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sabato 3 dicembre 2022

Alessandro Giacobazzi, Campione Italiano di Maratona 2022 a Ravenna

 Sono molto contento del risultato ottenuto a Ravenna
 Matteo Simone 


Il 13 novembre 2022 si è corsa a Ravenna la maratona e i primi tre al traguardo sono stati tre atleti del Kenya: Nicodemus Kipkurui Kimutai 2h11’55”, Nicholas Kipkorir Chelimo 2h16’43” e Asbel Kipsang 2h17’22”.

Essendo valida come Campionato Italiano di Maratona, Alessandro Giacobazzi si è aggiudicato il titolo italiano con il crono di 2h17’52”, precedendo Alessio Terrasi 2h19’04” e Manuel Togni 2h25’45”.
Tra le donne la vincitrice è stata la keniana Sarah Jerop in 2h39’13”, mentre Giulia Sommi si è aggiudicata il titolo italiano in 2h41’19”, precedendo Denise Tappatà 2h46’07” e Luz Nadine De La Cruz Aguirre 2h50’41”.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Alessandro attraverso risposte ad alcune mie domande.
Complimenti Alessandro per il titolo italiano di Maratona? Soddisfatto?
Grazie mille! Sono molto contento del risultato ottenuto a Ravenna. L'obiettivo era quello di vincere il titolo italiano e finalmente è stato raggiunto. Il tutto è iniziato a fine maggio quando ha iniziato ad allenarmi Piero Incalza che mi portò subito nella sua terra d'origine, Francavilla Fontana, paese di grandi campioni oltre che allenatori. Proprio lì mi disse di cercare una motivazione/ambizione che mi spronasse a correre forte, di cercare un qualcosa che mi portasse a sognare in grande e che se tale motivazione non c'era e che se sentivo già di essere arrivato, avremmo solo perso tempo. Inizialmente rimasi molto traumatizzato e impaurito da questo suo discorso, ma poi iniziai a fare mente locale e a cercare quella motivazione. 
Io di sogni ne ho tanti ma un obiettivo che sentivo alla mia portata, a cui ho sempre ambito e che in passato ho solamente sfiorato (nel 2021 a Reggio Emilia nel campionato italiano arrivai 2^) era quello di vincere il titolo italiano di maratona. Dunque, qualche mese più avanti (settembre), andai da Piero e gli spiegai questa mia ambizione e da lì iniziammo a lavorare per raggiungere tale obiettivo. Piero è entrato a gamba tesa nella mia vita e modo in cui ero abituato ad allenarmi. Lui ha visto immediatamente che sono un tipo schematico e preciso e a lui questa cosa non piace; quindi cercò di rivoluzionarmi totalmente, creandomi tante situazioni di disagio, facendomi uscire dalla mia zona di comfort. Inizialmente lo subii molto questo suo modo di lavorare, passando tanti momenti difficili in cui mollare era un attimo. Invece continuai a insistere e a resistere, perché credo tanto nel suo metodo di lavoro, affascinato molto dal suo modo di essere “scienziato”, in quanto è una persona che calcola ogni minima cosa, dalla frequenza cardiaca, all'ampiezza del passo, dal cibo che mangiamo, ecc...

Un grande risultato, un grande obiettivo raggiunto, un sogno trasformato in realtà dopo averci creduto ed essersi impegnato con determinazione, passione, grinta ed entusiasmo dimostrando che si può fare se ci crediamo e se siamo altamente motivati.
Dietro un atleta e un successo, c’è il talento ma anche il duro lavoro con l’aiuto di persone capaci e competenti che sanno motivare, indirizzare, consigliare, allenare.
Quali allenamenti sono risultati importanti e/o fondamentali? In vista della maratona di Ravenna, dal punto di vista tecnico, ci sono stati tanti momenti cruciali che hanno costruito questa vittoria: dall'altura di agosto al Sestriere, agli allenamenti sulla sabbia in Puglia, dagli allenamenti senza zuccheri al mattino (per 10 giorni al mattino mi faceva mangiare o solo proteine tipo uova e bresaola, oppure mi faceva allenare a digiuno). Penso che proprio quei 10 giorni siano stati i più duri di tutta la preparazione, perché sentivo sul mio fisico tutti i sintomi dell'ipoglicemia (mal di testa, ingolfato, poco brillante fisicamente e poco lucido mentalmente), ma quando raccontavo delle mie sensazioni a Piero, lui era contentissimo perché il suo intento di abituare il metabolismo a bruciare grassi, stava funzionando.

