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martedì 14 agosto 2018

Cavalcare l'onda del cambiamento prendendo in mano le redini della nostra vita


Per ottenere qualcosa bisogna crederci, essere consapevoli delle proprie capacità e limiti, impegnarsi con costanza e determinazione, credendoci, mettendo in conto infortuni, sconfitte e momenti bui, rialzandosi sempre e ripartendo sempre con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri e vivendo sempre l'esperienza che dà frutti importanti da portare a casa serenamente.
Tutto passa, tutto cambia, importante cavalcare in modo resiliente l'onda del cambiamento, individuare sempre nuove mete, nuove possibilità, nuove sfide e prendere la direzione verso dove vogliamo arrivare e cosa vogliamo raggiungere con la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti credendo sempre più in se stessi, fidandosi e affidandosi.
Si possono fare grandi cose fino a che arriva un impedimento per qualsiasi motivo e allora bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento, capire cosa si può fare, non abbattersi ma cambiare solamente gli obiettivi, rimodularli in base alle proprie condizioni fisiche attuali. La cosa importante è decidere le priorità negli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento.
Per ogni problema c’è almeno una soluzione, chiuso un portone se ne possono aprire tanti altri, comunque l’esperienza fatta fa parte del bagaglio culturale ed esperienziale dell’individuo e serve nel futuro a darti sempre una mano per andare avanti con pazienza un passo alla volta con consapevolezza e rispettando i propri limiti.
Siamo noi che possiamo scegliere la direzione che vogliamo e mobilitare le energie per andare dove vogliamo, verso un maggior benessere verso mete e obiettivi difficili e sfidanti ma raggiungibili, cercando di trasformare sogni in realtà e se non ci riusciamo sorridiamo e riproviamo in modo diverso apprendendo dall'esperienza e non isolandoci in una zona di troppo confort. Scegliamo la vita anche se comporta il mettersi in gioco, il rischiare di sbagliare.
Il percorso per raggiungere obiettivi può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni. A volte è importante fermarsi, respirare, notare e fare chiarezza, fermarsi per ripartire, capire come ci si può organizzare, da dove ripartire e come, decidere il da farsi da questo momento.
Da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più è alto l’impegno e il costo in termini di investimento di soldi e di tempo. Il gruppo aiuta, diventa una rete sociale di riferimento, ci si confronta, ci si aiuta, si traggono consigli utili per affrontare la vita quotidiana. Diventa una risorsa importante.
Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale. La motivazione, la passione, il bisogno spinge la persona a raggiungere un obiettivo. Per attivarsi e impegnarsi, l’obiettivo dovrebbe essere sfidante e difficile ma raggiungibile, non impossibile.
Per stare bene e sperimentare benessere occorre sviluppare autoconsapevolezza, cioè la propria personale consapevolezza di come ci si sente, come si sta, cosa si vuole, dove si vuole andare, e anche consapevolezza delle proprie possibilità, capacità, risorse e propri limiti.
La fiducia in sé si costruisce fin da piccoli nelle mura domestiche o comunque nella propria famiglia di appartenenza con la presenza dei familiari a iniziare dai genitori, nonni, zii, fratelli, cugini e altre persone di riferimento della propria famiglia più o meno allargata.
E’ sempre più importante affrontare, superare, gestire i cambiamenti che, a volte, risultano stabilizzanti. Questa attitudine e capacità, che possiamo chiamare anche resilienza, si sviluppa dalla più tenera età. Da quando impariamo a camminare ci capita di cadere e rialzarci sempre, sperimentando fallimenti e riuscita. Dopo tanti tentativi riusciamo a restare in piedi inizialmente e poi a correre o fare sport, sperimentando sempre più fiducia in noi stessi.
I contesti fondamentali per l’educazione alla fiducia in se stessi e alla resilienza sono essenzialmente rappresentati dalla famiglia, dalla scuola e dallo sport. Inizialmente la famiglia, poi la scuola e lo sport, diventano punti di riferimento per i ragazzi che, in ambienti sicuri e protetti, possono sperimentare la presenza dell’adulto, che si trova lì in quel momento per trasmettere conoscenze, sempre pronto ad intervenire all’occorrenza.
I genitori e gli educatori dovrebbero trovare un sano equilibrio tra presenza e assenza, tra preoccupazione e apprensione, tra il focalizzarsi troppo sui ragazzi e non su se stessi, tra il focalizzarsi solo sul negativo e per niente sul positivo. La figura dello psicologo o del terapeuta può intervenire a sostegno della ricerca di questo equilibrio.
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Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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