venerdì 19 agosto 2016

Max Monteforte: La corsa è forza, divertimento, allegria e benessere


Massimiliano Monteforte, una vita per lo sport, da atleta, allenatore, tanti progetti, tanti allenamenti.

Molto sensibile, lo conosco da un po’ di anni ed è nata una sorta di collaborazione di intenti per il benessere nello sport, per la sensibilizzazione alla lotta al doping. 
Max è anche un organizzatore di gare e tra l'altro gestiva il settore Top Atleti della Maratona di Roma.
Disponibilissimo a rispondere ad un questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance (Il punto di vista dei comuni sportivi e dei campioni, quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance).

I vari tipi di terreno nella corsa

STEFANO SEVERONI


  La corsa è un’azione ciclica, che prevede in successione una fase di appoggio del piede sul terreno e una fase di volo, ed è finalizzata al rapido avanzamento del corpo nello spazio. La durezza del fondo ha un effetto diretto sulla velocità che un atleta può mantenere su una certa distanza. Il tempo d’appoggio dei piedi su una superficie morbida è tre volte superiore rispetto a quello su una superficie dura. Ma se una superficie dura favorisce dei tempi più veloci, rende anche più facile incorrere in un infortunio da stress o da sforzo prolungato. Il fondo da prediligere per le corse di un atleta dipende dall’obiettivo del proprio allenamento.
                                                                        ASFALTO 
   La maggior parte delle gare di corsa su strada si svolge sull’asfalto. La sua consistenza facilita il mantenimento del ritmo. Per chi si allena d’abitudine su questo tipo di fondo – non certo morbido –è necessario procurarsi un paio di scarpe da corsa ben ammortizzate e non usurate.
                                                                        CEMENTO
  
Il cemento è un materiale assai duro e non va bene correrci sopra troppo spesso o troppo a lungo, senza scarpe adeguatamente ammortizzate. L’unico aspetto positiva del correre sui marciapiedi, è che si hanno inferiori probabilità di essere investiti da un’autovettura o motoveicolo.
   

giovedì 18 agosto 2016

Enrico Mandile, gara della vita: la più dura, la 100miglia del Magredi

Matteo Simone 

A volte si cerca di cambiare stile di vita, per esempio si arriva alla consapevolezza che il fumo tutto sommato può nuocere alla salute e allora può capitare di incontrare la corsa che all’inizio può sembrare faticosa, noiosa ma poi gli allenamenti e le gare diventano come ciliegie l’una tira l’altra.

Di seguito l’esperienza dell’ultrarunner Enrico Mandile.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Gradualmente, prima come alternativa al fumo, dopo come piacere.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance?Non avendo mai praticato la corsa, ho scoperto un mondo nuovo. Le lunghe distanze sono arrivate poco dopo quando ho iniziato gradualmente ad aumentarle.

La gradualità è fondamentale per innamorarsi di qualcosa come può essere anche un’attività fisica come la corsa.

mercoledì 17 agosto 2016

Luigia di Palma, arciere: Allenare il fisico, la respirazione, gli occhi sul bersaglio

La competizione dura soltanto in quel lasso di tempo che tendi l’arco per scoccare la freccia.

Scegli uno sport e fanne diventare una passione, vedrai che ti farà sperimentare sensazioni ed emozioni inaspettate e farà di te una persona attenta, efficace, resiliente, serena.
Lo sport ti viene a cercare oppure lo incontri per caso, di seguito Luigia di Palma dell’associazione ASD Arco Sport ROMA - Ordo Draconis della FITAST Federazione Italiana Tiro con Arco Storico e Tradizionale, oltre ad essere iscritta nelle Fiamme Bianche, ci racconta la sua esperienza con un attrezzo sportivo.

