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giovedì 12 dicembre 2019

José Lyon Luis: Con le gambe ho corso, con la testa ho raggiunto i miei obiettivi


Con il cuore sono quello che sono, José Luis Tani Stanghellini. Volere è potere!

José sembra godersi la sua modalità di fare sport considerato estremo, di endurance con il consenso e il supporto della famiglia che gli permette di essere sereno e focalizzato nelle sue imprese sportive. Di seguito approfondiamo la conoscenza di José, attraverso risposte ad alcune mie domande: Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? Fino a 30 anni sono stato un amante del mondo della notte, non che non lo sia ancora, ma fino ad allora mi piaceva molto andare a ballare, stare sempre in compagnia, amici, feste e divertimento. Lo sport invece mi ha insegnato a stare solo. Ho sempre avuto bisogno di persone intorno nella mia vita, invece da quando ho iniziato a correre, soprattutto in montagna, ho scoperto il piacere di stare da solo, in silenzio, di ascoltarmi, di conoscermi meglio, scoprendo dei lati di me che mai avrei scoperto se non grazie allo sport!

Interessante testimonianza, lo sport aiuta anche a conoscersi meglio da soli o in compagnia, da soli si è a contatto con se stessi durante allenamenti e gare per tratti in solitaria, mentre in compagnia si condivide fatica, allenamenti: Chi contribuisce nello sport al tuo benessere e performance?Ho molte figure che mi supportano costantemente, sono seguito da una nutrizionista, da un fisioterapista, da una osteopata, da un personal trainer, in più da poco più di un mese ho un allenatore, il mitico Bussino.” Ritieni utile lo psicologo dello sport?Io ritengo che sia utile, soprattutto secondo che obiettivi un atleta si pone. A volte purtroppo la nostra mente trova degli ostacoli e si pone dei limiti, l'aiuto di una figura che ti insegna, ti guida per poter tirare fuori il 100% di quello che sei, molte volte è fondamentale.

A volte lo psicologo aiuta a trovare una strada, un sentiero alternativo, una via di uscita, una via di fuga, risorse nascoste, aiuta a sviluppare consapevolezza, fiducia in sé, individuare limiti da poter o voler superare, sviluppare resilienza, sviluppare crescita post traumatica a seguito di imprevisti, incidenti, traumi: Prossimi obiettivi?Ne avrei tanti di obiettivi, purtroppo bloccati sempre da un fattore comune...i soldi. Le gare sono molto dispendiose, materiale, viaggi, hotel, non considerando fisioterapista, palestra e molte altre spese che un atleta amatore si trova ad affrontare ogni anno, in più tutte le tessere che dobbiamo fare! Una per il podismo, una per il ciclismo, la tessera del gruppo sportivo, e poi se ti venisse in mente di fare una gara di triathlon ci vuole una tessera solo per quello con relativo certificato medico, praticamente migliaia di euro che escono fuori dalle nostre tasche sottraendo queste finanze alla famiglia, siamo amatori non professionisti.”

E’ vero, è un problema comune, tanti soldi da spendere per cercare di fare l’atleta e più sei atleta e più spendi, si vuol correre a piedi, in bici, si vuol fare il triathlon e allora tessera a società di atletica, di ciclismo, di triathlon completi della società di atletica, ciclismo, triathlon, completi estivi e invernali, iscrizioni il cui costo aumenta con l’avvicinarsi della gara, tante scelte da fare, tanti dubbi su cosa fare: Sogni realizzati e da realizzare?Realizzati tantissimi, la famiglia, il lavoro, a livello sportivo sono andato molto oltre il mio limite, penso che quando ho iniziato mai avrei pensato di diventare l'unica persona al mondo a terminare in 2 gare ufficiali, in bicicletta ed a piedi, la mitica Milano-Sanremo, gara che ho corso nel 2015 in bicicletta e nel 2016 a piedi...molto oltre! Da realizzare sono tanti gli obiettivi futuri, ma guardo ai prossimi con un occhio diverso, in finale io ho iniziato a fare sport solo per tornare un po' in forma dato che quando ho iniziato pesavo circa 95kg per 1.70mt.

