalezza.”
Julien: «Ma famille a suivi mon évolution dans ce sport avec passion. Au début il y a eu quelques interrogations sur les risques de blessures mais avec le temps j’ai démontré que cela n’était pas le cas. Ensuite, j’ai toujours était soutenu et supporté par ma famille, cela est indispensable pour la réussite dans un sport si exigeant. (La mia famiglia ha seguito la mia evoluzione in questo sport con passione. In un primo momento erano preoccupati per il rischio di infortuni, ma con il tempo ho dimostrato che non era il caso di preoccuparsi. In seguito sono stato sempre sostenuto e supportato dalla mia famiglia, questo è essenziale per il successo in uno sport così impegnativo.)
Che significa per te partecipare ad una gara estrema?
Francesca: “Significa sapere con certezza a che ora parto ma non avere garanzie sul quando e sul se arrivo. Significa prepararmi ad affrontare eventuali imprevisti e significa sapere che sarà impegnativo mentalmente. Se una cosa mi piace, se ci credo, nulla può impedirmi di portarla a termine.”
Julien: «Il s’agit d’une course sur laquelle on va passer une vingtaine d’heure d’effort dans un environnement très varié. (Si tratta di una gara dove si passano una ventina di ore di fatica fisica e mentale in un ambiente molto vario.)
Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa?
Francesca: “In nessun modo perché non facendo allenamenti superiori all’ora e mezza, massimo due se vado in gita con qualcuno e succede raramente, la corsa non impatta sulla vita quotidiana.”
Julien: «Il faut essayer en permanence de jongler avec les 3, il s’agit vraiment de la clef de la réussite. J’implique énormément ma famille dans mes projets et j’essaie donc de leur faire partager des voyages de temps en temps. Pour le travail, je suis ingénieur et j’ai créé ma société de conseil, je travaille avec différentes marques pour les aider dans leur développement, communication.
Devi cercare costantemente di destreggiarti con famiglia, lavoro e sport, è davvero la chiave del successo. Coinvolgo enormemente la mia famiglia nei miei progetti e sto cercando di farli partecipare ai miei viaggi.
Per il lavoro, io sono un ingegnere e ho creato una mia società di consulenza, io lavoro con differenti marche per aiutarli nel loro sviluppo, comunicazione).”
Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti?
Francesca: “Ogni mio passo mi ha portata fino a dove sono, quindi rifarei ogni cosa. “
Julien: “La même chose, je fais de ma vie ce que je veux qu’elle soit. Je ne veux pas me retourner un jour et me dire si j’avais pu… Je fais et je n’ai donc aucun regret. (La stessa cosa, io faccio della mia vita quello che voglio. Non torno indietro e non ho rimpianti).”
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?
Francesca: “Uso ogni tanto gli omega 3 per il loro effetto antinfiammatorio generale, magnesio per il sistema nervoso e muscolare e ogni tanto vitamine del gruppo B per migliorare l’utilizzo degli zuccheri. Farmaci no perché non ho mai malattie e nel caso di infiammazioni meno ancora perché impedirebbero di controllare il reale andamento del problema.
Julien: “Les seuls compléments que j’utilise sont des vitamines et du fer car le sport à haute dose consomme énormément et je me suis retrouvé plusieurs fois en carences. (Gli unici integratori che uso sono vitamine e ferro perché lo sport consuma un sacco e mi sono trovato più volte in carenze).”
Hai un sogno nel cassetto?
Francesca: “Vincere la maratona di New York nella categoria Over 70.”
Julien: “Oui, continuer à faire ce que je fais pendant encore 50 ans pour pourvoir poursuivre mon exploration de notre belle planète. (Sì, continuare a fare quello che sto facendo per i prossimi 50 anni per continuare la mia esplorazione del nostro bel pianeta).”
Che dire gli ultrarunner non riescono a pensare di smettere a praticare questa passione, lo farebbero all’infinito e con qualsiasi modalità.


Nessun commento:

Posta un commento