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martedì 22 maggio 2018

Antonio Mammoli: Correrò ancora e adesso dico non metto più limiti

A differenza degli anni scorsi, sto veramente bene, nessun dolore (nessuno)

E’ passato un anno da quando Antonio portò a termine la sua 15^ Nove Colli Running, gli feci alcune domande, scrissi un articolo e mi inviò una sua foto con piatto con accanto scarpe e calze con la seguente frase: “Matteo, questa dice tutto.” Io gli risposi: “Non ci credo l'anno prossimo sarai di nuovo allo start, a presto.” E infatti, eccolo alla partenza della sua 16^ Nove Colli Running, portata a termine. Di seguito, Antonio racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande: Ciao Antonio, come stai? “Buongiorno Simone, che piacere sentirti! A differenza degli anni scorsi, sto veramente bene, nessun dolore (nessuno), stanotte ho dormito cosa che prima non mi era mai accaduta. Buon segno!

Questo è il sorprendente e affascinante mondo delle ultra-distanze, se c’è passione, se c’è entusiasmo, se hai qualcuno che ti aspetta all'arrivo, tutto diventa più semplice e fattibile, il fisico si adagia alla mente, la mente è meno preoccupata e meno stanca e di conseguenza il fisico reagisce bene, ci sono meno zavorre mentali, più contentezza e positività che trasformano tutto in energia spendibile per percorrere tantissimi chilometri focalizzandosi sul momento presente ma anche distraendosi e apprezzando il tempo che passa fatto di colori e sensazioni diverse: Come è andata? “Gara perfetta con molto meno allenato degli anni scorsi.” Come e quando hai deciso di iscriverti? “Lo scorso anno avevo promesso “basta”! 15 sono tante “basta, basta” poi, circa 2 mesi dopo, un amico mi fa vedere un DVD fatto in occasione della gara, “ho cambiato subito idea”, no, no, correrò ancora e adesso dico non metto più limiti.”

A volte la corsa chiama ed è difficile resistere, si fa tanta fatica a rinunciare, a stare a guardare, si fa presto a essere catturati dall'amica corsa, dall'amica di una vita che ti ha messo in strada, ti ha fatto conoscere amici e avversari, vittorie e sconfitte, come fare a fermarsi e perché fermarsi se tutto ciò rende felici e sempre più fiduciosi in sé e resilienti: Che significa per te la Nove colli e questo arrivo? “Il mio primo Amore, un qualcosa che è difficile spiegare, senti che devi farla, devi esserci, non puoi farne a meno. Quest’anno avevo molti amici ad aspettarmi all'arrivo, qualcosa di unico, da brividi.”

Chiamateli pure masochisti, ma quello che spinge atleti a percorrere tanti chilometri di sport è un viaggio verso l’ignoto da una parte ma anche verso la propria essenza di persona viva e capace, persona che ama sperimentarsi con attenzione e dedizione, che ama arrivare per incontrare persone amiche che fanno il tifo, che sanno che ce la farai anche questa volta: Cosa hai pensato nelle tante ore di gara? “Si pensa alle solite cose, un po' di tutto, quanto manca allo step che è nella tua testa, Barbotto, 100° KM, 7° Colle (quello che non finisce mai).”

C’è un mondo nella testa dell’atleta, soprattutto nella mente dell’atleta di endurance che attraversa ore e ore di sport ancorandosi a idee e strumenti che lo aiutano ad avanzare, a non fermarsi, a non ascoltare i sabotatori interni che ti suggeriscono che la strada è troppo lunga che non ce la farai mai: Hai corso con qualcuno? Hai conosciuto nuovi amici? “Ho sempre corso da solo. Ho conosciuto Flavio a pochi km dall'arrivo, abbiamo ammazzato il tempo parlando un po'.”

Nelle lunghe ore di sport si ha la possibilità di approfondire la conoscenza di se stessi, si sta a contatto con il vero sé, sono momenti dove si ha uno spazio e un tempo dedicato a se stessi per riflettere, per fare il punto della situazione, per sviluppare la consapevolezza non solo di dove si è arrivato nel lungo percorso verso l’arrivo ma anche dove si è arrivati nella vita e dove si vuole andare e come, si fanno incontri anche con altri atleti che condividono fatica e impressioni di un modo ultra al di là dell’ordinario: Come ti sta cambiando la corsa? Si è impadronita di te? “La corsa è sempre stata parte di me.

Si arriva a diventare un tutt'uno con la corsa, si è corsa, si diventa il movimento verso una meta, un arrivo, un sogno da realizzare: Cosa ti dicono famiglia e amici? “Famiglia e amici mi conoscono, ormai è tutto scontato che corro 200 km.” Cosa stai raccontando ora? “Simone, stamani a mio figlio: Alberto ma sai che se mi dicessero di correre di nuovo stamani una nuova 9 colli, la farei subito.” Come resusciti da questa gara? “Mi sento bene, non ho accusato niente, sarà la vecchiaia che fortifica?

Grande e bella storia, a tratti commovente, di una persona che attraverso lo sport e in particolare della corsa di lunga distanza ritrova le sue dimensioni e sperimenta pace e serenità nonostante la fatica protratta nel tempo, l’amica fatica che rende felici e resilienti. Grazie Antonio.
Antonio è menzionato nel mio libro “Ultramaratoneti e gare estreme”.

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