Grandissimo José per tanti motivi, per essere un fortissimo atleta resiliente di corsa a piedi e in bici, per programmare i suoi obiettivi e portarli a termine, per aver avuto la consapevolezza del suo enorme peso, decidendo di darsi da fare praticando sport: Quali sensazioni sperimenti nello sport?Allegria, gioia, rabbia, solitudine, fatica, vittoria, sconforto, rinascita, vita!Difficoltà e rischi nel tuo sport?Difficoltà no, in finale mi diverto, rischi magari quando corriamo sui crinali è molto facile cadere giù, la montagna non perdona soprattutto quando c'è meteo avverso.” La gara più difficile?100km del Passatore 2016, venivo dalla mia vittoria personale della Ultra Milano-Sanremo e purtroppo ho preso troppo sotto gamba la corsa, e ne ho pagato il conto! 100km di sofferenza! Comunque FINISHER!

Lo sport da tanto, fa scoprire tante cose all’interno di se stessi e nel mondo che ci circonda, fa impegnarsi e mettersi alla prova con attenzione: Come superi crisi, sconfitte, infortuni?Per fortuna, ringraziando Dio, non ho ancora avuto sconfitte, ogni gara sia ciclistica che podistica alla quale ho partecipato sono sempre riuscito a portarla in fondo, alcune però non con poche difficoltà. Le crisi in ogni gara ci sono ma come vengono poi vanno via, mai abbattersi, mai! Io cerco di tenere concentrata la testa su pensieri positivi, la mia famiglia, i miei amici, alcune sfide andate molto bene...per esempio; quest'anno alla Pistoia-Abetone arrivato al 25°km ho iniziato a soffrire di crampi, purtroppo molto frequenti e molto forti tanto che arrivato al 30°km sono dovuto ricorrere alle mani dei massaggiatori per andare avanti, ma non ho mollato! Il fisico diceva basta, pietà, ma la mia testa non ne ha voluto sapere, cavolo ho affrontato sfide ben più difficili che questa corsa, se non ho mollato li perché dovevo mollare proprio ora?!? Un passo dopo l'altro, con la forza di mio suocero, di mio cognato, della mia famiglia sono arrivato all'Abetone! Purtroppo le 3 ultra in un mese molto impegnative, hanno lasciato il loro segno, il tendine ileo tibiale è molto affaticato, il tendine d'Achille ha bisogno di taping, il gemello sinistro ha un vecchio strappo che ogni tanto dà noia, i molti km accumulati hanno lasciato molti traumi, niente però che non si possa curare con del sano riposo e con un buon fisioterapista: io ho Rossana Pisani del centro Athena e Renè Testi del centro medico Martini.

L’atleta deve sempre comprendere quello che può fare senza danneggiare il proprio fisico, a volte si è presi dalla foga di gareggiare, di dimostrare a se stessi e agli altri di valere, di riuscire, di non mollare, ma a volte il corpo accusa il colpo e bisogna tutelarlo da soli o contando su amici, familiari o professionisti competenti: Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?Io da giovane non ho mai fatto sport, anzi, molte volte quando tornavo da ballare verso le 6 le 7 la mattina mi chiedevo come queste persone riuscissero ad alzarsi così presto per andare a faticare anche durante l'unico giorno di riposo settimanale, poi ho provato ed è stato amore a prima vista! ‘Lo sport non fa bene solo al fisico ma anche alla mente, ti aiuta a superare molti momenti di crisi’."

Tutto passa, tutto finisce, tutto cambia, ecco perché bisogna interessarsi a quello che fanno gli altri senza giudicare, perché la vita è una ruota e qualcosa che per noi ora è impensabile, un domani potrebbe interessarci: Quando ti sei sentito campione nello sport?Se devo essere sincero mai, i campioni sono altri, persone che si allenano costantemente tutti i giorni e riescono a raggiungere degli obiettivi enormi, vincere medaglie e premi importanti...io sono solo un amatore e nel mio piccolo mi diverto molto ma sicuramente non sono un campione.” La gara della tua vita? La gara della mia vita è stata a settembre 2018, il mitico Tor Des Gèants, preiscritto senza dare troppo peso alla gara, tanto pensavo di non essere sorteggiato, poi ripescato alla 2° estrazione, FINISHER in 135 ore e 23 minuti, sicuramente la gara più bella di tutta la mia vita, non solo per i paesaggi che sono fantastici ma più che altro perché sei te e la natura e puoi contare solo sulle tue forze.”

