venerdì 28 ottobre 2016

Aurelia, vincitrice delle ultra maratone premio IUTA 2015



Psicologo, Psicoterapeuta

 

La vincitrice delle ultra maratone premio IUTA 2015, si tratta di un’intervista di più di un anno fa, nel frattempo Aurelia ha fatto tanta esperienza, tantissime gare lunghissime e durissime comprese la nove colli running di 202,4km portata a termine dignitosamente, una partecipazione alla spartathlon non conclusa, gara durissima di 246km da Sparta ad Atene, ed anche ultratrail, ha avuto anche degli infortuni, insomma tanta esperienza e tante scoperte, tante amicizie.

Aurelia ha scoperto anche il mondo degli atleti con disabilità visiva del progetto Achilles International che si allenano con la società Atletica La Sbarra e si è sperimentata come guida sia in allenametno che in gara in occasione della Maratonina della Rustica, a disposizione degli altri ma arricchendosi con l’esperienza fatta.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Per me essere una ultramaratoneta vuole dire esere grande, forte.”

Qual è stato il tuo percorso per  diventare un ultramaratoneta? “Il mio percorso è stato molto, molto duro e vedendo che posso lottare con me stessa mi dà tanta forza.”

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “La grande passione che ho per la corsa e la mia grande volontà per correre.”

Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “Non penso mai di smettere e prego sempre, anche quando corro, di avere la forza di continuare questa grande passione.”

Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Per fortuna fino adesso non ho mai avuto infortuni e se mi succedesse qualche cosa di brutto non smetterò mai di essere una ultramaratoneta, magari andrò più piano in gara però non penso mai di mollare.”

Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta? “La forza e la grande passione che ho per la corsa mi fa continuare ad essere una ultramaratoneta.”

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si lo sperimento in gara sempre.”

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “La buona preparazione psicologica e fisica.”

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? “La prima, il passatore però andata pure bene 12h e 22’.

Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? “vorrei provare tutti le gare. Se ci sarà una dura che non potrò finirla per qualche motivo, riproverò riproverò fino a che ci riuscirò perché non c’è niente più forte del mio cervello, avrò tanta pazienza per riprovare.”

C’è una gara estremi che non faresti mai? “Bisogna provarla per dirlo.”

Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “Mi spinge ad andare avanti, fuori dei miei limiti, la voglia di migliorare.”

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme? “Sono molto contenti i miei figli di quello che faccio e quando parto per fare una ultra gli dico sempre, correrò per i miei figli perché loro mi danno tanta forza. Amici sono quelli che condivido le grandi emozioni della corsa perché corrono anche loro.”

Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “Partecipare a una ultra dura per me vuol dire sfidare un altra volta me stessa.”

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “In ogni ultra che faccio scopro una cosa nuova di me, è come se forse dentro di me c’è un’altra personalità che è ancora da scoprire che conosco poco di lei.”

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “La mia vita famigliare è cambiata positivamente, al lavoro tutti hanno un grande rispetto per tutto quello che faccio, dopo un’ultra condivido le emozioni anche con le famiglie dove lavoro.”

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Se potessi tornare indietro correrei ogni giorno, mi rendo conto di tutto quello che ho perso. Corro da poco, da 3 anni.”

Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “Uso solo barrete per darmi un po’ di energia.”

Tra le sue ultime prestazione, la 12 ore di Reggio Emilia dove ha totalizzzato 106 km, la 24 ore di Pantano, seconda clasificata con 172 km. La 12 ore nel parco dele cascine, 106 km e 100 m.

Se vuoi raggiungere il tuo obiettivo, ORA è il momento di agire, di passare all'azione, non rimandare, segui l'esempio di campioni resilienti e determinati come Aurelia Vlaicu che non teme pioggia, freddo e sonno, come ha dimostrato alla Nove colli running.

 


Psicologo, Psicoterapeuta

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