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martedì 1 marzo 2022

Enrico Bartolotti, 2° alla 50km del Conero – Memorial Mimmo Strazzullo

 Col giusto sacrificio e la giusta dedizione alle cose si può arrivare dovunque! 
Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it 
 

Il 19 febbraio si è svolta la 50km del Conero – 1° Memorial Mimmo Strazzullo, organizzata da Grottini Team. Tra gli uomini la vittoria è andata a Alessio Filippo Francesco Gazzo in 3h14’51”, precedendo Enrico Bartolotti 3h16’01” e Claudio Chiarini 3h18’34”. 

Tra le donne ha vinto Federica Moroni in 3h27’26”, precedendo Sara Trevisan 3h56’42” e Antonella Ciaramella 4h07’31”. 
Di seguito Enrico (Liferunner) racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Quando ti sei sentito campione nello sport? A essere sincero, soprattutto con me stesso, non mi sono ancora sentito addosso questa cosa del “campione” un po’ per il poco tempo da cui pratico uno sport con questa metodica e soprattutto perché ho ambizioni e obbiettivi che se raggiunti mi faranno sentire un campione nello sport ma anche nella mia vita di tutti i giorni.
Qual è stato il tuo percorso nello sport?
Ho iniziato da piccolo praticando il nuoto per diversi anni, anche a livello agonistico e successivamente qualche spiraglio nell’atletica leggera sopraffatta però dal calcio che in quel periodo mi intrigava di più come sport. Per il resto ho praticato dalla scherma al parkour senza mai trovare la giusta costanza da parte mia in alcuni di questi. Infine da due anni circa ad oggi ho scoperto uno sport semplicemente alzandomi dal divano, dopo anni di “nullafacenza”, quale la corsa! 

La corsa è uno sport molto facile da praticare, basta alzarsi dal divano iniziare a camminare, vestirsi adeguatamente, uscire di casa e iniziare a correre per strade, parchi, prati, ville, sentieri, montagne. C’è sempre un orario, un tempo, un luogo per correre da soli o in compagnia, per una mezz’ora o alcune ore, all’alba o al tramonto con la luce del sole o al buio con una torcia frontale. 
Cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? In tutto ciò che faccio a livello sportivo punto in primis sul massimo sostegno da parte del mio corpo e della mia mente, altrimenti non faccio nulla, e per fare tutto ciò ho bisogno di persone che mi aiutano tantissimo sia dal lato umano che da quello professionale, pertanto per la parte umana e agonistica sono seguito dal grande Luigi Pecora, dal lato nutrizionale ed emotivo riguardante il cibo mi segue Cristina Andreakos e infine per rimediare a tutti i miei “mali” fisici mi segue Davide Caroli che è anche un grande aiuto per me nell’affrontare al meglio, dal lato emotivo oltre che pratico, ogni infortunio. 
Foto di Sandro Marconi
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi?
Ho sentito parlare molto di “mental coach” e la mia opinione rimane semplice e invariata: chiunque può essere il tuo mental coach dipende solo chi etichetti come tale. Nel mio caso trovo molta forza dal mio fisioterapista Davide che mi aiuta ad affrontare e capire un eventuale infortunio e se capisci dove o come è nato sei già guarito dopo basta solo aspettare la ripresa fisica del corpo. 
Quali sono gli ingredienti del successo? Gli ingredienti del successo? No mi dispiace questi non li so ancora ma penso di essermi circondato di persone, fuori e dentro al mio sport, che mi aiuteranno a trovare la ricetta giusta per il mio successo. 

Ecco svelato il segreto per essere campioni, fare quello che si può da sé a livello fisico e mentale e per il resto avvalersi di validi, esperti e competenti amici e professionisti, tanti aspetti da curare da l fisico alla mente, dalla nutrizione alla vestizione per puntare in alto non tralasciando il benessere fisico, mentale, relazionale. 
Un'esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare? Quando riuscii a terminare la mia prima e unica all’attivo Centochilometri dopo tanta sofferenza fisica e mentale … finita quella sono arrivato alla consapevolezza, dopo alcuni mesi di lavoro con me stesso, che nulla è veramente impossibile e col giusto sacrificio e la giusta dedizione alle cose si può arrivare dovunque! 

E questa è una grande consapevolezza e anche una grande verità, nulla è impossibile, tutto è fattibile se prima ci si
crede e poi ci si organizza e ci si impegna. C’è chi vuole fare solo e cose fatte bene e allora si prepara alla perfezione prima di esibirsi e chi vuol provare e apprendere dall’esperienza senza farsi male, la prossima volta sa a cosa potrebbe andare in contro e si organizza e si prepara per arrivare pronto a puntino per l’evento sfidante, difficile ma non impossibile da ottenere.
 
