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giovedì 20 aprile 2017

Germano Dotto, ultrarunner: Ho messo ulteriormente alla prova il mio fisico

Matteo SIMONE

 
Gli ultrarunner sono atleti che cercano di mettersi alla prova in gare sempre più difficili e impensabili per lunghezza, per difficoltà, per condizioni atmosferiche. Quando si inizia a correre, si pensa al sogno di correre una maratona, poi per alcuni c’è la voglia di osare con la partecipazione a una gara di 10km, altri vogliono sperimentarsi nel deserto o su ultratrail, altri vogliono correre la maratona di New York, Germano dotto ha due passioni la corsa a piedi e la bici su strada e volta per volta decide e fissa il suo obiettivo e poi prende la direzione per raggiungere la meta stabilita mobilitando le sue energie per portare a termine la sua gara difficile ma per lui speciale e straordinaria che gli permette di provare fisico e testa e fare tante conoscenze, di seguito Germano racconta la sua esperienza nel deserto.

Ciao Germano, se ti va ho qualche domanda per te, com'è andata? “Ciao Matteo, rispondo con piacere alle tue domande. Tutto sommato è andata bene, l'obiettivo primario era portarla a termine e questo è stato centrato.”

Soddisfatto? Hai sofferto? Momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara? “Il risultato finale avrebbe potuto essere più soddisfacente, diciamo che una posizione intorno ai 200 sarebbe stata alla mia portata  se non fossi incappato in una profonda crisi di fame al 4° giorno, dopo aver percorso già 100 km e alla vigilia del tappone di 86 km che purtroppo ho affrontato completamente a digiuno ...Infatti ho commesso l'errore di portare con me solo alimenti solidi, tecnici e non ...ma in quelle condizioni di avanzata disidratazione e secchezza di gola e fauci gli unici alimenti che riesci ad inghiottire sono gel e liofilizzati semiliquidi, cibo che grazie alla solidarietà e compassione dei meravigliosi  compagni della tenda 9 mi ha permesso un buon recupero nel giorno successivo  e di concludere quindi la corsa con l'ultima maratona molto soddisfacente.”

Hai scoperto ancora qualcosa di nuovo in te stesso? “Nel complesso non mi posso lamentare, ho messo ulteriormente alla prova il mio fisico che solo grazie alla forza mentale acquisita in molteplici ultramaratone mi ha permesso di tagliare il traguardo la prova più lunga, superando una crisi glicemica interminabile.”

Le crisi come vengono così se ne vanno, o quanto meno si riesce con l’esperienza ad affrontarle, a gestirle, a superarle. E’quello che sperimentano tanti ultrarunner e atleti di sport di endurance, che non temono le crisi ma sono pronti ad accoglierle senza restarne sopraffatti.

Organizzata bene la gara, percorso, ristori, premiazioni? “La corsa ha un'organizzazione impeccabile quasi maniacale, di un livello ineguagliabile in tutti i momenti della giornata. Assistenza, ristori, supporto medico eccellenti (tenendo comunque conto che la corsa è in assoluta autosufficienza).”

Cambia qualcosa dopo questa prova? “Mi porto a casa un'esperienza unica, faticosa ma importante e ancor più importanti nuove amicizie. Il contesto ambientale seppur decisamente ostile è quanto di più affascinante abbia sinora mai percorso...Un netto indiscutibile vantaggio riscontrato nella preparazione e nella gara, (in totale più di 500 km corsi sulla sabbia in un mese o  poco più... ) è il netto beneficio globale riscontrato a livello scheletrico e articolare su questo tipo di terreno, in sintesi non ho più avuto i miei ricorrenti mal di schiena dal momento che ho messo piede sulla sabbia...Certo le temperature marocchine hanno messo a dura prova la pelle dei miei piedi che hanno riportato estese vesciche seppur superficiali, che comunque in 4 gg di trattamento con garze grasse si sono risolte quasi completamente.”

Gare che diventano faticose e sofferenti ma come al solito c’è la ricompensa della esperienza straordinaria e inusuale, in più c’è la conoscenza di altri atleti considerati bizzarri che condividono le esperienze estreme di questo sport considerato non ordinario.

Prossime gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine? “Trascorsa una settimana di riposo ora penso di dedicarmi, come ogni anno in questo periodo, alla mia prima passione la bicicletta da corsa, con importanti chilometraggi, propedeutici alla mia ennesima vacanza estiva cicloturistica e in vista della Parigi-Brest-Parigi edizione 2019, che è una corsa che sogno da sempre e ho sempre rimandato, e mi troverò ad affrontarla a 60 anni (si disputa ogni 4 anni). Poi nel cassettino dei sogni c'è la Polar Circle Maraton in Groenlandia e la Mds in Perù...e avanti così.”

La vita diventa un ciclo fatto di fasi di attivazione, di recupero, di individuazione di nuove mete e obiettivi sfidanti. E’ importante anche avere a disposizione un piano B oltre alla corsa, la bicicletta sembra essere una alternativa che mette in moto muscoli diversi e apre la mente con viaggi più lunghi.

Matteo SIMONE
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
https://www.ibs.it/ultramaratoneta-analisi-interminabile-libro-vari/e/9788898615872

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