Mary Moor: Le mie non sono imprese, ma semplice passione di correre

Matteo Simone

Dedicato a Mary Moor 

Nella vita ciò che conta è la capacità di ricominciare dopo essere caduti” José Mujica (Presidente della Repubblica dell’Uruguay) 
L’atleta vincente riesce a trovare la determinazione, la calma, lo spirito di sacrificio per ricominciare dopo ogni stop prolungato, dopo ogni sconfitta. Importanti sono la meditazione, la visualizzazione, il lavorare sull’autoefficacia, esercizi di rilassamento.
Attraverso la meditazione la persona riesce ad aspettare i tempi occorrenti per il recupero, riesce a comprendere che tutto passa, tutto sorge e tutto muore, riesce a non reagire agli eventi spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a programmare una formulazione del goal setting, un piano degli obiettivi graduali con una giusta scansione temporale.

lunedì 15 agosto 2016

Mary Moor: Utrarunner fino alla fine, riprendere da dove ho lasciato


Mary Moor, ultrarunner che sta affrontando il tumore, come se fosse la sua prossima gara, con il sorriso, con la speranza, la forza, la determinazione.
La cosa più importante è partire da se stessi, la fiducia in se stessi, l’autoefficacia sperimentata già in gara, la resilienza, l’aver superato altri periodi di crisi, di difficoltà, io comunque le sono vicino.
Di seguito Maria ci racconta come sta affrontando questo periodo con la vicinanza ed il sostegno di tanti amici runner.
Com’è vivere la malattia per una atleta abituata a fare tanti km di corsa?Difficile da accettare, ti senti catapultato fuori dal proprio mondo, come una punizione, gli altri corrono e tu stai fermo a guardare. Ti ritrovi in una vita che non ti appartiene, di mondi e menti diversi da te.  Ma a parte questo vivo la malattia come un evento naturale della vita.”
 

domenica 14 agosto 2016

Silvia Bortolotti: La maratona, corrine una e ti cambia la vita dico sempre io

Matteo SIMONE 

Come ho detto qualche volta, soprattutto in base all’esperienza personale ed approfondendo il mondo degli ultramaratoneti, a volte la corsa chiama ed è difficile rinunciare, quindi ben venga. 

Succede che la si incontri da soli la corsa, si ha passione, si è motivati, e poi si incontra qualcuno che ti permetta, che ti aiuti a far meglio ed allora la corsa ti può cambiare la vita come è successo a Silvia incontrando il suo coach e la maratona, di seguito ci parla della sua passione.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? Si tutte le volte che riesco a superare qualcosa che non credevo di riuscire."
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Mi sono iscritta a una squadra ed ho iniziato a fare gare, ma la svolta vera e propria è avvenuta con l'incontro con il mio attuale coach, con lui ho iniziato davvero a sentirmi un atleta.
Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di studio o lavoro?No riesco anche con grandi sacrifici a conciliare tutto.

venerdì 12 agosto 2016

Martina Dogana: Ironman Nizza, vittoria che ha dato una svolta alla mia carriera


Tante cose in comune con Martina Dogana, la passione per il tiathlon in particolare per le lunghe distanze e nel 2015 tesserati con la stessa squadra la Forhans Team, l’unica differenza importante è che io sono un atleta comune mentre Martina è una winner, vince con tempi eccezionali sia in gare di triathlon che in gare running. Dal 2016 è tesserata con il CY Laser Triathlon Schio.
Martina Dogana, Nazionale Azzurra dal 1996 al 1999 con Naz. Juniores dal 2002 nella specialità Long Distance. Nonostante il suo elevato impengo in ambito sportivo martina è riuscita a portare avanti gli studi, laureandosi in Lingue Straniere e Letterature Straniere all’Università di Verona con il massimo dei voti. Martina lavora come istruttrice FITri e FIN seguendo bambini, ragazzi e adulti.

Cezar Nasuescu: Ho corso con una gamba, al traguardo è stato fantastico

Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta

Lo sport che rende felici praticandolo con ogni modalità e facendo tanta fatica che si può addomesticare. 

Lo sport accomuna tante persone, culture e mondi, rompe barriere ed avvicina distanze. Cezar, come me, è un atleta ironman e un amante di lunghi viaggi in bici, ci spiega le sue passioni ed emozioni.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Amare lo sport e  fare dei sacrifici tante volte.”

