venerdì 29 dicembre 2017

Michele Fiale La gara del mio cuore nel 2007 la maratona di New York

Matteo Simone 

Lo sport permette di sperimentare sensazioni ed emozioni uniche e ricche, permette di incontrare persone, culture e mondi, permette di scoprire valori, pianificare obiettivi e mete per prendere direzioni e cercare di trasformare sempre più sogni in realtà.

Di seguito una interessante mia intervista a Michele Fiale, 41 anni, diploma di Ragioniere, podista dirigente della Asd Gargano 2000.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? "Nella mia vita non mi sono mai sentito un Campione però devo ammettere che in qualche gara mi sono sentito pienamente soddisfatto di come stavo procedendo e in una gara in particolare una 10 km a Margherita di Savoia nel 2016 mi sono complimentato con me stesso quando all'8° km ho superato un gruppo di ragazzi 18enni o 20enni e io 40enne che dicevo tra me e me scherzando: bravo Michele a 40 anni mantieni ancora i colpi."

sabato 23 dicembre 2017

Paolo Bravi, ultrarunner: Sono appassionato per la corsa, senza non ci so stare



L’insieme degli ingredienti fa di una persona il campione, non è solo il talento, ma anche tanto duro lavoro senza trascurare nessuno aspetto e nessuno dettaglio. 

Fattori importanti sono l’allenamento fisico, l’aspetto mentale, la preparazione nutrizionale e tanta autoprotezione e coccole che consistono nei recuperi, massaggi, fisioterapia e l’affetto di persone care che fanno il tifo per te in ogni caso senza pretese, senza pressioni.

venerdì 22 dicembre 2017

Omar Atzori: Pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

La passione e la pratica per lo sport e la psicologia mi portano sempre più a conoscere atleti e ad approfondire gli aspetti che gli procurano benessere e che conducono anche alla performance. 

Ora sono focalizzato su un libro dal titolo Sport, benessere e performance, pertanto attraverso questionari ricevo risposte da atleti che trasmettono il loro mondo di intendere lo sport, di seguito il vissuto sportivo di Omar Atzori.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, quando mio figlio per la prima volta mi ha aspettato al traguardo di una maratona ed ha tagliato il traguardo con me mano nella mano. Lo sport è vita.”

Lo sport è vita, ti fa sentire l’intensità e l’essenza della vita, soprattutto quando è partecipato anche da persone a cui si vuole bene.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Il mio Prof. di Educazione fisica Carlo Sansone ha visto in me delle qualità, oltre a farmi partecipare alle gare scolastiche mi portò al campo sportivo. La mia passione per il salto in lungo è durata per anni, ma amavo sperimentarmi e mettermi in gioco su più specialità, cimentandomi spesso in gara di decathlon. Poi un’operazione al ginocchio mi ha costretto ad abbandonarlo. Ho chiuso la mia carriera in pista con i 400hs. Ora pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra. E’ un viaggio introspettivo meraviglioso.”

Filippo Poponesi: Questa gara ha ulteriormente accresciuto la mia autostima


Filippo Poponesi si presenta tra i partenti alla corsa a piedi di 490 km, con partenza a da Atene arrivo a Sparta e ritorno ad Atene (ASA), esperto di corse di lunga distanze e non solo la porta a termine ma arriva primo degli italiani e 5° assoluto.
Lo start dell’ASA c’è stato sabato mattina 18 novembre alle 07.00 (ora italiana 06.00) e Filippo ci ha impiegato quasi 4 giorni, il tempo massimo era di 104 ore. Ora Filippo che giorno per giorno prende sempre più consapevolezza di quello che ha fatto ha risposto ad alcune mie domande che ci permettono di approfondire la conoscenza di questo mondo degli ultrarunner, defiiito bizzarro, masochistico, resiliente, sorprendente e anche divertente.

Libro "Sport, benessere e performance"

Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta

Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva, per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti, partecipare a competizioni. 

Attraverso questionari ho raccolto il punto di vista di atleti comuni e campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance. Occupandomi di psicologia dello sport, è importante, oltre allo studio e alla formazione accademica, confrontarsi con gli atleti per conoscere il loro punto di vista, le motivazioni, il benessere o le difficolta ch’essi sperimentano praticando sport, eventuali rischi. 

giovedì 21 dicembre 2017

Francesco Cannito, conduttore di treni a rotaie ma anche di treni dello Sport

Matteo Simone 


Nelle gare si è sempre più formali con regole e il rischio è un abbandono dello sport perché diventa facile incorrere in squalifiche per motivi che nemmeno noi sappiamo e a volte non concepiamo.

