Lo sport mi ha aiutata
tantissimo nei momenti difficili della mia vita
Matteo SIMONE
Lo sport può essere un passatempo, una professione, a volte anche una sorta di cura, una specie di terapia, un’opportunità per trarne benefici, per sperimentare benessere, per conoscere sé stessi. Insomma una vita senza sport è una vita senza qualcosa di importante.
Di seguito Francesca (GS Orecchiella Garfagnana) racconta la sua esperienza
rispondendo ad alcune mie domande.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato a fare sport da bambina e ho sempre amato farne. Ho
praticato nuoto agonistico per una decina di anni, poi ho conosciuto la corsa e
mi sono letteralmente innamorata. Le specialità a cui dedico la maggior parte
del mio tempo sono la corsa in montagna (in particolare vertical, km e gare in
salita) e il cross country. Lo sport per me è salute fisica ma soprattutto
mentale, quel tempo e quello spazio solo mio che considero come ‘sacro’ e senza
il quale è come se non fossi me stessa”.
A volte facendo sport si perde il senso
del tempo e dello spazio, soprattutto lo sport praticato all’aria aperta come
la montagna dove c’è una gioia ed entusiasmo nello scoprire luoghi sempre più
lontani, sempre più in alto.
Cosa ti ha
fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “La passione smisurata e il senso di benessere che deriva dal praticare
sport. Quando non posso farlo come vorrei perché infortunata, sento di stare
male”.
Come sei cambiata attraverso
lo sport? “Lo sport mi ha aiutata
tantissimo nei momenti difficili della mia vita e fin da piccola, ha
rappresentato un modo di apprendere a gestirmi, imparare a conoscere i miei
limiti e le mie potenzialità, avere rispetto per gli altri e condividere un
percorso, conoscere il valore del "lavoro" e avere disciplina e
metodo. Penso che i valori dello sport possano plasmare il carattere di una
persona, non solo a livello individuale ma anche nel contesto di interazione
sociale”.
Lo sport diventa una buona compagnia, un
aiuto molto utile per andare avanti, per dedicarsi a se, per scoprire se stessi,
una sorta di cura, di terapia.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “I miei familiari mi hanno sempre appoggiata
nel seguire le mie passioni, incoraggiata e supportata nelle difficoltà. Molti
dei miei amici praticano la corsa come sport e quindi condividiamo in parte,
interessi comuni”.
Nello sport chi e
cosa hanno contribuito al tuo benessere o performance? “L'ambiente, inteso come tutte le figure di
supporto che mi hanno aiutata in questo percorso di crescita. A partire dalla
famiglia e le amicizie sino alle figure dei vari allenatori e professionisti
del settore”.
Lo sport, a volte, diventa una grande
famiglia da poter star bene, un’opportunità per partecipare a un gruppo di
privilegiati che faticano insieme, che sostengono.
Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle? “Una gara internazionale
di corsa in salita la ‘Lake Garda Mountain Race’. Paesaggio mozzafiato e
accoglienza magnifica per un'ascesa in sola salita verso la sommità di un monte
dal quale si poteva ammirare un panorama magnifico. Inoltre le persone: gli
occhi che brillano per l'emozione e che sovrastano la fatica, quello sguardo
complice che ha solo chi compie il tuo stesso cammino. L'atmosfera che solo le
gare sulle vette possono trasmettere. La gioia di un terzo posto inaspettato”.
La gara femminile della Lake Garda
Mountain Race 2017 è stata vinta da Antonella Confortola che ha preceduto Anna
Pircher, ottimo 3° posto per Francesca Setti. A volte, la montagna chiama, la
salita diventa amica, la fatica si affronta volentieri perché permette di
arrivare in cima, di fare una buon prestazione, di riuscire anche a piazzarsi
in un podio prestigioso.
