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martedì 14 agosto 2018

Cecilia Basso: Ho realizzato il sogno di vincere i mondiali giovanili di skyrunning

Se continuo ad allenarmi con costanza e a crederci, posso migliorare ancora
Matteo SIMONE

Il 5 agosto 2018 si sono disputati i mondiali giovanili Under 23 di skyrunning sul Gran Sasso d'Italia (AQ) e Cecilia Basso (G.S. Orecchiella Garfagnana), ha vinto nella categoria u20 (a pari merito con la prima della categoria u23) nella prova Skyrace  km 21,600 e 2.226 D+. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Cecilia attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport?Non mi sono mai sentita campionessa nello sport: sebbene abbia ottenuto risultati positivi, o li ho ottenuti a livello giovanile o c’è sempre stato qualcuno che ha fatto meglio di me, quindi fortunatamente c’è ancora molto da migliorare.” 

Cecilia nonostante abbia vinto i mondiali giovanili non si sente affatto arrivata in termini di performance, sa che può fare meglio e vuole competere ad altissimi livelli confrontandosi con il meglio che c’è in circolazione al di là dell’età anagrafica e con la consapevolezza che può ancora migliorare grazie a chi la segue e soprattutto l’allenatore, la famiglia e gli amici di squadra.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
Ho giocato a basket dai 7 ai 18 anni, senza mai sentirmi un’atleta. Già allora camminavo prima e correvo poi in montagna nel periodo estivo, ma senza alcuna pretesa. Ho deciso di iniziare a correre seriamente, facendomi seguire da un allenatore dopo che, nell’estate 2017, ho inaspettatamente vinto una skyrace con tanto di record del percorso. Dunque mi alleno con costanza, praticamente tutti i giorni, da novembre 2017, ma ho iniziato a considerarmi seriamente un’atleta dopo il secondo posto assoluto ai campionati italiani di corsa in montagna lunghe distanze, tenutisi a Paratico il 20 maggio 2018.” 

Si può iniziare qualsiasi percorso e prendere qualsiasi direzione ma prima o poi la persona si rende conto di quello che piace di più, quello che lo entusiasma, che l’affascina e quando avviene questa scoperta si inizia un cammino verso il benessere e la performance sperimentando sempre più entusiasmo e voglia di fare bene soprattutto se si accorge di avere talento e di essere disposto a spingere negli allenamenti, a impegnarsi duramente e costantemente credendoci giorno dopo giorno.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance?
Alla mia performance nello sport hanno sicuramente contribuito il mio allenatore Sergio Benzio, che con allenamenti mirati e tanta pazienza mi ha fatto crescere molto, e la mia squadra (dirigenti e compagni), che non mi ha mai messo pressione addosso, ma ha saputo darmi la giusta carica prima delle gare. Al mio benessere hanno contribuito i miei genitori e di nuovo i miei compagni di squadra e i dirigenti. 

L’atleta ha bisogno di persone che sostengono, che ci credono, che siano pazienti, che non mettano fretta. La serenità diventa un’arma vincente per l'atleta che ha bisogno di tempo per apprendere, per fare esperienza, per comprendere proprie possibilità, caratteristiche, capacità e per fare sempre meglio.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?La 'Roc Skyrace', a Ceresole Reale, nell’estate 2017. Questa è stata la mia prima skyrace, sono partita con la speranza di finirla e sono arrivata prima col record del percorso.  Ho scoperto di essere la prima donna a metà del percorso, e da lì è stato un mix di gioia e paura di venire sorpassata, fino all’arrivo, dove ad aspettarmi c’erano i miei genitori e gli amici, anche loro increduli e molto soddisfatti. Un’altra gara in cui ho provato grandi emozioni è stata la skyrace dei mondiali giovanili, sul Gran Sasso, a inizio agosto 2018. Dopo il 'Vertical', in cui ho avuto fitte all’addome per metà gara, durante la skyrace non ho avuto alcun problema fisico e mi sono divertita dall’inizio alla fine, godendomi ciò che più mi piace: correre e faticare sui monti.” 
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?
I miei familiari e amici mi supportano e seguono con interesse la mia attività sportiva. Proprio grazie a un amico ho iniziato a correre in montagna.” 

A volte lo sport permette di sperimentare sensazioni ed emozioni uniche, intense, forti non solo positive ma anche negative, importante è sviluppare sempre più autoconsapevolezza e continuare andando avanti credendoci e avendo fiducia prima di tutto in se stessi.
La tua gara più difficile?Il 'Vertical' dei Mondiali giovanili sul Gran Sasso: per più di metà gara ho avuto fitte all’addome, e più volte ho pensato di ritirarmi. Alla fine ho stretto i denti e sono riuscita a concludere la gara, comunque al terzo posto, ma è stata davvero dura tenere di testa. Alla fine ero soddisfatta di aver concluso la gara, è stata un’esperienza molto utile, perché mentalmente non ho ceduto, ma c’era anche molta amarezza, consapevole che se fossi stata bene avrei potuto fare di più (non tanto come piazzamento, quanto a livello di prestazione).” 

