domenica 7 ottobre 2018

Stefano Rinaldi: Non è facile lavorare, avere famiglia e cercare di correre ad alti livelli

Dott. Matteo Simone 

Sabato 22 settembre 2018 si è svolta la terza edizione dell’Eolo – Campo dei Fiori Trail, valido quale Campionato Italiano di Trail  Lungo e Corto.

Il titolo nazionale assoluto FIDAL specialità Trail Lungo è stato assegnato a Stefano Rinaldi che ha vinto l'Eolo 65Km in 6h51’55” precedendo Andrea Macchi 7h07’09” e Italo Cassol 7h2212”. Tra le donne ha vinto Lidia Mongelli (12^ assoluta) 8h3405”, precedendo Anna Conti 9h1901” e Anna Gemma Biasin 9h3515”. 
Di seguito, Stefano racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti aspettavi questo titolo italiano? "Sinceramente non me lo aspettavo, dentro di me ci speravo perché dopo il secondo posto dell’anno scorso e dopo diverse sfighe che mi sono capitate quest’anno avevo bisogno di una rivincita. Prima di tutto per me stesso."

Se c'è passione, se c'è costanza, se c'è intenzione, se c'è impegno, se si è resilienti, prima o poi risultati importanti arrivano per ripagare della fatica e dell'impegno profuso.
L’anno precedente, il 23 settembre 2017 Stefano è arrivato in seconda posizione al “Campo dei Fiori Ultra Trail 65km” in 6h46’44”, preceduto da quasi 1’ dal vincitore Stefano Fantuz 6h45’46, terzo classificato il ceco Tomas Hudec 6h5443”, terzo italiano Davide Cheraz 7h0012”, a seguire i fortissimi atleti Riccardo Borgialli 7h1652”, Carlo Salvetti 7h3401”, Fabio Di Giacomo 7h4614”, Roberto Mastrotto 7h5120”.
Tra le donne vinse Lidia Mongelli (11^ assoluta) 8h1148” precedendo Rosalba Fiammetta Quadrelli 9h0104” e Cristiana Follador 9h1856”. 
Come ti sei preparato e organizzato? "Mi sono preparato bene per questa gara perché ci tenevo particolarmente, facendo allenamenti mirati. A livello di organizzazione fortunatamente avevo Gianni (Kratos) e l’aiuto prezioso di Paolo che mi facevano trovare già tutto pronto ai ristori."

Non si inventa niente e non si improvvisa niente, quando arrivi vicino a un traguardo ambizioso e sfidante diventa importante crederci ancora e sempre di più, cercare di far meglio per arrivare proprio dove si vuole arrivare.
Se un anno arrivi secondo l'anno successivo è l'anno buono per far meglio e arrivare primo, se per poco non riesci a essere convocato in nazionale, si può far meglio per meritare la maglia azzurra e tutto ciò aiuta a essere più fiduciosi e resilienti continuando a fare del proprio meglio per se stessi, per la propria o le proprie famiglie e squadra, per la propria nazione, e questo è lo sport che vogliamo.
Cosa ti ha aiutato e cosa ha remato contro? "Mi ha aiutato la mia preparazione e il mio allenamento, sono stato bene per tutta la gara, sicuramente è stato prezioso l’aiuto di Gianni per quanto riguarda l’integrazione durante tutta la durata della gara, a livello mentale mi ha aiutato molto vedere mio papà, Luca (Eolo boss) ma soprattutto mio figlio Pietro ai ristori."

Gli ingredienti principali del successo sono la passione, l'impegno, il talento, l'organizzazione e poi il resto lo mettono le persone che sostengono, aiutano, suggeriscono, sono presenti, tifano, coccolano.
Cosa è cambiato in te nel tempo? "In me nel tempo sono cambiate molte cose, ci vorrebbe una pagina solo per questa domanda, diciamo che da quando ho iniziato a correre sono diventato molto più rigoroso su quanto riguarda l’ordine delle cose da fare durante le giornate per riuscire ad incastrare il tutto, non è facile lavorare avere famiglia e cercare di correre ad alti livelli."

Lo sport se praticato con consapevolezza delle proprie capacità e di quelle degli avversari, apprezzando il viaggio, il territorio, il contesto, diventa un'occasione e un'opportunità per fare ricche e intense esperienze, da condividere sia con i migliori amici o avversari che con la propria famiglia.
Cosa porti a casa? "Mi porto a casa un ricordo incredibile, delle emozioni indescrivibili, l’arrivo con mio figlio e lo scambio di pettorale con il mio compagno di team ma soprattutto amico vero Andrea."

Lo sport di endurance, prolungato nel tempo procura benessere fisico ed emotivo e permette di ricevere sia critiche che apprezzamenti, sono tanti che giudicano coloro che fanno sforzi enormi e prolungati così come sono tanti che stimano persone che si impegnano per raggiungere obiettivi sfidanti con sforzo immenso ma ripagato dai risultati e dai traguardi.
Cosa dicono di te a casa, al lavoro, gli amici? "Sostanzialmente non è cambiato nulla, non sono una persona a cui piace apparire, ho ricevuto comunque molti complimenti e questo fa sempre piacere." 
Chi ti ha appoggiato, sostenuto, consigliato? "Sicuramente la mia famiglia e il mio team."

Lo sport è un grande contenitore di persone, famiglie, squadre.
Gli atleti faticano togliendo tempo a lavoro e famiglia ma tornando sempre con entusiasmo e voglia di esserci con più attenzione e più presenza dopo aver fatto intense esperienza di fatica che gli permette di sperimentarsi e uscire fuori dalla zona di confort tornando più consapevoli, maturi e responsabili.
Dedichi a qualcuno questa tua prestazione? "Questo titolo Italiano lo dedico soprattutto a le mie due famiglie.. A mia moglie Daniela in primis e ai miei bimbi Amelia e Pietro. E all’altra mia “famiglia” Eolo team, Andrea, Fabio, Luca, Gianni e Giorgio."

Lo sport diventa storia e vita degli atleti, una narrazione continua per ricordare chi siamo, cosa vogliamo, dove vogliamo andare a contatto con la natura e con le nostre sensazioni corporee per sviluppare sempre più consapevolezza delle proprie caratteristiche, capacità, qualità, limiti.
Che segno ti ha lasciato questa gara? "Questa gara mi ha lasciato un ricordo indelebile, facendomi provare emozioni incredibili, anche perché sono i sentieri sui quali ci alleniamo tutto l’anno." 
Qual è stato il tuo punto di forza? "Penso sia stato il fatto di conoscere bene il tracciato e quindi sono riuscito a gestirmi al meglio."

Nella mente degli ultrarunner ci sono sempre piani e progetti, nuove sfide e sogni da trasformare in realtà prendendo sempre nuove direzioni con nuove consapevolezze.
Ora cosa vedi davanti a te? "Adesso Cappadocia a fine ottobre, ultimo obbiettivo della stagione. Poi riposo e si pianifica la prossima stagione." 

Successivamente a questa intervista, il 20 ottobre 2018 Stefano si è classificato al posto al “5th Cappadocia 63 km Ultra-Trail (TUR)” in 5h21’35. Il vincitore è stato il tedesco Moritz Auf der Heide 5h0551”, precedendo il turco Mehmet Soytürk 5h1412”. Tra le donne vinse la brasiliana Fernanda Maciel  6h4414”, precedendo la britannica Anaa-Marie Watson 6h4743” e Francesca Dal Bosco 6h5457”.
Convocazioni in nazionale? "Speriamo, vista la mancata convocazione dell’anno scorso, ma il percorso è ancora lungo."

Dott. Matteo Simone  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

 

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