Da soli non si va da nessuna parte, l’atleta non è solo, c’è un mondo attorno all’atleta, famigliari, amici atleti, allenatori, nutrizionisti, massaggiatori, fisioterapisti, medici dello sport, psicologi dello sport, mental coach. Basta scegliere la persona adatta che ti possa aiutare a coltivare al meglio la tua passione sperimentando benessere e puntando anche alla performance.
Di seguito Sara Paganucci ci racconta la sua esperienza di ultrarunner.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “In
primis il mio allenatore, che mi ha saputo guidare, forgiandomi con pazienza!”
Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sì,
mi sono sentita un campione pur non credendoci fino in fondo, ad una gara in
cui al 1° ristoro mi sono sentita dire: "vai che sei la terza
donna!", da lì ho tirato fuori tutto quello che avevo per altri 60km e per
la prima volta sono salita sul podio sapendo di aver fatto del mio meglio.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato per
caso, per rimettermi in forma dopo una terapia devastante, non riuscivo a
correre i sei km intorno a casa! Poi la prima non competitiva ed è stato amore
puro, due mesi dopo mi sono affidata al mio amato allenatore e 4 mesi dopo son
riuscita a finire la mia prima maratona. Adesso, dopo 4 anni ho collezionato 12
maratone e 16 ultramaratone. Dopo un primo anno caratterizzato da infortuni è
stato tutto un crescendo.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua
performance? “I fattori che hanno contribuito al mio benessere sono:
innanzitutto l'aumento dell'autostima, la conoscenza del proprio corpo
(soprattutto in ambito alimentare) e di alcuni elementi tecnici (abbigliamento)
oltre che all' allenamento in un crescendo progressivo (fondamentale l'aiuto di
un allenatore sapiente e preparato).”
Qual è stata la gara della tua vita dove hai dato il meglio di te o dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “Tutte le gare mi hanno regalato
qualcosa! Tantissime belle emozioni, ogni gara è un viaggio dentro un mondo
diverso dal quotidiano che mi lascia addosso un bagaglio di emozioni e
conoscenza nuove ogni volta.”
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi
fare? “Ho avuto un’infanzia difficile, problematica ed infelice, che ho
superato con il tempo ed un grande lavoro interiore; che ha forgiato il mio
carattere, non mi sento invincibile, sia chiaro! Ma nei momenti più bui mi
ripeto che ho superato cose ben più dure!”
Lo sport aiuta a ripartire da ogni situazione, soprattutto lo sport di endurance ti aiuta a superare crisi ed a diventare più sicuri, coraggiosi, autoefficaci, resilienti.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Si
lamentano che sottraggo loro del tempo, ma sono anche i miei primi sostenitori!
Ogni volta che minaccio di mollare tutto, si arrabbiano quasi e fanno di tutto
per farmi cambiare idea.”
E certo, i famigliari sanno che alla fine della fiera la corsa diventa la cura per Sara ed allora perché togliergli questo medicinale senza effetti nocivi.
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “Ogni tanto (in questo sono pigra) mi ricordo di fare stretching o
esercizi a terra; in quei momenti accorrono tutti i miei cani e gatti e si
siedono su di me facendomi le feste...fine dei giochi! 😜”
Ben vengano queste manifestazioni di coccole e benessere per rinforzare il benessere sperimentato con lo sport.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Ho riscoperto la
forza, la tenacia e piano piano sto rafforzando la mia autostima.”
Sara, attraverso lo sport ed in particolare attraverso la corsa si
fortifica sempre di più si sta costruendo sia fisicamente che mentalmente e
caratterialmente, la corsa diventa una buona palestra all’aperto, un buon
esercizio outdoor che ti rende forte e felice.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai
dimostrato di possedere? “La determinazione! Se mi metto in testa una cosa la
porto sempre in fondo! In più ho dimostrato a me stessa di avere una grande
forza mentale, riesco a spostare i pensieri da negativi a positivi! Sul lato
fisico, sono forte soprattutto in discesa!”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva? “Dipende, a volte
raccolgo la sfida agonistica, ma la maggior parte delle volte è un viaggio
interiore dove poi si introducono tante nuove belle conoscenze di persone
fisiche e luoghi indimenticabili.”
I vantaggi della corsa non sono solo fisici e competitivi ma anche di ricchezza interiore, di viaggi piacevoli attraverso bellezze naturali scoprendo se stessi e nuove amicizie.
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? “Sì, il limite è
ogni volta in cui la testa dice ‘basta’ ed è più forte di ogni tuo sforzo per
andare avanti...un limite secondo me non si quantifica né in ore, né in
km...sta tutto dentro la nostra testa!”
Quali sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport:
pregara, in gara, post gara? “Le sensazioni sono tante e cambiano da giorno a
giorno, o da gara a gara; si va dall'ansia al dolore, stress ma anche
soddisfazione, felicità e compiacenza, serenità!”
Quale è stata la gara più estrema o più difficile? “Per ora le 100km sono
state le più difficili da gestire, ci sono troppi fattori che vanno presi in
considerazione.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Le difficoltà maggiori stanno nel tipo di percorso, dislivello, distanza, ma anche condizioni ambientali, il rischio di inciampare e cadere, ma anche la stanchezza gioca un ruolo fondamentale con la perdita di concentrazione.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Le difficoltà maggiori stanno nel tipo di percorso, dislivello, distanza, ma anche condizioni ambientali, il rischio di inciampare e cadere, ma anche la stanchezza gioca un ruolo fondamentale con la perdita di concentrazione.”