Il Tor des Géants con partenza ed arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail più duro al mondo". Il tempo limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo. Molto interessanti le parole di José, contentissimo per aver portato a termine questa lunga gara di ultratrail dove si apprezza non solo il percorso naturale ma anche l’essere stati capaci di portare a termine tale impresa della durata di più di 100 ore: Un episodio curioso o divertente nella tua carriera sportiva?Di episodi ce ne sono tanti, uno su tutti però la mia prima gran fondo ciclistica. Essendo la prima volta che gareggiavo, parto da Lucca con molto anticipo sull'orario di partenza della gara per prepararmi con calma senza sbagliare niente, ed infatti avviene tutto così: arrivo, trovo un parcheggio comodo, vado a ritirare il pettorale e poi di corsa a prepararmi, i molti allenamenti invernali mi hanno fatto arrivare molto preparato all'evento, tutto sembrava filare liscio, monto la ruota anteriore alla bicicletta, controllo le pressioni e cerco di partire per andare a fare un po' di riscaldamento, da lì il dramma...avevo dimenticato le scarpette a casa! Il panico! Mi ricordo che davanti al ritiro pettorali c'era uno stand di materiale tecnico da bicicletta e mi ci fiondo subito a vedere se hanno un paio di scarpe, ed infatti...le hanno! Pago, però solo allora il venditore mi dice: ‘l'unica cosa è che non ho i tacchetti’. Preso dall'euforia non faccio neanche caso a quel particolare, pago ed inizio a cercare i tacchetti...panico di nuovo, nessuno ha i tacchetti! Penso di aver girato per mezz'ora buona fino a quando un'anima benevola mi fa: ‘io non ho i tacchetti, ma se vuoi ti presto le mie scarpe da allenamento’, la luce in fondo al tunnel, io: ‘che numero sono?’ Lui:’47, e poi sono lo scarponcello alto per gli allenamenti invernali’ ed io: ‘GRAZIE!’ Bene premetto che io porto il 41, era i primi di marzo ma faceva caldo, completo corto, scarpe alte enormi, 2 borracce...ero inguardabile ma dopo 3 ore circa avevo la mia prima medaglia al collo, ogni volta che riguardo quella foto penso che Volere è Potere, niente può fermarti se sei veramente intenzionato a fare una cosa, qualsiasi cosa sia, anche la tua prima gara ciclistica nelle peggiori condizioni possibili.”

Molto interessante questa testimonianza, c’è un mondo dietro una gara, tanti allenamenti, tante insicurezze e dubbi, tante resistenze al punto di presentarsi alla partenza senza scarpe, nella mente degli atleti ci sono pensieri a favore e pensieri che remano contro, ma come dice José: “volere è potere” e quindi l’interrogativo che si dovrebbe fare l’atleta è: “Sono davvero nelle condizioni di poter fare questa gara? Se la risposta è sì, non ci sono limiti o impedimenti, si fa a qualunque costo e in qualsiasi modo: C’è stato il rischio di incorrere nel doping?Assolutamente no! Il mio doping è il cibo, il mio integratore si chiama birra! Ad ogni gara almeno una la bevo, ed alle prima gare podistiche sono sempre arrivato con una birra Moretti in mano.Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Andreste mai a fare una rapina? No! Ed allora perché doparsi, siete considerati ladri alla stessa maniera! Non solo con gli altri ma soprattutto con voi stessi!”