Cosa hai
scoperto di te stessa praticando sport? “Fino ad ora direi che la cosa che ho scoperto maggiormente di me è la
tenacia di spirito, la forza e soprattutto la resilienza. La capacità di far
fronte a situazioni, emozioni, circostanze che non avrei mai pensato di poter
affrontare e superare. Lo sport è per me una metafora di vita: tutto quello che
mi trovo a fronteggiare nei miei allenamenti, il mio modo di pensare, di agire,
perché no, di sbagliare (ho fatto molti errori eh!) sono cose che poi si
riflettono nella vita di tutti i giorni. Lo sport è per me una buona palestra
in questo senso: è un continuo misurarsi, confrontarsi, provare nuove
strategie; implica flessibilità e rigore allo stesso tempo, introspezione e
lavoro continuativo su se stessi”.
Grande scoperta e consapevolezza per
Francesca attraverso lo sport che insegna tanto e trasmette sani valori e buone
prassi. Interessante l’aspetto della resilienza che si apprende attraverso lo
sport con tutte le sue difficoltà che si attraversano ma che si riescono a
superare e poi tutto diventa più affrontabile e gestibile nella vita
quotidiana. Così come sta succedendo in questo periodo di pandemia dove bisogna
essere resilienti e organizzarsi per andare comunque avanti rielaborando piani
e programmi.
Hai sperimentato
l'esperienza del limite nelle tue gare? “Sì, in più di un'occasione, ed è sempre stato più fruttuoso che le
circostanze in cui mi sento perfettamente a mio agio. Trovo che siano le
situazioni più difficili da gestire, in cui sperimentiamo la nostra
vulnerabilità, quelle da cui trarre insegnamento. Esse ci forniscono il modo di
conoscerci e progredire”.
Quando si esce o ci si allontana
dall’ordinario, dalla zona di confort è lì che si impara, si apprendere a
conoscere se stessi, a scoprire proprie risorse, a tirar fuori forza e volontà
per andare avanti, progredire, superare.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara? “A volte non nego di essere un po’ agitata o
ansiosa specie se prima di una gara importante. In allenamento dipende molto da
che tipo di seduta è in programma e da come mi sento ma in genere correre mi
procura una sensazione di libertà e leggerezza, libera la mente dai pensieri e
mi dà un forte senso di connessione col corpo. Tutto avviene in modo potenziato
se mi trovo da sola nei boschi, dove il contatto con la natura e la solitudine
mi riportano ‘al centro di me stessa’”.
Bello centrarsi attraverso lo sport.
Trovare un sano equilibrio con il movimento libero in ambienti naturali, una
grande connessione all’interno di se stessi e con l’ambiente circostanze, un
senso di appartenenza a se stessi e al mondo che ci accoglie.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e
in gara? “Sono una perfezionista
(purtroppo) ed esigo sempre il massimo da me stessa. Durante le gare in genere
riesco a riproporre schemi mentali e pensieri di un certo tipo, che possano
aiutarmi durante la competizione. Ho seguito nel corso degli anni un programma
di mental coaching per imparare a gestire situazioni critiche che possono
accadere o imprevisti, e per imparare a gestire ansia e pensieri negativi
legati alla mia persona o alla performance. In allenamento cerco di impegnarmi
a fare bene ma vedo ogni seduta terminata come un piccolo mattoncino posato per
costruire una casa. Ho imparato sulla mia pelle l'importanza di andare per
gradi e di lavorare per quanto possibile serenamente, la pazienza è una grande
virtù e non è mai stato facile per me praticarla”.
Si impara a fare tutto, non si finisce mai
di apprendere a far meglio, a gestir meglio situazioni, si evolve attraverso la
pratica dello sport con allenamenti non solo fisici ma anche mentali di
controllo della mente, di gestione delle criticità, di focalizzazione sul
compito e soprattutto sul momento presente.
La tua gara più estrema o più difficile? “Ce ne sono state diverse di gare difficili, ognuna per motivi diversi.
Non è sempre il tipo di percorso o gli avversari a rendere una competizione ‘estrema’
ma spesso sono le sensazioni e i nostri pensieri a renderla tale. A volte si
scalano pareti e si scendono dirupi quasi senza accorgersene ma si è in estrema
difficoltà in una strada ampia e pianeggiante in città. Tutto dipende da quello
che io chiamo ‘l'aerodinamica mentale’ di quella particolare circostanza”.