Lo sport permette di comprendere che si può fare del proprio meglio e che si può andare sempre oltre; lo sport aiuta a comprendere che bisogna starci con il fisico ma anche con la testa, che si può affrontare, gestire, superare problemi e che si può accettare anche quello che viene portando a casa comunque ricche esperienze di vita che fanno maturare.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Non sono mai stata tentata dal doping. Dalla prima volta che sono stata sottoposta a un controllo antidoping ho però iniziato a prestare attenzione a tutti i medicinali che devo eventualmente prendere, come a creme e altro: si può risultare positivi a un controllo anche se non si ha mai avuto l’intenzione di doparsi. A parte il fatto che il doping può avere conseguenze negative sulla salute, come si può esultare per una prestazione che si sa non essere farina del proprio sacco? 

La vita è fatta di momenti, di mattoncini, di esperienze; è importante costruire la propria personalità, la propria fiducia, tenere a mente quello di buono che siamo riusciti a fare; il positivo che c’è in noi ci aiuta, nei momenti bui e difficili, ad essere pazienti e fiduciosi considerando che si può ritornare ad alti livelli come abbiamo già dimostrato in precedenti occasioni.
Una tua esperienza che ti da la convinzione di potercela fare? Il ricordo della 'vertical' dei mondiali potrà essere un bel supporto in altre gare/allenamenti in cui non tutto filerà per il verso giusto. I miglioramenti che ho ottenuto fin ora mi danno la consapevolezza che se continuo ad allenarmi con costanza e a crederci, posso migliorare ancora.” 
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Problemi con l’alimentazione: ho dovuto “prendere le misure” per capire cosa mangiare prima di una gara e quanto prima mangiare.” 

Noi  possiamo prendere in mano le redini della nostra vita, possiamo fare quello che vogliamo, possiamo allenarci duramente senza lasciarci condizionare dai giudizi altrui; ognuno vive il proprio mondo ed è importante avere allenatori interni, parole e frasi nostre che ci danno una mano, ci incoraggiano, ci stimolano.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Un paio di volte, mentre facevo le ripetute al parco e tra me mi ripetevo “più forte” oppure “dai, non mollare”, dei signori anziani mi hanno urlato dietro “vai piano!”, non esattamente l’incitamento di cui avevo bisogno.” 

Lo sport aiuta a conoscersi, a comprendere le sensazioni e le emozioni che si sperimentano; aiuta a elaborare situazioni, ad affrontare la vita quotidiana non solo sportiva ma anche relazionale, familiare, lavorativa, scolastica considerando le varie fasi di attesa, azione, insicurezza o certezza.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Uno dei rischi, presente in tutti gli sport, è quello di esagerare con gli allenamenti, di caricare troppo. Anche per questo ho deciso di farmi seguire da un allenatore (e, non l’avessi fatto, non mi sarebbe stato possibile migliorare come sto facendo). Correndo molto sui sentieri bisogna prendere dimestichezza col fondo irregolare e dissestato, per riuscire ad andare più forte in sicurezza. Sicuramente ci vogliono determinazione e tanta passione: è necessaria costanza negli allenamenti, non li puoi saltare, anche se fuori piove o è buio e fa freddo. Io voglio diventare forte nella corsa in montagna, e per farlo il mio allenatore Sergio Benzio mi ha spiegato che devo migliorare anche sul piano, e quindi ci si allena tanto e forte anche sul piano, anche se è una cosa che non amo particolarmente (soprattutto all’inizio, ora sto apprezzando anche la corsa “forte” in piano).” 

E’ importante avere obiettivi chiari, una forte passione, la voglia di imparare e migliorare, la capacità di affidarsi a qualcuno esperto, il resto viene da sé, soprattutto se c’è talento, la via verso la performance diventa più spianata.
Cosa ti fa continuare a fare sport?Fare sport mi fa sentire bene, fisicamente e mentalmente; lo sport ha sempre fatto parte della mia vita, ho sempre sentito il bisogno di muovermi. Correre è un modo per divertirmi, sfogarmi, distrarmi… a seconda dell’umore e della necessità della giornata. L’allenamento è diventata una routine giornaliera piacevole: ogni giorno c’è un allenamento diverso, il che rende impossibile annoiarsi, e allo stesso tempo sai che ogni giorno c’è un impegno fisso.” 
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?Penso possa essere utile: ho un dirigente della squadra con cui parlo spesso prima delle gare e parlare mi aiuta a sfogarmi; inoltre riesce sempre a trovare le parole giuste per motivarmi, senza mettermi pressione. Penso quindi che lo psicologo dello sport possa essere utile, sia prima che dopo una competizione sia nel periodo degli allenamenti, soprattutto lontano dalla stagione di gare, per mantenere alta la motivazione. 