In effetti la gara si vince in allenamento, bisogna abituare fisico e mente alla fatica, simulando il più possibile la fatica della gara con strategie provate e consolidate nel tempo con altri atleti. Non bisogna sottovalutare nulla, quindi allenamenti mirati anche in altura, potenziamento sulla sabbia, introdurre sedute di allenamento per abituarsi al regime alimentare prima e durante la gara.
Paura, tensione, ansia, durante la gara? Durante la gara avevo solamente l'obiettivo di vincere il titolo. Cercavo di ascoltarmi e di seguire al meglio i consigli di Piero. Un momento di paura l'ho avuto alla mezza maratona dove sono passato 50” più forte del ritmo che mi aveva detto Piero, ma tramite i consigli della mia mental coach ho saputo gestire al meglio questa emozione, così come tutte quelle che si sono presentate prima e durante la gara.

Bisogna sapersi monitorare e conoscersi bene per capire come si sta andando, cosa si può fare, come correggere il tiro, avendo in mente l’obiettivo da raggiungere ed essendo focalizzati per la gara, ricordando consigli di allenatore, mental coach, amici più stretti, esperti e competenti.
Cosa hai portato a casa? Da questa maratona mi porto a casa innanzitutto tantissima soddisfazione per me stesso, per aver raggiunto un obiettivo a cui ho sempre ambito. Poi mi dà tanta fiducia per questo percorso che ho iniziato con Piero Incalza.

Questo obiettivo raggiunto sembra essere un'ottima ripartenza e consolidamento di una relazione di fiducia con il proprio allenatore e altre figure di riferimento e sembra che Alessandro il meglio debba ancora venire con questa ottima iniezione di fiducia e entusiasmo.
Hai ancora sogni da realizzare? Prossimi obiettivi? Sfide?
Ho ancora tanti sogni da realizzare ma preferisco non svelarli e tenerli stretti per me. Come obiettivo principale a breve termine ho la Maratona di Roma, in quanto essendo a marzo il centenario dell'Aeronautica Militare, i maratoneti del centro sportivo correranno la maratona, essendo appunto qualche giorno prima dell'anniversario. Nel percorso da qui alla Maratona di Roma sicuramente non mancheranno qualche cross e mezze maratone.
 
Immagino che Alessandro possa avere come sogni il personal best in maratona e successivamente un’eventuale convocazione in nazionale ma si vedrà cosa succederà prossimamente, intanto lo vedremo a Roma con gli altri colleghi del Centro Sportivo di Vigna di Valle a correre la maratona del Centenario dell’Aeronautica Militare.
Cosa dicono i tuoi amici di squadra? I miei compagni d'allenamento sono contenti, come lo sono io quando sono loro a portare dei risultati. Siamo un gruppo molto affiatato, ci alleniamo mattino e pomeriggio con enorme entusiasmo. Non esistono leader, ognuno porta nel gruppo il suo contributo.
Come sei approdato all'atletica?
Ho iniziato a correre prestissimo all'età di 6 anni. Io abito a Pavullo nel Frignano, un paesino a quota 682 s.l.m. sull'appennino modenese. Lo sport principale inizialmente era lo sci di fondo e durante il periodo estivo, come preparazione per la stagione invernale, facevo svariati sport, tra cui atletica. Successivamente decisi di dedicarmi solo all'atletica, nonostante ottenessi bei risultati anche nello sci, perché si era creato allo “Stadio Minelli” di Pavullo un movimento in cui far fatica era il più grande divertimento.
Hai un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? Nonostante non abbia mai giocato a calcio, il mio più grande idolo sportivo è Kakà, essendo tifoso rossonero. Nell'atletica non ho veri e propri idoli. Sono affascinato da tanti maratoneti azzurri ma non nessuno in maniera incisiva.
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti critici?
Nei momenti di difficoltà, come mi ha insegnato la mia mental coach Maria Chiara Crippa, utilizzo gli strumenti di self talk. Mi auto incito, con un semplice e deciso “dai Alle!”. Poi ce ne sono tanti altri, ma questo penso che sia quello che funziona meglio.

