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giovedì 27 aprile 2017

Marino Capannini, runner: Mi piace esserci, divertirmi e arrivare

 

Perché restare a casa a piangersi addosso che tutto va storto, che la politica non funziona, che c’è crisi, basta mettersi l’abbigliamento adeguato, un pantaloncino o tuta e un paio di scarpe e via per parchi e strade a saltare e correre come ragazzini scherzando con amici piccoli e grandi perché in questo sport non esiste ceto sociale e non esiste età anagrafica, faticano tutti e si divertono tutti, ci si fa le foto, si raccontano aneddoti e  ci si sfida negli allenamenti e nelle gare, un mondo bizzarro e fantastico, da provare per conoscerlo e vedrai che ci rimani intrappolato, ti iscrivono a una società.

Di seguito Marino racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sempre ogni volta che taglio il traguardo.”

In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Ho iniziato questo sport quando sono andato in pensione... avendo avuto un problema fisico e tempo libero... ha contribuito molto il ritrovarsi alle gare con altri appassionati... e l'ambiente all'aria aperta priva di smog (non facile).”
Lo sport che ti cambia la vita, che quando lo incontri te ne innamori e scopri una altromodo di stare al mondo, di esserci con te stesso e con gli altri.
Come hai scelto il tuo sport? “Stavo passeggiando con amici in un Parco e vedendo persone di una certa età si è detto perché non proviamo anche noi... così 50, 100m e così via... con il passar del tempo mi sentivo molto meglio tanto fisicamente che psicologicamente... allora perché non provare a fare una gara... quella è stata la scintilla che non si è più spenta.”


A volte la mente si mette in moto quando vede altri che si mettono in moto, si tratta di neuroni specchio, gli altri lavorano e le nostre cellule immaginano di lavorare e allora perché non metterci anche noi le scarpe e faticare come gli altri? E quello che è successo a un giovane pensionato, Marino Capannini che attraverso lo sport e la corsa inparticolare è ritornato al mondo più giovane, ha scoperto l’elisir che fa ringiovanire, che fa occupare spazio e tempo nel mondo, che si rimettein gioco da pensionato attraverso lo sport, correndo nei parchi e per strada in allenamenti e gare.

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Avendo cominciato ad una certa età e non essendo veloce soffro nella gare corte specie nel periodo estivo e nei percorsi asfaltati.”

Tutto con estrema attenzione, il fisico e l’intero organismo non è abituato e allora gradualmente ci si affaccai nelmondo delo sport fatto di infortuni, strapi, malori ma anche dove è possibile sperimentare benessere psicofisio, emotivo e relazione e a volte si speriemnta anche performance nonostante l’età.
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “La cosa... mi piace esserci, divertirmi e arrivare (perciò faccio molte gare)... le persone.. mio genero Giampaolo Turrini (ha vinto i Monti Simbruini km 29 nel 2016) che ho portato io ha frequentare questo sport.. facendomi fare Maratone anche all'estero.”

Quando si scopre un elisir, qualcosa di benefico si cerca di somministrarlo anche alle perosne che ti sono più care, si cerca di coinvolgere altri in questo mondo di sport fatto di gare e perché no anche maratone,perché si scopre che un passo alla volta si può fare tutto sempre con esptrema attenzione.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Tutte le prime gare dai 5km alla prima Maratona di Roma (inesperienza piantandomi negli ultimi circa 2km)... le Maratone all'estero... i trail dei Monti Simbruini e quello di Cortona (dove ho sentito i brividi).”

Quando vai in pensione se vuoi continuare a metterti in gioco puoi fare sport dove le espereinze sono le più strane e le più difficili con maratone e trail, percorsi duri e impegnativi, dove se sbagli una volta la prossima volta non ci caschi più ma ti organizzi meglio e ti prepari come si deve.
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport? “Che riesci a scaricare e alleggerire i vari problemi della vita.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “In un eco in Val d’Orcia.. ci fecero passare in un campo dove il fango arrivava quasi alle ginocchia (si sembrava dei zombi).

Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Non pensavo mai di arrivare a fare una gara competitiva di 10km… poi ho scoperto che andando avanti non ci si fermerebbe mai… ma a una certa età bisogna frenare e tornare con i piedi per terra… e non esagerare.”

Lo sport che sorprendeche ti fa osare, ti fa fare delle cose straordinarie.
Quali sensazioni hai sperimentato nello sport: allenamento, pregara, gara, post gara? “Allenamento: lo pratico quasi sempre da solo specie quando faccio i lunghi non voglio sacrificare nessuno… pregara: il rito della preparazione su cosa mettere mentre l’adrenalina sale… post gara: quando arrivo io molti sono già tornati a casa.. ma il piacere di essere arrivato anche questa volta.”
Quale è stata la tua gara più difficile? “Tutte e nessuna… essendo competitivo con me stesso cerco sempre il meglio.. ma importante è arrivare non stravolto.”
Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport a causa di un percorso di studi o carriera lavorativa? “Sì nel 1973… giocavo a calcio in promozione a Cortona… vinsi un concorso e dovetti lasciare uno sport che mi aveva dato tanto.”

A volte diventa difficile scegliere ma si deve rinunciando a qualcosa, bisogna dare la priorità al lavoro, al mantenimento proprio e della famiglia, si fa sempre in tempo a riprendere una passione.
Hai rischiato di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? C'è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare il doping? “Mai!!!... il mio doping nelle gare lunghe (5 fette biscottate integrali con miele, una banana prima di partire, spizzicare ogni rifornimento e Enervit liquido o gel 7/8 km dalla fine della gara… Come si fa a vivere sapendo di aver barato metttendo in pericolo anche la tua vita.”
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi: rallento, recupero e riparto… sconfitte: io non ho rivali, importante è arrivare… infortuni: fermarsi, terapia se necessario e riprendere piano piano senza rischiare.”

Molto saggio sembra essere Marino, sa come non si deve strafare, sa come recuperare e gestire allenamenti e gare, sa come gestire la nutrizione in gara, sa come saper aspettare il tempo che ci vuole per recuperare, per riprendersi, per ripartire.
Pensi che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? “Penso per quelli che sono fissati… un consiglio però farebbe bene a tuti specie nei periodi di scoraggiamento, nei momenti di crisi dopo aver esagerato.”
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare allo sport? “Non è facile oggigiorno conn questo sistema di vita… pare che ai giovani interessi solo il tel…. Oppure solo il calcio anche se c’è una grande crisi anche lì… va avanti solo chi si può permettere di andare a pseudo “Scuole  di Calcio solo per chi ha soldi”… poi i ragazzi non vogliono sacrificarsi e faticare… anche se ultimament vengono organizzate garette collateralli per bambini e ragazzi.”

Matteo SIMONE
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
https://www.ibs.it/ultramaratoneta-analisi-interminabile-libro-vari/e/9788898615872

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