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mercoledì 21 agosto 2019

Cleto La Triplice: Per far triathlon bisogna essere idioti e modestamente lo sono

 Matteo SIMONE

Lo sport permette di conoscere atleti bizzarri che si cimentano in alcune discipline sportive traendone insegnamenti di vita e facendo dello sport uno strumento di comunicazione, di coinvolgimento, di pratica terapeutica per se stessi sperimentando sia benessere che benessere attraverso l’esperienza continua relazionandosi e confrontandosi con altri amici, avversari e figure professionali che gravitano attorno al mondo dello sport.

Sperimentando anch’io questo mondo interessante e curioso di atleti runner, ciclisti, ultrarunner e triatleti mi piace approfondire la conoscenza degli atleti e degli aspetti inerenti il mondo dello sport sia amatoriale che professionistico attraverso interviste ai vari attori per trarre spunti per apprendere innanzitutto io stesso ma anche per scrivere articoli e libri per far conoscere questo mondo a volte sommerso e incompreso da amici, familiari, colleghi e non addetti ai lavori.
Tra gli atleti intervistati mi è capitato di imbattermi in un avvocato di Bologna che utilizza lo pseudonimo Cleto La Triplice per raccontare, coraggiosamente il bizzarro mondo dei triatleti, di cui lui steso fa parte.
Di seguito un’esclusiva e bizzarra intervista a Cleto La Triplice dell’A.S. Monaco, un atleta che pratica triathlon, un’atleta bizzarro e anche autore di alcuni libri inerenti la sua pratica quotidiana di sport di fatica.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Tutti i giorni.” 
Nello sport quali fattori e persone hanno contribuito al tuo benessere e performance ?Al benessere le endorfine. Gli allenatori il peggio del peggio. Ma il peggio in assoluto gli attuali ‘mental coach’.”

Interessante l’esperienza personale di Cleto e il suo messaggio per chi è assorbito da questo mondo dello sport o chi si affaccia ora. E’ importante la consapevolezza di quello che si fa e come lo si fa, la consapevolezza del benessere che si sperimenta che è comunque provvisorio e non esclusivo.
La consapevolezza che nella vita ci sono delle priorità e degli orti da coltivare per non rischiare di diventare aridi e affondare nelle sabbie mobili per rimanere soli e nessuno porge una mano o un braccio. 
La consapevolezza che si può fare tutto stabilendo priorità, obiettivi e mete ma fissando periodi di attività e periodi di recupero, relax, riprendendo altre passioni e interessi lasciati in sospeso temporaneamente.
La consapevolezza che ci si deve fare aiutare non solo da allenatori e mental coach che spingono a faticare, a impegnarsi ad allenarsi a iscriversi a gare, a prendere integratori ma anche a persone di riferimento che fanno riflette, elaborare, riconducono all’essenza della vita quotidiana fata non solo di sport ma anche di zone di confort, spensieratezza, lasciarsi andare, insomma una via di mezzo per non rischiare le estremità patologiche quali l’accidia che provoca sovrappeso e depressione o la vigoressia e anoressia dall’altro versante.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Che sono un idiota invasato.” 
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? Basta leggere miei libri.”

Tra i suoi libri, editi da Edizioni del Faro: 'Kona. Il mondiale di Ironman raccontato da Cleto La Triplice', ‘Uno scemo con la medaglia al collo’, “Il mio ex faceva l’Ironman”, My ex did Ironmans’. In questi libri Cleto racconta il suo vissuto la sua grande consapevolezza e punti di vista sia degli atleti a volte inconsapevoli che di familiari e amici, alcuni dei quali assecondano l’atleta, altri non reggono le loro tante ore dedicate all’attività fisica, insomma una visione estrema ma più volte reale del mondo dell’atleta e di chi gli è vicino.
Quali risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport?
Nessuna. Per far triathlon bisogna essere idioti e modestamente lo sono.” 
Che significa per te praticare attività fisica?Vita.” 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “Mi guardo intorno.”

Le risposte di Cleto sembrano essere chiare, esplicite ed essenziali. Qualsiasi cosa facciamo dobbiamo avere la consapevolezza del nostro punto di vista che può essere di benessere, di una esistenza speciale, di un mondo privilegiato ma è importante anche avere contezza del punto di vista dell’altro che ci giudica irresponsabili, che mettiamo a rischio le nostre vite e le nostre relazioni.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi prestare attenzione nella pratica del tuo sport?Ai cani pastori che ti inseguono.” 
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell'attività fisica?Se carichi ti rompi prima o poi.”

