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martedì 13 giugno 2023

Eva Grisoni secondo posto assoluto al triathlon olimpico Idroman

 Questo bellissimo piazzamento è tutto per i miei genitori 
Matteo SIMONE 
 

Domenica 11 giugno 2023, ha avuto luogo l’Idroman (triathlon terribile) che prevedeva le distanze medie (K113), olimpico e sprint. 

Per quanto riguarda il triathlon olimpico, le tre frazioni erano: nuoto km 1,5 nel lago d’Idro (BS); bici 40km (1200 mt d+) molto impegnativa, iniziando con una salita di 10 km da Idro a Capovalle, con punta massima di pendenza del 15%, da Capovalle c’era una discesa tecnica sino al bivio di Bollone e poi ancora salite attraversando Magasa, Persone e Moerna, concludendo con gli ultimi 10 km in discesa e fino a Idro (località Crone); corsa 10 km (2 giri da 5 km). 
Tra le donne ha vinto Giulia Battistella (Run Ran Run) in 2h53’55” (nuoto 23’38”, T1 1’12”, bici 1h45’27”, T2 38”, corsa 43’01”), precedendo Eva Grisoni (Lykos Triathlon Team) 2h55’48” (nuoto 32’15”, T1 2’34”, bici 1h41’29”, T2 1'01”, corsa 38’30”) e Roberta Maule (Peschiera Tri) 2h58’45” (nuoto 28’19”, T1 1’25”, bici 1h45’44”, T2 50”, corsa 42’28”). 
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Eva Grisoni attraverso riposte ad alcune mie domande post gara. 
Che significato ha questo secondo posto assoluto al triathlon olimpico?
Idroman è la mia gara del cuore, con un percorso tanto bello quanto duro. È stata la mia prima gara in assoluto, nel 2021. Nel momento in cui arrivavo stanchissima al traguardo mi sono detta: ci vediamo l'anno prossimo per il Medio, e così è stato. Nel 2022 l'ho preparato benissimo e ho ottenuto un secondo posto sulla distanza più lunga, che dà la fama (Alive in Hell) a questo percorso dove in 90 km si fanno quasi 2600 m di dislivello. Quest'anno tornare all'Olimpico è stata un po' un'improvvisazione perché inizialmente avevo altri progetti, ma questo piazzamento mai sperato in una distanza "breve" mi ha resa davvero felice. 

Davvero straordinario per Eva che ha iniziato appena due anni fa e fa prestazioni eccellenti da atleta assoluto, lei che arriva seconda assoluta ma è la meno giovane delle tre, lei che va fortissimo nelle lunghe distanze ma riesce a cavarsela benissimo anche nelle gare più brevi soprattutto grazie alla corsa dove su una distanza di 10km impiega circa 5’ minuti in meno rispetto alle dirette avversarie e anche in bici se la cava bene impiegando circa 5’ in meno rispetto alle dirette avversarie su una distanza di 40km, può ancora migliorare gli aspetti critici quali il nuoto dove perde tra i 4 e gli 8 minuti dalle dirette avversarie su una distanza di 1,5 km e può anche velocizzare le transizioni dove 1’ potrebbe essere fondamentale per il podio o la vittoria. 
Hai intenzione di migliorare a nuoto? Come?
Certamente sì, ma per avere miglioramenti importanti dal punto di vista tecnico (dove sono carente, avendo iniziato tardissimo) dovrei sacrificare troppe ore a bici e corsa. Per ora continuerò ad allenarmi 3/4 volte la settimana con la mia squadra, e in tardo autunno cercherò di dedicare più energie a questa disciplina così difficile per me. 

Il triathlon è una disciplina sportiva molto impegnativa, anzi sono tre discipline sportive e direi di più sono 5 piccole gare (comprese le due transizioni) che costituiscono una grande e complessa gara unica dove bisogna avere tutto sotto controllo e allenare bene ogni aspetto e parte di essa. 
È andata come previsto? Criticità? È andata come aveva previsto il mio coach, mentre io temevo di non reggere il ritmo che lui mi aveva consigliato di tenere nelle salite in bici. Le criticità sono state le discese, dove ho sempre un po' di timore, e il T1 (cambio nuoto-corsa), dove ho perso parecchi secondi a togliere la muta. Questo aspetto in particolare va assolutamente migliorato. 

C’è sempre bisogno di persone esperte che allenano, consigliano, fanno previsioni di ritmi da tenere considerando il percorso e lo stato di forma dell’atleta. 
Cosa porti via? Cosa lasci lì?
Porto via tanta gioia, il ricordo di una giornata magnifica, e lascio lì un pezzetto di cuore, per il prossimo anno!  

Gare durissime dove si ottengono ottimi ed eccellenti risultati restano nel cuore per sempre e ricordano all’atleta che si può fare perché si è già riusciti e bisogna continuare ad allenarsi per poter e voler far meglio. 
Dedichi a qualcuno questa prestazione? Questo bellissimo piazzamento è tutto per i miei genitori, che hanno fatto la levataccia e sono venuti a vedere la mia gara e fare il tifo per me. Ci tenevo tanto a regalare loro una gioia in diretta! 

