Pagine

Pagine

mercoledì 31 ottobre 2018

Dinà Lozeiro, marcia alpina: Serve una mente decisa ad arrivare dove decide di andare

Matteo SIMONE 

Lo sport può diventare un orto importante da coltivare accanto ad altri orti e interessi come il lavoro e la famiglia. 

Di seguito Dinà racconta la sua esperienza sportiva rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, varie volte.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? C’è un altro sport che vorresti praticare?Stando vicina o accompagnando altri atleti, alla fine, mi è venuta la voglia di praticarlo anch'io. Pratico come sport la marcia alpina. Mi piacerebbe molto fare la scalatrice.”

Lo sport permette di dedicarsi a se stessi e anche agli altri, permette di condividere una passione fatta di fatica, raggiungimento obiettivi, soddisfazione, crescita personale, soddisfazioni, autorealizzazioni.

lunedì 29 ottobre 2018

Chiara Barbieri, arciere: Il mio obbiettivo è quello di aumentare i miei punteggi

Le prime due gare indoor: la mente mi ha sia aiutata che ostacolata
Matteo Simone 

Chiara Barbieri della Compagnia Arcieri Celti ha partecipato al “XI Trofeo Indoor 18 mt Città di Morsano al Tagliamento” classificandosi nell’Arco olimpico categoria Junior in quarta posizione e recentemente ha partecipato anche al “3° Indoor San Donà” classificandosi in terza posizione. 

Di seguito, Chiara racconta le sue impressioni rispondendo ad alcune mie domande.
Che sapore ti ha lasciato questa gara?Sono abbastanza contenta di entrambe le mie ultime competizioni, anche se per alcuni momenti sono convinta che avrei potuto fare meglio di quanto ho fatto. Avrei potuto tirare alcune frecce molto meglio di come ho fatto. Affermo ciò perché conosco le mie potenzialità e so quanto impegno e dedizione metto nel dedicarmi agli allenamenti.”

Convegno “Movimento, sport e salute” presso l’Istituto superiore di sanità (Iss)

Psicologo, Psicoterapeuta

Nella vita prima o poi lo trovi uno sport che fa appassionare, fa mettere in gioco, fa sperimentare benessere e performance. Lo sport permette di far parte di una squadra che segue obiettivi condivisi, fa condividere allenamenti e gare, trasferte e viaggi.
Lo sport diventa un treno che porta in giro per città e paesi per sperimentare fatica, per incontrare gente e approfondire la conoscenza di se stessi e degli altri. E’ sempre il momento per mettersi in moto, per iniziare a fare sport, incontrare gente in carne e ossa e allenarsi insieme, darsi un appuntamento e un ritrovo per un allenamento.

Aurelia Rocchi: Non smetterò mai di essere una ultramaratoneta

Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta

Il mondo delle ultramaratone permette di incontrare e conoscere tanta gente, tante persone speciali e straordinarie che si mettono in gioco in questo sport di fatica. 

Di seguito, Aurelia racconta la sua esperienza sportiva rispondendo ad alcune mie domande di un po’ ti tempo fa.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Per me essere una ultramaratoneta vuole dire essere grande, forte.”

Aurelia ha scoperto anche il mondo degli atleti con disabilità visiva del progetto Achilles International Roma e si sperimenta come guida sia in allenamento che in gara; a disposizione degli altri ma arricchendosi con l’esperienza fatta. 
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?Il mio percorso è stato molto molto duro e vedendo che posso lottare con me stessa mi dà tanta forza.”

domenica 28 ottobre 2018

Grande giornata di sport al Campionato Regionale ASI di Cross a Tor Tre Teste



Grande giornata di sport per mettersi in gioco come individui e squadre, sia nella organizzazione sfidando le previste intemperie e avverse condizioni meteo, sia da parte degli atleti venuti da vicino e da lontano, per condividere alcuni chilometri di cross su un terreno molto tecnico e insidioso ma opportunamente segnalato con varie persone sul percorso che incitano e fanno strada, grandi apripista in mountain bike molto sensibili e professionali, grandi fotografo pronti a immortalare le azioni e gesti atletici dei più forti, veloci e resistenti ma anche di tutti i partecipanti, tanti amici fedelissimi, allenatori, tecnici, presidenti di società, insomma una giornata all'insegna dell'esperienza partecipata, buona la seconda, secondo anno campionato regionale ASI con alto livello qualitativo dei partecipanti.

