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martedì 1 marzo 2022

Cristian Raffaldi, ultrrunner: Ce la si può, prima o poi, sempre fare

 Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it 
 

Il 19 febbraio si è svolta la 50km del Conero – 1° Memorial Mimmo Strazzullo, organizzata da Grottini Team. Tra gli uomini la vittoria è andata a Alessio Filippo Francesco Gazzo in 3h14’51”, precedendo Enrico Bartolotti 3h16’01” e Claudio Chiarini 3h18’34”. 

Tra le donne ha vinto Federica Moroni in 3h27’26”, precedendo Sara Trevisan 3h56’42” e Antonella Ciaramella 4h07’31”. 

Tra i partecipanti anche Cristian Raffaldi (G.P. Arci Goodwin) in 4h02’30” e di seguito racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 

Quando ti sei sentito campione nello sport? Mi sento campione ogni qual volta raggiungo i miei obiettivi, compreso star bene dopo una corsa fatta solo per sfogo o bisogno di rilassarmi dopo lavoro o altro. 

Cosa pensano familiari, amici, colleghi del tuo sport? All'inizio, specialmente i miei familiari, erano molto scettici, poi quando hanno visto in me il desiderio di fare sport per il benessere che dà hanno creduto man mano sempre più nelle mie capacità, qualcuno ne ha tratto esempio e ha iniziato a fare sport. 


Lo sport permette di sperimentare non solo performance ma anche tanto benessere quale opportunità di distrarsi e scaricarsi oltre il lavoro quotidiano e la routine giornaliera.
 
Comunque Cristian oltre a divertirsi ottiene anche ottimi risultati, soprattutto in gare di ultramaratona, di seguito alcune sue prestazioni: il 22 maggio 2021 all’autodromo di Imola 100km in 9h40’44”; il 18 settembre 2021 alla Lupatotissima - 12 ore, ha totalizzato 111.005 km; il 9 maggio 2021 alla 6 ore del Parco Nord ha totalizzato 72.099 km. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a correre a 41 anni, cercando qualcosa che mi isolasse dai problemi quotidiani e mi facesse star bene con me stesso.  
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Nello sport qualsiasi cosa e persona possono contribuire al benessere e alla performance, Cerco di vivere più situazioni possibili, e conoscere sempre nuova gente, raccolgo sensazioni e nuove esperienze, consigli e osservazioni, poi cerco di filtrare quello che mi è utile e stimolante. 

Nello sport non si raccolgono solo premi e risultati ma anche tanta esperienza, relazioni, amicizie, incontri, sensazioni ed emozioni
intense, lezioni apprese per far meglio la prossima volta nello sport e nella vita quotidiana.
 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Le difficoltà maggiori sono nell'impegno di tempo che dedico, sono separato con un figlio a carico, e devo sempre tener conto delle esigenze lavorative e familiari; i rischi sono principalmente legati agli infortuni, mi alleno in luoghi abbastanza sicuri abitando in un paesino in campagna, ma in bicicletta sicuramente si corrono più rischi che nella corsa.  
Un'esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare? Quando ho iniziato a correre, avevo timore perché a 22 anni, ho dovuto smettere di giocare a pallavolo per un grave problema alle ginocchia. In dieci mesi da quando ho iniziato, ho perso 15 chili e corso la mia prima maratona, dopo 2 anni la prima 100 Km. Qualsiasi evoluzione o passo in avanti mi dà la convinzione che ce la si può, prima o poi, sempre fare. 

Dice bene Cristian, prima o poi ce la si può fare, si prova e si
riprova diversamente apprendendo sempre e mettendosi in gioco, facendo esperienza e credendoci.
 
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro nel tuo sport? Episodio curioso è stato ritrovare persone incontrate molti anni fa mai più riviste; divertenti, ogni ritrovo con corsa e grandioso terzo tempo con amici, lo sport è un'arma di socializzazione e condivisione eccezionale; triste sicuramente un infortunio (una trombosi al polpaccio) che mi ha tenuto lontano dalla corsa 6 mesi; bizzarro aver fatto il giro del Lago di Garda di corsa in solitaria completamente autogestito. 

