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lunedì 24 aprile 2017

Filippo Castriotta: Ho provato fame, sete, solitudine e anche voglia di ritirarmi

Matteo Simone  
 

Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. (Murakami, L'arte di correre)


Manfredonia sempre più città di ultrarunner, complimenti al coraggioso e resiliente Filippo, le foto del suo arrivo mostrano entusiasmo, sorpresa e soddisfazione, ecco le sue parole: 
"Ciao Matteo, grazie all'avvocato Mimmo d'Ascanio che mi ha portato a fare una durissima gara a Mattinata di 80 chilometri con tante salite durissime, con 3 mesi di allenamento, sono soddisfatto di aver fatto 12 ore e 58 minuti. Ho provato fame, sete, solitudine e anche voglia di ritirarmi, poi ho sbagliato più volte strada, ma alla fine dopo tutti gli errori ho raggiunto un obbiettivo inimmaginabile a 50 anni."

Obiettivi inimmaginabili possono diventare raggiungibili trasformando sogni in realtà, grazie all'impegno, al duro lavoro, la passione e una buona compagnia come il team frizzi e lazzi walking e running.
Tra i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono: autoefficacia, capacità di porsi degli obiettivi e di trovare strategie adeguate per conseguirli, progettualità futura, ottimismo, senso dell’umorismo. 
E’ possibile approfondire l’argomento sul testo
Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport. 
Di seguito Filippo ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Complimentissimi, se ti va ho qualche domanda per te, com'è andata? Soddisfatto? “Sì moltissimo. Adesso sto incominciando a rendermene conto di quello che ho fatto in soli tre mesi di allenamento, mi sembra un sogno sono strafelice Matteo.
Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara? No solo al settantesimo km quando ho sbagliato strada ho avuto un momento di scoraggiamento.”
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che non avevi considerato? No, non mi è mancato niente, mi sono gestito bene.
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara? “Prima emozionato dopo le ultime Maratone fatte Milano 2003 e Bologna 2004.  Sensazioni bellissime nella foresta Umbra, emozioni sui sentieri di baia delle zagare e Monte Saraceno, sensazioni di pace e di benessere interiore durante un lungo cammino solitario nella foresta. Dopo la gara tanta voglia di soddisfazione per essere riuscito per la prima volta a 50 anni a terminare una grande gara di 80 km di trail.”

Quando non fai gare importanti per tanto tempo, l’attesa ti nutre di sensazioni particolari, c’è la voglia di mettersi n gioco, di sperimentarsi dopo tanti anni, ci può essere insicurezza, timori, ma dopo lo start ci si focalizza solamente per l’obiettivo gara con tanta attenzione soprattutto al percorso vario, stando per tante ore con se stessi, facendo un viaggio interiore e contattando se stessi a contatto con la propria ombra e la propria fatica fino alla fine nonostante piccoli disguidi o piccole crisi che possono capitare durante il percorso, al termine c’è la soddisfazione di avercela fatta, la incredulità di aver compiuto un’impresa, la gioia di essere riusciti dopo tanto tempo ad affermarsi per se stessi, a dimostrare a se stessi che si può ancora fare che l’allenamento paga, che l’impegno produce frutti importanti, è quello che ha sperimentato Filippo.
Hai scoperto ancora qualcosa di nuovo in te stesso, negli altri atleti? Sì ho scoperto di avere tanta forza mentale e sopportazione fisica. Negli altri molta voglia di stare insieme.”

In questo tipo di sport di endurance è la mente che la fa da padrone, che comanda il corpo, che si allea con la propria passione per condurre il fisico alla meta attraversando percorsi duri e impervi e superando prove impegnative. 
Come dico spesso “Together is much better”, insieme è molto meglio, importante coltivare la passione e partecipare a gare estreme coinvolti da amici facendo tratti di gara insieme condividendo fatiche e insicurezza in modo da saper gestire al meglio le situazioni che si presentano. Filippo insieme ad altri ha preparato questa gara, insieme a Michele Spagnolo lungo percorsi e camminate nei monti del Gargano, a volte mi sono trovato anch’io in queste lunghe uscite a contatto con la natura, così come altri amici quali Michele Pergolese, insieme ci si allena e si prepara e costruisce le nostre mete, cercando di trasformare piccoli sogni in grandi realtà. Si inizia dal cammino, insieme si fanno grandi cose per la salute, il benessere e performance.
Organizzata bene la gara, percorso, ristori, premiazioni? Sì tutto bene specialmente vedendo un gruppo di organizzatori tutti giovani e molto accoglienti.”

Per la riuscita di queste gare gli organizzatori devono mettere gli atleti e gli accompagnatori di sperimentare accoglienza e benessere, devono coccolare gli atleti e organizzare eventi collaterali per amici e familiari, gli atleti si devono sentire a casa loro, per affrontare fatica e impegno pagando il costo di iscrizione in cambio vogliono ottenere riconoscimento e gratitudine e tante coccole.
Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era? Sì bellissimo, tutta la mia famiglia e il mio caro amico di fiducia stavano tutti all’arrivo ad aspettarmi.”

Dopo tante ore e tanti km di fatica e impegno, vedere all’arrivo volti familiari e amichevoli contribuisce al benessere e a sperimentare sensazioni e emozioni di gioia e felicità a coronamento di un’impresa molto ardua e difficile.
Cambia qualcosa dopo questa prova? Sì ho acquistato tanta sicurezza, fiducia e forza di sofferenza in me stesso che non pensavo di avere più.”

A volte si attraverso momenti e periodi bui e cupi, è importante fare leva sull’autoefficacia, sul fidarsi di se stesso, sul ricordare buoni momenti, buone esperienze in passato di competenza e successo, questa conferma serve a ricomporre e costruire l’autoefficacia, a continuare sull’onda del cambiamento vedendo nuove direzioni e cercando nuove mete e obiettivi che ora sono abbordabili.
Prossime gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine?
A fine maggio c’è la 100 km del Passatore.”
Un’intervista a Filippo è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.  
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.  
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
 

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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