E’ vero, nelle gare lunghe entrano in gioco altri fattori, le condizioni climatiche che possono cambiare dall’alba alla notte passando attraverso il giorno e le ore di punta, quindi si può sperimentare sia il freddo o il gelo che il caldo, importante sapersi vestire a cipolla, mettere le cose giuste nelle sacche da lasciare in determinati punti, importante è l’alimentazione, l’idratazione, importante è l’attenzione alla fatica, quando arriva si può essere impreparati e distratti, si può inciampare, ci si può perdere nei percorsi lunghi o nei boschi.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno
indotto a fare una prestazione non ottimale? “Le condizioni fisiche sono
l'errata alimentazione (problemi di stomaco) o la scelta sbagliata di
abbigliamento tecnico (vesciche, abrasioni); a livello ambientale, invece, sono
il caldo torrido o il vento freddo.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “La ricerca
di nuovi stimoli, scegliendo sempre nuovi obbiettivi anche un pochino più
ambiziosi, alternandoli tra natura e strada, anche se su quest'ultima non mi
sento molto portata, ma la sfida sta proprio lì!”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con pazienza e la
consapevolezza che "tutto passa, tutto si aggiusta!" E che il riposo
è esso stesso una forma di allenamento.”
E’ vero, è importante anche esercitare l’allenamento del riposo o del recupero, mi è capitato di incontrare un atleta molto severo con se stesso, eseguiva con precisione ii programmi di allenamento facendo anche qualcosa di più del previsto o ad un ritmo più forte, ed aveva difficoltà ad andar piano, nel suo caso era importante trovare un amico che lo facesse allenare lentamente nei giorni di scarico prima della gara, quello diventava un lavoro indicato per lui.
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo
sport? “Praticare sport libera la mente!" Ti consente di fare scelte più
appropriate, ti regala tante lezioni di vita, tante emozioni e ti fa sentire
libero!”
C'è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?
“Assolutamente no! Anche volendo la mia malattia non mi consente che di poter
fare uso di pochissimi farmaci e sempre sotto valutazione medica, in più faccio
controlli ematici ogni 4 mesi, verrebbe subito fuori! Ma poi che gusto ci
sarebbe nel tagliare il traguardo sapendo di aver imbrogliato?”
Quale può essere un messaggio per sconsigliare l'uso del doping? “Un
obbiettivo conquistato con le nostre forze regala forti emozioni, per un attimo
ti fa sentire invincibile!”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed
in quali fasi dell'attività sportiva? “Sì, ritengo molto utile la figura dello
psicologo sportivo, (anche se non ne faccio ancora uso) perché ti aiuta a
scomporre i blocchi mentali che ognuno di noi si è creato, facendoti proseguire
oltre e inevitabilmente facendo evolvere il proprio ‘io’.”
Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Ad
oggi correre una 100km, ma il sogno più grande lo sto preparando in questo
momento, costruendolo passo passo, e godendomi tutta la preparazione...ma fatto
questo rimarrà un ‘cassetto pieno di sogni’, magari meno impegnativi ma
altrettanto stimolanti che mi aiuteranno a tenere alta la passione e
l'interesse.”
Un’intervista a Sara è riportata nel mio
libro “Ultramaratoneti e gare estreme”, edito da Prospettiva Editrice.
Sport &
Benessere 1 | p.298 | ed. novembre 2016
Chi sono gli
ultramaratoneti? Cosa motiva questi atleti? Quali meccanismi psicologici
consentono loro di affrontare gare estreme? Cosa li spinge a spostare sempre
più in avanti i limiti fisici?
Questi i quesiti
che si è posto l’autore Matteo Simone per stendere questo libro, si parla di
ultramaratone e di gare estreme per lunghezza kilometrica, per condizioni
fisiche-naturalistiche e metereologiche nelle quali si affrontano i percorsi,
per le richieste mentali poste a questi atleti. Il testo consente di calarsi
nella realtà degli ultramaratoneti, grazie all’esperienza diretta dell’autore
ed al contributo di centinaia di atleti intervistati che hanno condiviso le
loro esperienze di gara. Vi sono i racconti di amanti della corsa e di atleti
professionisti. In primo piano è il vissuto esperienziale degli atleti, le loro
problematiche, le loro convinzioni, le loro paure, le loro esperienze di vita e
i loro successi. Come ci ricorda la psicoterapia della Gestalt è
nell’esperienza che risiede la conoscenza. Un libro affascinante che riporta le
motivazioni di queste persone, che tratteggia le loro strutture caratteriali.
Un testo che permette di avvicinarsi a questo tipo di discipline considerate
estreme e impossibili.
Dott. Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
non avevo mai fatto un allenamento di gruppo e mi sentivo anche in imbarazzo non capendo cosa avrei dovuto fare, ma nei primi minuti Sara mi si avvicina e con Lei vicino svolgo la maggior parte della sessione di allenamento.
RispondiEliminaL'umiltà che ha dimostrato nei miei confronti (sono un neofita della corsa) dimostrano lo spessore di Sara come atleta e come persona.
Grazie ancora e in bocca al lupo per le tue prossime sfide...
Un caro saluto
Riccardo