A volte perché si spinge una carrozzina o perché incoraggi l'ultimo arrivato, o perché metti una maglia per essere simpatico, per rendere felice, per ricordare una persona, per mandare messaggi di amore e stima a qualcuno.
Conosco Francesco Cannito, persona umile felice e resiliente, conduttore non solo di treni a rotaie ma anche di treni dello Sport, conduce felicemente e resilientemente al traguardo non solo se stesso ma anche sua moglie e tanti altri vagoni di persone che attraverso lo sport si risentono vivi al mondo.

Luigi Mazzetti: Iniziai a praticare la corsa per gioco e fu amore a prima vista


Lo sport ti permette di fare esperienze uniche e ricche, prima impensabile, tanti momenti partecipativi insieme agli altri, fare sport con masse di persone, fiumi di atleti che partono insieme e lungo il percorso ognuno continua con il suo passo e la velocità più appropriata e man mano si arriva all’arrivo per indossare la medaglia e reintegrarsi con cibo e bevande e poi incontri e racconti di com’è stata l’esperienza di gare di corsa, momenti ricchi per portare a casa sempre qualcosa di importante.

Di seguito, Luigi racconta la sua esperienza da ex fumatore a maratoneta e poi anche ultramaratoneta, rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sii...Potrebbe sembrare banale come risposta ma conciliare turni di lavoro, famiglia e gli allenamenti mi fa sentire un campione tutti i giorni.

L’importanza dell’attività sportiva

Matteo Simone 

C’è sempre più consapevolezza che l’esercizio fisico è una sorta di medicinale senza effetti collaterali per prevenire malessere e per il raggiungimento di uno stato di benessere psicofisico, emotivo e relazionale.

In alcune interviste ad atleti emerge l’importanza dell’attività sportiva, esempio ne è Mauro Tomasi che racconta la sua esperienzaCosa ti fa continuare a fare sport?Per prima cosa mi piace, poi è un benessere fisico e psicologico, sono a contatto con molte persone e posso anche essere di esempio, dare un input a tanti per credere o ricredere in loro stessi. 

mercoledì 20 dicembre 2017

Avere un obiettivo e lottare per raggiungerlo facendo anche grandi sacrifici

Psicologo, Psicoterapeuta

A partire da oggi costruisci un piano per il tuo futuro, ora che c’è più consapevolezza crea un calendario per raggiungere il tuo obiettivo, buona fortuna, goditi il tuo viaggio.

Sviluppare Consapevolezza, percorso di autoconsapevolezza che possa agevolare la progressione nei sotto elencati stadi teorizzati con il modello transteoretico Di Clemente e Prochaska: fase precontemplativa, fase contemplativa, azione, mantenimento, uscita dal problema.
Nella fase precontemplativa, i soggetti non sono consapevoli o interessati alle conseguenze del proprio comportamento nocivo e quindi non esprimono alcuna intenzione di cambiare nell’immediato futuro.
Nella fase contemplativa si trovano le persone che dichiarano di aver pensato di cambiare il comportamento ma senza assumersi ancora impegni precisi verso una modifica.

martedì 19 dicembre 2017

La cosa importante è lavorare per obiettivi


La cosa importante è lavorare per obiettivi, focalizzarsi sull'obiettivo più importante e sul prossimo obiettivo. 

Cercare di fare sia un lavoro di allenamento fisico che un lavoro di allenamento mentale. Per quanto riguarda l'allenamento mentale è importante essere convinti di quello che si fa e di quello che si può riuscire a fare, importante sviluppare la propria consapevolezza corporea e delle proprie capacità e caratteristiche.
Mettersi in gioco in allenamenti e gare molto dure e impegnative. Importante essere positivi, così si riesce a faticare e superare carichi di lavoro enormi. Importante rispettare gli opportuni recuperi e riposi per ristabilire il fisco e la mente. Importante fare allenamenti di gruppo.
Nelle gare di 24 ore, per esempio, bisogna iniziare a meditare per poter superare i momenti di crisi in modo da non fermarsi, fortificarsi con lavori sul respiro, sviluppando attenzione nei confronti di se stesso e sapendo che si può superare tutto, bisogna correre momento per momento senza pensare il finale della gara.

