lunedì 31 ottobre 2016

Luis Hernando (ESP) e Caroline Chaverot (FRA), Campioni del Mondo Trail 2016



Si sono svolti sabato 29 ottobre i Campionati Mondiali di Ultra Trail, al parco nazionale di Peneda-Geres (Portogallo), 85 km e 4800 metri di dislivello.

In questo sport considerato anche estremo e non alla portata di tutti, bisogna essere cauti, è importante essere in contatto con il proprio corpo, le sensazioni corporee, ed è importante approcciarsi con umiltà e gradualità, monitorarsi.
La Francia ottiene il titolo individuale femminile per merito della fortissima Caroline Chaverot che impiega 9h39'40" e i titoli a squadra maschile e femminile, inoltre riesce a piazzare sul secondo e terzo gradino del podio maschile Nicolas Martin e il campione uscente Sylvain Court.

Flora Alicino: Correre significa volersi bene, mi fa sentire libera


Fare qualcosa sperimentando piacere significa volersi bene, non si tratta di sacrifici o fatica ma farsi delle coccole, fare qualcosa per se stessi, sentirsi liberi di fare sport, di correre in particolare, di sperimentare un senso di libertà.
Di seguito, Flora racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande: Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni, pregara, gara, post gara? Correre significa volersi bene, dedicare del tempo a se stessi, correre mi fa sentire libera.” 
Lo sport diventa una medicina naturale per il corpo e per l’anima, si tratta di volersi bene facendo sport ed accorgersi di apprezzarsi per quello che si riesce a fare e come ci si trasformi anche dal punto di vista estetico, condividendo l’esperienza sportiva con altri amici e possibilmente a contatto con la natura, all’aria aperta: Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta?Ho iniziato per gioco, mi hanno coinvolta degli amici, ma mi sono presto appassionata.”

Corri per il verde con Atletica la sbarra, Grilli runners e Achilles International




 

Il 6 novembre c’è la prima tappa della 45^ edizione di Corri per il Verde, e si svolgerà presso la Riserva Naturale della Valle dell'Aniene.

Dal 1971 la Corri per il Verde vuole far conoscere a migliaia di podisti di tutte le età angoli nascosti, bellezze e ricchezze della città, riaffermando il diritto a vivere gli spazi verdi, difendendoli utilizzando lo sport per tutte e per tutti come strumento per vivere meglio, per crescere meglio, permettendo ai tanti atleti adulti e ragazzi accompagnati anche da famiglie ed amici, di conoscere le aree verdi della Capitale.

Nelle precedenti due edizioni 2014 e 2015, la Squadra Maschile dell’Atletica La Sbarra si è salito sul gradino più basso del podio classificandosi al terzo posto dietro la società Scavo 2000 e davanti a Rifondazione Podistica, riuscendo a ben figurare anche per quanto riguarda la squadra femminile, che diventa sempre più numerosa e competitiva.

Quest’anno l’atletica La Sbarra si allea con i Grilli runners ed insieme condivideranno le esperienze di gare nelle tappe della corri per il verde, come di consueto alcuni di loro faranno da guida agli atleti con disabilità visiva uomini e donne portando avanti il progetto Achilles International portato a Roma da Ada Nardin e la cui sezione Romana è presieduta da Ada Maria Ammirata che è una runner non vedente che ha già sperimentato non solo la corsa in pista e su strada ma anche l’ebbrezza della corsa campestre con tutte le estreme difficoltà.

Silvio Trivelloni, maratoneta: Credere nei propri mezzi soprattutto mentali


Silvio non sottovaluta l’aspetto mentale, fa parte del suo allenamento quotidiano ed è la marcia in più per essere campione nello sport e nella vita.