Enrico fa l’esordio sulla 100km il 22.05.2021 al Campionato italiano 100 km su strada (100 km del Passatore Special Edition) in 9h32’39”. La gara è stata vinta da Marco Menegardi in 7h22’04”, precedendo Silvano Beatrici 7h23’04” e Massimo Giacopuzzi 7h36’36”. La gara femminile fu vinta da Denise Tappata in 8h07’23”, precedendo Ilaria Bergaglio 8h28’59” e Francesca Bravi 8h47’04”.
Cosa pensano familiari, amici, colleghi del tuo sport? Le persone che mi stanno veramente vicino sanno bene cosa faccio e il sacrificio che ci metto e se inizialmente tendevano a pensare che fossi pazzo ora penso mi considerino un “pazzo con la testa sulle spalle”! E, nonostante tutto, mi supportano in un modo meraviglioso ognuno a suo modo ma che percepisco. Poi, sinceramente parlando, quando mia figlia mi dice che le piace quello che faccio e che anche lei vorrebbe farlo da grande ogni giudizio al di fuori di quest’ultimo scompare! 
Una parola, frase, immagine, persona che ti aiuta nei momenti difficili? Mia sorella, quando soffro in gara penso a lei che per colpa di una malattia è cambiata la sua vita .. e io sono lì che corro e sto bene e non posso fermarmi per alcun motivo e tanta forza la prendo dal pensiero che ho per lei. 

Ebbene sì, possiamo ascoltare tutti e tutto, ma ci colpiscono e ci servono solo quelle che restano nel cuore e che poi servono nei momenti difficili, di crisi, difficoltà, disagio, tiriamo fuori le cose che riteniamo belle e importanti che ci permettono di aver fiducia di potercela fare, e andiamo avanti per la nostra strada felici. 
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro nel tuo sport? Lo ricordo molto bene … il mio primo ritiro a una gara! Era la 6h Lupatotissima ed ero stato invitato dalla IUTA a quell’evento per trovarci lì insieme noi dell’Under 35 e per via della fascite plantare mi sono dovuto ritirare dalla gara per evitare problemi più gravi! E lo ricordo bene perché per quanto mi abbia fatto male mi ha dato anche una grande forza interiore nel rispettare soprattutto la mia persona. 
La gara più difficile? La gara più difficile rimarrà la 6h col mio primo ritiro. Ho sofferto molto fisicamente e mentalmente anche se da lì sono rinato.  
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Credo che nella corsa la difficoltà stia nel gestire tutta la preparazione ascoltando il proprio corpo. Bisogna sviluppare un’alta capacità nel captare tutti quei messaggi che ci manda il nostro corpo per non cadere in infortuni che ci portano a rimanere fermi e a non poter procedere coi propri obbiettivi. 

Molto interessante, infatti è resiliente non solo chi prosegue cercando di sopportare fatica, dolore e sofferenza ma anche si è consapevole di quello che sta succedendo e se si tratta di rispettare il proprio corpo allora è meglio rimandare piani, programmi e rimodulare obiettivi per una prossima volta. Bisogna saper essere manager di se stessi, corpo e mente, sapersi conoscere e capire cosa vuol comunicare il dolore, se si tratta di un messaggio finto e sabotatore o un messaggio reale di malessere, dolore e rischio per la persona, senza stress, senza temere giudizi, ma serenamente e con coscienza. 
Il 18.09.2021 alla “Lupatotissima - 6 ore”, Enrico, prima fermarsi per l’infortunio, ha totalizzato 45,864 km. Il suo record personale è di 73, 167 km, ottenuto il 03.07.2021 alla Sei ore de Conti, arrivando secondo assoluto dopo Filippo Bovanini che ha vinto la gara con 80,069 km. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Nella corsa bisogna sapersi ascoltare e mantenere i nervi saldi, soprattutto in un’ultramaratona e grazie agli insegnamenti del mio coach mi sono ritrovato a saper gestire bene le emozioni in gara e soprattutto mi ritengo capace di preparare la mia mente a saper essere pronta a soffrire se mai dovesse capitare in gara. 
Cosa e chi ti ostacola nello sport? Nello sport in generale ritengo che gli unici ostacoli che possono esserci sono solo un fattore mentale che bisogna superare, per il resto non ci può essere nulla per quanto mi riguarda che possa essere definito come ostacolo. 

Bisogna saper essere bravi e preparati ad accogliere quello che viene in gara e allenamento, sapersi ascoltare, monitorare e affrontare, gestire, superare ogni situazione, piacevole e spiacevole, senza disperdere troppe energie, senza arrendersi subito, senza temere giudizi. 
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? Fino a poco tempo fa avrei detto là cento chilometri ma a oggi ti dico la mia prima maratona a dicembre 2021 a Reggio Emilia. Lì per una serie di fatti accaduti mi sono trovato in fondo alla griglia, solo, con un migliaio di persona davanti dato che non avevo tempo per essere posizionato in griglia. Me la sono giocata e gestita nel miglior modo che potessi e ne vado fiero. 

