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giovedì 11 ottobre 2018

LO SPORT DELLE DONNE. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti


Nello sport non è importante solo la forza, la resistenza e i muscoli, ma è importante sviluppare anche la forza e la resistenza mentale che permettono di andare oltre, di consolidare lo stato di forma. Sempre più le donne stanno dimostrando di essere fortissime atlete e nelle gare di endurance competono anche con gli uomini con tanta grinta e forza, infatti è già successo che in gare considerate più dure d’Europa la vincitrice assoluta è stata una donna Americana. Anche le donne Italiane sono tanto forti e resistenti, donne che iniziando con piccoli passi riescono a battere anche il record maschile di scalinata di un edificio.

Raggiungere traguardi importanti diventa il coronamento di un sogno, il raggiungimento di un obiettivo ambito, la ricompensa di tanti sforzi e tanta fatica per ottenere qualcosa che si desidera con determinazione, tenacia, passione e con l’aiuto di qualcuno che sostiene.

Lo sport permette di sperimentare la resilienza, non mollare mai, andare avanti e continuare per portare a termine la propria impresa, la propria sfida personale; per alzare gradualmente l’asticella e affrontare gradualmente situazioni sportive o della vita quotidiana sempre più difficili con la convinzione di saperne uscire fuori sempre più rafforzati. Si apprende dalle esperienze, aumenta l’autoefficacia attraverso esperienze di successo o superamento di difficoltà; superare momenti difficili aiuta ad andare avanti, se ce l’hai fatta una volta, ce la farai anche una seconda volta. La pratica di uno sport diventa onerosa dal punto di vista dell’impegno fisico e mentale ma in cambio si riceve tante soddisfazioni, si forma il carattere, si aderisce a dei valori unici e si fa parte di un gruppo di persone condividendo sensazioni ed emozioni uniche.


Prefazione di Vincenzo Prunelli

Questa prefazione non tratta tanto ciò che è scritto, quanto ciò che è implicito e che l’autore vuole trasmettere per definire la vera natura dello sport e della donna che lo pratica.

Ha senso continuare a credere la donna fragile, arrendevole, da proteggere, incapace di grosse prestazioni? Leggendo il libro dell’amico Matteo Simone, è il caso di dire di no. Fa parlare grandi atlete, ma il messaggio è rivolto a chiunque nella vita non si accontenti di limiti troppo stretti. Non parla soltanto di uno sport in solitudine, con e contro se stessi, ma anche di competizione, perché è entusiasmante vincere contro i propri limiti, e la natura umana chiede di misurarsi per raggiungere la posizione che compete a ognuno.

Sono donne particolari?

Alla base ci sono caratteristiche particolari, strutture fisiche che lo permettono e incontri casuali con lo sport, ma anche un carattere comune a tante donne. Sono grandi atlete, ma lo sono diventate perché lo hanno deciso. Non vanno oltre i loro limiti, perché vi si può andare solo con scappatoie e sotterfugi, ma inviano un messaggio a chiunque, donna o uomo, perché vivanouna realtà più completa. E sono tante, ma ci dicono che potrebbero essere molte di più. Di particolare, ma anche allenato dalla pratica del loro sport, caratterizzato da crolli, crisi e recuperi, hanno una spiccata resilienza, consapevolezza dei loro limiti e pregi, controllo della paura e della fatica, forza per provare anche a rischio di non farcela, gestione delle difficoltà e degli imprevisti, determinazione per combattere fino in fondo e fiducia di fronte al nuovo, al difficile e al misterioso.

Di quale sport si parla?

Lo sport di cui si parla è benessere, rapporto con la salute, scoperta della misura di sé, momento e mezzo di partecipazione e comunicazione, in cui ognuno scopre ciò che ha di potenziale, gioca con i mezzi che possiede e ottiene il massimo dalle proprie possibilità, tante o poche che siano. Riconosce la persona e non solo il primo, perché non impone di vincere o di misurarsi con parametri assoluti, ma di fare tutto ciò che é possibile e di cercare la propria misura, e non esclude chi è meno dotato. E consente al singolo sviluppare tutte le proprie qualità fin dove è possibile per battere il proprio record. Questo tipo di sport spaventa chiunque valuti le distanze e tempi, ma non è sacrificio. È passione, divertirsi mettendosi alla prova, amore per la natura, vedere posti e paesaggi sconosciuti, perché ogni gara è diversa. È pensare in solitudine, scoprirsi nuove energie e liberarsi dalla fretta e dalla frenesia della quotidianità, perché si corre soprattutto per sé. E permette di sentirsi campioni anche solo quando si raggiunge l’obiettivo prefissato, non ci si arrende di fronte a ciò che è possibile e si riesce ad arrivare al traguardo.

Che cosa spinge a uno sport estremo?

Il piacere di vincere è una forte motivazione, ma non è lo stimolo principale. Gli obiettivi importanti sono più intimi e personali, come andare oltre i limiti già accertati, non tanto per il record, quanto per mettersi in gioco e alla prova con se stessi e gli altri, scoprire e conoscersi, sperimentarsi, riuscire nonostante tutto, reagire a difficoltà e imprevisti e imparare a superarli. La motivazione e l’effetto di questa gara con se stessi, pur faticosa ed estrema, possono apparire incomprensibili, e sono la passione, la soddisfazione di un piacere vero, il benessere, il divertimento, la leggerezza fisica e mentale e “l’impossibilità di farne a meno”, come dicono le atlete intervistate.

Che cosa dà?

Obbliga a uno stile di vita sano e a prendersi cura di sé, perché non può essere praticato senza precise attenzioni verso il corpo e la salute. Mobilita energie positive che non si sapeva di avere, e permette prestazioni che sembravano impossibili.

Attraverso sostanze prodotte dal cervello per effetto dell’attività fisica, alza il tono dell’umore, combatte la noia e l’insoddisfazione, e favorisce l’autostima e la percezione di autoefficacia.

Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR, specializzato anche in ambito sportivo, atleta e ultrarunner, autore di diverse pubblicazioni: Sport, benessere e performance; Carlos Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro; Ultramaratoneti e gare estreme; Sviluppare la resilienza; Doping Il cancro dello sport; O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia; Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico; Psicologia dello sport e non solo. Vice Presidente dell’ASD “Atletica La Sbarra”.

+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta
http://www.psicologiadellosport.net/
https://ilsentieroalternativo.blogspot.it/
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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