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giovedì 4 agosto 2016

Ada Nardin e Matteo Briglia importano a Roma il programma Achilles

Psicologo, Psicoterapeuta

Ada Nardin e Matteo Briglia entrambi non vedenti hanno tanto da condividere e da insegnare, condividono la passione del baseball praticando questo sport in due città diverse, rispettivamente a Roma e a Milano e diventando talmente esperti ed innovativi da esportare le loro modalità ed il loro approccio a New York negli ultimi due anni.
Questi anni e la permanenza a new York gli hanno permesso di conoscere altre realtà tra le quali il programma Achilles International volto alla pratica dell’attività podistica di atleti con disabilità, ed allora si sono illuminati ed hanno pensato giustamente di importante queste buone prassi, queste best practice in Italia e precisamente in Roma trovando terreno fertile nella loro amica Ada Ammirata già runner da alcuni anni che diventa anche presidente della Sezione Achilles Roma.
Ada Ammirata a sua volta propone questo programma, questa interessante e coinvolgente attività agli amici runner dell’Atletica La Sbarra che sposano immediatamente il programma di Achilles International organizzando un Open Day presso il parco degli acquedotti dove in massa intervengono persone con disabilità ed aspiranti guide per sperimentare questa modalità di fare sport insieme, di condividere la camminata veloce e la corsa assieme.

L’Atletica La Sbarra è una squadra che favorisce l’inclusione e l’integrazione. Ci sono atleti fortissimi come D’Antone Giuseppe di 58 anni, che riesce a competere con i primi ed a vincere sempre la sua categoria di appartenenza, il fortissimo atleta del Marocco Abdel.
Inoltre fanno parte della squadra tanti amici di lunga data over 50 che continuano a divertirsi con lo sport, ci sono le nuove leve, ragazzi più giovani che stanno trovando pian piano la loro miglior condizione come Raffele Mastrolorenzo, nuove ragazze che osano anche fare maratone come Ambra, donne forti come Roberta Luttazzi, Stefania Gabrielli, Valentina Ferrari.
Ada Ammirata ha esordito come podista nella squadra Atletica La Sbarra un paio di anni fa, inoltre tra i nuovi acquisti vi è Stefano Severoni, molto presente, disponibile, entusiasta ed attento all’altro, sia persone che animali.

