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venerdì 1 gennaio 2021

Presentazione libro “Sport, benessere e performance”

Prof. Aureliano Pacciolla 

Dir. Master in Psicologia dello Sport 

LUMSA-HUMANITAS 


Matteo Simone: Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono su benessere e performance dell’atleta. 

Matteo Simone non è nuovo ai lettori e cultori della psicologia dello sport ma con questa sua ultima opera vuole dare un contributo alla ricerca in questo settore attraverso l’esperienza di una vasta varietà di atleti.  

Gli obiettivi di Matteo Simone sono: il contributo che lo sport può dare al benessere (cap. 1); i sogni realizzati e da realizzare (cap. 2); la gara della vita (cap. 3); le sensazioni e le emozioni che si sperimentano nello sport (cap. 4); l’esperienza di indossare la maglia della nazionale (cap. 5); il raggiungimento della performance (cap. 6); come allenare la mente (cap. 7). 

L’autore inizia con la sua esperienza personale che dopo aver praticato vari sport finalmente incontra Sergio Screpanti che lo ha portato all’Atletica La Sbarra in cui ha sperimentato le vaste possibilità che può dare lo sport fra cui l’aiuto ad un’atleta donna non vedente.

Uno dei nuclei più centrali di questo libro è la convinzione dell’autore che “è importante oltre allo studio e alla formazione accademica, confrontarsi con gli atleti per conoscere il loro punto di vista, le motivazioni, il benessere o le difficoltà che sperimentano praticando sport, eventuali rischi. È importante conoscere il loro punto di vista a completamento delle teorie relative agli aspetti che incidono sul benessere e la performance dell’atleta e della squadra”. (p. 9) 

Abbiamo una utile guida per evidenziare alcuni obiettivi dello psicologo dello sport: 
‒ attuare progetti per motivare le persone a intraprendere qualche forma di attività fisica, favorendo l’autoconsapevolezza dell’individuo; 

‒ lavorare sul goal setting, ossia contribuire a stabilire obiettivi condivisi, raggiungibili anche se difficili; 

‒ promuovere l’attività fisica nelle scuole, negli ambienti di lavoro, negli ospedali, nelle istituzioni; 

‒ fare rete con le diverse figure professionali, soprattutto professionisti dell’educazione come insegnanti ed educatori; 

‒ allearsi con i medici di famiglia, che possono incentivare i propri assistiti a fare prevenzione attraverso la pratica dell’attività fisica; 

‒ stimolare le persone a prendere in mano le redini della propria vita e avere un corretto stile di vita, che contempla anche un periodo di attività fisica settimanale; 

‒ lavorare non solo sulle criticità, ma anche sulle risorse, sull’autoefficacia, sulla resilienza. 

Dando la parola direttamente agli sportivi, l’autore riporta in modo più specifico le funzioni dello psicologo dello sport: «Lo psicologo può avere un effetto importante sull’atleta. Subiamo carichi di lavoro enormi e spesso viviamo momenti difficili. Può farci vedere sempre la luce in fondo al tunnel e darci messaggi positivi … Sì, credo che ogni squadra debba avere uno psicologo dello sport soprattutto nei periodi prossimi alle gare o nei mesi più intensivi di allenamento. Inoltre credo che lo psicologo serva di più agli allenatori, che spesso non sono in grado di capire certi meccanismi psicologici dell’atleta o dell’atleta inserito nel gruppo. Sovente inconsapevoli delle loro azioni, hanno rovinato moltissimi atleti nella fase della loro crescita per non essere riusciti a capirli nel modo giusto». (Alessandra Penna). 

Il benessere grazie allo sport è così espresso: «Lo sport mi aiuta perlopiù a livello psicologico. L’attività fisica mi dà una sensazione di libertà e mi fa sentire fortunato già per il fatto poterla praticare. I fattori principali sono stati la costanza e il vedere lo sport come un piacere e non come un sacrificio o obbligo». (Giorgio di Maggio) 

Per Giacomo Nalli lo sport si è rivelato quasi terapeutico ma anche performanteper il Campione Italiano di Maratona 2015 Dario Santoro: «Lo sport è un toccasana naturale, che non ha medicinale e cure imitabili, per raggiungere il proprio benessere fisico e mentale…” e la “maratoneta” Anna Giunchi afferma «Lo sport mi ha dato un equilibrio, soprattutto per quanto riguarda il regime alimentare: facendo sport non mi sottopongo a restrizioni. Ho più serenità nel rapporto con gli altri e con me stessa». 

Queste sono solo alcune testimonianze per rispondere ad una domanda iniziale. 

Altre domande alle quali l’autore fa rispondere gli atleti sono: A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sportChi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performanceCom’è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante e impegnativa? Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performanceCome hai scelto il tuo sportCome hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sportMostra anche di essere resiliente, di saper aspettare quando vi è un infortunio senza accelerare i tempi di ripresa. Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Nella tua disciplina quali difficoltà s’incontrano? Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso di sostanze dopanti e per praticare uno sport teso al benessere o alla performanceQual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performanceQuali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano ad allenare un recordman? (a un allenatore) Quali sono i tuoi prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine? Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? Quali sono o sono state le tue sensazioni pre-gara, in gara, post-gara? Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? Se potessi tornare indietro cosa faresti? non faresti? Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?  

Questo libro è molto interessante perché basato non sulle teorie – che pure sono fondamentali – ma sulle esperienze vissute dai protagonisti dello sport.  

Fra i tanti spunti di riflessione vorrei segnalare il motto delle Olimpiadi come messaggio ai giovani: Citius!, Altius!, Fortius! ‘Più veloce! Più in alto! Più forte!’” 

Lo sport può costituire la possibilità di riscatto, come quella che ha avuto Alex Schwazer, dopo la squalifica per doping (Londra 2012), è tornato a gareggiare l’8 maggio 2016 in occasione dei Campionati del Mondo a Squadre di marcia, organizzati a Roma, gara che ha vinto con il tempo di 3h39’00”, guadagnandosi un posto per le Olimpiadi di Rio de Janeiro. 

La capacità di guardare avanti come Manuel Pozzerle che diventa campione nazionale di snowboard nel 2014 e che dice “prossimo obiettivo è ripetermi nei mondiali e salire ancora sul gradino più alto. Guardando un po’ più in là punto alle para-olimpiadi del 2018». 

Questo è un libro del buon esempio e tutti – non solo i giovani – abbiamo bisogno di modelli da imitare. Se non abbiamo modelli positivi imiteremo quelli negativi. Leggere e far leggere questo libro è un atto pedagogico. 


Prof. Aureliano Pacciolla 

Dir. Master in Psicologia dello Sport 

LUMSA-HUMANITAS  

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