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giovedì 1 agosto 2019

Riccardo Borgialli primo al Bettelmatt Trail 2019, Riccardo Montani secondo

Domina in ogni caso un sentimento di stima e affetto reciproco
Matteo SIMONE

Sabato 13 Luglio 2019 si sono svolte in nel Nord Alta Val Formazza (VB), del Piemonte, gare di trail running di diverse distanze:

Bettelmatt Trail, 51,3 km e 3330 m D+-; Bettelmatt Sky Race, 33,2 km e 2665 m D+-; Bettelmatt Race, 17,5 km e 880 m D+-; Bettelmatt Mini Trail, 8 km.
La gara maggiore è stata vinta da Borgialli in 6h00’51” precedendo l’amico di squadra Montani 6h09’03” e Roberto Alberio 7h10’17” mentre la gara femminile è stata vinta dalla tedesca Basilia Foerster in 8h17’ precedendo Guendalina Sibona e Laura Trentani.
La Sky Race è stata vinta da Cristian Minoggio per la 6^  volta in 3h54’ precedendo Norman Cerini 4h13’51)” e Matteo Ceresa 4h20’04” mentre la gara femminile è stata vinta da Georgiana Marinescu in 5h28’52” che ha preceduto Elena Vanzini 5h33’06” e Maria Pozzi 6h03’. La Bettelmatt Race è stata vinta da Mauro Stoppini e Vanini Chiara.

Di seguito le impressioni dei due protagonisti principali, nonché amici di squadra, attraverso risposte ad alcune mie domande.
Riccardo Borgialli
Entrambi ex calciatori, chi ha attaccato per prima?Io e Riccardo siamo prima di tutto grandi amici, per cui, oltre alla rivalità sportiva che chiaramente c'è e ci sarà sempre, domina in ogni caso un sentimento di stima e affetto reciproco. Ognuno ha ‘attaccato’ secondo le proprie caratteristiche, io nei tratti ‘più corribili’, Riccardo nelle discese e tratti tecnici, lui purtroppo nel finale ha accusato dei problemi di stomaco e non è riuscito nell'attacco finale sull'ultima discesa, ma sono cose che capitano se si sta in giro tante ore tra caldo, freddo e altitudine.”

Tra Borgialli e Montani c’è una grande amicizia, un enorme rispetto e una conoscenza approfondita di se stessi e anche reciproca.
Ognuno dei due sa quanto vale l’altro e conosce le specifiche attitudini, caratteristiche, potenzialità dell’altro, quindi gareggiare insieme è uno studio continuo del momento presente orientato un po’ verso avanti verso i prossimi chilometri e la parte finale per capire come procedere e proseguire e quando provare a cambiare ritmo.
C'è il rischio che tra di voi vi sabotate i ristori o l'attrezzatura?Non c'è assolutamente rischio di sabotaggi, non mi va né di pensarci né di rispondere ad una domanda del genere. Il nostro è uno sport pulito fatto di gente onesta che dà volta per volta il meglio di sé.”

E’ la risposta che, sia io sia chi conosce i due forti atleti, ci saremmo aspettato, avevo inteso la loro amicizia e rispetto che trasmettono il senso di un sano sport. 
Si percepisce la loro serenità nell'affrontare le gare e gli imprevisti di percorso.
L’intento della domanda era proprio una richiesta esplicita della conferma della loro onestà e amicizia che contribuiscono a illustrare il trail come uno sport di fatica ma non esclusivamente di protagonismo a tutti i costi ma anche collaborativo e di condivisione per sperimentare tanto benessere tra gli amici nella natura che mette alla prova presentando terreni duri e impervi e condizioni climatiche imprevedibili.
Altri atleti erano con voi per giocarvi il podio? Avevi fan con te alla partenza, lungo il percorso?Come da previsione ce la siamo giocata noi due, sul percorso c'erano tanti amici e hanno fatto il tifo a tutti, dal canto mio non posso che ringraziare i miei amici e la mia famiglia che mi seguono spesso durante le trasferte e mi danno una carica grandissima, parte delle mie vittorie è anche merito loro.”

Infatti tra i favoriti della Bettelmatt Trail, gara più lunga e impegnativa, spiccavano i nomi dei vincitori delle due edizioni precedenti: Riccardo Montani, vincitore nel 2018 e Riccardo Borgialli vincitore nel 2017.
Riccardo Montani
Cos'è che non ha funzionato in gara?All’inizio della gara ho sentito le gambe un po’ dure, non giravano proprio come volevo, comunque sia ero troppo lontano da Riccardo a distanza di 4-6’, in particolare quando mancavano 15km dalla fine le gambe si erano un po’ sbloccate, dopo tutti quei chilometri mi sono venuti forti crampi allo stomaco quando ero al passaggio del passo di Nefelgiu e mi sono un po’ fermato e quindi da quel momento Riccardo ha preso più margine, mi ha dato alla fine 8’. Comunque sono contento di essere stato al suo fianco sul podio e che abbia vinto lui che è un mio grande amico.

Questa è la bellezza dello sport che non sempre è tutto scontato e tutto liscio, a volte non basta avere le gambe e la testa a posto ma l’organismo umano è complesso e ci può essere sempre una parte di esso che si rifiuta di collaborare o fa i capricci per qualche motivo e allora si fa quel che si può, si prova comunque ma con la consapevolezza che ogni giorno è diverso dall’altro e ogni gara ci può riservare sorprese piacevoli o spiacevoli. 
Riuscirete a indossare maglia azzurra stessa competizione?Sì, come hai detto sarebbe bello indossare la stessa maglia della nazionale, io però sono un po’ più orientato verso lo skyrunning ed è lì che sono in nazionale mentre  lui lo è stato nel trail running e mira più a quello, però non discriminiamo credo entrambi le altre nazionali, sarebbe bello essere insieme.”

Due grandi amici atleti che hanno indossato più volte la maglia della nazionale italiana rappresentando la nazione in gare internazionali ma in specialità diverse e a volte si affrontano e confrontano insieme in gara.
Hai ancora da imparare da Riccardo o ti senti autonomo?Lui è dentro a questo mondo ad alti livelli più di me e da più tempo e credo che dalla sua esperienza ci sia sempre da imparare infatti tante volte gli chiedo dei consigli e in particolare devo migliorare meglio sulla salita.”

Grazie sempre a entrambi per la disponibilità a raccontare e far conoscere il loro mondo di fatica e di relazioni. 
Riccardo Borgialli è menzionato nel mio libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta

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