Maddalena Lanzilotti all’ultramaratona “Ultra Mirage el Djerid 100km”


Il 29 settembre 2018 si è svolto in Tunisia a Tozeur l’ultramaratona “Ultra Mirage el Djerid 100km” il cui vincitore è stato l’atleta del Marocco Rachid      El Morabity con il crono di 09h11’ precedendo di pochi minuti il norvegese Sondre Amdahl 09h17’24” e il marocchino Mohamed EL MORABITY 10h16’46”. La svedese Elizabeth Barnes vince la gara femminile classificandosi in quarta posizione assoluta con il crono di 10:25:19 arrivando pochi minuti dopo il terzo uomo e precedendo la francese Oriane Dujardin 12h58’04” e la tunisina Chefia Hendaoui 13h35’08”.
Maddalena Lanzilotti si classifica ottava nella classifica femminile e seconda atleta italiana con il crono di 16h07’50”. Maddalena di seguito racconta la sua avventura: Come è andata?Nel 2018, vengo contattata per far parte del Trofeo Puglia Campionato Iuta Ultra Trail ero contenta ed emozionata per ciò e in quel periodo stavo preparando la (100 km di Seregno) su strada ma mi sono detta si dai proviamoci lo stesso i trail mi piacciono molto, mi svagano anche di più godendomi i panorami e i percorsi.
Precisamente 25 marzo 2018 mi infortunio scivolando su una pietra così son dovuta pendermi un po’ di riposo forzato perdendo tutto il lavoro fatto comunque sono sempre stata positiva anche perché’ per lo meno un motivo c’era sapevo che una frattura passa e tutto si aggiusta, si, ferma per 4 mesi circa con esito frattura rotula ginocchio sx. Il l8 luglio decido di fare qualcosa che mi potesse ridare un nuovo brivido … qualcosa che sognavo da anni e cioè il DESERTO… arriva il grande giorno 29/09/2018… tutto è pronto scarpe, maglia, cappello, calze, crema piedi, cibo, zenzero, papaia, parmigiano, uova sodo, noci…infine l’acqua obbligatorio 2 litri di acqua io ne avevo 2,5l, mi conosco il caldo non è il mio forte… soffro di più anche se il peso era di più, meglio soffrire meno il caldo.

martedì 23 ottobre 2018

Valeria Straneo, maratoneta: La gara della tua vita? I Mondiali di Mosca 2013

Matteo SIMONE

Si sono svolti a Foligno i Campionati Italiani di mezza maratona e il titolo italiano femminile è andato a Valeria Straneo della società Laguna Running che ha chiuso 21,97km in 1h12’04” precedendo l’amica di squadra Sara Dossena di 49” e Isabel Mattuzzi dell’U.S. Quercia Trentingrana 1h13’39”.

Il titolo maschile è andato ad Ahmed El Mazoury dell’Atl. Casone Noceto 1h04’03” che ha preceduto Cesare Maestri dell’Atl. Valli Bergamasche Leffe 1h05’24” e Alessandro Giacobazzi del C.S. Aeronautica Militare 1h05’28”, quest’ultimo vince il titolo italiano under 23.
Valeria, allenata da Massimo Magnani, aveva già conquistato il titolo della mezza maratona il 2012 e il 2014, inoltre detiene il record nazionale di Maratona 2h23’44” ottenuto a Rotterdam il 15 aprile 2012, arrivando seconda dietro alla neo campionessa olimpica Tiki Gelana. 

lunedì 22 ottobre 2018

La ciclicità dell'esperienza nello sport

Matteo SIMONE
http://www.psicologiadellosport.net

Grande giornata di sport a Roma grazie alla “Urbs Mundi”, corsa podistica di 15km, sperimentando la ciclicità dell'esperienza fatta di preparazione, attesa, incontri, riscaldamento, partenza, lungo viaggio con fatica e tanti imprevisti lunghi il percorso da affrontare, gestire, superare concludendo sempre con un arrivo felice e colorato da tante sensazioni ed emozioni che riscaldano animi e cuori.
La gara di 15 km organizzata dai Bancari Romani con più di 3.000 atleti al traguardo tra gli atleti che hanno completato la gara competitiva e quelli che hanno partecipato alla non competitiva.