A volte lo sport diventa una fetta importante nella vita di una persona, permette di sperimentare benessere, divertimento, competenza, performance.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Fortunatamente non ho ancora dovuto affrontare infortuni o crisi importanti. Mi è però capitato di dover affrontare qualche piccola sconfitta, in gare in cui pensavo sarei potuta andare meglio perché mi ero sopravvalutata. Fortunatamente in questi casi mi sono sempre tirata su le maniche, perché lavorando sodo potevo raggiungere il livello a cui già pensavo di essere e anche andare oltre.
Riesci a immaginare una vita senza sport?No. Una vita senza allenamenti mirati e quotidiani e senza competizioni sì, ma non senza attività sportiva.” 

Lo sport permette di conoscersi approfonditamente attraverso allenamenti, gare e tanta fatica che diventa amica, permette di considerare sempre un arrivo, una fine, una soddisfazione quando tutto finisce.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara?Nel pre-gara sono agitata e tesa; in alcune gare, quelle in cui mi sento più a mio agio-skyraces e gare di corsa in montagna di più di 20km-alla tensione si mescola la voglia di partire, di andare a fare qualcosa che mi piace e mi diverte. Quest’ultimo aspetto è meno presente nelle gare brevi o di sola salita, con le quali devo ancora familiarizzare un po’. Durante la gara sono concentrata sulla gara, cerco o di dosare bene le energie o di andare a tutta, a seconda della gara e del momento, di tenere duro mentalmente nei momenti no o di godermi la corsa se sto bene e mi sto divertendo. Oppure cerco di tirare fuori quel qualcosa in più nei momenti in cui so che posso giocarmi qualcosa di importante. Nel post-gara sono comunque contenta, perché la gara è finita e io l’ho terminata (finora non mi è mai capitato di ritirarmi). Poi a seconda delle situazioni posso essere molto soddisfatta se la gara è andata particolarmente bene, parzialmente soddisfatta o sentire un po’ di amaro in bocca se so che potevo dare di più/fare meglio.” 

Lo sport a volte diventa un addestramento alla vita, fa comprendere che per ottenere qualcosa bisogna impegnarsi ma i sacrifici poi vengono ripagati dal riuscire in quello che ci siamo predisposto.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Ci sono moltissimi sport, penso che ognuno possa trovarne uno che lo appassioni. E quando fai qualcosa di cui sei appassionato ti diverti e la fatica e gli eventuali sacrifici fatti passano in secondo piano. Lo sport è giusto: raccogli quello che hai seminato; con lo sport impari a conoscerti davvero: scopri quali sono le tue potenzialità, i tuoi limiti, mentali e fisici, e allo stesso tempo hai la possibilità di provare ad alzare l’asticella, a portare questi limiti un po’ più in là. Lo sport inoltre ti insegna a rispettare te, in toto, sia corpo che mente, e gli altri.” 

A volte diventa importante focalizzarsi nel momento presente e accettare quello che c’è ora senza pensare che sia per sempre, senza pretese, con la consapevolezza che tutto non è permanente, tutto passa, tutto cambia, quindi è importante applicarsi cercando di fare del proprio meglio e accettando quello che viene.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?Ho scoperto di essere molto puntigliosa nel seguire gli allenamenti, e molto ambiziosa: prendo come riferimenti le atlete più forti nelle varie specialità e mi prefiggo di avvicinarmi al loro livello. Non sono quindi mai pienamente soddisfatta. Ho scoperto di essere determinata e di riuscirmi a organizzare tra i vari impegni, se è per qualcosa che mi interessa. Ho scoperto che il mio corpo e la mia mente hanno bisogno di attività fisica. Mi sono resa conto che gli obiettivi che sognavo di raggiungere e che credevo mi avrebbero fatto sentire 'una campionessa', una volta raggiunti non mi danno quella sensazione di pienezza che credevo, ma passano rapidamente in secondo piano, sostituiti da altri; non riesco a godermeli appieno. 

Nella mente degli atleti, soprattutto se sono giovani come Cecilia, ci sono tante gare, tante sfide, tanti avversari.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?L’obiettivo è quello di migliorare in toto, soprattutto sulla corsa in salita e sui ritmi da tenere in pianura. Spero di diventare più competitiva sulle gare di corsa in montagna “distanza classica”, per me ora troppo veloci, e di migliorare ulteriormente sulle distanze un po’ più lunghe, su cui mi sento più a mio agio. Ho realizzato il sogno di vincere i Mondiali Giovanili di Skyrunning; arrivare seconda assoluta al Campionato Italiano di Corsa in Montagna Lunghe Distanze e vestire la maglia azzurra ai Mondiali Assoluti di Corsa in Montagna Lunghe Distanze; sono stati più che sogni realizzati. A inizio stagione non osavo nemmeno sperare certi risultati. Per quanto riguarda i sogni da realizzare direi: migliorare più che posso, avvicinarmi pian piano alle ragazze forti della corsa in montagna per potermela giocare con loro.

Un’intervista a Cecilia è riportata nel mio libro “Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”. Progetto Cultura, 2022

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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