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domenica 27 dicembre 2020

Sabri (Criceteam): Vorrei correre una maratona, penso di averla già nelle gambe

 5 donne, lavoratrici, madri, amiche con la passione della corsa

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

http://www.psicologiadellosport.net 

Non c’è un’età per iniziare a correre e non c’è un’età per smettere. Prima o poi la corsa arriva nella vita di un a persona, si fa sempre i tempo a iniziare a correre per sperimentare soprattutto benessere da soli o in compagnia.

Dalle avversità nascono delle opportunità, si parla di crescita post traumatica, dalle sconfitte si traggono insegnamenti, insomma tutte opportunità per sviluppare resilienza che, soprattutto in questo lungo periodo di pandemia, confusione, incertezza, destabilizzazione, serve ad andare avanti mettendo un po’ da parte mete, obiettivi e sogni.

Una mano ce la danno le nostre amiche podiste “cricete” (così si definiscono) che si sono ritrovate per passioni comuni e affinità diventando un riferimento per tanti e tante che sembrano abbiano bisogno di sostengo e motivazione per non mollare.

Hanno scelto la parola cricete perché come tanti altri hanno sperimentato lo sport da praticare e sulla loro pagina facebook è possibile leggere come nasce la loro idea:

L'idea del criceteam nasce durante la pandemia. Cricete perché́ ci siamo disperatamente legate a quel raggio di spostamento consentito: in quei 200 metri abbiamo corso inventandoci gare esclusive come la Maratona della Ruota. Ci siamo sostenute a distanza, senza arrenderci. Ci siamo galvanizzate a vicenda perché́ L'ALLEGRIA È CONTAGIOSA. Arriviamo con questo progetto che non sappiamo dove ci porterà̀, ma intanto partiamo insieme. L'allegra brigata di matte, lottatrici e sognatrici parte: chi corre con noi?

https://www.facebook.com/criceteam

Di seguito approfondiamo la conoscenza di alcune di sabri attraverso risposte ad alcune mie domande.

Qual è stato il tuo percorso nello sport?Come ogni bambina ho iniziato con la danza classica, proseguendo con la pallavolo e approdando consapevolmente al karatè in adolescenza. Un infortunio ha interrotto la mia ascesa verso la cintura nera (mi sono fermata alla marrone) e poco dopo, universitaria, ho iniziato a correre. Da lì, un po’ di tira e molla, il podismo non mi ha più abbandonata”.

 

Può succedere che si incontra la corsa e non si riesce a liberarsene perché diventa una cara amica, un’opportunità per sperimentare benessere, per mettersi in gioco, per sperimentare e apprendere dall’esperienza.

Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?Mi sono pentita di avere scoperto questa mia versione ‘tardi’. Pensando ai tanti anni senza marito, figli e troppe responsabilità. Il divertimento non è solo discoteca e serate interminabili. Ci sono tante amicizie e dinamiche diverse che si innestano grazie allo sport. Provare per credere”.

 

Non è mai troppo tardi per iniziare a correre, per scoprire il mondo bizzarro dei runner, per stabilire mete e obiettivi da raggiungere cercando di metterci sempre il minor tempo possibile per arrivare al traguardo.

Cosa o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?La mia cocciutaggine e costanza. Poi mio marito e mia mamma mi permettono di allenarmi tenendo la mia bimba 3enne”.

 

Non ci sono scuse per volersi bene, per pensare a se stessi, per coltivare un hobby, per trovare il tempo per correre durante la giornata, è sempre il momento per il movimento.

Cosa pensano familiari e amici della tua attività̀ sportiva?In famiglia, dopo tempo, ho trovato appoggio. All’inizio non era così. Quando ho imparato a camminare con le mie gambe, da parte di mio marito è cambiato tutto. Mi appoggia in qualsiasi impresa. Sugli amici invece ho più difficoltà. I divanari faticano a comprendere e condividere, il segreto è farsi nuovi amici”.

 

Lontano dal divano si vince sempre, si è sempre campioni. C’è sempre bisogno di qualcuno che sostiene e supporta per continuare a correre soprattutto se c’è qualcosa che rema contro come gli eventuali infortuni o i tanti impegni della vita familiare e lavorativa.

Quale esperienza ti dà la convinzione che ce la puoi fare? Ho dovuto affrontare molte cose brutte nella mia vita. Ma si può vincere”.

L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più̀ belle?La mezza delle terre Verdiane. L’ho dedicata a mio padre e a tutti quelli che non possono più correre”.

 

Bisogna andare sempre avanti con le risorse residue con piani e programmi per raggiungere mete e obiettivi sfidanti cavalcando sempre l’onda del cambiamento.