Conosci il Gargano? Partecipa alla corsa del ringraziamento il 30 dicembre 2017


Conosci la Puglia? Il Gargano? San Giovanni Rotondo? Monte Sant’Angelo? Gli atleti del Gargano? Approfitta a prendere parte all’allenamento collettivo organizzato dalle associazioni sportive Atletica Padre Pio di San Giovanni Rotondo ed il Gruppo Podistico Montanari DOC di Monte Sant'Angelo.
Da alcuni anni è diventato una tradizione di fine anno per aggregare e unire persone e paesi. Un allenamento collettivo che coinvolge tanti lungo un percorso molto panoramico di km 24 che unisce due cittadine mete di turisti e pellegrini.

lunedì 18 dicembre 2017

Perché fare sport? Anche per conversare, per incontrarsi e confrontarsi


Perché fare sport? Anche per conversare, per incontrarsi e confrontarsi approfondendo temi ed esperienze per esempio di endurance per andare oltre ma con attenzione, per sfidare se stessi e gli altri con elevata consapevolezza delle proprie capacità e limiti, gestendo e superando eventuali muri e barriere.

Sport all'insegna del benessere e anche performance, inclusione e aggregazione, coinvolgendo sempre più persone a fare sport con propri tempi e proprie modalità.

domenica 17 dicembre 2017

MATTEO SIMONE RACCONTA LA SUA STAGIONE SPORTIVA 2017

A cura di Stefano Severoni

1)   Le gare ai cui hai partecipato, che cosa ti hanno rivelato? “Mi hanno confermato che lo sport è la metafora della vita, che si sperimenta benessere e vitalità, che si conosce sempre nuova gente e ognuno è diverso, quindi spazio a tutti. Mi hanno rivelato che bisogna metterci impegno, determinazione, convinzione e tanta passione. Mi hanno rivelato che bisogna fare tanta attenzione alle sensazioni corporee e non trascurare nulla, ogni minimo indizio va accolto e compreso, cercare di essere consapevoli il più possibile di se stessi, delle proprie possibilità e capacità e dei propri limiti. Inoltre bisogna fare tanta attenzione e non bisogna essere superficiali, bisogna documentarsi bene e consigliarsi su tanti aspetti quali alimentazione, abbigliamento, percorsi, soprattutto le gare più lunghe.”

Marco Antonio Zaragoza: Sarò in grado di affrontare sfide sempre più grandi

 

Marco Antonio Zaragoza, studente del dottorato in Scienze biochimiche dell' Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) è riuscito a realizzare un nuovo record messicano di ultra-distanza di 208,9 km per 24 ore di corsa nel Campionato del Mondo tenutosi a Belfast, in Irlanda Nord. Il precedente record nazionale era 203,7 km, di Sergio Vidal in una competizione tenutasi a Dallas, in Texas, nel 2015.

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Marco Antonio Zaragoza attraverso risposte ad alcune mie domande.

sabato 16 dicembre 2017

Maddalena Lanzilotti: La prima 24h, non pensavo di poter fare tanti km


Il mondo delle ultramaratone appare bizzarro, sorprendente, fantastico e a volte meraviglioso, si incontrano persone che si mettono in gioco partecipando a gare di lunga durata, si condivide fatica e gioia, ristori e arrivi.

Di seguito. Maddalena racconta la sua prima esperienza ad una gara di corsa della durata di 24 ore a circuito, rispondendo ad alcune mie domande.

Ciao Maddalena, che sapore ti ha lasciato questa 24 ore? Avuto problemi, criticità? “Per me era la prima 24h, mi ha lasciato sicuramente una grande soddisfazione in quanto non pensavo di poter fare tanti km. Non ho avuto problemi particolari ho gestito il tutto fin dal primo km è il mio fisico ha risposto pienamente.”

Michele Debenedictis, ultrarunner: Un sogno SPARTATHLON 2018!


Se vuoi raggiungere il tuo obiettivo, ORA è il momento di agire, di passare all’azione, non rimandare, segui l’esempio di campioni resilienti e determinati come Michele che non teme pioggia, freddo e sonno.

Di seguito, Michele racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande riportate sul mio ultimo testo “SPORT, BENESSERE e PERFORMANCE Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “È stato appunto la curiosità di vedere cosa c’era oltre quel muro.”

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Misurarmi con me stesso.”