Lo sport può essere un’opportunità di condivisione, conoscenza, esperienza. Permette di mettersi in gioco da soli e in compagnia condividendo fatica, allenamenti, gare e terzi tempi mangerecci. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport?
Sicuramente il mio corpo è predisposto per l'attività di endurance, nonostante abbia iniziato molto tardi con l'età ho raggiunto in breve tempo buone performance e una buona capacità aerobica. Nello stesso momento avevo bisogno psicologicamente di uno spazio tutto mio dove isolarmi e riflettere e nella corsa ho trovato il momento ideale. Riesco ad allenarmi quando voglio indipendentemente dal meteo o dalla situazione, non temo gli sbalzi termici e climatici. Il mio lavoro, se pur impegnativo e quantitativamente imponente, facendo i turni mi lascia abbastanza tempo per fare sport e gestire la famiglia. 

La pratica di uno sport diventa anche un’opportunità per cercare se stessi, per contattare se stesso e prendersi cura di sé, conoscendosi meglio e capendo cosa si può e si vuol fare con obiettivi e mete da cercare di portare a termine con impegno e dedizione e senza ossessioni. 
Cosa e chi ti ostacola nella pratica dello sport? Se voglio raggiungere un obiettivo, gli ostacoli si superano. Solitamente gli ostacoli più frequenti sono dati dal lavoro, in quanto da turnista nei weekend quasi sempre lavoro. 

Si fa quel che si può organizzandosi e trovando equilibri tra vita familiare, lavorativa e sportiva.
 
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? Ritengo molto utile lo psicologo nello sport, credo possa aiutare molto a trovare quegli elementi di motivazione per raggiungere i propri obiettivi, per curare le proprie frustrazioni, oltre che avere un confronto con una persona in ascolto non giudicante. 
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? Ho scoperto che quando ci si lamenta dei propri risultati non si analizzano i perché ma si dà spesso la colpa agli altri o al caso, lo sport aiuta a fare autoanalisi, e a migliorare in primis se stessi.

È importante stare in pace con se stessi e con gli altri, cercare di essere sereno praticando sport considerando la passione, la motivazione, i graduali miglioramenti e confrontandosi con persone più esperte, affrontando le varie fasi che vanno dalle decisioni di obiettivi, programmazione, allenamenti, eventuali crisi, infortuni, sconfitti, pre-gara, gara e post-gara. 
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle?
La gara più emozionante è sicuramente stata la mia prima 100 Km del Passatore nel 2017 in solitaria. 

La 100km del Passatore è una grandissima classica con partenza da Firenze e arrivo a Faenza attraversando il passo della Colla con quasi 1000 metri di altitudine, e attraversando tanti luoghi nelle ore diurne, serali e notturne. 
Quell’anno, il 27 maggio, Cristian impiegò 10h46’18” e la gara fu vinta da Giorgio Calcaterra in 7h03’54”, precedendo Andrea Zambelli 7h08’11”. Mentre la gara femminile fu vinta dalla croata Nikolina Sustic Stankovic in 7h34’36” e prima di lei arrivarono solo quattro uomini. 
Per approfondimenti segnalo il mio libro: La 100km del passatore. Una gara fra coraggio e resilienza. Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? 
La gara più difficile?
La gara più difficile la Lupatotissima 24 ore del 2020. 
Quell’anno, il 19 e 20 settembre, Cristian totalizzò nelle 24 ore 143, 185 km e la gara fu vinta dallo spagnolo Nicolas de las Heras Monforte che ha preceduto il bulgaro Deian Petkov 226,637 km e la fortissima Eleonora Rachele Corradini 221.177 km che ha vinto la gara femminile. 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, Covid? Le crisi durante i periodi di allenamento le supero fermandomi un attimo e riprogrammando o cambiando completamente gli obiettivi, credo che quando viene a mancare la convinzione cala lo spirito motivazionale poiché nel nostro inconscio c'è una parte che dissente con quello che vogliamo raggiungere; durante le gare è più facile, basta pensare al traguardo finale e alla medaglia, magari ci si ferma o si rallenta, ma si ha sempre in mente il target da raggiungere; le sconfitte sono solo un bellissimo stimolo per migliorare; l'infortunio si supera con molta pazienza, spostando le proprie aspettative su qualcos'altro di remunerativo dal punto di vista emozionale, si riprende dosando gli obiettivi giorno per giorno; il Covid per me, avendolo vissuto in prima persona (lavoro come infermiere al 118) è stata una triste occasione per fortificarmi, in quel frangente lo sport mi ha aiutato molto a distogliere l'attenzione dal dramma quotidiano che vivevo al lavoro. 

