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martedì 6 ottobre 2020

Il Team Senza Paura corre a staffetta lungo l’Adige Da Resia a Rosolina

Matteo Simone  


Un po’ di tempo fa Andrea Di Somma, il presidente dell’Atletica La Sbarra, mi comunica il suo progetto di organizzare una squadra di 10 atleti per partecipare alla 1^ edizione di “Resia Rosolina Relay”, una gara a staffetta della lunghezza di 431km percorrendo di corsa a piedi la pista ciclabile lungo l’Adige.

Ho aderito fin da subito all’iniziativa e preparato in tal senso fisicamente e mentalmente non trascurando l’abbigliamento essenziale con opportune attenzioni agli aspetti di visibilità in vista di frazioni notturne e con clima atmosferico avverso.
Cosa c'è prima di una gara?
Pensieri, dubbi, preoccupazioni, paure, timori, ansie, entusiasmo, aspettative, incontri, viaggi. Organizzazione, decisioni, previsioni, proiezioni, scelte, incontri, viaggi, pensieri, dubbi, incertezze, timori, ansie, paure, fame.
Nel periodo pre-gara si è formata la squadra di 10 atleti più il presidente che organizzava e coordinava tutte le operazioni di iscrizioni, viaggio, frazioni, cambi. Non ci conoscevamo tutti ed è stata una grande prova di condivisione di fatica, obiettivi, paure, timori, tensioni. Erano tante le variabili in gioco, il clima atmosferico, la possibilità di perdersi lungo il percorso, il rischio di infortunarsi.
Cosa c'è tra una partenza e un arrivo?
Un viaggio lunghissimo di un team Senza Paura composto da 10 atleti e un coordinatore, timori e dubbi, decisioni da prendere in corso d'opera, eventi critici da gestire, situazioni avverse da superare. Condivisioni di momenti e situazioni, fatica e gioia, odori e sapori, sorrisi e preoccupazioni. Esperienza comune ricca e preziosa, osservazione e apprendimento, ascolto e conforto. Tramonti e albe, piogge e venti, sterrato e asfalto, salite e discese. Tra una partenza e un arrivo c'è crescita, conoscenza, scoperte.
C’è successo un po’ di tutto e nonostante tutto, abbiamo rimodulato i nostri obiettivi, ci siamo ridimensionati e abbiamo continuato fino alla fine, senza paura, senza mollare, felici e resilienti portando a casa non coppe e non podi ma dentro di noi tanta ricchezza interiore e tanta conoscenza di noi stessi nella difficoltà e tante scoperte di luoghi, ambienti, persone, culture.
Organizzazione minuziosa e perfetta da parte di Andrea, alternanza di momenti di sconforto e di esultanza, condivisione di spazi, alimenti, vestiario. Estrema attenzione ad usare qualsiasi accortezza per evitare rischio di eventuale contagio cercando di essere nel miglior modo possibile le opportune indicazioni in tal senso.
Ogni atleta aveva sue aspettative, motivazioni, preparazione adeguata, ma anche tanti pensieri di faccende e persone lasciate a casa, preoccupazioni riguardanti la lunga traversata dell’Adige correndo lungo una ciclabile che lo fiancheggiava.
È importante avere obiettivi per organizzarsi fisicamente e mentalmente per portarli a termine anche se sono difficili, sfidanti, stimolanti ma non impossibili. È importante conoscere persone che stimolano, coinvolgono, propongono, organizzano.
È importante avere sempre un piano B, cercare di essere sempre pazienti e fiduciosi e rimodulare sempre piani e programmi in base a ciò che c’è nel momento presente, a ciò che si ha a disposizione.
Cosa c'è dopo una gara?
Grande festa! Esultanza, entusiasmo, soddisfazioni, relax, saluti, arrivederci, arrivederci. Un fiume di emozioni dopo tanti allenamenti per la preparazione; dopo tante incertezze se fare questa o un’altra, ma l’importanza è l’esperienza che si porta a casa, tanti incontri, abbracci, sorrisi.