Silvio Trivelloni sceglie l’Atletica Leggera alla scuola media e poi diventa un Atleta del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare.
Di seguito riporta la sua esperienza ed il suo pensiero sportivo, nonché la forte passione per lo sport con tutti gli insegnamenti che ne derivano.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi sono sentito un po’ ‘Campione’ quando ho ottenuto dei buoni piazzamenti nelle maratone di 42km (Firenze 1998, 5° assoluto e primo italiano 2h19’ - Venezia 2005, 2h16’57” e altre maratone).
Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano?Le principali difficoltà sono l’avere costanza, tenacia, non mollare mai ed avere la convinzione di credere nei propri mezzi soprattutto mentali.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Le motivazioni che trovo nello sport dopo quasi 30 anni di agonismo, sono nel benessere fisico che dà in particolare la corsa e la convinzione che in una buona mente c’è anche un buon fisico per migliori prestazioni.”

sabato 29 ottobre 2016

Giuliano Cavallo, ultrarunner: scoprire dove si arriva con la testa/mente!



Psicologo, Psicoterapeuta

 

Il 29 ottobre alle 05.30 c’è stato lo start della gara di 85km con 4.500 metri di dislivello valida come Campionato Mondiale di Trail. Il percorso di gara è all’interno del Parco Nazionale Peneda-Geres in Portogallo.

Gli azzurri impengati in questa dura prova sono le donne: Borzani Lisa, Follador Cristiana, Morbelli Simona, Mustat Lara, Olivieri Virginia e gli uomini: Carrara Luca, Cavallo Giuliano, Ornati Giulio, Piazza Georg, Salvetti Carlo.

Nel 2015 ad Annecy l’Italia ha conquistato il bronzo a squadra donne mentre la squadra maschile si è classificata al quinto posto .

Ecco come si racconta Cavallo Giuliano in un intervista che risale a giugno di un anno fa.

Ti puoi definire ultramaratoneta? “Si (anche se adoro tanto correre in mezzo alla natura).”

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Correre distanze fuori dalla portata di tutti!”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Avvicinandosi ogni anno a distanze sempre piu lunghe.”

venerdì 28 ottobre 2016

Aurelia, vincitrice delle ultra maratone premio IUTA 2015



Psicologo, Psicoterapeuta

 

La vincitrice delle ultra maratone premio IUTA 2015, si tratta di un’intervista di più di un anno fa, nel frattempo Aurelia ha fatto tanta esperienza, tantissime gare lunghissime e durissime comprese la nove colli running di 202,4km portata a termine dignitosamente, una partecipazione alla spartathlon non conclusa, gara durissima di 246km da Sparta ad Atene, ed anche ultratrail, ha avuto anche degli infortuni, insomma tanta esperienza e tante scoperte, tante amicizie.

Aurelia ha scoperto anche il mondo degli atleti con disabilità visiva del progetto Achilles International che si allenano con la società Atletica La Sbarra e si è sperimentata come guida sia in allenametno che in gara in occasione della Maratonina della Rustica, a disposizione degli altri ma arricchendosi con l’esperienza fatta.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Per me essere una ultramaratoneta vuole dire esere grande, forte.”

Qual è stato il tuo percorso per  diventare un ultramaratoneta? “Il mio percorso è stato molto, molto duro e vedendo che posso lottare con me stessa mi dà tanta forza.”

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “La grande passione che ho per la corsa e la mia grande volontà per correre.”

giovedì 27 ottobre 2016

L'uomo dei podi (Riflessioni psicologiche su un atleta vincente)

Matteo SIMONE

Co-Autori 
Matteo Simone, Antonello Vargiu. Aracne editrice, ISBN 978-88-548-9444-0.

