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lunedì 30 luglio 2018

Stefano Velatta, Mondiali 100km 2018: Pensavo di meritarmi una convocazione

Mi sento uno dei primi esclusi, pensavo di essere il 5° azzurro
Matteo SIMONE 

L’8 settembre 2018 si disputeranno i Campionati Mondiali della 100 km su strada a Sveti Martin na Muri, in Croazia.

Tra i criteri per la convocazione c’era il titolo italiano conseguito il 2018 presso la 100 km di Seregno e prestazioni inferiori alle 7 ore e 15 minuti conseguite negli ultimi 24 mesi in manifestazioni ufficiali nazionali e internazionali sulla distanza di 100 Km.
Gli atleti convocati sono i seguenti: Giorgio Calcaterra (Calcaterra Sport), Matteo Lucchese (Atl. Avis Castel San Pietro), Andrea Zambelli (Ass. Pol. Scandianese), Hermann Achmueller (Laufclub Pustertal), Francesco Lupo (Atl. Imola Sacmi Avis).
Giorgio Calcaterra vanta il 7° piazzamento individuale ai Mondiali 100km a Los Alcazares disputati il 27 novembre 2016 con il crono di 6h41'16"; Matteo Lucchese è l’attuale Campione Italiano 100 km conseguito a Seregno il 15 aprile 2018 con il crono di 7h03'08"; Andrea Zambelli è il vincitore nel 2018 della classica 100km del Passatore in 6h54'35"; Hermann Achmueller vanta il tempo di 7h12'38" ai Mondiali 100km a Los Alcazares 2016; Lupo Francesco vanta 7h13'15" a Seregno 2018.
Stefano Velatta il mondiale in Croazia lo farà da master, non è stato convocato con la nazionale non avendo fatto una 100km sotto le 07h15’, di seguito alcune domande che riguardano il mondiale.
Pensavi di essere convocato?Sinceramente pensavo di meritarmi una convocazione soprattutto per quello che ho fatto in questi ultimi 2 anni, è vero che non ho fatto una 100km sotto le 07h15’ ma con tutte le mie vittorie nelle ultramaratone e 6 ore, la continuità, la progressione, la maratona in 2ore e mezza pensavo di potermi meritare una chance per il mondiale.”

Purtroppo la FIDAL ha deciso e si è attenuta ai criteri stabiliti, quindi nessun atleta oltre le 07h15’ e nessuna atleta donna perché non ha i requisiti, chissà cosa c’è dietro il mondo FIDAL, noi corriamo e loro decidono, certo un po’ più di comunicazione sarebbe auspicabile per costruire atleti e squadre di atleti sicuri e consolidati che abbiamo le idee chiare, che sappiano come investire negli allenamenti e gare, che abbiano degli indizi, che siano seguiti e informati.
Ti senti uno dei primi esclusi?Direi che mi sento uno dei primi esclusi anche perché a parte i 4 veterani anzi 3 veterani: Calcaterra, Zambelli e Achmueller; più Lucchese avendo vinto gli Italiani e avendo dimostrato che sta andando molto forte ci sta la convocazione, pensavo di essere il 5° azzurro.”

Purtroppo a volte si investe nello sport si rincorrono sogni, ci si avvicina alle mete ambite, sfidanti e desiderate e boi si rimane delusi perché per avere perso un treno importante.
Ti avevano prospettato l'eventuale convocazione?Non mi avevano detto assolutamente che sarei stato convocato in nazionale come penso che non l’abbiano detto a nessuno a parte Calcaterra, tutti gli altri si aspettavano una chiamata, non penso che la FIDAL abbia convocato gente dicendogli: “tu sarai convocato ai Mondiali”, a parte ecco Giorgio Calcaterra.”

Certe discipline sportive non sono remunerative a livello economico ma ad un certo livello danno tanta soddisfazione per i successi ottenuti dopo allenamenti duri e faticosi e tanto tempo tolto ad altri interessi, alla famiglia, al lavoro.
Sei stato comunque contattato per comunicarti l'esclusione?No e questo fa ancora più male rispetto a essere contattato per la convocazione, nessuno mi ha contattato dicendomi che non sarei stato portato ai mondiali, nemmeno un messaggino, niente, questo secondo me da parte della Federazione è un male, anche perché comunque ci vorrebbe più comunicazione, basterebbe poco una telefonata allunga la vita come diceva una pubblicità un po’ di tempo fa, una telefonata con delle motivazione sarebbe stata sicuramente ben accetta. Non è che uno si deve giustificare per il motivo che non sono stato convocato ci saranno stati dei buoni motivi, una telefonata magari dove si spiegava, se erano stati convocai 5 uomini e 5 donne ero sereno non rientravo nei requisiti del tempo inferiore alle 07h15 ma visto che non portano le donne, non dico di portare 10 uomini ma un altro paio di uomini potevano essere convocati, certo non mi sento l’unico escluso, quindi quello che lamento è che si potevano portare un altro paio di atleti visto che non si portano le donne. 
Abbiamo la fortuna quest’anno di avere i mondiali a due passi da casa da poter andare in macchina senza spese logistiche, abbiamo qua i mondiali, un conto è andare in Giappone, ma qui ognuno si pagava il suo viaggio, con una squadra di 8 o 9 elementi portare anche un Marco Lombardi che le gare le finisce, dobbiamo portare a un risultato di squadra con 8 elementi che arrivano al traguardo così si potevano portare a casa un buon risultato di squadra.