Dopo la gara ci sono i saluti, i congedi, i commenti, le sorprese, i risultati, si ritorna alla quotidianità, si danno appuntamenti per altre gare a partire dall’indomani. Tanti fotografi pronti a immortalare le gesta atletiche dei concorrenti e anche le pose strane e bizzarre degli astanti.
Cosa spinge le persone a fare sport?
Avventurarsi, sperimentarsi, viaggiare, conoscere persone, luoghi, culture, ambienti, situazioni, se stessi. Mettersi in gioco per sperimentarsi, apprendere, scoprire, conoscere. Decidere obiettivi sfidanti, difficili, stimolanti ma non impossibili. Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a non mollare, per condividere momenti fatti di viaggi e incontri, per superarsi.
È importante lavorare su obiettivi, superare errori e sconfitte, si impara da tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come squadra conoscendosi meglio. Si impara sempre dall'esperienza, solo mettendosi in gioco e facendo esperienza ci possono essere i presupposti per far meglio e conoscersi meglio.
Questo è lo sport che vogliamo che incrementa consapevolezza, autoefficacia, resilienza e spirito di squadra e appartenenza. Chiamateli pure masochisti o incoscienti, ma in realtà quello che emerge dalle varie storie e testimonianze è che si tratta di un mondo fantastico e sorprendente, affascinante e protettivo.
Cosa c’è dietro lo sport?
Tanta passione, allenamenti, incontri, fatica, tante decisioni, presenza, attenzione, focalizzazione. Squadre, gruppi, associazioni. Lo sport permette di assaporare la ciclicità dell’esperienza come nella vita, fatta di partenze e arrivi, incontri e congedi, attivazione e rilassamento, tensione e relax.
Lo sport è una metafora della vita, c’è la crisi e soluzione senza darsi per sconfitti ma accettando e cambiando il corso degli eventi con fiducia e resilienza uscendone fuori sempre più rafforzati. Lo sport rende felici nonostante la fatica; lo sport permette di approfondire la conoscenza di sé stessi.
Un mondo dietro lo sport, tanta fatica e impegno con passione e determinazione, tanti pensieri e dubbi, tante sfide e sogni da realizzare, tante prove in allenamento e gara, tante persone dietro gli atleti; tante gioie e soddisfazione oltre a tanti aspetti da curare quali forza fisica e mentale.
Questo è lo sport che vogliamo non solo e non per forza vittorie, podi e prestazioni eccellenti, ma anche partecipazioni, esperienze, mettersi in gioco, apprendere dall’esperienza, grandi scoperte.
Che significa fare squadra? Condividere momenti, situazioni, obiettivi, viaggi, cibo. Fidarsi e affidarsi, confrontarsi e aiutarsi. Essere risorsa per l'altro, avvalersi delle risorse altrui. Essere coraggiosi senza paura, diventare Team Senza Paura.
Davvero un'avventura di corsa da Resia a Rosolina, staffetta di 10 atleti percorrendo la ciclabile del fiume Adige. Il secondo frazionista si è perso, ha deviato dopo 8 km ne mancavano 2km era forte in discesa andava a 3'30" mi ha dato il cambio 50' di ritardo. 
Erano quasi le tre di notte correvo forte la 3^ frazione da Laudes – Ponte a Prato allo Stelvio – Campo Sportivo km 9,86, ma attento alle eventuali segnaletiche per terra e davanti, seguivo l'Adige, ascoltandolo, non molto freddo, non molta pioggia, a volte indeciso dove continuare, ho rischiato anche io di andare fuori percorso ma trovandomi davanti i binari sono subito tornato indietro.
Proseguendo c'era una sbarra e sterrato, ma avevo chiesto com'era il percorso e mi aspettavo sia lo sterrato che i laghetti a Prato dello Stelvio, sono andato forte. Paesaggi stupendi, montagne, fiume, prati, colline, meleti e vigneti. Stanchezza, poco riposo, mi ero portato un contenitore con riso, legumi, pane con noci, frisella integrale con olio e pomodorini, mi è durata per il pranzo e cena pre gara e per il termine prima frazione, poi barrette, banane.
