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sabato 17 aprile 2021

Intervista doppia a Francesca Canepa e Lorena Brusamento, 12h su strada

 Matteo SIMONE

Sabato 10 aprile 2021 ha avuto luogo a Provaglio D’Iseo (BS) il Campionato Italiano Individuale IUTA 12 ore su strada su un circuito di 1366 metri tra le vie e i vicoli del centro del paese.  

Francesca Canepa (Atletica Sandro Calvesi) SF50 con km 136,59 vince il titolo femminile arrivando 3^ nella classifica generale e ottenendo anche il record italiano. Il podio femminile è completato da Lorena Brusamento (GS Gabbi) km 121,71 che era detentrice del precedente record di 134,368 km ottenuto proprio nel 2017 nella seconda edizione di Ultra Franciacorta e completa il podio Elisa Bellagamba km 114,09. 

Il titolo italiano è andato a paolo Bravi che è riuscito a percorrere nelle 12 ore di gara km 141,62, precedendo Stefano Emma km 136,72 e Mattia Di Beo km 132,57. 

Approfondiamo la conoscenza di Francesca e Lorena attraverso risposte ad alcune mie domande di alcuni anni fa. 

Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?  
Francesca: Nel 2010 dopo una gran fondo con gli sci ho capito di non faticare su distanze da molti ritenute già ‘lunghe’, lì erano 45 km. Così qualche settimana dopo ho provato un trail di 26 km e la settimana seguente ho provato una maratona vera, chiusa in 3.29 senza essere stanca. 2011 distanze fino a 100 km sempre in natura e 2012 fino a 330km.” 

LorenaLo sport ha sempre fatto parte della mia vita, prima la pallavolo, poi la corsa ma non solo. Ho cercato di seguire il mio istinto e di fare sempre ciò che mi faceva provare un'emozione.” 

Vuoi ringraziare qualcuno per il tuo benessere e la performance? 

Francesca: “Ovviamente sì! Abbiamo Renato, mamma e papà, Matteo e Tobia. Per citare chi ha fornito un aiuto sostanziale. Secondo me, solo chi divide con me anche la vita normale, quella senza corsa, può essere realmente capace di esserci quando la corsa dura 350 km. Servono persone che sappiano leggere nel mio cuore e che, soprattutto, tengano al mio risultato quanto ci tengo io. E poi ci sono anche tutti coloro che, seppur da lontano hanno voluto starmi vicino, tifare, e sperare nella mia vittoria.” 

LorenaIl mio percorso verso l'ultramaratona è stato segnato da persone diverse in fasi diverse. Nell'ultimo anno sicuramente il mio compagno e la mia amica/assistente hanno avuto un ruolo importante.” 
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?  

Francesca: "Più che scoperte, direi che ho avuto conferme. Qualunque cosa abbia davanti l’aggettivo 'Ultra' amplifica il corredo di base, caratteriale o fisico che sia. Porta oltre, per definizione. Quindi ho avuto la conferma che se una cosa mi piace, se ci credo, nulla può impedirmi di portarla a termine. Se invece per qualsiasi motivo non provo più nessun piacere nel farla, semplicemente smetto di farla, qualunque sia la posta in gioco. Non mi arrendo se ne vale la pena, ma questo concetto si riferisce unicamente al mio sistema chiuso ‘mente-corpo’, non riesco a considerare obiettivi imposti o caldeggiati dall’esterno. L’aggettivo 'Ultra' amplifica anche la ribellione.” 

LorenaChe sono forte, mi ferma solo qualcosa che può mettere a rischio serio la salute. 

Che significa per te partecipare a una gara estrema?  

Francesca: “Significa sapere con certezza a che ora parto ma non avere garanzie sul quando e sul se arrivo. Significa prepararmi ad affrontare eventuali imprevisti e significa sapere che sarà impegnativo mentalmente.” 

Lorena: La gara per me non è una gara ma un viaggio. E più il percorso è lungo più il viaggio mi piace. La gara mi consente di dedicarmi del tempo, tutto per me come se fossi in vacanza.” 

Le gare di ultramaratona permettono di essere con se stessi per tanto tempo, permette di conoscersi meglio nelle crisi, ti fa ripercorrere attimi e periodi della vita, un viaggio nel tempo partendo dal momento presente, permette di sperimentare sensazioni, impressioni ed emozioni, sentendo il proprio corpo, le sensazioni corporee, il respiro che ti porta vanti metro dopo metro, chilometro dopo chilometro, sempre avanti. 
Hai sperimentato il limite nelle tue gare?  
Francesca: “In realtà mai, in genere ascoltando bene i segnali non mi succede. Ho sperimentato il limite psicologico, quello che per noia, brutte sensazioni o mancanza di reale motivazione, mi ha fatto staccare il pettorale. Ma non è mai successo per un limite dato dall’esaurimento fisico.” 

LorenaSi, la sensazione di non avere più nulla e di avere raschiato il fondo del barile.” 

Il limite fisico si può spostare sempre più in là perché dipende tutto dall’approccio mentale, è la mente che decide di poter fare qualcosa di sfidante, di difficile con l’opportuna preparazione e con sicurezza acquisita dall’incremento graduale dell’autoefficacia nel corso di competizioni precedenti riuscite con successo. 

Cosa vuoi dire ai ragazzi e genitori per farli avvicinare allo sport?  

Ai ragazzi non voglio dire nulla, perché credo che le parole non siano così utili. Suggerirei loro piuttosto, di leggere le biografie di atleti che raccontano la loro storia. Credo sia molto più potente apprendere grazie all'esempio. Leggere e poi costruirsi un pensiero proprio. Leggere e arrivare a chiedersi ‘perché non io’? Leggere e poi provare a scrivere la propria storia. 

Lorena: “Lo sport è amicizia, aggregazione, condivisione, gruppo, insegnamento, conoscenza, qualsiasi sport e a qualsiasi livello.” 

 

Qualsiasi sport, qualsiasi livello, e a qualsiasi età, lo sport apporta benefici, scoperte, conoscenze, è una formazione che non ha prezzo e non ha pari, una formazione alla vita, apprendere ed imparare dall’esperienza diretta per costruire carattere e formare personalità per vivere ogni momento con consapevolezza. 
Hai ancora progetti? Sogni realizzati e nel cassetto?  
Francesca: “I miei progetti in verità prendono forma in maniera del tutto casuale, in base alle situazioni in cui mi imbatto e alle opportunità che di volta in volta vedo dischiudersi. Non ho un piano preciso. Non ho gare iconiche che voglio fare per forza. Decido più o meno giorno per giorno. Quello che so per certo è che sarò un'atleta per sempre. Un sogno nel cassetto? Vincere la maratona di New York nella categoria Over 70. 
Lorena: “Ogni sogno realizzato apre la strada ad altri sogni, basta seguire la scia. Indossare la maglia azzurra era un sogno, l'ho realizzato e questo mi dà la possibilità di sognare altro! La vita senza sogni, che vita è?”. 

 

Lo sport per strada, all’aria aperta in autosufficienza è una grande scuola di vita; bisogna crederci, sognare, realizzare sogni, superare crisi e quant’altro, sviluppare consapevolezza, autoefficacia e resilienza. Francesca ha tanto da trasmettere e insegnare per la enorme esperienza acquisita anche attraverso lo sport. 
Interviste a Francesca e Lorena sono riportate nel libro “Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti” – 8 ottobre 2018 di Matteo Simone (Autore)
Francesca e Lorena sono citate nel mio libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline. 

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it


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