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lunedì 2 aprile 2018

Chiara Bertino: Gareggiare è sempre un onore e un regalo che ci viene fatto!

Matteo Simone 

In occasione del prossimo Campionato Mondiale di Trail Running 2018 che si disputerà a Penyagolosa (Spagna) il 12 maggio 2018, 85 Km (D+ 4000 mt), la FIDAL a comunicato i seguenti nominati delle atlete selezionate: 

Chiara Bertino (Asd Podistica Torino), Alessandra Boifava (Ultrabericus Team ASD), Lisa Borzani (Bergamo Stars Atletica), Lidia Mongelli (Atl. Correrepollino).

Di seguito Chiara racconta le sue impressioni di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport?No, anzi, quando mi guardo intorno mi sembra sempre di non essere all’altezza.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Fino al 2011 facevo sporadicamente sport, e a livello amatoriale. Siccome credo fermamente nel potere dell’esempio, nel 2011 mi sono avvicinata allo sport per dare il buon esempio ai miei figli e ho iniziato a fare dello sport una parte importante e necessaria della mia vita. Poi nel 2013 volevo capire dove potessi arrivare, e così ho iniziato un percorso con il mio allenatore, che mi ha portato qui oggi. Mi sono appassionata, e mi sono trovata a migliorare tutte le mie relazioni (lavorative, di amicizie, etc.) sfogandomi nelle competizioni. Nel 2011 il giro di corsa di 8 km intorno a casa mi sembrava eterno...quindi se ce l'ho fatta io, credendo nei miei sogni, ce la possono fare anche gli altri!”

A volte si incontra lo sport per caso o per indicazione da parte di qualcuno e si scopre che è qualcosa di terapeutico e benefico per se stessi e per coloro che ci circondano.
Chi contribuisce alla tua performance?Sicuramente la serenità in casa, l’appoggio di mio marito, dei miei figli, dei miei famigliari. Poi il mio allenatore, che mi conosce e sa quali sono i miei punti deboli, non solo fisicamente ma anche psicologicamente. E poi l’appoggio di tutta la mia squadra, dei miei amici e colleghi, il sapere che mi seguono nelle mie imprese mi aiuta a non mollare.”

L’atleta ha bisogno e necessità di sentirsi sereno, di essere tranquillo. Inoltre l’atleta ha bisogno di fidarsi e affidarsi a qualcuno, di essere consigliato e sostenuto, e al riguardo sono fondamentali le figure di allenatori, familiari e amici presenti e comprensivi.
La gara della tua vita? La gara più difficile?Per ora la gara della mia vita è stata la TDS all’UTMB, 120 Km e 7000 mt D+, tecnica, bellissima, inaspettato quarto posto e prima italiana. La gara più difficile…deve ancora venire!

Il 30 agosto 2017, Chiara ha corso la “8ème Sur les Traces des Ducs de Savoie (TDS)” in 18h49’57”, classificandosi quarta donna assoluta e prima italiana, preceduta dalla vincitrice svedese Mimmi Kotka 15h47’07, la francese Maud Gobert 18h11’54 e la ungherese Ildico Wermescher 18h20’05. Il vincitore assoluto è stato il francese Michel Christian Lanne 14h33’09”, precedendo i connazionali Sylvain Camus 14h36’14” e Antoine Guillon 14h36’14”. 
E ha ragione Chiara nel dire che il meglio deve ancora venire a partire dalla convocazione ai prossimi mondiali di ultratrail in Spagna.
Quale esperienza ti dà la convinzione di potercela fare?Solo le parole del mio allenatore, che mi dice che sono forte nella mia disciplina, anche se io non gli credo, quando gareggio mi ripeto dentro le sue parole per stare concentrata.

E questa è una buona tecnica mentale, il ripetere le parole del proprio allenatore dentro di sé aiuta molto soprattutto a incrementare l’autoefficacia essendo le persuasioni verbali una delle quattro fondi dell’autoefficacia oltre alle precedenti esperienze di successo, le sensazioni sperimentate e i modelli di riferimento.
C’è un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Si…una volta sono arrivata quinta quando ero la favorita…e lo speaker un po’ dispiaciuto mi ha chiesto se stavo bene e se ero contenta, certo, gli ho risposto, se siamo qui è per divertirci e perché stiamo bene!