L’attenzione dell’Atletica La SBARRA” è rivolta anche a gare che portano avanti dei progetti sociali, culturali o naturali e come fatto in precedenza anche quest’anno ha aderito al vivicittà all’interno dell’Istituto Penitenziario di Rebibbia che ha visto partecipare due atlete non vedenti, Ada Ammirata accompagnata da Raffaele Vitale per la gara lunga di 12km ed Ada Nardin per la gara corta di 4km accompagnata dal sottoscritto ma poi ceduta ad un detenuto che si è offerto di accompagnarla durante il percorso.
Come dico sempre io “Togheter is much better” ed infatti da soli le persone con disabilità hanno difficoltà a fare sport sono quasi impossibilitati, ed allora perché non offrire un po’ del nostro tempo per dedicarsi a questa attività insieme si ottengono risultati importanti un miglioramento della prestazione sportiva e del benessere della persona non vedente ma anche diventa una messa alla prova per le guide, per sperimentarsi accanto agli altri, provare a guidare un’altra persona, stargli accanto, sintonizzarsi sullo stesso respiro, sulla sua fatica, sui suoi ritmi, e la competitività ed il benessere oltre che individuale diventa duale e poi di gruppo, di squadra come sta succedendo partecipando ai vari  allenamenti, agli appuntamenti Achilles, a gare competitive e non.
Il prossimo obiettivo di Ada Nardin e Matteo Briglia sarà la creazione di una sede di Achilles International anche a Milano.
Tra i tanti che si stanno avvicinando alla corsa, ad Achilles International Roma ed Atletica La Sbarra anche Sandro M., di seguito una sua breve testimonianza.
Come hai scelto il tuo sport? “Volevo intraprendere un'attività sportiva che richiedesse uno sforzo moderato ma costante e, grazie alla generosità degli atleti dell'associazione sportiva La Sbarra, ho iniziato a praticare la corsa. Essendo io un ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi in autonomia per cui era impensabile correre per me.”
Nella tua disciplina quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione? Cosa conta, quali qualità bisogna allenare? “Nella mia condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100x100 ad un atleta guida. Ciò significa che io, prima di tutto, devo sviluppare da subito un principio di intesa col mio accompagnatore. Devo essere sempre attento alle segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di terreno, deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi e non. Per cui prima del fisico io ho bisogno di allenare l'affiatamento con la persona che mi guida per trovare una buona sintonia.”
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Fortunatamente sono venuto a conoscenza del progetto Achille's International... Ed eccoci qua: atleti volontari dell'Associazione Sportiva. La Sbarra che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati, uniti polso a polso attraverso un cordino.  Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi de La Sbarra riescono a compiere l'impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al traguardo. E' una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza e delicatezza.”
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La mia gara della vita è stata di certo la mia prima gara. Eravamo sulla pista di atletica a Terme di Caracalla per correre una staffetta molto avvincente, la 12 x 30 minuti. Una gara basata su parametri invertiti rispetto alle gare tradizionali. Quindi con tempo già stabilito dove ciò che varia è la distanza. Molto divertente. Ero emozionato per essere dentro un evento simile… E già ero proprio io, dentro una gara… Incredibile, stavo correndo in pista, in una frazione di gara ufficiale e il mio amico Matteo mi guidava e mi incoraggiava. Era esaltante, ricordo che c’erano molte persone tra gli spalti ma anche molti atleti in pista. Dopo soli 10 min ero già esausto, forse avevo corso ad un ritmo per me troppo elevato. Da dietro arrivavano periodicamente atleti più veloci che mi doppiavano. La cosa mi dava troppo fastidio, ma in quel momento pensavo solo al traguardo, con loro avrei avuto la rivincita in futuro dopo un paio di anni di allenamento. Non so bene come ho fatto ma ho corso anche i restanti 20 minuti, sarà stato il supporto di Matteo che mi incitava e mi motivava, sarà stato l’orgoglio e la tenacia ma riuscito a trovare le forze per giungere a quel benedetto traguardo. Ero stremato ma mi sentivo dentro di me un campione. Ero riuscito a centrare l’unico obiettivo che mi ero prefissato: CONCLUDERE LA GARA.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?  “Sei pronto Sandro? 1, 2, 3. VIAAAAAA..... Le gambe accelerano e sembrano andare da sole... Tutto scorre più velocemente e l'aria sul viso si fa più densa ...  Siamo quasi alla mia massima velocità, io e la mia guida ci stiamo proiettando come 2 bolidi in un sentiero nel parco. Adoro sfrenarmi in brevi allunghi veloci in cui posso scaricare la potenza che ho nelle gambe. E' bellissimo per me, solo a queste velocità più elevate riesco a respirare una sensazione di completa libertà. Dimentico persino di essere affiancato da un atleta guida. Lui è così abile che in quei brevi momenti entriamo in perfetta sincronia, stessi movimenti di braccia e gambe ed io dimentico che siamo uniti al polso dal cordino. A volte mi lascio davvero prendere dall’adrenalina che poi la mia guida fatica a ricondurmi a nella giusta direzione e a reggimi più bassi. A proposito di episodi divertenti, ricordo una volta in cui io e il mio amico Raffaele procedevamo come sempre affiancati e abbiamo fatto a sportellate. Ebbene sì, perché, io distratto, non avevo capito che dovevamo deviare a sinistra e continuavo imperterrito ad andare diritto. Solo l’effetto di qualche spallata energica mi ha fatto dirottare l’andatura. Oh mio Dio che ridere, ogni volta che ci penso rido solo solo.”    
Quale è stata la tua gara più difficile? “Come ho già accennato la mia gara più difficile è stata una gara di 10 km a Borghesiana, la Maratonina dei due colli. Non mi ero mai impegnato su una distanza simile, non sono molti 10 km ma a me, che non ero molto allenato, sono sembrati più di un milione. Fortunatamente ho avuto il piacere di affrontare quell’impresa affiancato dal mio amico Andrea, Grande tecnico, grande motivatore, grande trascinatore. E’ stato grazie a lui che siamo riusciti a costruire un tempo soddisfacente per essere il mio primo 10.000 metri.  In quella gara ho faticato molto ma ho anche imparato molto. E’ stato un eccellente allenamento per il mio fisico e per il mio carattere. Ricordo di essere entrato in crisi al settimo km. Volevo fermarmi, ma sono riuscito a non farlo grazie al supporto psicologico di Andrea. Ed ho fatto bene! Perché sono riuscito a centrare i 3 obiettivi che stavolta mi ero prefissato: A-Finire la gara, B-Non arrivare ultimo, C-Chiudere la gara entro 1 ora.”
Prossimi obiettivi lungo, medio, breve termine? Quali sono i sogni realizzati e da realizzare? “Nel breve: Percorrere 1 km lanciato in 4:00/4:15. Nel medio: Migliorare le notevolmente le prestazioni che ho ottenuto nelle mie 2 gare. Nel lungo: Vincere una gara. Sogni da realizzare: Insidiare i record sui 5.000 e 10.000 di Salvatore Antibo. Sogni realizzati: Per me il semplice fatto di aver corso in gara è già un Sogno Realizzato. Vorrei ringraziare tutti gli atleti che mi hanno aiutato a raggiungere questo sogno. Grazie amici ve ne sono riconoscente.”
Sandro ha fatto il suo km lanciato in 03’57” e quindi sotto i 4’ prefissati.

Psicologo, Psicoterapeuta

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