Un episodio curioso o divertente nella tua pratica sportiva?In MTB il mio gruppo CAI l'anno scorso mi ha portato in cima al Monte Cusna, una montagna alta 2121 m, è stato un giro molto divertente e insolito”.

 

Non è facile allontanarsi da tavole, brande e divani ma si può fare soprattutto se si hanno amici o un gruppo di riferimento che coinvolgono, invogliano sostengono e proteggono.

A cosa devi prestare attenzione nella pratica del tuo sport?In un mondo sicuro solo agli infortuni. In questo mondo anche alla gente. Correndo all’alba, ogni tanto, capita di incontrare soggetti poco raccomandabili”.

 

Bisogna avere sempre gli occhi aperti ed essere pronti a tutto ma con coraggio e resilienza per non evitare esperienze ricche e intense. Per ogni cosa che si fa bisogna essere molto attenti a non strafare, a sentire il  proprio corpo, ad apprendere dall’esperienza.

Hai rischiato di mollare?Quando mio marito non mi appoggiava ”.

 

C’è tanto bisogno di essere compresi, di spiegarsi di confrontarsi, di essere pazienti.

Come hai superato crisi, sconfitte, infortuni?Pensando al futuro. Sempre”.

 

Concordo, bisogna sempre guardare avanti, essere fiduciosi, avere programmi non troppo rigidi da poter rimodulare in caso di avversità o imprevisti come questo lungo periodo di pandemia dove bisogna congelare o rimodulare sogni e progetti.

Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi?Si. A livello amatoriale per riuscire a tenere la costanza e la motivazione per affrontare sfide da professionista. Vorrei correre una maratona. Penso di averla già nelle gambe ma è la testa che non deve mollare”.

 

Dice bene Sabri, a volte gli atleti amatoriali si comportano come i professionisti, si allenano duramente e costantemente per ottenere sempre risultati migliori ma senza aver cura di aspetti che contribuiscono al benessere e alla performance non avendo a disposizione lo staff tecnico professionale che hanno i professionisti.

La tua situazione sportiva più̀ difficile?Il post parto. Per ripartire serve tanta fatica, forza e determinazione”.

 

Questa è una bella e apprezzabile testimonianza, in effetti le donne che hanno partorito sembrano avere una marcia in più per aver sperimentato un periodo di pazienza e attesa e poi di ripartenza, come un ungo periodo di allenamento e preparazione per una grande impresa. La mia preparazione per un ironman completo è stata proprio di 9 mesi da dicembre fino a settembre.

Nel mio libro “Lo sport delle donne” riporto le seguenti parole:

Le donne sono evolute per portare a termine le cose e nel miglior modo possibile, come può essere una gravidanza con tutte le accortezze che ci vogliono rispettando i tempi e occupandosi di se stesse. Così avviene sia per gli allenamenti che per la durata della gara, sanno tenere di più l’attenzione, tengono a mente parole e ancoraggi dei loro allenatori. Se l’allenatore dà un consiglio, loro usano tale consiglio come un mantra per tutta la gara”.

https://www.amazon.it/donne-sempre-determinate-competitive-resilienti/dp/8894995151

Cosa hai scoperto di te stessa nello sport?La tenacia. Correre una distanza prefissata mi dimostra ogni volta che posso fare qualcosa anche di grande nella vita”.

 

Il mondo dello sport fa scoprire di avere capacità e caratteristiche insospettabili. Lo sport fa sperimentare non solo fatica ma anche sensazioni ed emozioni uniche soprattutto quando si arriva alla fine di una competizione o di un allenamento impegnativo, dove ci si accorge che tutto passa e che volere è potere.

Ti ispiri a qualcuno?Nessuno in particolare. Seguo molti atleti italiani. Baldini, Valeria Straneo, Sara Dossena”.

Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?Non arrenderti mai”.

 

A volte per raggiungere obiettivi sfidanti c’è bisogno di crederci, di avere un’alta motivazione, di saper affrontare, gestire e superare allenamenti duri, avversità, infortuni, crisi. Un grande lavoro fisico e mentale.

Prossimi obiettivi?Maratona. Doveva essere quella di Reggio che, annullamento a parte non avrei potuto fare perché ho contratto il COVID”.

Come ti vedi a 60 anni?Prossima alla pensione (forse) e runner libera”.

 

Nella mente dei podisti ci sono sempre allenamenti e gare da disputare incrementando chilometri o velocità.

Come hai scelto la tua squadra?Ci siamo scelte insieme. Ed è stata una delle cose più belle che mi sia mai capitata”.

 

Matteo SIMONE - 21163@tiscali.it

+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta

https://ilsentieroalternativo.blogspot.it/

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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