Isabella Romanas, Team KM Sport: Sorridi alla vita e la vita sorriderà a te

Sogni realizzati aver gareggiato anni fa nella nazionale rumena
Matteo SIMONE 

Lo sport avvicina persone, culture e mondi, ho conosciuto Isabella a Torino in occasione della “Tutta Dritta”, gara internazionale di 10 km da piazza San Carlo alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, vinta dal keniano Douglas Kipserem, team run2gether realizzando il nuovo primato della manifestazione di 28'30". 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Isabella attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Come hai scoperto tuo sport?Ho scoperto che mi piace correre quando avevo 12 anni e a scuola c’era una manifestazione che si chiamava il giorno del bambino e c’era una competizione tra scuole, lì sono arrivata seconda; devo precisare che a 6 anni i miei genitori mi hanno inscritta a una scuola di ginnastica artistica però per motivi economici non mi hanno permesso di continuare! Ho sempre fatto attività e passeggiate in montagna con mio papà!

Michele Graglia, ultrarunner: Trovare la giusta motivazione per continuare a spingere

Le Ultra sono un vero e proprio viaggio introspettivo
Matteo Simone

Nel 2018 Michele Graglia vince la Badwater ultramarathon, 135 miglia, 217km, in 24h51’47” precedendo precedendo gli statunitensi Jared Ryan Fetterolf 25h33'42" e Don Reichelt 27h08'30", attraversando tre catene montuose per un totale di 4.450 m. di salita e 1.859 m. di dislivello negativo con temperature superiori ai 40 gradi. 

Ottime le prestazioni delle prime tre donne che si classificano nelle prime dieci posizioni assolute. La vincitrice è la statunitense Brenda Guajardo 28h23'10", precedendo le connazionali Pamela Smith 28h47'53" e Micah Morgan 30h09'59". 
Tra gli atleti finisher c'erano altri due atleti italiani: Julius Augustus  Iannitti 38h43'30" e Simone Leo 42h46'15". 
In risposta ad alcune mie domande del 2016 Michele riteneva la Badwater una delle due gare più estreme al mondo. 

sabato 20 ottobre 2018

“Movimento, sport e salute” il 14 novembre presso l’Istituto Superiore di Sanità


Matteo SIMONE

La passione per uno sport permette di condurre uno stile di vita fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire. Lo sport fa prendere direzioni per raggiungere traguardi, mete e obiettivi difficili, sfidanti ma non impossibili superando eventuali imprevisti lungo il percorso con fiducia in sé, con impegno, motivazione, passione e determinazione.
Lo sport permette di incrementare consapevolezza, sviluppare autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di riuscire in qualcosa. E’ importante valutare momento per momento se quello che si sta facendo è in linea con il proprio desiderio e il proprio bisogno. Bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento, rimodulare gli obiettivi in base alle proprie condizioni fisiche attuali.

William Da Roit: Girare il mondo facendo la cosa che più amo, correre!

Sogni? Correre un giorno in Kenya con i migliori maratoneti del mondo

Matteo SIMONE 

Nella mente degli ultrarunner ci sono sempre nuove sfide, più lunghe, più difficili, di seguito William racconta la sua esperienza e le sue intenzioni rispondendo ad alcune mie domande.

Ciao William, come stai? Cos'hai in mente?Ciao, sto bene e sono in forma, grazie. Il 16 novembre prossimo parteciperò alla Filippide Run in Grecia, ASA per gli amici, Atene - Sparta - Atene di 490 km da percorrere in un tempo massimo di 104 ore. Una doppia Spartathlon per capirci.”

Si organizzano gare sempre più dure e difficili sia in Italia che nel resto del mondo, in Italia organizzano gare di corsa di 285 km come l’ultramaratona da Milano a San Remo, oppure l’ultramaratona di 285 km in Puglia. 

venerdì 19 ottobre 2018

Diana Marongiu: Non mi sento un'atleta ma una ex atleta

Non voglio vivere nel passato, vorrei fare un’altra competizione di body building
Matteo SIMONE 

Diana Marongiu inizia a correre nel 1994 con piccoli passi che lei chiama “baby step”, nel dicembre del 2009 rompe il record maschile di scalinata di un edificio. Nel 2001 ha iniziato a praticare Bodybuilding come forma di esercizio complementare alla corsa di fondo. Di seguito racconta di sé rispondendo ad alcune mie domande: Come stai? Cosa hai in mente?Non sto bene, sia mentalmente che fisicamente. L'incubo è iniziato nel 2015. Mi sono presa la malattia di Lyme (borrelia) e la bartonellosi da una zecca e mi ha praticamente rovinato la vita. Debolezza estrema alle braccia e gambe, stanchezza stremannte e dolori che vengono spesso identificati anche come del tipo fibromalgia, forti mal di testa ed eventualmente uno stato di depressione acuta dovuto alla stanchezza fisica che non mi permette di correre, andare in palestra o avere degli obiettivi comuni o una vita normale. Vado avanti di giorno in giorno come uno zombie, ma a questo punto sto migliorando. Questa è la mia realtà dal 2016.  Antibiotici ed erbe medicinali non sono servite a molto, hanno aiutato comunque di volta in volta ma non sono mai arrivata ad una salute a lungo termine. Per stare meglio ho fatto e faccio di tutto, sperimentando trattamenti o cure integrative, leggendo e ricercando prendendo in considerazione le esperienze di altri e gli studi scientifici, (quando e se a disposizione). Mi sono messa in un abisso finanziario. Ho imparato tante cose di biologia e batterologia.  A pensare che detestavo le scienze naturali da studentessa.