Importante è la motivazione, la passione,
la desiderabilità di una certa situazione. Tutto diventa fattibile e fluido se
siamo sereni e predisposti alla presenza mentale nel compimento di un opera o
una performance.
Come hai superato
eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Ho
avuto molti infortuni nella mia carriera, dovuti a cadute, traumi o semplici
fatalità. Tutte cose abbastanza serie purtroppo con tempi di recupero raramente
brevi. La disperazione c'è sempre: il lavoro di mesi si vanifica in poco tempo
e fare sport alternativi non basta...aiuta ma non previene l'inevitabile
perdita del gesto specifico dello sport principale. Devo dire però che nei
momenti di difficoltà ho trovato risorse che non avrei mai pensato di avere e
ho scoperto molto anche su me stessa. Sicuramente per chi mi circonda non è
semplice: divento più irritabile a volte ho il morale a terra e sembra che
niente possa sostituire il correre. Per quanto riguarda le sconfitte, sono
emozioni che durano poco tempo, rimane un po’ di amarezza ma io le vedo come un
modo di conoscersi, capire in che cosa siamo deboli e su cosa si può lavorare”.
Serve tutto, non si butta niente, ogni esperienza
può avere un senso se l’accogliamo, la elaboriamo e la sistematizziamo nella
nostra vita rendendola utile un domani. La vita è fatta di ciclicità e bisogna
accettare tutto prendendo in mano le redini della nostra vita e cercando di
attraversare nel miglior modo possibile e soprattutto con fiducia e pazienza
qualsiasi periodo avverso, come sta succedendo in questo periodo di pandemia
che potrebbe rendere ansiosi e irritati tantissimi ma bisogna respirare e
continuare comunque a vivere o sopravvivere.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Si, credo sia una figura di aiuto
nel supporto dell’atleta, per la sua crescita e nell'affrontare momenti di
difficoltà”.
Un tuo messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Credo che lo sport sia parte fondamentale della vita di una persona per
il benessere globale dell'individuo. Qualsiasi sport va bene!”.
Lo sport è una grande pratica di vita, un
grande laboratorio da affiancare a tante lezioni scolastiche o corsi di formazione.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? “Il mio desiderio attuale è di ottenere
continuità negli allenamenti per poi pianificare gare importanti. Se c'è la
salute, la forma piano piano si costruisce!”.
Un messaggio alle donne del mondo? “Abbiate sempre il coraggio di seguire i vostri sogni”.
Una frase o parola che ti aiuta nelle
difficoltà? “Io valgo, sono una bella
persona”.
A volte perdiamo di vista noi stessi,
siamo poco abituati ad apprezzarci, a darci valore, pretendiamo troppo, ebbene
ogni tanto riconoscersi meriti e valori.
Ti ispiri a qualcuno? “Il
mio idolo dello sport in montagna è Kilian Jornet, ma la persona a cui guardo
con infinita ammirazione è Alex Zanardi, per il coraggio e la sua profonda
spinta alla vita...Per me rappresenta l'esempio di come il modo in cui reagiamo
agli eventi che ci accadono, faccia davvero la differenza”.
Come ti vedi
a 50 anni? “Come mi vedo? Sempre a correre e in gran forma! (Con qualche
trofeo importante in più nella mia bacheca)”.
Cosa dà e cosa toglie lo sport? “Lo sport regala emozioni e benessere. Non toglie mai niente. Il tempo
dedicato a praticare sport non è mai perso, è sempre investito!”.
Lo sport risulta essere sempre un grande
investimento per le persone, arricchisce nell’interiorità, accresce conoscenza
e rafforza.
Matteo SIMONE 380-4337230 -
21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
EMDR
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
Ho visto diverse volte correre Francesca,e devo dire :che leggendo ciò che dice,avendo la sua stessa passione,è commovente il suo dire.Grande Atleta e grade donna.
RispondiEliminaRingrazio chiunque abbia lasciato questo commento speciale nell'aver letto la mia intervista. Sono parole bellissime nei miei confronti, grazie di cuore!
RispondiEliminaGrandissima atleta e grandissima persona!
RispondiEliminaCorro in squadra con lei,e ne vado fiero!