Stralcio prefazione del Prof. Marco Guicciardi
La lettura del testo di Simone e Vargiu ha stimolato in me due riflessioni. La prima ha a che fare con la vividezza dei ricordi, la ricchezza delle sensazioni e il pulsare dei pensieri che accompagnano le salite, i cambi di direzione, i sorpassi e i traguardi del nostro atleta.
Tonara, Orroli, Pula, Bultei, San Gavino, Capoterra, Alà dei Sardi non sono solo luoghi geografici, insediamenti abitativi della nostra stupenda isola, ma sentieri, selciati, dirupi dove si odono il calpestio dei piedi, le urla di incitamento dei tifosi, l’odore acro del sudore e dove si scorge un pennacchio di fumo, frutto della legna appena accesa per il successivo ristoro.

mercoledì 26 ottobre 2016

Eleonora Bazzoni, runner: ho subito capito che potevo vincere la gara




 

Lo sport, un mondo meraviglioso che tutti dovrebbero provare, allena fisico, cuore e mente. Fortifica il carattere. Ti fa star bene, sviluppa autoconsapevolezza, autoefficacia e resilienza. Di seguito l’esperienza di una grande campionessa, Eleonora Bazzoni.

Come hai scelto di fare la mezza di Bergamo? “Un po’ per caso, era dalla stramilano che non correvo una mezza ed avendo aumentato un po’ il chilometraggio per la preparazione della maratona avevo voglia di correre una mezza. Quel week end abbiamo seguito alcune atlete ai i campionati italiani di società a Cinisello ed essendo Bergamo vicino ne ho approfittato per correre una gara competitiva e molto partecipata.”

Quando hai capito che potevi vincere la gara? “Ho gestito la gara in modo molto prudente, essendo la prima parte in discesa ho cercato di non lasciarmi andare troppo e invece aumentare il ritmo nella seconda metà ricca di falsi piani. Da metà gara ho iniziato ad incrementare il ritmo e rimontare sulle donne che avevo avanti, piano piano mi avvicinavo alla keniana in crisi. Una volta raggiunta, lei non ha reagito e ho subito capito che potevo vincere la gara, le sensazioni erano ottime.”

 
Troppo forte Eleonora, capace di battere anche atlete del continente Africano.

Come, quando e perché hai deciso di alzare l'asticella con la maratona e come la scelta di Venezia? “Tutto ebbe inizio alla Volaciampino, quando purtroppo un atleta involontariamente mi fece cadere, accusai un brutto colpo alle ginocchia, stavo preparando i campionati italiani di 10000m, ma settimana dopo settimana non riuscivo a correre serena, le ginocchia erano doloranti, ce la misi tutta ugualmente ma la gara non andò nel verso giusto, per me fu una bella delusione. Forse a causa di questa, dei dolori e dei diversi impegni lavorativi decisi di riposarmi per qualche settimana… avevo bisogno di staccare la spina. Ma si sa, un amante della corsa non può staccare la spina per troppo tempo! Avevo bisogno di un obiettivo nuovo, stimolante, di un emozione mai provata personalmente ma sempre ascoltata da altri (persino dai miei atleti), in accordo con il mio allenatore decidemmo di preparare la mia prima maratona. Già solo pronunciare il nome mi emozionava, sembrava un qualcosa più grande di me, ma volevo viverla anch’io ed avere la mia esperienza personale.”

 

Gli infortuni si mettono in conto ed è importante essere disposti a fermarsi un po’, oppure a rallentare i ritmi. La motivazione, la passione, il bisogno spinge la persona a raggiungere un obiettivo nella vita o nello sport. Per attivarsi ed impegnarsi, l’obiettivo dovrebbe essere sfidante e difficile ma raggiungibile, non impossibile.

La maratona, un obiettivo che va maturando nel corso degli anni. Ci si arriva a step, è importante la gradualità, l’impegno, l’adattamento progressivo. Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare. E’ importante considerare la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la preparazione mentale.

La preparazione per la maratona richiede un impegno notevole di tempo e di fatica fisica. Preparare una maratona diventa un investimento di energie fisiche e di tempo finalizzati alla miglior resa nel giorno della competizione.

La preparazione va programmata con la massima accuratezza considerando il proprio potenziale atletico relativo alle precedenti competizioni e ai precedenti programmi di allenamento. Va considerato il periodo di preparazione, estivo, invernale per poter programmare le uscite di allenamento più lunghe o più faticose.

