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giovedì 15 dicembre 2022

Anonimo: Provo benessere ogni volta che posso fare sport

 Le maggiori soddisfazioni le ho provate a 17/18 anni, 1980/81 col tennis
Matteo SIMONE
 

La pratica dello sport procura tanti vantaggi, da quelli individuali di benessere psicofisico, mentale, relazionale a quelli collettivi dove si creano collettività, comunità, gruppi resilienti che raggruppano persone che portano avanti progetti di attività fisica insieme.

Di seguito, un atleta racconta la sua esperienza, rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Il mio percorso sportivo: fin dalla scuola media ho amato fare sport ma le maggiori soddisfazioni le ho provate a 17/18 anni, 1980/81 col tennis, livello N.C., qualche torneo e qualche turno passato.
Nello sport cosa e/o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Benessere: provo benessere ogni volta che posso fare sport, il fatto stesso di fare attività mi fa star bene.
Che significato ha per te una vittoria o sconfitta? Vittoria - Sconfitta: la prima mi dice che ho lavorato bene, la seconda che devo migliorare.
 
La gara risulta essere un vero test alla fine di un periodo congruo di allenamenti mirati. Se si fa un’ottima prestazione, si è soddisfatti e si continua nel proprio percorso di miglioramento e crescita personale, cercando di fare sempre meglio. Se c’è una sconfitta si può apprendere da essa cercando di fare diversamente e meglio per far bene la prossima volta.
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Psicologo nello sport: penso che in taluni casi il suo intervento possa "motivazionare" un atleta.
 
Può succedere che l’atleta si perde per strada, nel senso che potrebbe vivere un periodo di saturazione, di motivazione, di stress e fa fatica a continuare ad allenarsi sufficientemente e adeguatamente per poter scegliere di fare prossime gare e allora potrebbe essere utile una figura competente di riferimento che possa portarlo alla consapevolezza, autoefficacia, gestire questi momenti senza stress ma ritrovando uno stimolo da cui ripartire.
La tua gara più difficile? La mia gara più difficile: la StraNapoli 1981, 10 Km, la prima volta per me una distanza così.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Messaggio ai ragazzi: sembrerà banale ma io rimarcherei l'aspetto salutare del fare sport oltre a imparare molte cose come disciplina, rispetto altrui ecc.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?
Doping: non ho mai pensato a trucchi per migliorare le mie performance ne (grazie al Cielo) mi sono state proposte.
Un messaggio per sconsigliare l'uso del doping? Messaggio contro il doping: oltre ad essere un modo disonesto di fare sport alla lunga fa male alla salute.
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? Modello di ispirazione: nel tennis il mio modello è sempre stato Adriano Panatta.
 
Adriano Panatta nel 1976 trionfò in singolare agli Internazionali d'Italia e al Roland Garros, unico tennista italiano ad aver centrato l'accoppiata nella stessa stagione. Nello stesso anno contribuì, inoltre, all'unica, storica, vittoria della Coppa Davis da parte della nazionale italiana. È stato numero 4 del mondo nell'agosto del 1976, miglior classifica ATP mai raggiunta in singolare da un tennista italiano ed è stato numero 1 italiano per un totale di 284 settimane.
È stato l'unico giocatore al mondo in grado di sconfiggere al Roland Garros il sei volte campione del torneo Björn Borg. Vinse per sei anni consecutivi il titolo ai Campionati italiani assoluti, dal 1970 al 1975. Nel 1980, insieme a Paolo Bertolucci, si aggiudicò il torneo di doppio a Monte Carlo, unico titolo conquistato da una coppia italiana nel torneo del Principato.
Cosa c’è dietro un successo? Dietro un successo: sacrifici e tanto impegno.
Cosa toglie e cosa dà lo sport? Lo sport toglie e da: è per me un dare-avere e penso fortemente che lo sport toglie un po' ma da tantissimo.
 
Matteo SIMONE

 

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