Dott. Matteo Simone
Marco Testero nato il 5 febbraio, un amico ex runner d’elite e ora
allenatore. Alla partenza di una gara lo vedevo teso, ma poi concentrato sul
suo obiettivo di prestazione cronometrica, partiva con determinazione e non c’erano
più distrazioni per lui. Si racconta attraverso alcune risposte al Questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance per conoscere Il punto di vista dei comuni
sportivi e dei campioni, e comprendere quali sono gli aspetti che incidono sul
benessere e quali sulla performance.
Ti sei sentito
campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Un campione
mai, e visti i miei risultati sarebbe stato assurdo pensarlo. Ho però la
consapevolezza di aver praticato a livelli agonistici, seppur modesti, uno
sport che non ti regala niente e nel quale è necessario allenarsi di più
rispetto a molte altre discipline.”
Si è sempre
allenato con criterio, metodo e costanza e questo gli permetteva di avere
risultati soddisfacenti alle gare.
Come ha
contribuito lo sport al tuo benessere? “Quello che mi faceva stare bene era la forma
fisica necessaria per la ricerca dei miei limiti cronometrici; è l'aspetto che
mi manca del mio periodo agonistico.”
Ora gli manca
la gara, ha provato e riprovato, ma qualcosa non andava e non va ed allora
gioisce attraverso le prestazioni degli altri atleti che allena, perché oramai
lo sport come sua moglie e suo figlio fanno parte della sua vita.
Come hai scelto
il tuo sport? “Avevo
diciassette anni, ero già appassionato di atletica; avevo deciso di partecipare
ad una gara di 8 kilometri nel mio quartiere e mi allenavo da solo al parco
quando Marco Pintus, il mio primo allenatore, mi propose di aggregarmi al suo
gruppo.”
Importanti le
figure di riferimento ed un gruppo che condivide la tua stessa passione, ci
vorrebbero più allenatori sensibili e coinvolgenti, cacciatori di talenti ma
anche stimolatori e facilitatori di sport ed esercizio fisico nei ragazzi.
Nella tua
disciplina quali difficoltà si incontrano? “E'
uno sport nel quale, se praticato a livello agonistico, indipendentemente dal
tuo livello, in gara devi dare fondo a tutte le tue energie fisiche e mentali,
perché si soffre. In allenamento devi invece impegnarti gestendoti con buon senso
e senza cercare alibi.”
Se fai sport
sul serio, allora bisogna impegnarsi fisicamente e mentalmente, bisogna
soffrire e faticare per ottenere risultati, ma se c’è tanta passione allora si
può dire che la fatica non esiste, tutto diventa più facile.
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Non ho mai seguito diete particolari; nei giorni
precedenti le gare evitavo alcolici, dolci con creme e fritti.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Non credo di aver mai risentito delle condizioni
ambientali; per quanto riguarda le condizioni fisiche, mi è capitato di
ritirarmi quando capivo che non mi sarei mai avvicinato alla prestazione a cui
puntavo e mancava ancora molto alla fine della gara.”
Marco sentiva
la gara, ci teneva al suo risultato cronometrico, non giocava, faceva sul
serio.
Cosa ti ha fatto
mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ho dovuto smettere presto, a ventotto anni, per
un infortunio che non mi permetteva più di allenarmi. Quando ho potuto riprendere,
mi sono reso conto che non sarei più stato in grado di avvicinare le mie
prestazioni precedenti e ho rinunciato all'agonismo. Ora corro e vado in
palestra per conto mio, per stare bene, anche se devo confessare che correre
senza un fine agonistico non mi piace proprio!”
L’ho visto in
gara, abbiamo corso in alcune gare anche vicini, l’ho visto riprovare.
Nello sport chi ha
contribuito al tuo benessere o performance? “In primo luogo Marco Pintus, il mio primo
allenatore cui sarò grato a vita per avermi permesso di fare atletica; poi ad
Angelo Ciccone che mi ha seguito nei miei ultimi anni di gare, e ai tanti amici
conosciuti nell'ambiente dell'atletica; ambiente nel quale ho conosciuto Elisa,
che da cinque anni è mia moglie.”
Allenatori in
gamba come Pintus e Ciccone hanno permesso a Marco di raggiungere la sua
performance, ora accanto a lui c’è Elisa Palamara, una moglie top atleta, ed
ora tocca a Marco con le sue qualità di preparatore atletico di permettere ad
altri atleti di raggiungere il benessere e la performance.
La gara della tua vita dove hai dato il
meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “Un paio di gare su strada, un
cross a Capannelle nel dicembre 2000 e la mia ultima gara, la Roma - Ostia 2004
nella quale, se non fosse stato per una leggera contrattura patita negli ultimi
7 kilometri, avrei potuto fare anche meglio.”
Marco ha corso la 30^ Edizione della Roma-Ostia Km 21,097 nel 2004 in 1h15'54".