È auspicabile stilare un programma di massima di allenamento che comprenda alcuni test importanti di allenamento o di gara, per valutare il grado di preparazione e in modo da capire i ritmi da poter sostenere nella competizione-obiettivo.

Una volta fissato l’obiettivo-maratona, è importante per l’atleta prestare attenzione ai suoi allenamenti, alle sue sensazioni, è importante sapersi ascoltare, capire quando e quanto fatica, come fatica, come è la sua respirazione, come sente le sue gambe, è importante accorgersi di ogni minimo fastidio e capire a cosa possa essere dovuto, in modo da poter intervenire in tempo e rimediare per evitare di perdere importanti sedute di allenamento e compromettere la prestazione-obiettivo.

L’atleta durante la preparazione per la maratona deve essere attento ai suoi bisogni e cercare di farli coincidere con l’obiettivo prefissato, l’atleta può avere bisogno di partecipare ad una competizione durante il periodo di preparazione, però deve essere attento a non distrarsi dall’obiettivo previsto, quindi avere un occhio orientato al presente ed uno al futuro prossimo.

Una maratona oltre ad essere una competizione atletica è un esercizio fisico prolungato nel tempo che supera le 2 ore, pertanto affrontare/sostenere questo sforzo prolungato nel tempo comporta una preparazione fisica e mentale, direi una preparazione totale dell’essere umano che comprende l’alimentazione, il corretto gesto atletico, una programmazione oculata degli allenamenti per un congruo periodo di tempo che può essere dai 2 ai 6 mesi a seconda della preparazione di base, delle caratteristiche, delle ambizioni dell’atleta.

Ma torniamo ad Eleonora Bazzoni.

Hai sperimentato il muro del maratoneta? Soddisfatta del crono? “Venezia è stata una maratona stupenda, affrontata con il sorriso dal primo all’ultimo metro, battendo il cinque ai bambini che mi porgevano la mano. Ho avuto una leggera crisi attorno al 37^ ma una volta superato il ristoro dove mi son potuta integrare ho reagito, malgrado negli ultimi km ci fossero ben 13 ponti ho perso solo circa 50 secondi rispetto alla prima metà gara. Essendo la mia prima maratona penso di averla affrontata con la testa giusta, senza eccedere in partenza e gestendo i km come previsto con il mio allenatore Fabrizio Adamo.

Soddisfattissima del crono, la maratona ti mette a nudo, mettendoti davanti tutto ciò che di buono hai seminato nella preparazione.”

Cosa cambia ora? “Ora potrò raccontare anch’io di aver partecipato alla maratona, di aver vissuto delle emozioni uniche, un esperienza personale che mi accrescerà sia come persona che come allenatrice, avendo diversi atleti maratoneti.”

Com'è per te allenare e che differenza c'è tra adulti e ragazzi? “Ormai alleno da circa una decina d’anni sia amatori che bambini, entrambi danno tante soddisfazioni e non si finisce mai di imparare.  Sono un allenatrice di 2^ livello Fidal e cerco di arricchire gli allenamenti con la mia esperienza personale, quando posso corro con i miei atleti, mi piace percepire in modo ancor più diretto le loro sensazioni, ascoltarli, capirli. Dicono che sono un allenatrice un po’ severa, ma in fondo voglio solo che raggiungano i meritati risultati percorrendo la retta via! Assieme agli amatori alleno a Tor tre teste i bambini di 5/ 10 anni della runner’s academy, una società il cui presidente è Daniele Troia. Allenare i bambini è completamente diverso, i bambini hanno bisogno di giocare, di divertirsi e non hanno bisogno di vivere le fatiche…. Per questo c’è tempo! La cosa bella è diventare un punto di riferimento per loro. L’obiettivo in entrambi i casi rimane quello di trasferire la mia passione per questo sport.”