Se ami qualcosa sei disposto a fare tanta strada felicemente e tanti sacrifici.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance?Allenamenti…a volte non facili.”
Cosa pensano familiari e amici? “A volte dicono: ma chi te lo fa fare.” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Sono stato fortunato, non ho avuto grandi problemi, però cerco di avere intorno persone positive che ti danno buoni consigli.

Vitta Simone: ho tagliato traguardi che non avrei pensato di poter raggiungere

Matteo SIMONE

Sto chiedendo a diversi atleti come vivono lo sport, la passione, la motivazione, come superano infortuni, come decidono i loro obiettivi, i sogni realizzati e da realizzare, chi gli aiuta nello sport, come si alimentano per approfondire lo strano mondo dello sport fatto di gioie, sconfitte, vittorie, amicizie e tanto altro. Di seguito 

Simone Vitta ci racconta la sua esperienza da atleta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Campione no, mi sono sentito soddisfatto quando ho tagliato traguardi che non avrei pensato di poter raggiungere.. Ma la parola Campione la associo ad un livello sportivo che decisamente non mi appartiene!

La gara della vita il campionato italiano pre mondiale kendo


Attraverso lo sport si sperimenta tantissimo e si fanno esperienze straordinari sia in allenamento che in gara ed anche quando arrivano gli infortuni, ci si può rialzare e gradualmente i risultati arrivano, di seguito la testimonianza di un praticante arti marziali.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si, a 19 anni quando, successivamente ad un infortunio grave, recuperai e ottenendo i podi giusti nelle gare successive, mi convocarono per il mondiale nello stesso anno.”
Mai abbattersi, se c’è un infortunio, il vero campione è fiducioso e serenamente trova la strada per ricostruire le fondamenta ottimale per raggiungere la performance.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato da piccolo e non ho mai lascitao la disciplina che facevo, alternavo altri sport solo per preparazione fisica generale come ad esempio il nuoto. Quando si sono presentate le prime gare, ho capito che potevo avere la possibilità di essere competitivo se avessi continuato. Grazie ai miei genitori ho potuto fare delle esperienze di allenamento all’estero in Giappone ed in Korea, che per le arti marziali sono il posto migliore.”
Esplorare il mondo dello sport e confrontarsi con altri, soprattutto di altre culture è fondamentale, lo sport avvicina persone, mondi e culture.
Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si, recentemente ho abbandonato il kendo per la carriera lavorativo.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “La tranquillità e la calma contribuiscono a stare bene, non avere timore di un infortunio è determinante per stare tranquilli. Per la performance è fondamentale la costanza, nell’allenamento e nell’alimentazione. Anche nelle ‘giornate no’ mantenere la concentrazione sulla meta finale. Le arti marziali sono uno stile di vita.”
Praticare le arti marziali diventa una filosofia di vita, uno stile di vita, si tende non solo alla performance ma anche al benessere, se c’è un infortunio o una giornata no, li si mette in conto e si va avanti ugualmente senza distrarsi dalla propria meta.

giovedì 4 agosto 2016

Patrizia Ziti: Nello sport non ci si allena solo con il corpo ma anche con la mente ed il cuore

Psicologo, Psicoterapeuta

Belle e significative le parole della mia amica runner e collega psicologa del benessere e dello sport Patrizia Ziti, atleta di corsa, maratone, trail. Ci racconta le sue emozioni attraverso lo sport.

Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “La mia sensazione di sentirmi campionessa non è associata ad una gara in cui sono effettivamente arrivata prima tra le donne ma ad una gara in cui ho raggiunto i miei obiettivi.”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Lo sport mi ha permesso di riprendere contatto con il mio corpo aumentando la sensazione di benessere che ne deriva. I fattori che hanno contribuito in tal senso sono la capacità di sopportar la fatica, di tollerare le frustrazione, l’incremento della determinazione, una maggiore capacità di condividere le esperienze.”