Quale esperienza ti può dare la
sicurezza di potercela fare nello sport o nella vita? “La vita ti pone sempre davanti a
nuovi problemi; dobbiamo provare a superarli tutti, ma anche avere la
consapevolezza che, purtroppo, non sempre ciò è possibile, indipendentemente
dalle esperienze e dagli eventuali successi passati.”
A volte è
importante la consapevolezza dei propri limiti e l’accettazione di quello che c’è
nel momento presente.
Quali capacità, risorse, caratteristiche,
qualità hai dimostrato di possedere? “Credo di essere sempre stato onesto con me stesso e con gli altri.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport? “Il fatto di non essermi mai creato alibi o prestazioni virtuali, come
spesso ho visto fare da molti.”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Lo sport ha fatto e fa
parte di me, e chi mi circonda l'ha sempre visto come un qualcosa di positivo.”
Senza dubbio lo sport per Marco, come tanti
altri è qualcosa di positivo.
Quali erano le tue
sensazioni pre-gara, in gara, post-gara? “Prima delle gare ero
spesso teso e cercavo di rilassarmi stando in compagnia degli amici; la gara
era sofferenza pura; dopo la gara, comunque fosse andata, la tensione si
scioglieva.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a
causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No. A meno che uno non
abbia orari di lavoro particolarmente impegnativi, o problemi familiari, il
tempo per allenarsi si trova; bisogna vedere se si è disposti a dedicare tutto
o gran parte del proprio tempo libero all'attività sportiva.”
Che consiglio daresti a coloro
che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Bisogna
vedere di che tipo di scelta si tratta e quali sono il livello prestazionale e
le condizioni lavorative, familiari e sociali di chi è chiamato a farla. Se una
persona si trovasse ad avere la possibilità di poter vivere di sport (come
atleta, tecnico ecc.), gli consiglierei senz'altro di provarci.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?
“Non
mi è stato mai proposto, né tantomeno l'ho cercato; all'epoca pensavo fosse un
fenomeno riguardante solo una piccola percentuale tra gli atleti di alto
livello; oggi so che purtroppo non è così: ci sono dopati anche tra i semplici
amatori, e credo sia una questione di mentalità; la corsa ti pone di fronte ai
tuoi limiti, e non tutti sono disposti ad accettarli.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Doparsi
significa mentire a se stessi, se non si è sportivi di alto livello; significa
truffare, se non derubare il prossimo, se invece lo si è; spesso, fa anche male
alla salute. E, con queste premesse, farlo è sbagliato sotto tutti i punti di
vista. Per fare sport teso al semplice benessere, consiglio per quanto
possibile di praticare attività diverse e di non allenarsi mai controvoglia;
per la performance, l'unico consiglio è quello di impegnarsi al massimo in
allenamento in gara, sempre compatibilmente con i propri impegni familiari e
lavorativi.”
Riesci a immaginare una vita senza lo sport? “La
mia no; spero che possa essere così anche andando avanti con gli anni.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Dalle
crisi e dalle sconfitte si esce solo impegnandosi in allenamento, non credo ci
siano ricette magiche o scorciatoie; dagli infortuni curandosi, riposando e
ricominciando; nel mio caso, dopo l'ultimo infortunio purtroppo non sono più
riuscito a tornare a gareggiare.”
Ritieni utile lo psicologo dello
sport? “Io
personalmente ad uno psicologo non mi sono mai rivolto e non credo che lo farei
mai, né per lo sport né per risolvere altri problemi che la vita potrebbe
mettermi di fronte; per natura sono portato a cercare le soluzioni per conto
mio e dentro di me, e non credo che un aiuto esterno, seppur competente e
professionale, potrebbe giovarmi: lo rifiuterei a priori; ma (per fortuna!) non
siamo tutti uguali, e non dubito che ci siano persone, e sportivi, che possano
essere aiutati in maniera anche decisiva da questa figura professionale che
ultimamente è sempre più considerata e utilizzata; e non credo sia solo una
moda: una valida ragione ci dovrà essere per forza!”
Mai
dire mai.
Un messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica e impegno? “Una volta che
scegliete questo sport, soprattutto se siete giovani, vi ci dovete dedicare col
massimo impegno, altrimenti rinunciate del tutto. Se lo farete, avrete le
vostre soddisfazioni indipendentemente dal vostro livello prestativo.”
Sogni realizzati e da realizzare? “A
livello sportivo non ho mai avuto veri sogni, ma obiettivi che ho realizzato
purtroppo solo in parte: ho chiuso la mia esperienza di atleta con parecchi
rimpianti; ora cerco di fare il possibile per aiutare gli atleti che seguo a
migliorarsi sempre di più. Per il resto, ho una splendida famiglia (moglie e
figlio di cinque mesi) e l'unica cosa che mi manca veramente è una minima
soddisfazione a livello lavorativo.”
Marco è menzionato nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell'atleta” di Matteo Simone. Editore: Prospettiva Editrice.
Collana: Sport & Benessere. Data di Pubblicazione: 15 novembre 2017.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR








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