Si può fare tutto e si può superare tutto, accettando quello che succede in ogni momento, rallentando, distogliendosi ricaricandosi
nel morale, entusiasmo, motivazione e riprogrammando allenamenti e gare con impegno, grinta, determinazione.
 
Utilizzi allenamenti mentali? Metodi di respirazione e/o visualizzazioni? Come allenamenti mentali leggo molto specialmente testi che riportano esperienze, spesso legate allo sport o alla resistenza, da lì cerco di discernere quello che mi può servire per migliorare, non uso altri metodi. 
Un messaggio per invogliare persone a praticare sport? Da quando faccio sport la risoluzione dei problemi della vita di tutti i giorni è diventata molto più semplice e intuitiva, le situazioni di disagio pesano molto meno e difficilmente si percepisce frustrazione dai propri fallimenti o da situazioni non volute. 

Lo sport fortifica, si apprezzano miglioramenti e riuscire a portare a termine gare faticose, considerate estreme, e ci si sente sempre più on grado di affrontare situazioni più ardue e difficili nello sport e nella vita, con la consapevolezza che si può fare, ci può essere almeno una soluzione. 
Ti ispiri a qualcuno?
Non mi sono mai ispirato a nessuno, pur osservando parecchia gente da cui cerco di trarre il meglio. 
Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Nei momenti difficili guardo solo chi ho davanti nello sport o nella vita, se ce la fanno gli altri ce la farò anch'io. 
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? Mi piacerebbe provare una gara su più giorni, e ho un conto in sospeso con la 24 ore, l'unica fatta non ha raggiunto le mie aspettative. Il sogno, rimane la  Spartathlon. 

Nella mente degli ultrarunner ci sono sempre conti in sospeso, record da fare, gare più estreme da provare con la consapevolezza che si può fare, studiando tutto, organizzandosi, allenandosi e non trascurando tanti aspetti importanti. 
Cosa c'è prima, durante e dopo una gara? Prima c'è aspettativa e uno stato di allerta, che non significa tensione, ma solo aumento della percezione tramite tutti i sensi di quello che sta per accadere, durante cerco di mantenere la concentrazione sull'obiettivo, il passo da tenere, le soste per i ristori, lo studio degli altri partecipanti; dopo c'è l'iniziale entusiasmo, anche se non si è raggiunto l'obiettivo, una volta che si arriva alla fine c'è sempre una buona parte di se stessi soddisfatta, poi c'è la condivisione, gli scambi di complimenti, sensazioni e opinioni, più tardi l'analisi di com'è andata, una sorta di debriefing con se stessi. 

C’è un mondo dietro una gara, dalla decisione, la preparazione, il viaggio, le
aspettative, la grande esperienza in gara e poi il post, grande rilassamento, gioia, lezioni apprese.
 
Quali sono gli ingredienti del successo? Gli ingredienti del successo sono due. Il raggiungimento dell'obiettivo e la soddisfazione di avere raggiunto le proprie aspettative dall'evento capitato, specialmente in relazione al benessere percepito. Grazie per l'interessamento, spero un giorno o l'altro di incontrarti, magari a qualche evento. 

Ringrazio Cristian per il tempo dedicato e la disponibilità e generosità a raccontare di sé, a presto. 

380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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