Francesca Innocenti, ultrarunner, vince la 12h della 24^ Lupatotissima 2018

Matteo SIMONE 

L’ultramaratona di 12 ore della Lupatotissima, organizzata dal GSD Mombocar presso il Comune di San Giovanni Lupatoto si è svolta sabato 22 settembre con inizio alle 22.30.

La gara maschile è stata vinta dal giovane spagnolo di 27 anni Ivan Penalba Lopez che ha totalizzato 148,797 km precedendo Stefano Romano 131,537 km ed Emilio Chinellato 116,818 km.
La gara femminile è stata vinta da Francesca Innocenti (Bergamo Stars) che ha totalizzato 117,255 km precedendo Elena Fabiani (Asd Woman Triathlon Italia) 114,049 km e Alessia La Serra (Gruppo San Pio X) 106,904 km. Di seguito, Francesca racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Come ti sei preparata e organizzata?Prima della 12 ore di San Giovanni in Lupatoto ho partecipato a fine Luglio alla 50 km del Gran Sasso e poi alla 6 Ore di Vadena, oltre ai soliti allenamenti settimanali. Per l'organizzazione gara non ho avuto assistenza, cioè qualcuno che mi passasse gli alimenti e quando ne avevo necessità mi sono fermata al tavolo in cui avevo messo le mie cose da mangiare. Come mi è capitato in ogni 24h che ho fatto finora ho portato con me troppi alimenti che poi, ovviamente, ho riportato a casa.”

giovedì 18 ottobre 2018

Consapevolezza, autoefficacia e resilienza per il benessere e la performance

Matteo SIMONE

E’ sempre più chiaro che per stare bene e sperimentare benessere e performance occorre sviluppare tanta autoconsapevolezza, cioè la consapevolezza di se stessi: come ci si sente, come si sta, cosa si vuole, dove si vuole andare, e anche consapevolezza delle proprie possibilità, capacità, risorse, limiti.

E’ importante considerare il miglioramento delle capacità psichiche, sviluppare consapevolezza dei propri obiettivi stabiliti nel tempo da raggiungere gradualmente, incrementare la fiducia in sé progressivamente con allenamenti riusciti che testano l'atleta e confermano il suo stato di forma del momento; sviluppare la resilienza, superando sempre imprevisti, difficoltà, infortuni e sconfitte focalizzandosi nel momento presente e rimodulando i propri obiettivi in base alla condizione psicofisica del momento, in base alla risorse residue possedute nel periodo di riferimento, bisogna sempre essere pazienti e disponibili a ripartire per una nuova stagione.

L’esperienza della bici per assaporare colori, odori e suoni

Matteo SIMONE


L’esperienza della bici per assaporare colori, odori e suoni; per perdersi e ritrovarsi; per assaporare la ciclicità dello sport come nella vita, fatta di partenze e arrivi, incontri e congedi, attivazione e rilassamento, tensione e relax, salite e discese. Importante è essere sempre pronti e sviluppare tanta consapevolezza, fidarsi di se stessi e di qualcun altro e sviluppare tanta resilienza.

La bici è una metafora della vita, come per la bici c’è la ciclicità della salita e della discesa così nella vita c’è la crisi e soluzione senza darsi per sconfitti ma accettando e cambiando il corso degli eventi con fiducia e resilienza uscendone fuori sempre più rafforzati.

Cosa si sperimenta con la bici? Equilibrio, fatica, arrivi, resilienza

Matteo SIMONE


Cosa c'è dietro lo bici? Tanta passione, allenamenti, incontri, fatica, aggregazione, tante decisioni, presenza, attenzione, focalizzazione. Squadre, gruppi, associazioni. 