Seconda mia frazione era la 15^ da Nave san Felice al Carcere di Trento km 10,90, dopo tanta pioggia un po' di sereno ma il vento mi bloccava e spostava a sinistra, ma andavo avanti verso le montagne spettacolare arrivando al carcere di Trento.
Uno dei nostri si è infortunato e ci siamo confrontati, qualcuno pensava e proponeva di ritirarci per i due eventi spiacevoli che ci comportava sovraccarico di stress e di chilometri in più, ma il team Senza paura decide di continuare fino alla fine, direzione Rosolina. In squadra avevamo Serena Natolini, nazionale ultramaratona 24h e 100km. Prima della terza mia frazione un posto spettacolare ritrovo di ciclisti, per pranzo pasta in bianco e zuppa di fagioli, mischiando tutto, eccezionale.
Nei pressi di Verona ancora qualche dubbio da parte di qualcuno se era il caso di continuare o fermarsi, fare una cena insieme e tornare a casa. Ma non abbiamo mollato, abbiamo ripreso da Verona con una grandissima frazione di Roberto del Negro. È ritornata a tutti la voglia di correre più forte fino alla fine fino a Rosolina. Mi sono offerto per anticipare le mie frazioni o fare frazioni in più ma ognuno ha cercato di fare il proprio meglio cercando di recuperare energie riposando e cercando di mangiare o bere qualcosa.
Al cambio n. 30° c’è la possibilità di mangiare un panino al riso con funghi e melanzane e un riposino nel palazzetto in attesa della partenza di Serena Natolini, molto carica e attenta a curare ogni aspetto per fare del proprio meglio per sé stessa e per l’intera squadra. Incontro anche Sara Valdo, ex atleta della nazionale ultramaratona ed era lì per dare una mano agli organizzatori, le dico che avrebbe corso Serena e così prima della partenza l’ha presentata alle autorità sportive locali per le foto di rito.
Corro la 33^ frazione da Badia Polesine Loc. Bova a Barbuglio di Lendinara km 10,86, alle 3 di notte, la mia 4^ frazione vado fortissimo, senza orologio, scopro di aver corso a 4’31 al km, doveva essere la mia ultima frazione e mi sembrava impossibile avere ancora tutte queste energie, ma avevo tanta fiducia. Quando arrivai al cambio avevo bisogno di defaticare un pochetto, mi aspettava Serena per accompagnarmi alla macchina e poi di corsa al prossimo cambio.
Dorotea non si sentiva di correre la sua 4^ frazione, la 35^ da Ca’ Zen Di Lusia a Boara Polesine Fraz. di Rovigo km 6,91, e mi propongo di sostituirla dopo di un recupero di meno di 1 ora che era la frazione che correva Vincenzo. Parto inizialmente piano per finirla e non farmi male, dopo qualche chilometro mi affianca un atleta e mi supera, lo seguo, va fortissimo ma sono fiducioso e resto attaccato a lui, io senza orologio, lui inizia a guardare l’orologio e dice che dovevamo trovare la postazione del cambio ma niente si continuava a correre, finalmente la individuiamo e vado ancora più forte perché intravedo i miei amici di squadra, avevo corso 8km, avendo la conferma che se vuoi puoi, abbiamo energie residue che nemmeno noi ci aspettiamo.
Mancavano 5 frazioni e potevamo docciarci al Palazzetto dello sport di Rovigo e poi verso Rosolina per la colazione e l’attesa di Serena che avrebbe corso l’ultima frazione, ero contentissimo per lei. Decidiamo di correre con lei gli ultimi 500 metri ed è stato un vero trionfo, avevo avvisato lo speaker che sarebbe arrivata una ultramaratoneta della nazionale e così è stata un grande accoglimento per lei e per la nostra squadra che finalmente abbiamo festeggiato questo grande evento, questa grande corsa contro il tempo, contro le avversità, ma ce l’abbiamo fatta tutti insieme. Serena aveva portato il prosecco per brindare e darsi l’appuntamento per l’anno prossimo, tutto è bene quello che finisce bene.
