Pagine

Pagine

domenica 27 febbraio 2022

Giovanni Quaglia, terzo alla 100km del Conero a Recanati in 7h21’45’’

 Non mi dispiacerebbe da grande fare il Tor de Geants 
 Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it 
 

Il 19 febbraio si è svolta la 100km del Conero – Memorial Mimmo Strazzullo, organizzata da Grottini Team. Tra gli uomini la vittoria è andata a Massimo Giacopuzzi in 7h01’04’’, precedendo Gabriele Turroni 7h15’46’’ e Giovanni Quaglia 7h21’45’’.  

Tra le donne la vittoria è andata a Silvia Luna in 7h53’02’’, precedendo Ilaria Bergaglio 8h05’06’’ e Lorena Brusamento, in 8h07’11’. 
Tra i partecipanti anche Giovanni (A.S.D. Podistica Valle Varaita) che all’esordio ottiene un ottimo crono e di seguito racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Quando ti sei sentito campione nello sport? Mai sentito, mai stato e mai sarò. 
Una parola, frase, pensiero, immagine, persona che ti aiuta a superare situazioni difficili? Per fortuna la scorsa primavera quando sono dovuto stare fermo 2 mesi per una lesione e non trovavo più la motivazione per mettermi in gioco ho avuto la fortuna di conoscere una ragazza, Francesca Rimonda, lei oltre a volermi un gran bene ci ha sempre provato a credere un pochino in me stesso, mi sopporta e mi incita, lei si che è un ‘Atleta’ e lei si che mi ha aiutato tanto. 

Giovanni sembra essere alquanto umile e modesto  ma considerato i suoi tempi tra le varie distanze in atletica mostra di essere un forte atleta fino ai 50 km e sulla 100km per ora può dire la sua ma se veramente ci crede, si impegna, si organizza e porta avanti questo progetto potrebbe avvicinarsi alle 7 ore se non andare sotto le 7 ore ed eventualmente potrebbe essere convocato in nazionale rappresentando l’Italia in gare internazionali accanto ad altri atleti per un buon risultato individuale e di squadra. 
Giovanni ha i seguenti tempi nelle varie distanze: 10.000 metri, il 26 settembre 2021 in 32h34’ a Vigone; mezza maratona, il 17 ottobre 2021 in 1h12’02” a Novi Ligure; maratona, il 24 ottobre 2021 in 2h38’49” a Venezia, km 50, il 21 novembre 2021 in 3h24’41” a Vigoleno. Dalla sua parte intanto ci sono i numeri nelle diverse gare dai 1.500 ai 100km, e poi ha accanto una compagna anch’ella mezzofondista, crossista e ultramaratona e insieme possono condividere questa passione allenandosi e gareggiando insieme e spronandosi l’un l’altro, una bella coppia di atleti.
C’era anche lei alla 100 del Conero e ha ottenuto un’ottima prestazione classificandosi 15^ assoluta, 4^ donna, 1^ categoria F35, in 8h13’37” e quindi avrebbe meritato la maglia azzurra per partecipare ai prossimi mondiali di agosto. Sarebbe bello una coppia in nazionale 100km. 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? C’è un altro sport che vorresti praticare? Ho iniziato a correre a 10 anni, oramai 20 anni fa quindi credo di esserlo da sempre. Mi piacciono tutti gli sport, uso la bici da corsa e faccio scialpinismo (se c'è neve, quest’anno a dire il vero no), quindi direi che non avrei tempo per fare altro anche se mi piacerebbe imparare a scalare e approfondire l'alpinismo. 
Hai dovuto scegliere nella tua vita di mettere da parte uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? Quando ho finito le superiori ho subito iniziato a fare il muratore quindi in quei 6 anni ho smesso di correre, ho riiniziato nel 2017. 

Nella vita bisogna scegliere, ci sono priorità e bisogna mettere da parte qualcosa, bisogna trovare un equilibrio tra passioni, lavoro, famiglia. 
Ti ispiri a qualcuno? Ho molti idoli sportivi non solo dell'atletica ma ognuno di noi credo sia diverso quindi non ho mai seguito una linea di una figura specifica. 
Cosa ti aiuta nelle situazioni difficili? Se gli infortuni (e sono stati davvero tanti) mi han insegnato qualcosa è proprio di correre e non arrendersi quando si ha la possibilità e la fortuna di poterlo fare. 

Nelle situazioni difficile bisogna saper accettare quello che c’è e fare quello che si può cercando di andare avanti in qualche modo e riprendere la propria strada appena possibile senza arrendersi mai del tutto, rimodulare e riorganizzarsi ma proseguire. 
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Mangio schifezze assortite prima e dopo, durante cerco di essere approssimativamente serio.  
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? Farmaci no, integratori si durante le gare, nella normale amministrazione qualche aminoacido ma poca roba. 
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? Ogni gara è assestante, ogni emozione è differente, in base a situazione, aspettative, stati d'animo, impossibile fare paragoni. 
Un’esperienza che ti
la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita?
Molto, molto più facile nello sport che nella vita, soprattutto perché la corsa è uno sport singolo, dove bisogna mettere d'accordo più persone ho molti più problemi. 
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? Il papà è uno sportivo come me fa Ultratrail, che in verità è quel che facevo fino a l'altro ieri anche io, era presente a farmi assistenza anche domenica (parte del merito della mia buona prestazione è anche suo). 