Soprattutto per i bambini è importante praticare lo sport per approfondire la conoscenza del loro corpo e delle loro capacità ma anche da tutti un ripasso ed un approfondimento fa sempre bene, capire quanto si può faticare, quanto ci si può divertire attraverso lo sport è importante, come è importante condividere la pratica sportiva con altri, per stare assieme, per confrontarsi, per essere competitivi, per sperimentare benessere psicofisico emotivo e relazionale.

Michele Debenedictis, ultrarunner: Scoprire il mio limite con molta cautela

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta

Un po' di tempo proposi a Michele di rispondere a un questionario teso a conoscere il mondo degli ultramaratoneti ed interessanti furono un paio di sue risposte alle seguenti domande.


Ti puoi definire ultramaratoneta?Si, penso di essere sulla buona strada.”
Hai un sogno nel cassetto?Si, continuare fino a che il fisico e la mente me lo permettono. La mia soddisfazione più grande sarebbe vincere un giorno un’ultramaratona.”

In effetti era sulla buona strada e da allora ne ha fatta tanta di strada, soprattutto nell’ultimo periodo dove è riuscito a compiere un trittico di gare impegnative e cioè la Nove Colli Running di 202,4 km impiegandoci quasi 30 ore, la settimana successiva la classicissima per gli ultrarunner 100km del Passatore da Firenze a Faenza e la settimana a seguire la Prima edizione del “Molise in pista-6 Ore in pista”, trasformando il suo sogno in realtà e cioè vincere un’ultramaratona.

Liberato Pellecchia: Maratona di Berlino PB 2h14'28", esperienza fantastica, mi emoziono tuttora

Matteo Simone 

Lo sport rende felici ed avvicina persone, culture e mondi; promuove il benessere fisico e sociale e va inteso non solo come performance volta al raggiungimento di prestazioni eccellenti, ma anche come possibilità di superare i propri limiti, incentivo all’aggregazione sociale, strumento di prevenzione e promozione della salute. 
Molte persone attraverso l’attività sportiva sono riuscite a superare i propri limiti e a raggiungere importanti traguardi. Interessante la testimonianza di Liberato Pellecchia, un maratoneta che ha indossato la maglia azzurra.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Lo sport è uno stile di vita. Crea equilibrio tra mente e corpo.” 
Come hai scelto il tuo sport?La corsa mi rende libero.” 
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare?Il mio sport mi ha insegnato a superare rischi e difficoltà. Bisogna curare ogni minimo dettaglio e lavorare molto sulla mente.”

Lo sport forma e trasforma le persone, insegna a superare ostacoli, crisi e difficoltà, non si tratta solo di allenare il muscolo, ma attraverso lo sport si forgia il carattere, si struttura la personalità.

Ada Nardin e Matteo Briglia importano a Roma il programma Achilles

Psicologo, Psicoterapeuta

Ada Nardin e Matteo Briglia entrambi non vedenti hanno tanto da condividere e da insegnare, condividono la passione del baseball praticando questo sport in due città diverse, rispettivamente a Roma e a Milano e diventando talmente esperti ed innovativi da esportare le loro modalità ed il loro approccio a New York negli ultimi due anni.
Questi anni e la permanenza a new York gli hanno permesso di conoscere altre realtà tra le quali il programma Achilles International volto alla pratica dell’attività podistica di atleti con disabilità, ed allora si sono illuminati ed hanno pensato giustamente di importante queste buone prassi, queste best practice in Italia e precisamente in Roma trovando terreno fertile nella loro amica Ada Ammirata già runner da alcuni anni che diventa anche presidente della Sezione Achilles Roma.
Ada Ammirata a sua volta propone questo programma, questa interessante e coinvolgente attività agli amici runner dell’Atletica La Sbarra che sposano immediatamente il programma di Achilles International organizzando un Open Day presso il parco degli acquedotti dove in massa intervengono persone con disabilità ed aspiranti guide per sperimentare questa modalità di fare sport insieme, di condividere la camminata veloce e la corsa assieme.

