sabato 29 ottobre 2016

Giuliano Cavallo, ultrarunner: scoprire dove si arriva con la testa/mente!



Psicologo, Psicoterapeuta

 

Il 29 ottobre alle 05.30 c’è stato lo start della gara di 85km con 4.500 metri di dislivello valida come Campionato Mondiale di Trail. Il percorso di gara è all’interno del Parco Nazionale Peneda-Geres in Portogallo.

Gli azzurri impengati in questa dura prova sono le donne: Borzani Lisa, Follador Cristiana, Morbelli Simona, Mustat Lara, Olivieri Virginia e gli uomini: Carrara Luca, Cavallo Giuliano, Ornati Giulio, Piazza Georg, Salvetti Carlo.

Nel 2015 ad Annecy l’Italia ha conquistato il bronzo a squadra donne mentre la squadra maschile si è classificata al quinto posto .

Ecco come si racconta Cavallo Giuliano in un intervista che risale a giugno di un anno fa.

Ti puoi definire ultramaratoneta? “Si (anche se adoro tanto correre in mezzo alla natura).”

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Correre distanze fuori dalla portata di tutti!”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Avvicinandosi ogni anno a distanze sempre piu lunghe.”

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Superare i propi limiti!”

Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “No per il momento….anzi.”

Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Infortuni tanti, mai cronici da poter minimamente pensare di smettere.”

Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta? “La voglia/curiosità di scoprire dove si arriva con la testa/mente!”

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Ancora no!”

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “A me personalmente nessun fattore psicologico, solo passione porta ad affrontare la Fatica.”

L’ultrarunner ha scoperto che volendo, si può far tutto, che la passione è un motore potente che riesce a mobilitare le energie occorrenti per portare a termine qualsiasi impresa con qualsiasi condizione, è una sorta di adattamento graduale che ti permette gradualmente di incrementare l’autoefficacia personale e sviluppare la resilienza che ti permette di andare avanti e non fermati per imprevisti o crisi ma avere la capacità di gestire momento per momento con tutte le proprie risorse, capacità personali scoperte nel corso di precedenti competizioni e situazioni.

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? “La partecipazione All’UTMB!!”

Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? “Non ho idea…..dico Tor des Geants!!!!!!”

C’è una gara estremi che non faresti mai? “No!”

Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “Superare me stesso!”

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme? “Nulla ogni tanto mi dicono che non sono normale.”

Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “Poter superare ancora una volta se stessi.”

Ti va di raccontare un aneddoto? “La prima volta che ho corso una 115 km mi sono detto tra me e me c,è la farò!”

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Diventare più forte caratterialmente ed essere sempre ottimista.”

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “Non è sempre facile far coincidere sport, famiglia e lavoro ma la costanza nell’organizzazione in famiglia mi unisce sempre di più.”

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Inizierei qualche anno prima a praticare sport di Endurance.”

Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “Farmaci no assolutamente!! Integratori sì per riequilibrare gli sforzi fisici.”

Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali? “Sinceramente no sono molto scrupoloso nelle visite, io ogni quattro/sei mesi analisi del sangue per controllare i valori ritengo siano importanti.”

E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva? “Capita a volte facendo discorsi con i mie amici ma io ascolto me stesso!”

Hai un sogno nel cassetto? “Si, più di uno portare a termine l’UTMB, partecipare alla 100 km del pasatore e portare a termine decorosamente una maratona.”

Gli ultrarunner riportano di non considerare la partecipazione ad ultramaratone come spingersi oltre i limiti ma hanno un approccio di sicurezza in quello che fanno avendo sperimentato con gradualità crescente la propria autoefficacia, cioè di poter riuscire ad aumentare il chilometraggio in allenamento ed in gara utilizzando delle strategie che gli permettano di superare eventuali crisi, difficoltà o quello che viene definito limite.

 


Psicologo, Psicoterapeuta

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