È importante sapersi aiutare nei momenti critici, focalizzarsi sul compito e sull’obiettivo ambizioso da portare a termine con strategie provate e collaudate in allenamento e/o in altre gare, possibilmente apprese da persone competenti e professionali.
Nello sport cosa e/o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Un elemento che contribuisce al mio benessere e di conseguenza la performance è la serenità. Quando si corre con una mente libera e serena viene tutto più semplice. Ovvio che la serenità la si costruisce ma spesso la si trova nelle piccole cose, dalla fiducia o anche dai piccoli gesti che possono dare le persone più vicine e care a noi. Poi una routine quotidiana sana contribuisce enormemente al benessere fisico e psicologico: dall'alimentazione, al sonno o da alcuni esercizi di respirazione come mi ha insegnato a fare appunto Maria Chiara.

Questa è una utile, valida e interessante testimonianza di come, a volte, la semplice serenità può aiutare a contribuisce a fare le cose nel miglior modo possibile, semplicemente facendo quello che si sa fare, che si è sperimentato in allenamento e/o in altre gare, senza troppa ansia, tensione, pressioni, un esercizio di presenza a se stessi compassionevole non giudicante ma con la fiducia di potercela fare essendosi impegnati a dovere.
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? Sicuramente lo sport mi ha insegnato a vivere, a saper reagire nei momenti di difficoltà, a non arrendermi, a sognare, a faticare. Ma il carattere che applico nello sport lo devo sicuramente ai miei genitori. Mia mamma e mio papà hanno fatto per una vita i casari (produttori di Parmigiano Reggiano). Ogni giorno, ogni mattina, che fosse Natale, Pasqua o il primo dell'anno, si svegliavano alle 5 del mattino e andavano a lavorare. Loro mi hanno insegnato la passione; senza di essa penso che sia impossibile fare grandi sacrifici. Che poi fatico a chiamarli sacrifici, in quanto quando si fa una cosa con passione, si è felici di farla. Bene, io sono felice di correre. (attualmente i miei genitori sono felicemente in pensione, ma in caso di necessità, continuano a dare il loro contributo sempre nell'ambito del parmigiano).

Quando si vive nella fatica, si traggono insegnamenti molto validi e utili e i risultati in ogni ambito della vita sicuramente verranno. Lo sport facilita i processi di crescita, e responsabilità della persona, andando incontro a momenti di fatica, esultazione, vittorie e sconfitte e apprezzando tutto come fasi della vita, come ciclicità che viene e passa senza attaccarsi a nessuna fase ma accettando quello che c’è e cercando sempre di far meglio e migliorare.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi? Avendo avuto l'esperienza della psicologa dello sport, ritengo molto utile tale figura. Con essa è possibile innanzitutto conoscere meglio se stessi e come funzioniamo, adottando degli strumenti da utilizzare qualora prevalgano emozioni che possano portare fuori rotta. Io personalmente ritengo molto utile tale figura professionale, in quanto ho testato su me stesso i benefici.

La base di tutto è la consapevolezza, dei propri bisogni, necessità, motivazioni, obiettivi, capacità, risorse, caratteristiche e poi si passa a volersi impegnare incrementando l’autoefficacia e sviluppando resilienza, sapendo gestire eventuali ansie, paure e tensioni e focalizzandosi nel gesto atletico performante cercando di entrare in una situazione per ottenere una eventuale peak performance.
Qual è il prezzo da pagare nella pratica dello sport?
Nel praticare sport, secondo me, non c'è nessun prezzo da pagare. Si può solamente guadagnare soprattutto in termini fisici e mentali.

Davvero una bella, interessante, utile chiacchierata scritta con un grande atleta che ho avuto l’opportunità di parlarci qualche anno fa di persona e che auguro il meglio nei prossimi giorni, mesi, anni.

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html

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