Zagara: Il mio debutto circa 6 anni fa con il mio primo pettorale fu stupendo

A volte la vita ti mette a dura prova, ti fa incontrare problemi e ostacoli, situazioni difficili da gestire, affrontare e superare, poi succede che incontri lo sport e tutto cambia, sperimenti altri modi di essere al modo, altre modalità di sperimentare benessere, di sperimentare fatica ma anche gioie, da una parte fatica e sofferenza e dall’altra parte gioie e soddisfazioni. Così’ diventa un modo per vivere intenso e piacevole.  

Di seguito, Zagara racconta le sue esperienze di vita e di sport rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Campionessa mai né nello sport né nella vita.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato con 3 amiche, ci chiamavamo quelle delle 5.50 perché le 5.50 era l'orario che ci davamo all'alba per scendere e poi incontrarci per allenarci. Poi piano piano la corsa mi ha preso sempre più. Non uscivo con il Garmin, non sapevo neanche che fosse, ma so che a volte rientravo dopo 3 ore. Più correvo e più ero felice...sicché un amico mi invitò ad iscrivermi ad una società per poi correre la mia prima gara: la Garibaldina 19km con il passaggio sui Ponti della Valle dove ad attendere c'era l'inno di Mameli. Brividi e commozione. Il mio debutto circa 6 anni fa con il mio primo pettorale fu stupendo.”

Cosa spinge un gruppo di persone a incontrarsi per allenarsi? La voglia di evadere dalla quotidianità ordinaria, dalle mura domestiche, dalla comoda poltrona davanti alla TV, la voglia di guadagnarsi una doccia ristorativa. Lo sport ti rimette al mondo in modo diverso, da una parte ti fa faticare, da un'altra parte ti fa divertire condividendo situazioni bizzarre e particolari, si torna ragazzi senza pensieri, uno spazio e un tempo per evadere dai pensieri e situazioni pressanti, un modo per ricaricarsi.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance?I fattori: Beh la soddisfazione di mostrare a me stessa che da sola, io e le mie gambe potevamo andare ovunque. Libertà e indipendenza.”

Giuseppe Di Gioia: Ogni arrivo è il punto di partenza per il prossimo obiettivo

Matteo Simone 21163@tiscali.it 

Non bisogna mai smettere di sognare, è importante pianificare, programmare e vedersi mentalmente avanti nel tempo nel trasformare i sogni in realtà e poi impegnarsi duramente per la meta. 

Di seguito, Giuseppe Di Gioia ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Nella mia vita non mi sono sentito mai campione in quanto, per me ogni arrivo è il punto di partenza per il prossimo obiettivo, questo se da un lato può essere un male, in quanto non porta a goderti il momento, dall'altro ti da lo stimolo per ripartire.”

venerdì 15 dicembre 2017

Il 15 dicembre a Torre Spaccata: Psicologia dello Sport e non solo

Nell'ambito della manifestazione “Riusciranno i libri a salvare il mondo?” venerdì 15 dicembre alle ore 16.30 presento il mio primo libro: Psicologia dello Sport e non solo.

Lo scopo della manifestazione è quello di dimostrare l'importanza del libro nella nostra civiltà e il suo fondamentale utilizzo nella crescita e salvaguardia dell'uomo. 
Viale dei romanisti 53, presso ex mercato rionale, metro C torre spaccata.
E’ un libro divulgativo rivolto ad atleti, praticanti sport individuali o di squadra, psicologi, tecnici e staff medico di società sportive, famigliari di sportivi.
Argomenti trattati nel libro sono la psicologia dello sport, la psicoterapia della Gestalt, la psicologia dell’emergenza, l’EMDR, l’incontro con l’altro, la maratona, il doping.

Loris Cappanna, non vedente: L'emozione più forte è stata quando ho fatto il pacer

Essendo cieco totale, più che stare attento io, devono stare attente le mie guide
Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

Se si vuole si riesce a fare tante cose, importante è decidere obiettivi e mete, studiarle a tavolino e pianificare il percorso per arrivarci nel miglior modo possibile.

