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sabato 18 settembre 2021

Fabrizio Spadaro, Resia-Rosolina: Posso dire di averci messo cuore, grinta e gambe

 Quando partecipo a una competizione lo faccio sempre per provare a vincere 
Matteo Simone
  

Ha avuto luogo la staffetta Resia – Rosolina che prevedeva la percorrenza di 433km lungo il fiume Adige con partenza il 10 settembre 2021 ore 04.00. 

La squadra “Team Senza Paura Roma”, organizzata dal presidente dell’Atletica La Sbarra, Andrea Di Somma ha partecipato per la seconda volta consecutiva, puntando a fare prima di tutto una bellissima esperienza di sport di gruppo e poi cercare di essere competitivi. 
Il Team Senza Paura Roma ha vinto su tutti in 32h08’30” precedendo Vicenza Marathon 32h17’40” e Lauf Club Pfeffersberg 33h12’40”. 
Di seguito l’esperienza di Fabrizio (ASD Atletica La Sbarra), uno staffettista del gruppo, attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Ti aspettavi di vincere? Personalmente quando partecipo a una competizione lo faccio sempre per provare a vincere. Poi se qualcuno è più bravo di me gli stringo la mano. 
 
Fa
brizio è un atleta molto forte, vince gare o si piazza comune tra i primi, e già lo scorso anno con il Team Senza Paura le ambizioni di vincere c’erano ma non tutto è andato come preventivato, comunque è stata una esperienza arricchente e ricca di insegnamenti che ha permesso di vincere quest’anno.
 
Criticità, difficoltà, rischi? Sicuramente in questo tipo di gare le difficoltà maggiori sono le tappe in notturna, i tempi di recupero e gli spostamenti. 

È davvero una bella sfida questa staffetta vinta in poco più di 32 ore continuate dove gli atleti si alternavano nelle diverse ore della giornata, mattina, pranzo, pomeriggio, sera e anche di notte e non tutti sono abituati a correre di notte e nemmeno è opportuno allenarsi di notte per simulare le condizioni di gara. Inoltre è una gara particolare perché l’atleta deve sapersi gestire, non può dare tutto nella singola frazione perché da lì a qualche ora deve ricorrere e il rischio di infortunarsi o avere un calo di forma è dietro l’angolo e potrebbe compromettere la prestazione dell’intera squadra. 
Inoltre fondamentale è l’organizzazione attenta e 
minuziosa per portare ogni atleta in tempo al punto del cambio che a volte è difficile individuare non conoscendo bene il territorio. Complimenti a Fabrizio e l’intero gruppo coraggioso.
 
Cosa ha contributo alla vittoria? La voglia di rivalsa dello scorso anno in primis e poi le gambe di tutti noi 10Serena e Federica fondamentali in biciIl supporto della mia ragazza Martina di Marco nel supportarmi pre e dopo tappa. 
Quali tue capacità, risorse, caratteristiche sono state determinanti? Ognuno penso che abbia messo qualcosa nella spedizione. Quando fai queste gare si vince e si perde in 10. Sicuramente io posso dire di averci messo cuore, grinta e gambe. 

Ecco cosa c’è dietro una vittoria, prima di tutto la forte motivazione che in questo caso era riscattarsi da una gara dell’anno precedente dove il livello degli atleti era altissimo e ci sono stati svariati imprevisti che hanno ostacolato la vittoria ma non la conclusione dell’impresa fino al traguardo comunque soddisfatti dell’esperienza. 
L’anno precedente ci sono 
stati imprevisti di varia natura fin dalla seconda frazione dove un atleta ha seguito un sentiero alternativo a quello di gara, andava fortissimo e il sentiero non era ben illuminato nel bosco con poca visibilità della segnaletica, altro atleta arrivato al cambio ha lanciato il cronometro nel fiume Adige e si è perso tempo prezioso per recuperarlo, altro atleta si è infortunato proprio all’inizio della sua frazione di corsa e proprio Fabrizio ha dovuto andargli incontro e sostituirlo.
 