Giovanni si esprime ottimamente anche negli ultratrail e il 5 ottobre 2019 ha vinto la Valborbera Ultra Trail 50km in 5h32’14” mentre suo papà Bruno (Asd Pod Valle Varaita)  si è classificato primo della categoria M65 in 7h46’42”.
Toccherebbe fare un’intervista anche al papà Bruno che sembra essere un fortissimo ultratrailer, infatti ha vinto la sua categoria il 20-21 luglio 2018, alla Valmalenco Ultradistance Trail 73km in 15h34’23” e il 7-8 settembre 2018, all’Ultra Tour Monte Rosa Non stop Race - Ultra 100km, in 26h25’31”. 
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta?
Atleta è e una parola un po’ grossa, mi riconosco meglio come sportivo! 
Che significa per te partecipare a una gara? Il prima, il mentre, il dopo…è tutto sempre bellissimo! 

Giovanni sembra vivere la gara come un grande giorno di festa, di condivisione, di esperienza, di messa alla prova, senza ansia e senza stress. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? Credo di essere solo una persona con una buona capacità di sofferenza.  
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? Sovente, molto sovente, dal 70 al 95 domenica è stata davvero tosta. 

Le gare di ultramaratona mettono davvero a dura prova, bisogna prepararsi bene in allenamento a soffrire, a faticare, a andare incontro a stanchezza, crisi, dolori e accettarli, starci, gestirli, affrontarli, superarli. 
Pensieri e sensazioni, in allenamento, pre-gara, gara, post-gara? Mille pensieri, di ogni genere ma anche allo stesso tempo il nulla cosmico, non so mai bene dove sono e cosa faccio mentre muovo le gambe. 

Ognuno gestisce a modo suo le gare di ultramaratone, c’è chi è sempre focalizzato per tutta la durata della gara, attento ai ritmi, alle sensazioni
corporee, al respiro e chi ha bisogno di distrarsi di stare altrove con la mente.
 
La tua gara più estrema o più difficile? Una gara che ritieni non poter mai riuscire a portare a termine? Credo la più estrema proprio quest’ultima non avevo mai corso così tanto. Una gara che ritengo impossibile non c'è sicuramente, molte sono davvero estreme, non mi dispiacerebbe da grande fare il Tor de Geants. 
Nella tua disciplina quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione?  Credo che nelle ultra la componente usura data dal carico, che per affrontare queste gare bisogna assorbire, possa essere un problema, è molto difficile trovare un equilibrio tra intensità, qualità e riposo. 

In effetti nelle gare di ultramaratona bisogna allenarsi per tanti chilometri che poi pesano sul fisico e la mente, sui moscoli e articolazioni e allo stesso tempo bisogna recuperare e riposare prendendosi cura del proprio corpo, di ogni distretto corporeo, per non stancarsi e usurarsi troppo e continuare nel tempo questa grande passione. 
Quali condizioni fisiche ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale?
Per me personalmente gli infortuni han giocato tanto a sfavore in momenti che potevano essere nel mio piccolo cruciali, ma non sarei stato qui a questa gara se non mi fossi demolito la passata stagione per un brutto. 
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno sport di fatica e impegno? Abbiate il coraggio di fare ciò che vi piace anche se non è ciò che fanno i vostri amici, i vostri coetanei o ciò che vogliono gli altri per voi. 
Un tuo messaggio per sconsigliare il doping? C è un'unica regola nel nostro sport, e così difficile rispettarla? Vincere con l'inganno è davvero vincere? 
Cosa diresti a Giovanni di 10 anni fa? Giovanni 10 anni fa aveva appena smesso di correre, per qualche anno ha bevuto, fumato e vissuto tutto meno che da sportivo. Avrei potuto sfruttare quegli anni in modo migliore ma in verità forse se non avessi provato anche quello ora non parlerei così, non avrei le consapevolezze che ho, insomma non sarei quello che sono. Non avrei forse la passione la voglia che ho di correre e di non sprecare il mio tempo godendomi il mio tempo. 

Tutto ha un corso e un senso, tutto insegna, importante è fare i conti con quello che siamo e vogliamo essere ora, con quello che facciamo e vogliamo fare ora e il percorso che vogliamo seguire credendoci e impegnandoci, da soli o in compagnia. 
Prossimi obiettivi?
Sogni realizzati e da realizzare? Correre, pedalare, sciare ma soprattutto correre e godere della fortuna di poterlo fare fino a quando mi renderà felice! 

Ringrazio Giovanni per la sua utile e interessante testimonianza di una persona che ama la vita e lo sport, disposto a mettersi in gioco e ad apprendere dall’esperienza, sapendo soffrire, grazie per il tempo dedicato e per la disponibilità a raccontare. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

Nessun commento:

Posta un commento