Come invogliare adulti e bambini a fare sport? “Lo sport dà tantissimi benefici, combatte l’obesità, riduce i rischi cardiovascolari, aumenta le difese immunitarie, riduce lo stress e favorisce la socializzazione…. Direi che vale la pena provare!”

Cosa diresti ai genitori per far scegliere l'atletica per i propri figli? “L’atletica rappresenta la base da cui nascono infinite attività sulla quale si inseriscono i gesti fondamentali dell’atletica come: correre/saltare; correre/lanciare; correre/superare ostacoli. Nell’età giovanile l’approccio all’atletica non deve avere spirito troppo competitivo, i bambini devono esclusivamente divertirsi, fare amicizia e allo stesso tempo muoversi consolidando a loro insaputa gli schemi motori di base. Le misure e i tempi non contano, i bambini non sono adulti in miniatura, non vanno allenati ma vanno educati, fatti muovere e divertire.”

Com'è avere un compagno top runner? “Malgrado lui abbia 1h08’ sulla mezza, ora che ho il personale più basso di lui sulla maratona non è più top runners!!! Scherzo! Purtroppo Daniele ultimamente non riesce ad allenarsi a causa dei diversi impegni lavorativi, ma rimane sempre nel mondo della corsa, ogni pomeriggio lo si trova al campo di Tor Tre Teste ad allenare un gruppo di ragazzi/e. Stare lontani da questo mondo è difficile quando come persone come lui son cresciute a pane & atletica. Avere accanto una persona come lui per me vuol dire essere capita, condividere gioie e delusioni con una persona che sa cosa c’è dietro ad ogni soddisfazione.”

Cosa dicono di te la tua famiglia ed i tuoi amici? “La mia famiglia è orgogliosa di me, non so se il giorno della mia prima maratona ero più ansiosa io o i miei familiari. Mio padre al vedermi mi ha confessato di essersi emozionato, mia madre correva da una parte all’altra perché fremeva nel vedermi. I miei sin da piccolina son sempre stati i miei primi tifosi. Quando rientro in Sardegna mio padre non esita a seguirmi in macchina negli allenamenti più impegnativi. Avere il supporto della famiglia è molto importante per me perché mi permette di praticare in modo sereno questo sport. Non è stato difficile coltivare questa passione avendo dei genitori e un fratello amanti dell’atletica. La maggior parte dei miei amici appartengono al mondo in cui sono cresciuta, quello della corsa, quindi capiscono la mia passione, mi incoraggiano e mi danno grande carica!“

Prossimi obiettivi, sogno nel cassetto? “In realtà, ancora non ho parlato di nuovi obiettivi con il mio allenatore, ma ne parleremo presto in quanto chi si allena deve avere sempre un obiettivo, uno stimolo forte che ti porti ad allenarti nel migliore dei modi. Per me è stata un esperienza positiva, gratificante e sicuramente prima o poi ne farà un'altra!”

 

La maratona come metafora della vita, un passo alla volta, aumentando autoefficacia e sviluppando resilienza, attivando risorse interne. Le crisi come vengono così se ne vanno. La maratona oltre ad essere una prestazione sportiva agonistica è un’esperienza. Lo sport che rende felice, fa ringraziare a te stesso, a chi ti ha seguito nel lungo periodo di preparazione, a chi ti ha sostenuto in gara, fa ringraziare a qualcuno di superiore. Se riesci nello sport riesci anche nella vita ad aiutare te stesso e gli altri.

 

Matteo SIMONE

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martedì 25 ottobre 2016

Nicola Leonelli: Potevamo batterci fino all' ultimo minuto per il podio Europeo 2016


Si è svolto il Campionato Europeo in Francia di 24 h ad Albi su un circuito di 1120 metri. 