A volte si hanno sempre alte aspettative nei confronti degli atleti considerandoli invincibili e imbattibili, ma lo sport si fa sempre anche quando le condizioni non sono del tutto alla perfezione, si può sperimentare ugualmente benessere attraverso una prestazione non proprio di successo.
Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamenti, pre-gara, gara, post-gara?Durante gli allenamenti cerco di ascoltare il mio corpo, mi concentro sul movimento, sul fiato. Nel pre-gara cerco di studiare bene il percorso, il tempo stimato, l’alimentazione. Durante la gara mi isolo, faccio la mia gara, al meglio delle mie possibilità, cerco di non guardare gli altri, anche se mi sorpassano, soprattutto sulle lunghe distanze, mi ripeto di lasciarli andare, che poi io ne avrò di più alla fine. Nel post-gara sono sempre contenta, a volte di più, se ho fatto una bella gara, a volte meno, ma cerco sempre di essere positiva…gareggiare è sempre un onore e un regalo che ci viene fatto!”

Belle parole, notevole consapevolezza delle proprie possibilità e caratteristiche personali così come dei propri limiti. Ognuno fa la sua gara, ognuno si conosce bene e sa come fare e quando pigiare sull'acceleratore senza fretta e senza pressioni esterne.
Quali sono difficoltà e rischi?A volte la stanchezza fisica e psicologica, la voglia di non svegliarsi alle 4,30 del mattino per allenarsi, e poi fare le corse tutto il giorno al lavoro, per cucinare, fare la spesa…insomma a volte il desiderio di prendersi qualche aperitivo o caffè con un’amica…purtroppo questi momenti per me sono rari. I rischi ci sono per ogni disciplina sportiva, in particolare gli infortuni.”

Insomma, un bell'impegno, ma l’impresa vale importante prestazioni e una maglia azzurra, finché si può si fa, poi bisogna scegliere e rispettare se stessi trovando un sano equilibrio.
Come superi eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Con saggezza e calma. Tanto non possiamo farci nulla, se non aspettare e approfittarne per ricaricare le batterie. Quando mi ruppi due coste imparai a fare braccialetti e collanine per tutte le amiche, e riuscii a leggere in due mesi almeno 15 libri!

E’ importante sempre avere un piano B, un’attività di riserva, un approccio meditativo che ti porta a stare e non fare, essere senza agire.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?L’educazione oggigiorno è sempre più difficile, da parte delle famiglie per gli impegni lavorativi, e da parte della scuola per le norme che impediscono a molti prof di far bene il loro lavoro. Nel mondo d’oggi in cui non ci si priva più di nulla, e non è più concesso aver mal di pancia senza doversi imbottire di pastiglie, credo fermamente che l’educazione sportiva, l’educazione alla resilienza, sia fondamentale per i nostri ragazzi, per renderli un po’ meno 'piagnoni' e un po’ più forti di fronte alle avversità dello sport e della vita. Lo sport è una grande scuola di vita, e competere, in primis con noi stessi, ci permette di conoscerci meglio. Inoltre si capisce bene il concetto del lavoro, che alla fine ripaga sempre. La vita non ci regala nulla.” 

Una bella illustrazione dello sport come scuola di vita e di resilienza. Concordo lo sport non può che svegliare ragazzi e adulti, non può che diventare un’ottima forma di educazione parallela a quella famigliare e scolastica, una scuola pratica di vita a contatto con la fatica e con i risultati da conquistare con impegno e fiducia.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping?Mai, sono un medico e conosco molto bene l’effetto del doping. Purtroppo mi sono capitati anche dei casi.”
Famigliari e amici  dicono del tuo sport?Mi sostengono, e mi aiutano molto nella gestione famigliare.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport?Ho scoperto di essere tenace, competitiva, ma anche leggera, nel senso che la vita è una cosa seria da prendere per gioco, lo sport è un gioco da prendere sul serio.”

Chiara appare molto positiva e morbida, un buon approccio per chi fa sport di endurance come il trail e l’ultratrail dove bisogna fare le cose sul serio ma avere sempre una predisposizione ad affrontare eventuali crisi con umorismo e pazienza.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?
Il prossimo obiettivo inaspettato, vista la convocazione in nazionale, sono i Mondiali a Penyagolosa il 12 maggio. Poi la LUT a giugno (ho il conto aperto dallo scorso anno…). Il prossimo anno spero UTMB…e poi finché potrò farò qualcosa da raccontare ai miei nipotini!

Chiara sembra essere disposta a mettersi in gioco e prendersi gioco. Ancora complimenti per questo spirito giovane e per la presenza in nazionale.
Il 12 maggio 2018, Chiara ha partecipato ai Campionati Mondiali “IAU/ITRA Trail WC 2018, Penyagolosa (ESP) 85km, con il crono di 12h52’06”.  
Il 22 giugno 2018, Chiara ha corso la Lavaredo Ultra Trail 120km in 19h05’19”. 
Il 30.08-01.09.2019, Chiara ha corso l’Ultra Trail Tour du Mont Blanc (UTMB) 171km in 33h59’59”.  

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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