sabato 16 dicembre 2017

Zagara: Il mio debutto circa 6 anni fa con il mio primo pettorale fu stupendo

A volte la vita ti mette a dura prova, ti fa incontrare problemi e ostacoli, situazioni difficili da gestire, affrontare e superare, poi succede che incontri lo sport e tutto cambia, sperimenti altri modi di essere al modo, altre modalità di sperimentare benessere, di sperimentare fatica ma anche gioie, da una parte fatica e sofferenza e dall’altra parte gioie e soddisfazioni. Così’ diventa un modo per vivere intenso e piacevole.  

Di seguito, Zagara racconta le sue esperienze di vita e di sport rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Campionessa mai né nello sport né nella vita.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato con 3 amiche, ci chiamavamo quelle delle 5.50 perché le 5.50 era l'orario che ci davamo all'alba per scendere e poi incontrarci per allenarci. Poi piano piano la corsa mi ha preso sempre più. Non uscivo con il Garmin, non sapevo neanche che fosse, ma so che a volte rientravo dopo 3 ore. Più correvo e più ero felice...sicché un amico mi invitò ad iscrivermi ad una società per poi correre la mia prima gara: la Garibaldina 19km con il passaggio sui Ponti della Valle dove ad attendere c'era l'inno di Mameli. Brividi e commozione. Il mio debutto circa 6 anni fa con il mio primo pettorale fu stupendo.”

Cosa spinge un gruppo di persone a incontrarsi per allenarsi? La voglia di evadere dalla quotidianità ordinaria, dalle mura domestiche, dalla comoda poltrona davanti alla TV, la voglia di guadagnarsi una doccia ristorativa. Lo sport ti rimette al mondo in modo diverso, da una parte ti fa faticare, da un'altra parte ti fa divertire condividendo situazioni bizzarre e particolari, si torna ragazzi senza pensieri, uno spazio e un tempo per evadere dai pensieri e situazioni pressanti, un modo per ricaricarsi.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance?I fattori: Beh la soddisfazione di mostrare a me stessa che da sola, io e le mie gambe potevamo andare ovunque. Libertà e indipendenza.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? Non devo niente a nessuno. Anzi forse a Dio che 3 anni fa stava portandosi con se mia figlia...ed io ho detto: “Ma cosa hai capito” e la corsa mi dava la forza...più era dura e più io ero forte.”
Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?Sicuramente la maratona di Roma: Io arrivata al 41esimo mi sono baciata ed ho detto: ‘Nanni hai visto e ancora ne farai di strada’.”
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione che ce la puoi fare? La paura di perdere mia figlia mi ha fatto capire che io ce la potrò sempre fare.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?L'episodio più curioso è che prima per la strada gli uomini ti facevano i complimenti ora ti vogliono buttare sotto. Scherzo, tanti...uno che mi viene in mente è mio padre che mi andava cercando per non farmi correre...una donna non deve farlo. E io invece andavo e andrò per sempre finché né avrò forza.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara?Sensazioni: pre-gara: gioia di vedere gli amici,  gara parlo, rido e sbuffo Ahahah,  dopo felicità allo stato brado.”
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi prestare attenzione nel tuo sport?Difficoltà: trovare il tempo per allenarmi, far cadere ancora quei tabù che le donne devono fare le casalinghe e mamme e basta. I rischi per quanto mi riguarda sono legati all'alimentazione infatti purtroppo non ho un buon rapporto con il cibo fin da bambina. Infatti mi infortunai, mi venne la pubalgia e per me fu tragico non correre per tanti mesi. Alimentarsi bene e non esagerare negli allenamenti è fondamentale.

Bisogna lavorarci soprattutto al sud con la cultura che vuole la donna sempre a casa per prendersi cura della casa e della famiglia, ora si tratta di promuovere il benessere di ogni individuo, di pensare che ognuno ha delle passioni da coltivare, i suoi tempi, i suoi spazi al di là di una vita familiare e lavorativa, si può conciliare tutto con attenzione.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Gli infortuni li supero con la forza interiore e un equilibrio interno che ti fa dire a tutto c'è una soluzione. L'ottimismo è fondamentale.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per farli avvicinare allo sport?Lo sport è vita, i ragazzi devono avvicinarsi per avere una vita migliore in tutti sensi per affrontare con grinta e ottimismo o come dico io con il sorriso ogni avversità. Lo sport ti fa diventare un uomo migliore.”