Sono saliti sul podio maschile Dan Lawson (GBR) 261.843 km, Ondrej Velicka 258.661 km (CZE) e Stephane Ruel (FRA) 257.296 km.
Sul podio a squadre salgono Francia 763,291 km, Gran Bretagna 743,269 km, Germania 720,006 km. L’Italia si classifica sesta.
Tra gli atleti Italiani, Nicola Leonelli arriva 19° con 236.27 km, è andato fortissimo la prima parte della gara, era terzo dalla settima alla nona ora; Rovera Paolo 23° con 229.458 km, Paoletti Nerino 29° con 216.434 km, Zambon Andrea 53° con 197.384 km, Ciattaglia Diego 64° con 188.536 km.
Ho fatto alcune domande a Nico e riporto di seguito le sue risposte.
Ciao Nico sei andato fortissimo verso la sesta ora, volevi salire sul podio? Fare il record Italiano?Sono partito per cercare di migliorare un po’ il mio personale e quindi collaborare per vincere la medaglia di bronzo a squadra, (le prime due posizioni erano scontate sin dall' inizio). 

L'atletica sarà promossa a scuola ma anche in luoghi frequentati dalle famiglie



Presentato al Miur il nuovo progetto Generazione atletica che promuove valori e stili vita corretti. L’obiettivo è la promozione dell’attività fisica tra gli studenti degli istituti secondari di primo grado e alle loro famiglie, ma anche promuovere benessere attraverso corretti stili di vita che prevedano un'alimentazione equilibrata, il rispetto di se stessi, delle regole e del prossimo.
Il progetto interesserà 500 classi in 14 città italiane (Ancona, Bari, Bergamo, Brescia, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pescara, Piacenza, Roma, Torino e Verona), prevede fasi di studio, di competizioni e ludiche. Il progetto si svilupperà nel 2017 declinandosi in tre fasi.
Il progetto prevede una prima fase educational: in classe con la realizzazione di elaborati (video, racconto, articolo di giornale o reportage fotografico) su tre temi incentrati sul valore dell'atleta, il valore del team e i colori dell'alimentazione.
La seconda fase competitiva: attraverso sfide di velocità, lanci e salti che si svolgeranno negli impianti d'atletica sul territorio individuati dalla Fidal.
La terza fase ludica: nei Commerciali Auchan e IperSimply, dove si potranno organizzare giochi e sfide coinvolgendo i giovani e le famiglie, sportivi e non, all’insegna del divertimento.
Le scuole avranno tempo fino al prossimo 23 dicembre per iscriversi al progetto, ricevendo un poster per ogni classe partecipante e flyer per gli studenti. Già 230 classi aderenti ad apertura delle iscrizioni, gli istituti che iscriveranno almeno tre classi riceveranno un kit di attrezzature sportive e avranno la collaborazione di tecnici delle società FIDAL del territorio (individuati grazie al supporto dei Comitati Regionali) per affiancare l'insegnante. Informazioni alla mail segreteriagenerazioneatletica@fidal.it

domenica 23 ottobre 2016

Dan Lawson (GBR) e Maria Jannson (SWE) vincitori Campionato Europeo 24 h




 

24 ore di corsa a piedi su strada di giorno, di sera, di notte, su un circuito di 1120 metri, si corre con le gambe, ma ci vuole tanta testa per continuare, andare avanti e non mollare, bisogna sapere quanto si vale per non bruciarsi le prime ore, bisogna saper stare da soli, ascoltarsi, osservarsi. Si è svolto il campionato Europeo in Francia ad Albi!