L’Atletica La Sbarra è una squadra che favorisce l’inclusione e l’integrazione. Ci sono atleti fortissimi come D’Antone Giuseppe di 58 anni, che riesce a competere con i primi ed a vincere sempre la sua categoria di appartenenza, il fortissimo atleta del Marocco Abdel.
Inoltre fanno parte della squadra tanti amici di lunga data over 50 che continuano a divertirsi con lo sport, ci sono le nuove leve, ragazzi più giovani che stanno trovando pian piano la loro miglior condizione come Raffele Mastrolorenzo, nuove ragazze che osano anche fare maratone come Ambra, donne forti come Roberta Luttazzi, Stefania Gabrielli, Valentina Ferrari.
Ada Ammirata ha esordito come podista nella squadra Atletica La Sbarra un paio di anni fa, inoltre tra i nuovi acquisti vi è Stefano Severoni, molto presente, disponibile, entusiasta ed attento all’altro, sia persone che animali.

mercoledì 3 agosto 2016

ACHILLES INTERNATIONAL ROMA


STEFANO SEVERONI

 
  ACHILLES INTERNATIONAL Achilles International, sorto negli Stati Uniti, è il programma che in tutto il mondo consente di correre e camminare insieme, guida e non vedente/ipovedente. Tutti i gruppi all’interno e all’esterno degli Stati Uniti operano come affiliati dell’organizzazione Achilles Internazional. Ogni gruppo può trovare una varietà di modi per reclutare, diffondere e sostenersi. Tutti i gruppi sono amministrati secondo le stesse linee guida e tutti hanno la medesima missione: consentire alle persone con disabilità di partecipare all’attività atletica tradizionale al fine di promuovere la realizzazione personale, migliorare la stima di sé, diminuire le barriere e così vivere una vita appagante. L’esperienza con atleti non vedenti permette di scoprire cosa significa correre con una disabilità quale la mancanza della vista; ognuno si sperimenta come accompagnatore negli allenamenti e in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità.

GLI INCONTRI DELL’ASSOCIAZIONE ROMANA L’open day romano di Achilles International Roma c’è stato sabato 30 aprile 2016 alle 17:30 al Parco degli Acquedotti in Roma. Il promotore Matteo Simone ha sollecitato l’urgente aiuto di persone generose e disposte a dedicare tempo per allenarsi con atleti con problemi visivi. Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche e amatoriali, necessitano di allenarsi e quindi essere accompagnati in queste attività da “guide sportive” ossia persone disponibili a indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a fargli evitare buche e ostacoli. Nella prima uscita di sabato 30 aprile il gruppo si è riunito davanti alla chiesa di san Policarpo. I promotori dell’iniziativa hanno spiegato il programma e assegnato ai presenti il compito di guida. Non è tanto importante la prestazione sportiva, quanto l’essere riusciti a stare insieme correndo o camminando. La cordicella univa atleta e guida, in una simbolica unione per condividere fatica, ma anche gioia lungo lo sterrato del Parco degli Acquedotti, ove diversi romani erano lì per una passeggiata prima del pasto serale. E, assieme ai podisti, il simpatico cane guida fa sperimentare la preziosità dell’animale quali aiuto alle persone con disabilità. La presidente romana del gruppo è Ada Ammirata. Ella con il suo fido cane accanto ha reso noto che i prossimi incontri saranno a cadenza mensile.

Vincenzo Fargione: La difficoltà più grande è prendere coscienza degli anni che passano

Matteo SIMONE 
 

Bisogna farsene una ragione, gli anni passano, i treni passano, importante sintonizzarsi momento per momento su quello che c’è ora, su quello che si può fare ora, su ciò che piace al momento attuale ed è possibile in base alle nostre capacità che si possono sempre sviluppare con diverse modalità, senza trascurarne alcuna.