Anche a me è capitato sai correndo a piedi che andando in bici di essere circondato da un branco di cani, soprattutto a piedi ricordo un episodio nel Gargano in salita dove man mano aumentavano i cani che si avvicinavano abbaiando, mi sono dovuto fermare con calma ho fatto inversione di marcia e sono risceso con lasciando il branco di cani alle mie spalle poi non ho più fatto quella strada ma continuo a correre da solo anche di notte con coraggio.
Quando si sta bene, si fa sport con passione sperimentando senso di libertà, spensieratezza, facilità si è tentati a esagerare negli allenamenti o nella partecipazione a gare ravvicinate nel tempo ma c’è sempre il rischio che il corpo accusi il colpo e si ribella, si fa sentire con dolori più o meno acuti che se non vengono considerati e trattati potrebbero diventare cronici e allora addio allo sport:.
Hai rischiato di mollare? Cosa ti fa continuare a fare attività fisica?No. Dopo diventi un ciccione di m.Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Lo psicologo serve solo a menti evolute. Il triatleta è un idiota e non serve a un c.

Lo sport o comunque il senso di benessere che si percepisce facendo attività fisica provoca dipendenza che può essere positiva se si ha consapevolezza di quello che si sperimenta ma l’importante è rendersi conto e confrontarsi non solo con amici atleti ma anche amici al di fuori del mondo dello sport, famiglia, colleghi di lavoro.
Qual è stata la gara dove hai dato il meglio o hai sperimentato le emozioni più belle?Un ping pong al mare a 12 anni. Vinsi.” 
La tua gara più difficile?Tutti i fottuti 9 ironman che ho fatto.”

Vincere è sempre una grande emozioni con intense sensazioni sperimentate ma io non ho mai vinto a ping pong ma so che portare a termine un ironman ti fa sentire pieno, soddisfatto, realizzato ma è importante considerare che tutto passa, bisogna tornare tra le mura domestiche, nell’ambiente di lavoro e certe cose si possono condividere fino a un certo punto poi bisogna darsi da fare per coltivare relazioni fatte di reciprocità, ti tempo e presenza insieme, di team di lavoro, di produttività ed efficienza, meglio tenersi per se stessi vittorie e glorie o esperienze di finisher.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Solo se sei un idiota e non pensi ce la puoi fare.” 
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport?Non avvicinatevi. Rimanete con la faccia sullo smartphone.”

In effetti nelle crisi a volte bisogna essere irrazionali, se la testa accusa stanchezza e la ragione direbbe di fermarsi per aver esaurite tutte le energie a disposizione allora è meglio che entra in gioco l’irresponsabilità e l’idiozia dell’atleta che suggerisce di aspettare un po’, di prendere tempo, di riorganizzarsi non si sa mai che da qualche pare arriva un’energia residua che permette di continuare gestendo, affrontando e superando la crisi o il blocco mentale che vuol remare contro l’atleta.
Interessante il messaggio per i ragazzi che non sono abituati ad ascoltare prediche ma forse il paradosso può attirare la loro attenzione come suggeriva un po’ di anni fa Milton Erickson, uno dei più importanti psicoterapeuti e ipnoterapeuti del Novecento, a chi voleva spingere il toro verso un ingresso ma poi lo presero per la coda provando a tirarlo indietro e il toro corse in avanti attraversando l’ingresso velocemente.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping?
Magari! Lo farei subito.” 
Un messaggio per sconsigliarne l'uso? No, no, se lo trovate o ve lo offrono prendetelo.”

Molto ironico e paradossale Cleto, ma lui stesso sa che il piacere dello sport lo dà proprio la fatica che si supera facendo sentire l’atleta di essere riuscito nel suo intento senza aiutino chimico ma con le sue forze fisiche e mentali.
Hai un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?A mio zio Pino che sta al bar tutto il giorno a bere.” 
C'è una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?Quando mi urlano: cazzo cammini? Corri coglione!”

In effetti a volte ispirano gli atleti sia persone che sono riusciti in qualcosa a cui noi aspiriamo come forti atleti ma anche qualcuno che non vorremmo mai imitare o che comunque al momento non siamo pronti. Interessanti quanto i messaggi degli altri possano essere potenti e risolutori per prendere atto di quello che stiamo facendo e decidere cosa vogliamo fare se veramente lo desideriamo.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?Andare al grande fratello.”

Ringrazio Cleto per la sua simpatia, ironia, spiritosaggine, pazienza e interesse per questo bizzarro mondo dello sport non solo degli atleti ma soprattutto dei partner, familiari, amici e non addetti ai lavori.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta

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