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domenica 7 ottobre 2018

Stefano Rinaldi, Campione Italiano Trail Running Lungo

Avevo bisogno di una rivincita
Matteo SIMONE

Sabato 22 settembre 2018 si è svolta la terza edizione dell’EOLO – Campo dei Fiori Trail, valido quale Campionato Italiano di Trail  Lungo e Corto.

Il titolo nazionale assoluto FIDAL (Federazione Italiana Atletica Leggera) della specialità Trail lungo, è stato assegnato a Stefano Rinaldi del Team EOLO che ha vinto l'EOLO 65K precedendo l'amico di squadra Andrea Macchi. Di seguito, Stefano racconta la sua esperienza rispondendo ad aclune mie domande: Ti aspettavi questo titolo italiano? "Sinceramente non me lo aspettavo, dentro di me ci speravo perché dopo il secondo posto dell’anno scorso e dopo diverse sfighe che mi sono capitate quest’anno avevo bisogno di una rivincita. Prima di tutto per me stesso."

Se c'è passione, se c'è costanza, se c'è intenzione, se c'è impegno, se si è resilienti, prima o poi risultati importanti arrivano per ripagare della fatica e dell'impegno profuso: Come ti sei preparato e organizzato? "Mi sono preparato bene per questa gara perché ci tenevo particolarmente, facendo allenamenti mirati. A livello di organizzazione fortunatamente avevo Gianni (Kratos) e l’aiuto prezioso di Paolo che mi facevano trovare già tutto pronto ai ristori."

Non si inventa niente e non si improvvisa niente, quando arrivi vicino a un traguardo ambizioso e sfidante diventa importante crederci ancora e sempre di più, cercare di far meglio per arrivare proprio dove si vuo arrivare, se un anno arrivi secondo l'anno successivo è l'anno buono per far meglio e arrivare primo, se per poco non riesci a essere convocato in nazionale, si può far meglio per meritare la maglia azzurra e tutto ciò aiuta a essere più ficuciosi e resilienti continuando a fare del proprio meglio per se stessi, per la propria o le proprie famiglie e squadra, per la propria nazione, e questo è lo sport che vogliamo: Cosa ti ha aiutato e cosa ha remato contro? "Mi ha aiutato la mia preparazione e il mio allenamento, sono stato bene per tutta la gara, sicuramente è stato prezioso l’aiuto di Gianni per quanto riguarda l’integrazione durante tutta la durata della gara, a livello mentale mi ha aiutato molto vedere mio papà, Luca (Eolo boss) ma soprattutto mio figlio Pietro ai ristori."

Gli ingredienti principali del successo sono la passione, l'impegno, il talento, l'organizzazione e poi il resto lo mettono le persone che sostengono, aiutano, suggeriscono, sono presenti, tifano, coccolano: Cosa è cambiato in te nel tempo? "In me nel tempo sono cambiate molte cose, ci vorrebbe una pagina solo per questa domanda, diciamo che da quando ho iniziato a correre sono diventato molto più rigoroso su quanto riguarda l’ordine delle cose da fare durante le giornate per riuscire ad incastrare il tutto, non è facile lavorare avere famiglia e cercare di correre ad alti livelli."

Lo sport se praticato con consapevolezza delle proprie capacità e di quelle degli avversari, apprezzando il viaggio, il territorio, il contesto, diventa un'occasione e un'opportunità per fare ricche ed intense esperienze, da condividere sia con i migliori amici o avversari che con la propria famiglia: Cosa porti a casa? "Mi porto a casa un ricordo incredibile, delle emozioni indescrivibili, l’arrivo con mio figlio e lo scambio di pettorale con il mio compagno di team ma soprattutto amico vero Andrea."

Lo sport di endurance, prolungato nel tempo procura benessere fisico ed emotivo e permette di ricevere sia critiche che apprezzamenti, sono tanti che giudicano coloro che fanno sforzi enormi e prolungati così come sono tanti che stimano persone che si impegnano per raggiungere obiettivi sfidanti con sforzo immenso ma ripagato dai risultati e dai traguardi: Cosa dicono di te a casa, al lavoro, gli amici? "Sostanzialmente non è cambiato nulla, non sono una persona a cui piace apparire, ho ricevuto comunque molti complimenti e questo fa sempre piacere." Chi ti ha appoggiato, sostenuto, consigliato? "Sicuramente la mia famiglia e il mio team."

Lo sport è un grande contenitore di persone, famiglie, squadre; gli atleti faticano togliendo tempo a lavoro e famiglia ma tornando sempre con entusiasmo e voglia di esserci con piu attenzione e piu presenza dopo aver fatto intense esperienza di fatica che gli permette di sperimentarsi e uscire fuori dalla zona di confort tornando piu consapevoli, maturi e responsabili: Dedichi a qualcuno questa tua prestazione? "Questo titolo Italiano lo dedico soprattutto a le mie due famiglie.. A mia moglie Daniela in primis e ai miei bimbi Amelia e Pietro. E all’altra mia “famiglia” Eolo team, Andrea, Fabio, Luca, Gianni e Giorgio."

Lo sport diventa storia e vita degli atleti, una narrazione continua per ricordare chi siamo, cosa vogliamo, dove vogliamo andare a contatto con la natura e con le nostre sensazioni corporee per sviluppare sempre più consapevolezza delle proprie caratteristiche, capacità, qualità, limiti: Che segno ti ha lasciato questa gara? "Questa gara mi ha lasciato un ricordo indelebile, facendomi provare emozioni incredibili, anche perché sono i sentieri sui quali ci alleniamo tutto l’anno." Qual è stato il tuo punto di forza? "Penso sia stato il fatto di conoscere bene il tracciato e quindi sono riuscito a gestirmi al meglio."

Nella mente degli ultrarunner ci sono sempre piani e progetti, nuove sfide e sogni da trasformare in realtà prendendo sempre nuove direzioni con nuove consapevolezze: Ora cosa vedi davanti a te? "Adesso Capadocia a fine ottobre, ultimo obbiettivo della stagione. Poi riposo e si pianifica la prossima stagione." Convocazioni in nazionale? "Speriamo, vista la mancata convocazione dell’anno scorso, ma il percorso è ancora lungo."

http://www.psicologiadellosport.net
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html

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