Se non c’è comunicazione chiara, ognuno si fa le sue idee e le sue fantasie, gli atleti hanno bisogno di essere documentati e conoscere bene quali sono le direttive, gli impedimenti, i vantaggi e svantaggi di convocare una persona in più o in meno, uno più giovane o meno giovane, più esperto o meno esperto.
Come vivi questo periodo pre-mondiale?Me ne sono fatto una ragione, questo mondiale lo vivo bene, tu lo sai che mi segui le ultime 4 gare le ho vinto bene, sono sereno arriverò a fare questo mondiale ma non correrò contro gli azzurri, spero di fare una bella gara ma non correrò contro gli azzurri sono tutte e 5 miei amici che stimo tantissimo, considero miei compagni di squadra. Non potrò correre per la Nazionale ma con l’atletica Paratico, se va bene sarò contento non dirò “se avessi gareggiato con la Nazionale”, se andrà male va bene lo stesso, non penserò che avrei fatto brutta figura se avessi gareggiato con la nazionale.” 

Si va avanti uguale con la consapevolezza che la vita va vissuta comunque nel migliore dei modi non restando ancorati a treni persi ma cercando di trovare sempre nuovi stimoli e vivere l’emozione che da lo sport anche senza vestire la maglia azzurra perché a volte parenti e amici fanno vivere momenti e giornate ricche e intense di sensazioni ed emozioni.
Cosa vorresti dire ai selezionatori?L’unica cosa che vorrei dire ai selezionatori è che loro hanno applicato alla lettera il metodo di selezione, in questo caso non si tratta di 100 metri non si può guardare al centesimo, loro sono abituati a badare ai minimi come la sacra bibbia, sulla 100km si guardano altre cose, logicamente si guarda in primis ai tempi, certo non si possono portare persone che hanno 9 ore ma se si tratta di secondi o minuti, bisogna guardare anche la crescita, cosa trasmette l’atleta al pubblico se vogliamo che i giovani si appassionano a questo movimento, bisogna farli vedere la squadra, che gli atleti sono affiatati l’uno all’altro, facendogli vedere le imprese che facciamo, nel mio piccolo avendo fatto la Sorrento –Positano, la 50km nella sabbia, tante altre 6 ore, adesso sto seguendo alcuni atleti che si approcciano alle 6 ore sto dando consigli che loro applicano alla lettera avendo ottimi risultati, certo non sono un tecnico. Non mi sento di giudicare i selezionatori, perché logicamente è gente più esperta di me in questo campo, avranno fatto scelte giuste, io me lo auguro, voglio essere positivo e andare avanti per la mia strada, certo non nascondo la mia delusine è un anno che la inseguo e pensavo fosse la volta buona, cerchiamo la maglia l’anno prossimo altrimenti dovrei smettere di correre. Grazie per l’opportunità, ci vediamo presto e ci sentiamo presto.”

In effetti posso comprendere sia i selezionatori che gli atleti, da una parte ci sono dei paletti da rispettare perché si sa che come si fa si sbaglia e ci sarà sempre qualcuno che sarà scontento, ma è vero anche che lo sport ha bisogno di atleti con personalità in grado di trasmettere valori, positivi, di fare squadra, di fare appassionare persone allo sport, certo non si può fare una selezione psicoattitudinale per decidere la rosa di atleti da convocare a gare internazionali ma è vero anche che un po’ di formazione sarebbe auspicabile rivolta ad atleti, dirigenza e tecnici per fare in modo di creare un clima organizzativo fluido e sereno in modo che ci siano confronti e si possano accettare le scelte fatte con serenità, restando sempre a disposizione per un supporto o altro.
Grazie a Stefano per questa sua disponibilità ad esprimere e a raccontare le sue sensazioni relativa a questa mancata convocazione per un soffio direi.
Stefano è menzionato nel libro
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, Aracne Editrice. 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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