Lo sport insegna che si può fare tutto con impegno, passione, motivazione, determinazione, tenacia, insegna che a ogni problema c’è almeno una soluzione, tocca solo trovarla con un approccio positivo, senza buttarsi giù e senza rinunciare, ma essendo pazienti e fiduciosi.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? Doping mai. Che semplicemente vince chi è un talento, chi fatica e suda, che nella vita niente e nessuno ti regala le cose facili, bisogna conquistare. Chi si dopo non è un perdente ma un debole che non crede in se stesso.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?Mio padre mi inseguiva, mio marito è diventato ex, i miei amici mi chiamano folle, i miei amici runner sono i miei amici.”

E’ stata molto dura per Zagara, ma appare abbastanza resiliente, fin’ora se l’è sempre cavata, è andata incontro ai suoi sogni, libera e felice in buona compagnia dei suoi amici runner.
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?Per infortuni si può smettere ma comunque restare nell'ambiente per trasmettere la mia passione agli altri, anche di accompagnare i vecchietti a passeggiare.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Lo psicologo è utile, ti motiva e fa uscire la passione che forse alcuni ancora non sanno di avere.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati?I miei obiettivi tanti, il prossimo la 100km, fino a fare un giorno da sola il giro del mondo, perché quando la vita ti vuole portare via la tua unica forza e ragione del vivere, ovvero tua figlia...niente più può farti male, nemmeno girare con le proprie gambe il mondo. L’obiettivo raggiunto che corro contro ogni se e ogni ma. Sto uscendo alle 4.30 di notte, sola tu e la tua vita che ti passa davanti come in un film. Sai nei lunghi da sola ti ritrovi a ridere ma a volte anche a piangere, però quando guardi il Garmin e vedi 4 ore t'illumini di immenso.”

A volte eventi traumatici ti rendono più forte, se sei resiliente avviene una sorta di crescita post traumatica, affronti la vita diversamente, ti senti più forte e sicuro, hai il controllo della tua vita.
Quale è stata la tua gara più difficile?La 'coast to cost' troppo dura ma troppo mentalmente debilitata io ...da allora ho allontanato le persone negative. È comunque la coast to coast la gara più bella..l'ho rifatta altre 2 volte.

Le gare più dure diventano le gare più belle, i ricordi sono più forte, le grandi sfide lasciano ricordi forti, intensi e positivi, più grande è la lotta e più grande è il trionfo.
E anche quest’anno Zagara non poteva mancare alla "Coas to Coast", contentissima, felicissima, freschissima Zagara, senza segni di fatica, sembrava essere uscita da un centro benessere e questo è il mondo bizzarro degli ultrarunner, la fatica terapeutica che rimette in senso, in realtà ha partecipato ad una durissima ultramaratona, di seguito la sua dichiarazione post gara: “Quella costa laggiù io l'ho percorsa tutta da Sorrento a Positano per 54km in 5 ore e 52 minuti. Matteo Simone io ti ringrazio sempre perché riesci ad ascoltare cosa c'è "dentro " di noi. Ultrarunner lo ripeto si nasce non lo si diventa. Se non credi in te stesso e nella tua forza mentale non puoi fare nemmeno un metro. Non tutti riescono a far uscire il meglio di sé dalle cose negative. Anzi molti si abbattono o si fanno abbattere. Io non ho paura, mi ripetevo. Io ce la farò! Io sotto la pioggia che voleva spaventarmi cantavo. Ed ora mi preparo alla prossima sfida.”

La resilienza trasforma persone e li rende più forti sia dal punto di vista mentale che fisico. Questo è lo sport che vogliamo, uniti nella condivisione di esperienze fatte di gioie e dolori; lo sport che rende felici e resilienti condividendo fatica, gioie e dolori.
Resilienti sono tutti coloro che salgono sul treno dell'attività fisica mettendosi in gioco e uscendo fuori dalla zona di troppo confort collezionando esperienze positive. La resilienza permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta.
La persona resiliente possiede propensione a ricercare strategie creative di fronte alle difficoltà.
Segnalo il mio libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
https://www.ibs.it/ultramaratoneti-gare-estreme-libro-matteo-simone/e/9788874189441

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