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martedì 18 dicembre 2018

Lelario Teresa: Le gare che mi piacciono molto sono le maratone o trail

Ho tanti sogni uno fra questi sarebbe partecipare all'UTMB
Dott. Matteo Simone 

Lo sport fa sperimentare emozioni uniche, rimette al mondo ogni volta, fa sperimentare competenza e riuscita, fa scoprire il proprio talento e doti insospettabili, fa scaricare da stress e tensioni.

Di seguito, Teresa racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande un po’ di tempo fa.
Ti sei sentita campionessa nello sport?Campione beh oggi nella corsa amatoriale è una parola usata con leggerezza, con me è stata usata spesso da altri avendo vinto tanto e su tutti i fronti: 10km strada, 21 km strada, buoni risultati nella 42 senza esagerata preparazione e vittorie anche nei trail e ultra proprio perché come hanno detto altri ho una testa vincente ma io appunto non mi sono mai sentita tale per me i Campioni sono i miei idoli.

Lo sport permette di sperimentarsi, di mettersi in gioco, di uscire fuori dalla zona di confort per apprendere sempre, per conoscersi meglio, per ascoltare se stessi, le proprie sensazioni corporee e per emozionarsi.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho fatto sempre tanto sport: sempre nuoto, full-contact, tiro con l'arco con titolo italiano, sci nautico, sci sulla neve, parapendio con brevetto, anni di fitness...ho cominciato a correre per puro caso solo perché mi svegliavo molto presto al mattino, alle 5 solitamente; e, non sapendo che fare fino all'ora in cui la città si sveglia e il lavoro comincia, ho detto vado a correre. All'inizio non trovavo beneficio ma solo noia, poi ho messo le cuffiette ed andava meglio era meno noioso i km scorrevano ed io non mi rendevo conto.”

Proprio una vera atleta, una vera sportiva, una che cerca sempre nuovi stimoli e nuove sfide, una che più è grande la sfida e più è glorioso il trionfo, una che crede nel detto “no pain no gain”, una che non scansa la fatica, non si mette da parte, una che è disposta a mettersi in gioco, a combattere, a lottare per la vittoria o un buon piazzamento, insomma una tosta e resiliente.
Nello sport quali fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere o performance? Spesso mi vedeva un signore della mia città, un certo e conosciuto podista Pino Tupputi ed era lui che diceva ma perché non ti iscrivi in società, fai qualche garetta e vedrai ti toglierai un po’ di soddisfazioni. Ma io niente, non ero convinta di far bene, ma un giorno ci fu una 21km a Barletta, la mia città, e mi buttai da libera, volevo provare anche perché io 20 km li facevo tutti i giorni, io correvo senza neanche un garmin non sapevo cosa fossero i tempi, arrivai 4^ assoluta e Pino il giorno dopo disse ora ti iscrivi perché ieri hai fatto una bella gara e così fu. 
Da allora è iniziata la mia passione viscerale per la corsa infatti non uso più neanche la musica solo raramente perché mi piace ascoltarmi: fiato, cuore, fatica, gambe. Colui che ha creduto in me più che io in me stessa è stato poi Sergio Palumbo, lui mi vide alla Firenze ultra Challenge, all'arrivo come 1^ Assoluta dopo 45 km di trail (in più avendo fatto15km il sabato sera) lui mi ha detto a distanza di un anno che pensò: se questa ha fatto questa gara in queste condizioni climatiche (grandine e pioggia da non vedersi ad un metro) e senza allenamenti lunghi, perché appunto stavo facevo il campionato di corripuglia, chissà cosa combina se la preparo per una maratona seriamente.”