Di seguito Vincenzo (G.S. Bancari romani) ci racconta la sua esperienza ed il suo passaggio da sedentario autista a podista determinato e resiliente.

Franco Varesio: Le emozioni più belle? Ultra Trail Mont Blanc 2007 e Ironman Zurich 2010


Più è intensa l’attività fisica, più le competizioni sono prolungate nel tempo, più si tratta di sport di endurance e più le esperienze sono intense, ricche di emozioni. E’ l’esperienza di molti atleti di endurance, ultrarunnner, ironman, di seguito l’esperienza raccontata da Franco Varesio: Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo?Sempre un comune sportivo o meglio un grandissimo appassionato di sport.” Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport mi rilassa e mi diverte moltissimo, anche perché condivido questa passione con amici goliardici.


Ebbene sì, lo sport anche se può sembrare duro, pesante, stancante, diverte tanto se hai passione e diverte condividere la passione e gli aneddoti con gli amici che si trovano a sperimentare esperienze simili, di fatica, di crisi, di riuscita, aneddoti vari, visioni ma anche esperienze di finisher: Come hai scelto il tuo sport?La corsa per praticità, basta poco tempo per allenarsi, lo sci e il triathlon mi piacciono ancora di più ma praticarli richiede molto più tempo.”

martedì 2 agosto 2016

Gara della vita: campionati nazionali Giochi della Gioventù di “orienteering”



 

Le gare indimenticabili non sono solo quelle dove si vince, si sale sul podio o si ottiene la miglior prestazione; le gare indimenticabili sono anche quelle dove sperimenti la sconfitta ma ti rialzi continuando ad allenarti, ad andare avanti, allenandoti con metodo, con passione, impegno e determinazione. Di seguito l’esperienza di un atleta di pallanuoto.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sicuramente si, soprattutto per migliorare la propria consapevolezza nonché attitudine alla sana competizione sportiva.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato dai primi anni adolescenziali a praticare molteplici sport fino a sceglierne uno/due sui quali mi sono concentrato per ottenere le massime performance.”

Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si mi è capitato durante il liceo, soprattutto negli ultimi anni di scuola a causa di un allenamento agonistico di pallanuoto troppo impegnativo nei tempi.”

Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Sicuramente una stabilità nonché serenità familiare compensata anche dagli ottimi risultati sia nello sport che nello studio.”

ISTINTO O RAZIOCINIO? COME IMPOSTARE LA TABELLA DI ALLENAMENTO


STEFANO SEVERONI
 

 
  Probabilmente vi sarà capitato d’incontrare qualche atleta in un campo di atletica leggera, parco, villa, strada, ecc., concentrato a svolgere il proprio allenamento. Forse vi sarete chiesti se egli stava seguendo una tabella di allenamento oppure si affidava all’improvvisazione.

   Cercherò di analizzare come dev’essere impostata una tabella di allenamento in modo che sia funzionale all’atleta e alle distanze di gara cui intende partecipare. Agire d’istinto non è sempre sufficiente, affinché l’atleta possa rendere al meglio e preservarsi dagli infortuni.

   ETÀ Diverso è il caso di un adolescente da quello di un ultra quarantenne. Bisognerà considerare se l’atleta ha o meno alle spalle una preparazione atletica di base, magari pure in attività sportive differenti dalla corsa. In Italia si difetta di cultura sportiva, con la presenza di una vera e propria “cultura del pallone”. L’educazione fisica a scuola aiuta in modo relativo alla crescita della persona a livello fisico e anche mentale. Molto possono fare i genitori, ma spesso questi non possiedono le coordinate per sapere orientare razionalmente il proprio figlio/a.

   PESO CORPOREO Anche questo è un fattore importante da tenere in considerazione. Bisogna pensare, che con l’attività atletica il fisico acquista muscoli e perde grasso. Per chi è sovrappeso o addirittura obeso, l’allenamento inizialmente non prevederà un eccessivo chilometraggio, per non gravare su articolazioni, sollecitate oltremisura nel gesto motorio. La gradualità anche qui è principio cardine.

 

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