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mercoledì 8 maggio 2019

Romualdo Pisano, UMS 6° posto: La Ultra Milano Sanremo è un viaggio dentro di te

Ognuno di noi sa quando è il momento giusto per vivere certe sfide

Il 27 Aprile 2019 ha avuto inizio la “Milano a Sanremo 285 km”, gara podistica più lunga d’Europa che è stata vinta da Matteo Ceroni, primo atleta a toccare l’acqua del mare di San Remo dopo 31h13’ di gara precedendo Petr Valek, atleta della Repubblica Ceca 32h 18’, completa il podio, con un distacco dal secondo di soli 12 secondi, l’ungherese Peter Toldi 32h 30’.
Tra le donne la vincitrice è Elena Fabiani, atleta della nazionale italiana di 24h, che impiega 44h41’ e precede la siciliana Alisia Calderone 45h26’.
44 atleti finisher su 62 partenti tra i quali anche Jean-Louis Valderrama che ha corso con i sandali per il terzo anno consecutivo impiegando quest’anno 47h57’.

Ottima la prestazione di Romualdo Pisano che si classifica al 6° posto in 40h54’, di seguito le sue impressioni attraverso risposte ad alcune mie domande: Allora come definisci questa gara un incubo?La Ultra Milano Sanremo (UMS) non è una semplice ultramaratona bensì un viaggio, è un viaggio dentro di te con i tuoi pensieri e le tue emozioni e se vuoi arrivare in fondo non devi pensare ai km da percorrere.”

In effetti si tratta di una lunga gara prima di tutti con se stessi con tanta attenzioni a non perdersi dentro se stessi, a stare sempre focalizzati e concentrati sulla gara, con qualche distrazione dalla fatica ma sempre consapevoli dello sforzo che può considerato quasi disumano perché se non si è consapevoli abbastanza si rischia di trascurare aspetti importanti come l’idratazione adeguata e i giusti nutrimenti che compensano le energie consumate e gli sforzi enormi fino alla fine attraversando salite, città, temperature atmosferiche: La consigli a chi e la sconsigli a chi?Non mi sento né di consigliarla né di sconsigliarla, ognuno di noi sa quando è il momento giusto per vivere certe sfide.”

Sembra che Romualdo ne sia uscito abbastanza bene nonostante la prova dura, in effetti gli ultramaratoneti mettono in conto che si può fare tutto ma con l’opportuna preparazione e nel momento in cui si sentono pronti mentalmente e fisicamente per affrontare certe prove ai limiti dell’impossibile: Cosa hai lasciato lungo il percorso? Cosa hai notato in tante ore di sport?Lungo il percorso ho lasciato l'emozione trasmessa da tutti coloro che mi hanno salutato, hanno corso con me, mi hanno fatto trovare anche una semplice bottiglia di acqua ma che porterò con me per sempre, tutto sommato attraverso i social sono riuscito a dimostrare che sono una persona umile.”

In effetti lungo il percorso si possono lasciare tante situazioni, tante persone incontrate, ma nel cuore si porta via tutto, grandi ricordi di esperienze vissute dense di sensazioni ed emozioni positive da rivivere ogni tanto e ricordarsi di quello che si è riusciti a fare: Ha funzionato tutto in te stesso e nel tuo team?Durante la gara, come in tutte le gare, le crisi arrivano e se ne vanno ma su 285km una piccola crisi equivale ad uno zaino riempito di mattoni che ti impedisce di andare avanti, la crew è stata fondamentale e non ha sbagliato nulla.”

Certo, in gare della durata di decine di ora qualsiasi minimo problema portato a lungo può davvero compromettere non solo la prestazione ma anche la salute quindi è fondamentale che tutto vada non dico alla perfezione ma nel miglior modo possibile anche con il contributo del proprio team sempre pronto a intervenire, consigliare, suggerire, coccolare se necessario: Quante ti serve per ritornare alla quotidianità?In realtà non mi sono mai staccato dalla vita di tutti i giorni perché passata la gara si ritorna a lavorare come sempre.”

E’ importante coltivare una grande e impegnativa passione con la consapevolezza che si tratta non dico di un gioco ma qualcosa che aiuta a trovare un senso altro nella propria vita lavorativa e familiare, qualcosa che permette di essere capace di fare qualcosa di difficile, di sfidante, sfide continue con se stessi e con gli altri per mettersi alla prova e apprendere dall’esperienza ma senza allontanarsi troppo dalla realtà quotidiana fatta di lavoro, relazioni, famiglia: Cosa ti ha aiutato ad andare avanti e non mollare?Ho diviso il percorso in piccoli tratti da percorrere ma è anche vero che ad un certo punto del percorso avrei incontrato mia moglie e i miei figli, da lì, ricaricate le batterie, ho focalizzato la mia forza verso il traguardo.”

Quella di Romualdo sembra una strategia vincente, piazzare lungo il percorso i propri cari per fare il pieno di coccole e affetto e lanciarsi poi nella corsa agli ultimi lunghissimi chilometri verso il mare di San Remo, un traguardo che si vuole arrivare per chiudere una gara nel miglior modo possibile.

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