Il 12 dicembre 2021, a Reggio Emilia, Enrico porta a casa un bel risultato nonostante sia partito in fondo a tutti, chiudendo la maratona in 2h46’55” e considerando che da pochissimo tempo che si dedica alla corsa e alle ultramaratone, sembra che il meglio debba ancora venire per Enrico con tanti miglioramenti in vista dalla maratona alle 6 ore e 100km, staremo a vedere. 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, covid? Per tutto ci vuole il giusto tempo per recuperare da un infortunio, per superare una crisi in gara e persino per superare tutto quello che ci ha cavato la pandemia in questi ultimi due anni! Ho affrontato tutto con la calma e dedicato il tempo che ci voleva ad ogni cosa.
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? I prossimi obbiettivi sono mezze e maratone per costruire una buona base sulla velocità e il mio sogno da realizzare… be’ sono un faentino e amo le ultramaratone… essere protagonista un giorno alla ‘Cento del Passatore!’. 

Ogni cosa ha il suo tempo, tanta pazienza e impegno, tanta fiducia e resilienza, e tutto torna, importane è crederci, aver fiducia, impegnarsi ed essere motivati. 
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? Ho scoperto di essere un po’ “monaco tibetano” nella mia routine giornaliera per affrontare al meglio i miei impegni sportivi mentre in gara sono un animale pronto a battagliare. 

Bisogna conoscersi bene e sapersi attivare al punto giusto per ogni situazione e circostanza, saper quando riposare, recuperare, rilassarsi e quando attivarsi e mobilitare energie per soddisfare proprie esigenze e bisogni e ottenere quello che si desidera e per cui si è lavorato.
Un messaggio per invogliare persone a praticare sport? Fare sport di qualsiasi genere, a qualsiasi livello e con qualsiasi obbiettivi aiuta a renderci migliori per il mondo in cui viviamo oltre al benessere fisico-mentale se ci si approccia in un modo consono al nostro status fisico. In sostanza fate sport per stare meglio voi e tutto attorno andrà alla grande di conseguenza. 

La pratica di uno sport aiuta a star bene e in pace con se stessi e con gli altri, Il benessere che se ne ricava si irradia e contagia chi sta vicino e si diventa più produttivi, propositivi, fiduciosi ed efficienti. 
Ti ispiri a qualcuno? Mi sono avvicinato nel mio sport nell’anno in cui al Passatore il “primo faentino” fu un certo Luigi Pecora e mi ricordo che la prima volta che lo vidi mi sembrava Dio sceso in terra qualora si fregia di un titolo che per i faentini vuol dire tanto oltre ai suoi tantissimi traguardi e risultati raggiunti nella sua carriera sportiva. A oggi ho la fortuna di essere un suo allievo e mi reputo anche amico e una persona così non pensavo potesse insegnarmi tanto anche nella vita come nella corsa. Se mi chiedi a chi mi ispiro quindi io ti do un nome: Luigi Pecora. 

Lo sport avvicina persone e permette di fare amicizie vere e durature frequentandosi e faticando insieme, diventando riferimenti un per l’altro. 
Grandissimo Luigi Pecora, noto ultrarunner dellaLiferunner”, nel 2016 ha esordito alla 100 km del Passatore che ha corso per 4 anni consecutivi e ha ottenuto il Personal Best l’11.09.2021 alla “Run Winschoten 100 km (NED) in 7h46’02”. 
Un’intervista a Luigi è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline. 
Cosa c'è prima, durante e dopo una gara? Prima, durante e anche dopo una gara c’è sempre del sacrificio … sacrifichi tempo con amici e familiari per allenarti, ti sacrifichi in gara sopportando tutto per arrivare a tagliare il traguardo e c’è il rischio di sacrificare altro tempo alla corsa se si esce ammaccati da una gara e quindi dover stare fermi per un infortunio.. ma ne vale tutto fino all’ultimo centesimo perché scopri chi ti ama e ti sta vicino nonostante non gli dedichi molto tempo e soprattutto la gioia che si prova nel portare a termine un obbiettivo, dopo tutto quello che si è fatto, non ha eguali. 

L’ultramaratona risulta essere una grande scuola di vita, toglie tempo ma restituisce benessere e consapevolezze utili per star bene con se stessi e altri, organizzandosi per portare a termine obiettivi sfidanti e apprendendo sempre da gare ed eventi, compresi crisi e infortuni, chi lo fa, lo sa. 

Psicologo, Psicoterapeuta 
21163@tiscali.it +393804337230 

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