Importante avere persone che mettono in risalto le tue qualità, che ti dicano quanto sei brava e quanto vali, si tratta di una fonte dell’autoefficacia, la persuasione verbale che diventa utilissima nei momenti in cui si è sfiduciati, basta ricordare quello che hanno detto queste persone per poter riprendere con energie rinnovate a andare avanti credendo in se stessi. Troppo simpatica Teresa.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Ho avuto tutti gli infortuni che e si possono avere, il peggiore nel 2013 cadendo da ferma in bici mi sono rotta la rotula ed ho subito operazione al ginocchio con cerchiaggio, dopo aver tolto i ferri ad un mese circa dall'operazione ho corso la maratona di Roma facendo il mio personal best di allora 3.17 li ho pianto come una stupida perché pensavo di fare 4'30 perché unica cosa che volevo era correre dopo 6 mesi di stop. 
Il personal Best che ho migliorato quest'anno a Berlino (maratona che dovevo fare l’anno in cui mi sono rotta il ginocchio ad un mese dalla gara) con 6 settimane di preparazione, proprio perché anche quest'anno ero infortunata ed appena mi sono ripresa ho abbozzato una preparazione facendo dal 1 al 31 agosto 430/50 km ormai era una sfida fare Berlino.”

Teresa sembra essere una cannibale di chilometri e di gare, sempre pronta a mettersi in gioco, a partire, pronta ad adattarsi alle situazioni e circostanze, pronta a competere con chiunque.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?La corsa per me è ossigeno e lo sport è vita, oltre faccio nuoto e palestra...il tutto conciliando lavoro e famiglia e casa se vuoi puoi perché il mio motto è che i limiti esistono nella nostra testa ed ogni volta raggiunto un obiettivo bisogna averne un altro!

Vero, se vuoi puoi, tutto sta trovare gli stimoli giusti, essere coinvolti e poi il resto viene da solo, lo sport diventa puro nutrimento, si trova sempre il tempo e la modalità di fare un allenamento o partecipare a una gara, si riesce ad organizzarsi.
Riesci a immaginare una vita senza lo sport?La mia vita senza sport non sarebbe vita perché mi dà emozioni che la vita quotidiana non può darti, perché mette alla prova te stesso, perché ti fa conoscere realtà e persone diverse, perché apre la mente chiusa che avrei se stessi su un divano, perché mi fa viaggiare e scoprire.”

Tutto vero, concordo, è anche quello che sperimento io stesso e tanti altri che fanno sport, lo sport permette e di sperimentarsi e apprendere dall’esperienza, permette di conoscere e avvicinare persone, culture e mondi; lo sport abbatte muri e barriere mentali, culturali e generazioni; lo sport butta fuori di casa, fuori dalle comodità, fuori dalle zone di confort; lo sport fa sperimentare un mondo di sensazioni ed emozioni; fa crescere e maturare.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?La figura dello psicologo dello sport credo sia utilissima perché soprattutto nell'infortunio almeno io perdo la testa e mi sento sconfitta, una nullità e terrorizzata dal non poter più fare ciò che facevo prima, un aiuto indispensabile perché ripeto ne ho avuti tanti di infortuni ed una cosa ho imparato, si resta isolati, gli altri fanno la loro vita fatta di gare, di allenamenti, di incontri e neanche la tua squadra, il tuo team che hai onorato sempre e comunque magari anche quando non ne eri al top neanche loro si scomodano per chiederti come va. 
Ho imparato che devo contare solo su me stessa e mi sono aiutata sostituendo sempre la corsa con altro sport principalmente il nuoto che non mi fa perdere resistenza nella corsa perché appunto per me tutto va a finire lì: Corsa=Vita.”

Lo psicologo aiuta a essere paziente, a individuare un piano B, a rimodulare obiettivi, a stabilizzare l’umore, a incrementare autoefficacia e resilienza soprattutto nei momenti bui e duri come infortuni e sconfitte.
Sogni da realizzare? Ho tanti sogni uno fra questi sarebbe partecipare all'UTMB (ultratrail del monte Bianco), poi il Tor (Giro dei Giganti 330 km 24000km dislivello) e poi una gara nel deserto ... beh direte strano che non sogni NY Marathon, infatti perché oltre Lei, la NY che ormai è business ci sta un mondo di corsa che non conosciamo e fa onore a chi lo vive ed io vorrei un giorno far parte della storia di quei nomi in quelle classifiche.”

Bei sogni quelli di Teresa che sembra essere capace di trasformarli tutti in realtà, dall’UTMB al Tor des Geants, al deserto, sarei tentato di seguirla, ma il suo livello è altissimo.

Dott. Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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