Concordo con José, che gusto c’è ottenere risultati falsati? Che gusto c’è barare in gara? Meglio restare a casa e non avvelenarsi con il doping: Familiari e amici cosa dicono del tuo sport?Ho la fortuna che i miei familiari ed i miei amici mi supportano in tutto quello che faccio, anzi, senza di loro forse non avrei portato a termine tante delle sfide più dure che ho affrontato, mi supportano, mi incitano e quando c'è bisogno mi spronano sempre ad andare avanti, sono una persona molto fortunata, ho dei grandi amici ed una famiglia stupenda!Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Semplice, estate 2006, finita da poco una relazione ero nella fase del mangiare, BERE e divertirmi e basta, il mio fisico era tutt'altro che quello attuale, 95kg di peso per 1.70mt, ero completamente fuori forma. Poi piano piano decisi di dimagrire, prima un giro di mura, per terminarlo mi fermavo anche 3/4 volte, poi sempre di più sempre di più, nel 2011 ho deciso di iscrivermi alle prime gran fondo ciclistiche...sono arrivato nel 2016 a percorrere 35 giri di mura NO STOP! Un bel cambiamento ma il mio obiettivo principale rimane sempre quello, ‘cercare di mantenermi in forma’.

C’è sempre un inizio, qualcuno che coinvolge, o qualcosa che stimola e poi il resto viene da solo sperimentando sensazioni ed emozioni piacevoli e apprezzando quello che si riesce a fare che diventa sempre più importante: Quale esperienza passata ti dà fiducia nel raggiungere i tuoi obiettivi? “Se non fosse stato per Giancarlo Ragghianti che mi presentò al mio futuro papà, forse oggi non sarei qui, solo Dio sa dove potrei essere in questo momento, ed invece il destino ha voluto per me che la mia storia non fosse in Perù, ma ben più lontano, esattamente a 10500km da quel paese, Abancay, capoluogo del dipartimento di Apurímac, che si trova a 2.377 m s.l.m. nella cordigliera Andina, e più precisamente a Lucca, splendida città conosciuta in tutto il mondo per la sua cinta muraria. Nonostante il mio futuro fosse però così lontano dal luogo dove sono nato, mai e poi mai ho perso i legami con la mia terra; sono molto impegnato nel sociale con il progetto ‘Un kilometro per il Perù’ che raccoglie fondi per una Onlus di Lucca, gli ‘Amici del Perù’ che opera nella zona di Mollebamba sostenendo il progetto ‘Adotta un posto a tavola’, progetto che cerca di dare almeno un pasto caldo al giorno ai bambini ed alla persone più povere della zona di Mollebamba che si trova a 3000mt sulla cordigliera Andina. Questo non è l'unico progetto che l'associazione promuove, anzi, sono molti i progetti supportati in Perù e la richiesta di fondi è sempre maggiore, ed è proprio per questo motivo che io ad ogni corsa lunga che faccio attivo una raccolta fondi, l'ultima è stata la 30 ore su tapis roulant che ho fatto a staffetta con una mia carissima amica Samantha Cesaretti alla palestra Life di San Filippo...nella mia testa c'è il sorriso di quei bambini ed io non conosco carburante migliore. Devo dire GRAZIE ai miei splendidi genitori che non mi hanno mai nascosto il fatto di essere adottato ma anzi, mi hanno cresciuto con tutto l'amore di questo mondo ed io raramente mi sono sentito il bambino ‘diverso’. Ovviamente, soprattutto nel periodo dell'infanzia, qualcosa di diverso in me c'era, guardavo tutti i miei compagni di classe ed io diversamente da loro avevo la pelle un po' più scura, ma per il resto eravamo fatti alla stessa maniera: orecchie, bocca, naso, capelli, braccia, mani, ‘GAMBE, TESTA E CUORE’! Il perché ho voluto evidenziare gambe, testa e cuore...perché è proprio grazie a queste se sono riuscito a restituire al paese dove sono nato, alla mia terra, a quei tanti bambini che vivono nella cordigliera delle Ande ed a volte non hanno più una famiglia, un pizzico di fortuna che ho avuto io. Con le gambe ho corso, con la testa ho raggiunto i miei obiettivi e con il cuore...beh, con il cuore sono quello che sono, José Luis Tani Stanghellini. Volere è potere!

Queste ultime parole per me sono molto toccanti e commoventi, benvenuto José in Italia e tanta gratitudine per la sua disponibilità a raccontare e per tutto quello che fa in Italia e in Perù.

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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