Quest’anno ci è stata più attenzione, più focalizzazione, più motivazione, più preparazione e come dice Fabrizio le gambe di tutti, ognuno ha fatto la propria parte, ma non solo le gambe dei corridori ma anche le gambe di due atlete in bici che hanno pedalato per svariati chilometri in ogni ora del giorno per essere accanto agli atleti, supportarli e sostenerli nelle loro fatiche, dubbi, incertezze. UN vero lavoro di gruppo per un obiettivo di squadra. 
Cosa pensano gli altri? Beh il motivetto è lo stesso da anni: Tu "non stai bene" e "ma chi te lo far fare"? Però allo stesso tempo stima e ammirazione. 

In effetti chi non fa, non sa cosa significa fare sport, vincere una gara, partire con tante incognite, dubbi, pensieri. Mettersi in gioco uscendo da una comoda zona di confort e tornare poi a casa con una vittoria, con tanti momenti e situazioni da elaborare, assimilare, tanti insegnamenti di vita grazie allo sport, conoscendo sempre di più se stessi e gli altri. 
Un episodio curioso?
 Io mi porterò sicuramente dentro il caricarci a "molla" tra me e Carlo al cambio 39 e il mio arrivo alla frazione 30 quando tutti hanno creduto veramente che potevamo vincere. 

Una bella storia di fatica ma di gruppo che incita, motiva, sostiene, carica, stravede. Ricordi di momenti chiave dove ci si crede di poter fare qualcosa di veramente importante, voluto, sperato, dopo diversi mesi di lavoro, dopo un anno di attesa. 
La rifaresti l'anno prossimo? Guarda da una parte si ma da un'altra parte no. Io sono uno maniacale quindi se decido di rifarla qualcosa dovrà per forza cambiareUn grazie al presidente che mi ha dato l'opportunità di partecipare. 
Cosa hai scoperto di te stesso nello sport di squadra?
 Per me l'atletica è uno sport individuale che puoi condividere con altre persone ma fondamentalmente resterà uno sport individuale però quando ci sono competizioni cosi ognuno deve mettere qualcosa ed è proprio qui che accresci il tuo bagaglio. 
Una parola o una frase? Daje tutta all'arrivo a Rosolina. 
Prossimi obiettivi? Forse il benedetto esordio in maratona. 

L’anno scorso c’ero anch’io e durante il viaggio di andata verso il Lago di Resia parlavamo proprio della sua prima eventuale maratona, di quanto potrebbe valere potenzialmente, ed era il suo proposito anche l’anno scorso al termine della Resia Rosolina.
Di seguito la sua risposta, nella precedente intervista, alla domanda: 
Ora cosa vedi davanti a te? “Davanti a me non lo so, vediamo e speriamo di tornare al più presto alla normalità, poi un pensierino alla maratona perché no!”. 

A tal proposito segnalo alcuni libri: 

Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida  
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo. Il termine Resilienza deriva dalla metallurgia; indica la proprietà di un materiale di resistere a stress, ossia a sollecitazioni e urti, riprendendo la sua forma o posizione iniziale, così come le persone resilienti possono affrontare efficacemente momenti o periodi di stress o disagio. 
Così come avviene negli sport di endurance, resistere e andare avanti, lottare con il tempo cronologico e atmosferico, con 
se stessi, con i conflitti interni; a volte sei combattuto e indeciso, tentato a fermarti, a rinunciare. Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.
 
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Cosa spinge le persone a fare sport?
 
Il libro riporta alcune interviste fatte ad atleti di diverse discipline sportive e indaga sulle motivazioni che spingono le persone a fare sport. Non solo la performance, ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, di rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale. Una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a non mollare e per migliorarsi. 

O.R.A. Obiettivi Risorse e Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport 
Il libro illustra argomenti riguardanti il raggiungimento di obiettivi nella vita e nello sport, con tecniche della psicoterapia della Gestalt, approccio E.M.D.R. e Ipnosi Ericksoniano
Il modello di intervento ideato dall’autore, denominato “O.R.A.”, acronimo di “Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia” viene integrato ad aspetti della Psicologia dello Sport, quali il goal setting e la motivazione, evidenziando come la convinzione delle proprie possibilità, senza deliri di onnipotenza, sia il primo passo verso il raggiungimento dei propri traguardi. Il testo si rivolge a educatori, studenti di psicologia, psicologi, psicoterapeuti, professionisti che gravitano attorno al mondo dell’atleta.
 

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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