Alla vigilia del Campionato Europeo di corsa a piedi su strada di 24 ore su un circuito di 1120 metri, i favoriti erano Aleksandr Sorokin (LTU) e Maria Jansson (SWE) con un record personale rispettivamente di 260,491 km e 242,686 km, ma solo la Svedese Maria Jansson ha rispettato il pronostico arrivando prima delle donne e stabilendo il nuovo RECORD svedese ed europeo con circa 250.647 km, bella condotta di gara, molto paziente, passa in testa solo a metà gara per rimanerci fino alla fine.
La segue Patrycja Bereznowska (POL) che con 241.633 km stabilisce il nuovo record POLACCO con una eccezionale condotta di gara attendista ed in progresione, fino alla sesta ora transita tra le prime 40 atlete, la settima ora aumenta il ritmo e transita al 26° posto, ottava ora transita in 19° posizione, e continua ad aumentare il ritmo fino a transitare seconda alla 16^ ora e riesce a mantenere la posizione fino alla fine.
Mentre sale sul gradino più basso del podio la connazionale Agata Matejczuk (POL) con 232.285 km, anche lei come la connnazionale ha una condotta di gara paziente ed in progressione, transita nelle prime 40 posizioni le prime quattro ore di gara e poi man mano aumenta transitando 31^ alla 5^ e 6^ ora, aumenta ancora il ritmo e transita 24^ alla 7^ e 8^ ora, ed a ogni ora che passa quandagna un paio di posizione fino alla 19^ ora dove conquista la terza posizione e la difende fino al termine della gara.

sabato 22 ottobre 2016

In Francia, ad Albi, il Campionato Europeo 2016 ultramaratona 24h


Il 22 ottobre 2016, in Francia, ad Albi, ore 10.00 partenza Campionato Europeo 24h corsa a piedi su strada, su circuito di 1120m metri. 180 sono i corridori iscritti in rappresentanza di 24 paesi.


In assenza del campione in carica, il tedesco Florian Reus vincitore lo scorso anno a Torino, sulla carta il favorito in campo maschile è Bela Mazur (HUN) è il top runner con un personale di 247,040 km, i due principali suoi avversari sembrano essere Zoltan Csecsei (HUN) e Dietmar Korntner (AUT) con record personali rispettivamente di 243,460 km e 243.068km. 

Eligio Lomuscio: La mia amica Angela Gargano mi ha introdotto nel fantastico mondo delle corse


Eligio Lomuscio, grande uomo di sport, nominato senatore della maratona di Roma per averle corse tutte dal 1995 al 2016 ed ancora intenzionato a correrla ogni anno. 

Ho avuto modo di conoscerlo in occasione di un gemellaggio di camminatori Manfredonia Barletta, si racconta attraverso la seguente intervista.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, all'arrivo della 21^ maratona di Roma quando prima dell'arrivo sono stato raggiunto dal grande Giorgio Calcaterra che aveva fatto per ben 2 volte la maratona. Ci furono grandi festeggiamenti per Giorgio che aveva fatto 2 maratone di seguito e per me che ero riuscito a portare a termine ancora una volta la 21^ maratona di Roma, da ricordare che io, insieme ad altri 30 atleti siamo stati nominati Senatori della Maratona di Roma per aver portato a termine tutte le edizioni della maratona di Roma.”

giovedì 20 ottobre 2016

Giorgio Di Maggio: Far muovere chi ancora non lo fa è l'obiettivo del gruppo 365 giorni di sport

Psicologo, Psicoterapeuta

Io faccio sport perché ho scoperto questo stile di vita salutare per il fisico, la mente e il cuore. Sentire il corpo, la fatica, raggiungere piccoli obiettivi. Stare con gente, conoscere luoghi e persone. Nuove relazioni. Per benessere e prevenzione. Una sorta di pillole di esercizio fisico a costo zero per prevenire tristezza, insoddisfazione, per agevolare metabolismo, aumentare autoefficacia, ma tutto con gradualità senza fretta rispettando i propri tempi e ritmi e il proprio corpo.

Gianluca Taverna: A 25 anni ho battuto gente molto più in forma di me usando la testa



A volte è la testa che spinge il fisico, puoi essere fisicamente aitante e forte quanto vuoi ma se non ci metti la testa non vai da nessuna parte, il corpo si rifiuta. La testa può convincere te stesso ed il corpo che se vuoi puoi, la testa può far credere te stesso delle tue capacità e quindi farti impegnarti per raggiungere gli obiettivi prefissati in modo da trasformare i sogni in realtà.

