Pagine

Pagine

mercoledì 11 luglio 2018

La fluidità del gesto atletico dell'atleta nell'esecuzione della peak performance

Matteo Simone 

Per affrontare il periodo di preparazione atletica ci vogliono convinzione, grinta, forza e determinazione. La cosa importante, quindi, è decidere le priorità e gli obiettivi, e impegnarsi per il loro raggiungimento.

È indispensabile fare progetti credibili a se stessi, e un ottimo punto di partenza è credere di essere in grado di fare qualcosa. Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare.
Nella preparazione atletica è importante considerare la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale e la preparazione mentale. Sapere gli esercizi fisici da fare per rinforzare i distretti muscolari carenti o importanti per un determinato gesto atletico. Allo stesso tempo è importante la preparazione nutrizionale: fare le giuste analisi per verificare che i valori del sangue siano nella normalità e non ci sia carenza di determinati.
Importante è anche la preparazione mentale per rispettare le varie sedute di allenamento che a volte sono troppe impegnative e potrebbero far perdere all'atleta fiducia in se stesso o nei confronti del preparatore. La preparazione mentale è importante per gestire eventuali periodi di infortuni o crisi per mancanza di fiducia dei propri mezzi o per problematiche famigliari o di squadra.
La preparazione mentale è importante anche nel decidere sul proprio futuro agonistico e di benessere fisico. E’ importante farsi aiutare nelle diverse scelte o rinunce.
Nel periodo di preparazione è importante essere disponibili mentalmente ad accogliere i miglioramenti, mettere in conto che potrà essere la volta buona, considerare che stavolta si potrà riuscire perché si è fatto qualcosa di diverso rispetto a prima.
Lo sportivo non è solo, è affiancato dall’allenatore che dovrebbe conoscere le sue potenzialità, i suoi punti di forza e di debolezza, dovrebbe costruire con l’atleta un progetto di obiettivi raggiungibili, stimolanti, da rivalutare all’occasione, dare feedback adeguati, spiegare le sedute di allenamento, l’importanza del gesto sportivo, il significato, raccontare aneddoti, far parte della storia sportiva dell’atleta, condividere momenti di gioia e sofferenza, di vincite e di sconfitte, essere disposto ad ammettere di aver fatto un errore, di aver preteso, di aver sottovalutato, di non aver considerato.
L’esperienza del flow corrisponde ad uno stato psicofisico ottimale: uno “stato di grazia” che rappresenta un elemento predisponente importante per il verificarsi delle cosiddette “peak performances” (prestazioni eccellenti).
Mihaly Csikszentmihalyi è stato il primo ad occuparsi di flow, professore presso il dipartimento di psicologia dell’Università di Boston, osserva come alcuni individui in certe particolari condizioni vengano completamente assorbiti dalla pratica di un’attività fino ad entrare in uno stato di leggera trance, ovvero in flow.
Cosa si intende per stato di leggera trance?
In particolari situazioni la persona è talmente assorta in quello che fa, è talmente in sintonia, talmente padrona della situazione e sicura di avere le competenze, le capacità occorrenti, da vivere una situazione dove sente che tutto andrà come previsto, che tutto andrà liscio, quasi da sperimentare all'atto compiuto un ricordo non completo di quello che è successo e come questo è successo, quasi come se avesse operato affidandosi ad una sua parte subconscia che gli ha chiesto di mettere da parte tutte le paure, le insicurezze dimostrando il suo valore e le sue capacità.
Chi è nel flow sente di essere completamente coinvolto, focalizzato, concentrato; sa che l’attività è fattibile e che le abilità che possiede sono adeguate allo scopo e saranno utilizzate al massimo; è assolutamente focalizzato sul presente; avverte un senso di “serenità”; ha la sensazione di muoversi in armonia con l’attività intrapresa, come dentro una corrente, un flusso
Riporto una descrizione nel libro “Notturno per violoncello solo” di Pablo Lentini Riva, maestro e concertista di chitarra classica: “Era una sensazione rarissima che mi permetteva di esibirmi in stato di grazia. La provavo dopo qualche brano. Improvvisamente mi accorgevo di controllare tutto: il palco, la platea, le quinte. I miei sensi erano amplificati. I passaggi più complessi diventavano semplici in quella dimensione in cui regnava una quiete cristallina. Nel mio cervello s’instaurava un ordine che mi permetteva di rimanere concentratissimo e nel contempo di trovare il giusto abbandono per emozionare il pubblico. Al culmine di questa sorta di trance avevo l’impressione di guardarmi, non come in uno specchio, ma di vedermi da fuori, proprio come se fossi un altro, come se fossi uscito dal mio corpo e diventato tanto potente da dominare la scena.”

Anche Igor Cassine ha riportato una simile esperienza dichiarando che quando vinse le Olimpiadi si è sentito sdoppiato: “Non mi ero accorto di aver vinto l’oro. Pensavo riguardasse un’altra persona…”.

Questi momenti sono chiamati di “flow”, è come essere in un flusso, una condizione di trance, quello che si sperimenta è indescrivibile e si identifica con una particolare condizione in cui l’atleta è così coinvolto nel gesto agonistico in atto tanto da escludere dalla sua mente qualsiasi altra cosa sviluppando la massima attenzione e concentrazione.
Importante per il raggiungimento della Peak Performance è un lavoro di “installazione” delle risorse attraverso l’E.M.D.R. (Eye Movement  Desensitization and Reprocessing) facendo focalizzare sull’obiettivo imminente e considerando le risorse occorrenti, le precedenti situazioni dove si sono sperimentate, individuando se possibile anche una parola che le rappresenti, immaginare l’obiettivo da raggiungere legato alle risorse occorrenti e possedute ed “installare” cioè rafforzare tale convinzione basata sull’immaginazione futura credibile e convinta, insomma un lavoro sull’incremento dell’autoefficacia con l’aiuto dell’EMDR.

Per approfondimenti “Il piacere di correre oltre”, 9 novembre 2022, di Matteo Simone (Autore)
 
Capitolo 2 Performance – pag. 29 
2.1 La fluidità del gesto atletico dell'atleta nell'esecuzione della peak performance 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

Nessun commento:

Posta un commento