Fare da guida a un atleta non vedente o ipovedente è un’esperienza e un’opportunità unica e arricchente, bisogna proporsi, bisogna sperimentarsi, bisogna essere scelti per fidarsi e affidarsi.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Loris attraverso risposte ad alcune mie domande.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Lo sport mi ha dato nuovi stimoli e opportunità.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione?Essendo cieco totale, più che stare attento io, devono stare attente le mie guide, anche se devi comunque fare sempre attenzione ai rumori che ti circondano.”

giovedì 14 dicembre 2017

Luca Cagnati: Fare sport (qualsiasi) è la migliore palestra di vita


Lo sport non è tutto nella vita, ma può diventare una fetta importante, una componente importante che a volte fa da trampolino nella vita, dà le basi e le fondamenta per vivere meglio la quotidianità e anche la difficoltà soprattutto se si tratta di sport di endurance o comunque complessi dove bisogna mettere in campo non solo qualità fisiche ma anche mentali e di management di se stessi e dell’ambiente circostante, una vera e propria scuola di addestramento alla vita e a superare imprevisti, crisi, difficoltà.

Di seguito, Luca racconta la sua esperienza e le sue impressioni rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Più che campione nello sport, mi sono sentito realizzato, o felice per un risultato raggiunto, penso che essere campione nello sport ma non nella vita di tutti i giorni non sia una cosa che ti fa sentire realizzato, ci vogliono entrambe le cose.”

mercoledì 13 dicembre 2017

Riusciranno i libri a salvare il mondo? Il 15/16/17 dicembre a Torre Spaccata


Riusciranno i libri a salvare il mondo? Lo scopo della manifestazione è quello di dimostrare l'importanza del libro nella nostra civiltà e il suo fondamentale utilizzo nella crescita e salvaguardia dell'uomo. 

Viale dei romanisti 53, presso ex mercato rionale, metro C torre spaccata.
Nell'ambito della manifestazione, venerdì 15 dicembre alle ore 16.30 presento il mio primo libro: Psicologia dello Sport e non solo.
E’ un libro divulgativo rivolto ad atleti, praticanti sport individuali o di squadra, psicologi, tecnici e staff medico di società sportive, famigliari di sportivi.
Argomenti trattati nel libro sono la psicologia dello sport, la psicoterapia della Gestalt, la psicologia dell’emergenza, l’EMDR, l’incontro con l’altro, la maratona, il doping.

Luana Greco, runner: Ascolto alla lettera chi mi prepara, il mio mister

Matteo Simone

Nello sport si fatica ma poi si notano i benefici in termini di benessere individuale e di gruppo, in termini di risultati e di riuscita graduale, in termini di raggiungimento di mete e obiettivi. Importante diventa chi circonda l’atleta, una squadra che sostiene e supporta l’atleta, una famiglia che comprende le esigenze e la motivazione dell’atleta, un mister che si dedica a preparare programmi e a osservare l’atleta in allenamento e in gara e i tanti amici incontrati durante i percorsi di allenamento e anche in gara.

martedì 12 dicembre 2017

Gli allenatori e i tecnici dovrebbero sviluppare l’arte della critica


Gli allenatori e i tecnici dovrebbero sviluppare l’arte della critica, a tal proposito è interessante uno spunto di Levinson: "...consigli sull'arte della critica..: Essere specifici...dire che cosa è stato fatto bene, che cosa è stato fatto male e come si potrebbe migliorare...Essere sensibili..."

In effetti si ha a che fare con persone, si può far bene e si può far male, ma non si butta niente, tutto serve performance e fallimenti, i primi per godere ed esultare e i secondi per apprendere lungo il cammino dell’eventuale successo.

Le foto raccontato ed esprimono più delle parole la fatica del gesto sportivo

Matteo SIMONE

Le foto raccontato ed esprimono più delle parole la sofferenza e la fatica del gesto sportivo.

Dietro la sofferenza e la fatica c'è l'essenza della vita che ti distoglie dalla finta zona di confort e ti fa mettere in campo per sperimentarti e realizzare grandi cose, soprattutto per chi è in condizioni di deficit sensoriale come la vista che si deve affidare a una guida, a un Angelo che ti tuteli, che ti protegga lungo un sentiero alternativo per arrivare dove vuoi.
Ecco perché insieme è molto meglio e si possono fare grandi cose, ecco perché a volte le persone si alleano per raggiungere mete e obiettivi importanti, difficili e sfidanti ma non impossibili. 
Questo è lo sport che vogliamo, una competizione prima di tutto con se stessi per sperimentarsi e vivere pienamente e intensamente. Abbiamo bisogno anche di te per far correre ipovedenti e non vedenti perché noi siamo pochi e loro sono sempre di più perché lo sport è contagioso, parlo dello Sport che vogliamo, che aggrega e rende felici e resilienti. 

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