Dietro la bici c’è la ciclicità dell’esperienza nello sport così come avviene nella vita quotidiana, un’esperienza fatta di attese, incontri, partenze, fatica e arrivi, congedi sperimentando sempre più resilienza nella riuscita dell’esperienza. L’esperienza ciclica nello sport così come nella vita comprende esperienze di attivazione, tensione, ansia e poi rilassamento, recupero e relax.
L’atleta attraverso l’esperienza dello sport sviluppa tanta consapevolezza del proprio essere, del proprio fare, delle proprie possibilità, capacità, delle proprie caratteristiche e risorse, dei propri limiti che esperienza dopo esperienza cerca di superare, di andare oltre, di osare sempre un po’ di più mettendosi in gioco e apprendendo sempre dall’esperienza sportiva che diventa palestra di vita per far meglio nella vita quotidiana familiare, lavorativa, relazionale.

Simona Rocchi, runner: Vivo lo sport con l’obiettivo di stare bene e divertirmi

Ho un grande allenatore che mi sprona ogni giorno a fare meglio

Lo sport diventa una parte piacevole della vita, una fetta importante da coltivare e bisogna ritagliarsi un tempo e uno spazio per coltivare questo orto considerato importante stabilendo volta per volta una lista di priorità accanto al lavoro, famiglia e altri interessi. Di seguito, Simona della società “Palestrina Running” racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande: Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta?Ho iniziato per gioco intorno ai 17 anni, quando avevo l’obiettivo di perdere qualche chilo, ero abbastanza pesante, ed ho iniziato ad avvicinarmi alla camminata veloce, poi alla corsa. Mi faceva sentire bene e ho continuato sempre in maniera tranquilla senza alcuna pretesa. Dopo 18 anni ho avuto la bella idea di iscrivermi ad una gara amatoriale. Mi è piaciuta l’idea. Mi sono divertita così tanto che mi sono fatta coinvolgere dal mio amico Massimo ad iscrivermi ad una squadra di running. Da lì è iniziata la mia avventura.”

Alex Oberbacher quarto nel Vertical ai Campionati Mondiali di Skyrunning


I Campionati Mondiali Skyrunning si sono svolti a Kinlochleven in Scozia dal 13 al 15 settembre 2018. I Campionati comprendevano 3 discipline di skyrunning: Vertical, Skyrace e Ultra. La prova di Vertical è stata vinta dallo svizzero Remi Bonnet in 39’23” che ha preceduto due norvegesi Thorbiorn Ludvigsen 41’49” e Stian Angermund-Vik 41’50”, al quarto posto si è classificato l’italiano Alex Oberbacher in 42’34”.
La gara femminile di Vertical è stata vinta dalla spagnola Laura Orgue in 51’35” che ha preceduto la svedese Lina El Kott Helander 52’34” e l’americana Hillary Gerardi 52’53”, all’11° posto si è classificata Camilla Magliano 55’32”. Di seguito Alex racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande: Ciao Alex come è andato il mondiale? 4°assoluto?Ma sì, il mondiale è andato bene, almeno il Vertical, mi ero preparato bene, sono arrivato 4° assoluto, pensavo di arrivare nei 10, ma un quarto posto non mi sarei mai aspettato, per quello ero comunque molto contento, anche sé non potevo salire sul podio.”

mercoledì 17 ottobre 2018

La bici rende felici e libera la mente


La pratica dell’attività fisica fa sperimentare benessere fisico e mentale, permette di scaricare tensione e stress che possono derivare da una giornata lavorativa o da altri impegni quotidiani di disbrigo faccende domestiche o burocratiche.
La bici permette di trovare un tempo dedicato a se stessi da soli o in compagnia per fare qualcosa che diventa piacevole, fa sperimentare sensazioni ed emozioni, fatica e impegno per raggiungere obiettivi con determinazione e trasformare sogni in realtà.

Cosa c'è dietro una bici? Passione, allenamenti, gare, fatica, salite

Matteo SIMONE  

Cosa c'è dietro una bici? Passione, allenamenti, gare, salite e fatica, incontri, aggregazione, tanti chilometri di curve, tante decisioni, bivi, attenzione, focalizzazione. Squadre, gruppi, associazioni, ristori, frutta, banane. 

La bici per assaporare la ciclicità dell’esperienza anche nello sport così come avviene nella vita quotidiana fatta di attese, incontri, partenze, decisioni, arrivi e congedi, attivazione e rilassamento, tensione e relax, salite e discese.
E’ importante sviluppare tanta consapevolezza, fidarsi di se stessi e di altri, sviluppare resilienza. La bici è una metafora della vita, come per la bici c’è la ciclicità della salita e della discesa così nella vita c’è la crisi e la soluzione senza abbattersi ma accettando e cercando di cambiare il corso degli eventi con fiducia e resilienza uscendone fuori sempre più rafforzati.