Per essere performanti e sperimentare successo non basta il fisico ma anche una grande forza mentale, di seguito Gianluca ci racconta la sua esperienza di atleta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Mi è sempre piaciuto lo sport e ne faccio molto da oltre 15 anni, ma 5 anni fa ho deciso di provare a spingere un po’ di più di quanto avessi fatto fino a quel momento è ho iniziato a praticare sport a livello agonistico.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No, ma ho dovuto rallentare molto, ed in alcuni momenti anche abbandonare, per la nascita delle mie figlie e i loro primi anni.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “I fattori che contribuiscono maggiormente sono quelli psicologici, cioè il pormi degli obiettivi e raggiungerli. La motivazione nasce da questo e spinge il fisico.”

mercoledì 19 ottobre 2016

Flora Alicino: La mia prima maratona, la prima sfida che ho vinto con me stessa


Lo sport aggrega, rende felici, ti permette di prenderti cura di te stesso, di sperimentare benessere, e di raggiungere gradualmente obiettivi importanti come portare a termine una maratona di corsa a piedi.
Di seguito, Flora racconta la sua esperienza di atleta: Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, per il solo fatto di essere riuscita a concludere una gara, a prescindere dal risultato."

martedì 18 ottobre 2016

Meccanismi psicologici che aiutano nello sport

Matteo SIMONE

Non si inventa niente, per riuscire bisogna applicarsi, impegnarsi, essere costanti, determinati, credere in se stessi, affidarsi ad un bravo allenatore e nel caso anche nutrizionista o psicologo dello sport. 

In gare estreme non si inventa niente. Importante la preparazione comprensiva di tutti gli aspetti, non solo fisica. Sulla linea di partenza devi avere la coscienza a posto, lo spiega anche Dean Karnazes nel suo libro Ultramarathon Man"...quando sei alla linea di partenza di una qualche gara estrema, psicologicamente aiuta sapere di non aver trascurato la preparazione".

Molti atleti riportano l’utilità dello psicologo in caso di infortuni

Matteo SIMONE

Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, tecnici, dirigenti. Lo sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto, possono capitare infortuni, sconfitte, risultati che non vengono, incomprensioni con altri atleti della stessa squadra, con l’allenatore, con i dirigenti. 

Lo psicologo dello sport può lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle risorse, sull’autoefficacia, sulla resilienza. Lo stato di forma va e viene; con l’impegno, la passione e la determinazione si riesce a stare in forma il più a lungo possibile cercando di durare fino all’obiettivo ambito, così come anche le crisi vanno e vengono e si può cercare di essere pazienti, fiduciosi, rimodulare lievemente gli obiettivi per rifarsi in momenti migliori.

venerdì 14 ottobre 2016

Carlos Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro

Matteo Simone 

Recensione critica Prof. Isa Magli
Il lavoro affrontato con acume d’ingegno, con sottile perspicacia e con intento didattico-sperimentale-filosofico, dà adito ad approfondimenti e a percorsi culturali di grande caratura, poiché fa conoscere il mondo degli sciamani e le loro concezioni filosofiche e terapeutiche della vita.
Attraverso la descrizione dell’apprendistato di CASTANEDA al cospetto di don Juan per la realizzazione della sua tesi in antropologia, l’autore rivela come i saperi prendono vita a seconda delle potenzialità e delle valenze di chi li comprende al di là del TONAL, isola felice ma limitatamente dal momento che non è evidente il NAGUAL, spazio irrazionale.
Sono spiegati i metodi, non quelli accademici occidentali, ma quelli che gli hanno aperto strade non usuali nell’esperienza e nella consapevolezza su se stesso e sull’universo intorno.
Lo stile è lineare, anche se in alcuni punti diviene articolato poiché si tratta di argomenti psicologici e poco accessibili ai lettori di livello culturale non elevato.
I concetti, se approfonditi con una certa imperturbabilità, hanno un valore dottrinario, incommensurabile perché sono stilati con compostezza e con ragionevolezza.

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