Un po’ di tempo fa intervistai Serena Natolini e sono interessanti le sue risposte.
Quale esperienza ti dà fiducia nel riuscire?Non c’è un’esperienza in particolare. Ho sempre affrontato ogni situazione a testa alta; a volte è andata bene, altre meno, ma da ognuna ho sempre imparato qualcosa. Penso che a darmi fiducia sia la consapevolezza che ogni situazione ci insegni qualcosa e ci faccia crescere.”
C’è una parola o una frase che ti aiuta in eventuali crisi?The moment you're ready to quit is usually the moment right before a miracle happens (Il momento in cui sei pronto a smettere è di solito il momento giusto prima che accada un miracolo) ...Don't give up (Non  arrendetevi)! Come stato su Whatsapp ho da tempo questa frase che mi dà molta forza nei momenti difficili e mi aiuta a non mollare mai.
Quale aspetto del tuo carattere ti aiuta nell’affrontare gare importanti?Penso sia la mia determinazione e la mia grande forza di volontà. Sono molto testarda e quando mi metto in testa una cosa, non mollo fino a quando non la ottengo. Questo mi permette di allenarmi costantemente in modo da arrivare alla gara nelle migliori condizioni ed affrontarla con grinta e consapevolezza”.

Questo sembra essere un buon approccio, infatti da ogni esperienza si apprende sempre e si porta a casa qualcosa di importante, e piano piano si costruisce sempre di più autoefficacia e resilienza. Insomma, l’essenza sembra essere che non bisogna mollare, è sempre il momento di essere pronti ad andare avanti per trasformare sogni in realtà. È importante potersi ancorare nei momenti difficili a frasi o allenatori interni che ti incoraggiano, che suggeriscono, bisogna sviluppare tanta immaginazione per superare momenti difficili che spesso vengono per poi andarsene. Bisogna solo essere fiduciosi e utilizzare qualche strategia che abbiamo già sperimentato.
A tal proposito segnalo alcuni libri:
Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti.
Nello sport non è importante solo la forza, la resistenza e i muscoli, ma è importante sviluppare anche la forza e la resistenza mentale che permettono di andare oltre, di consolidare lo stato di forma. Raggiungere traguardi importanti diventa il coronamento di un sogno, il raggiungimento di un obiettivo ambito, la ricompensa di tanti sforzi e tanta fatica per ottenere qualcosa che si desidera con determinazione, tenacia, passione e con l’aiuto di qualcuno che sostiene. Lo sport permette di sperimentare la resilienza, non mollare mai, andare avanti e continuare per portare a termine la propria impresa, la propria sfida personale; per alzare gradualmente l’asticella e affrontare gradualmente situazioni sportive o della vita quotidiana sempre più difficili con la convinzione di saperne uscire fuori sempre più rafforzati. Si apprende dalle esperienze, aumenta l’autoefficacia attraverso esperienze di successo o superamento di difficoltà; superare momenti difficili aiuta ad andare avanti, se ce l’hai fatta una volta, ce la farai anche una seconda volta. La pratica di uno sport diventa onerosa dal punto di vista dell’impegno fisico e mentale ma in cambio si riceve tante soddisfazioni, si forma il carattere, si aderisce a dei valori unici e si fa parte di un gruppo di persone condividendo sensazioni ed emozioni uniche.
Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo. Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.
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Cosa spinge le persone a fare sport?
Il libro riporta alcune interviste fatte ad atleti di diverse discipline sportive e indaga sulle motivazioni che spingono le persone a fare sport. Non solo la performance, ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, di rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale. Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a non mollare e per migliorarsi.

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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