Questa è una vera dichiarazione d’amore per la propria famiglia che sostiene, fa il tifo, è in apprensione. Nella mente dell’atleta c’è sempre un pensiero per i propri cari soprattutto se sono presenti in gara, si vuole far bene davanti a loro. 
Cosa hai scoperto di te e degli altri atleti in questa gara? Di me ho ritrovato la piacevole freddezza che mi prende quando inizia la gara. Entro nella parte e divento una macchina, in grado di catalizzare tutte le tensioni accumulate e trasformarle in energia positiva. Stavo bene e avevo voglia di esternare positività, una cosa particolare che mi succede in stato di grazia: mi si è aperto il cuore nei confronti delle "donne del medio": quando mi è capitato di superarle le ho incitate, perché sapevo benissimo quanta fatica avessero già nelle gambe e cosa ancora le aspettasse. È bello ricevere una parola bella da chi ti passa vicino, e quando lo hanno fatto con me ho provato tanta gratitudine.  

In realtà Eva dimostra di essere un essere umano dotata di estrema empatia nei confronti di altri atleti che faticano più di lei nella distanza più lunga, lei che è un’atleta di endurance che sa gestire, sopportare la fatica in allenamento e in gara, lei che riesce a immedesimarsi nelle altre atlete che compiono sforzi considerati estremi ma non impossibili.
 
Cosa e chi ha contribuito a questa performance? Ha contribuito anzitutto la mia testa, perché conciliare tante ore di allenamento durante la settimana (14-18 a seconda delle fasi) con un lavoro a tempo pieno e una casa di cui prendermi cura a volte è davvero difficile e si fanno salti mortali. Ha contribuito il mio allenatore Davide Rossetti che mi segue con professionalità e amicizia, tra noi c'è davvero una grande sintonia per cui facciamo funzionare tutto sempre al meglio e domenica lui ha vinto sul medio, grande atleta!. Ha contribuito l'esperienza maturata sia nelle tre discipline che nella gestione dell'alimentazione in gara, che era un mio punto carente. 

Se c’è passione si può fare tutto, si trova modo, tempo, spazi per allenarsi duramente e costantemente curando ogni aspetto che potrebbe essere fondamentale per la performance, fisico, testa, nutrizione, abbigliamento e con l’aiuto di professionisti che sanno il fatto loro grazie alla formazione e all’esperienza maturata direttamente o attraverso altri atleti. 
Davide Rossetti (Lykos Triathlon Team) ha vinto l’Idroman/K113 in 5h21’36”, precedendo Andrea Ruini (Swatt Tri Club) 5h30’39” e Mattia Franzoni (Flandres Love Sportl) 5h31’57”. 
Cosa pensano familiari e amici di questa performance? Sono ovviamente molto felici, credono molto in me e sono abituati a sentire le mie lamentele dei dolori che sopraggiungono nei giorni precedenti le gare, sapendo che poi svaniranno al momento dello start.  

Quando si va in gara scattano meccanismi soggettivi per ogni atleta, alcuni hanno le endorfine che trasformano ogni cosa in modalità gara permettendogli di fare tutto fluido mettendo da parte ogni distrazione e pensiero negativo. 
Quali caratteristiche e qualità sono state utili per questo risultato? In una gara come Idroman, in cui la frazione di bici prevede 39 km con quasi 1200 metri di dislivello positivo, conta tanto essere buoni scalatori in bici e sapersi gestire. Le salite che vanno affrontate con un po' di riserva, e non è facile dato che spesso si incontrano pendenze oltre il 10%. Bisogna poi tenersi per la corsa, che è decisamente nervosa, con cambi di direzione e piccole salite, che da stanchi possono stroncarti, anche se sono solo 10 km. Questo è uno dei miei punti di forza, perché negli ultimi tempi mi sto abituando a correre a sensazione in gara, guardando l'orologio il meno possibile. Così imparo ad ascoltarmi e a capire quando posso spingere e quando devo rallentare. 

Più si fa esperienza e più incrementa l’autoconsapevolezza delle proprie risorse, caratteristiche, qualità, più si diventa confidenti in
se stessi e tutto scorre bene, senza stress, sperimentando benessere e performance.
 
Un messaggio per invitare persone al triathlon? È uno sport duro e meraviglioso, che consente di divertirsi, variare gli allenamenti e porsi sfide sempre nuove. Inoltre, per un runner, consente di allenarsi più ore migliorando la condizione generale, senza sovraccaricare le articolazioni.  

Sembra essere una disciplina molto sfidante e stimolante, dove si sperimentano sensazioni ed emozioni molto intense a contatto con l’acqua, l’aria in bici, il suolo in corsa e notando l’ambiente e le persone che circondano l’atleta. 
Una parola o frase che ti ha aiutato in questa gara? Una frase letta nel libro di Monica Casiraghi "La corsa non è il tuo sport": "guardami in faccia ora, perché poi vedrai solo la mia schiena". Mi ha fatto sorridere quando l'ho letta, e mi sono resa conto che spesso penso a qualcosa di simile quando correndo supero le avversarie. Una piccola cattiveria che non ho nella vita quotidiana, ma esce tutta durante le gare e mi dà molta forza. 

Monica Casiraghi è una grande fonte di ispirazione per tanti runner e
ultrarunner, donne e uomini, una recordman italiana sulla 100km, 12 e 24 ore, alla ricerca di nuovi talenti per costruire una grande squadra e scuola italiana di ultramaratoneti.
 
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? Il prossimo obiettivo, vicinissimo, è la Pistoia Abetone, il 25 giugno. Mi sono iscritta con entusiasmo dopo il secondo posto italiano alla 50 Km di Romagna. In questo momento mi fa tanta paura, ma ormai ci siamo, e vediamo cosa succede. 

Eva sembra essere sempre più propensa a osare senza strafare, alzando gradualmente l’asticella, affrontando gare sempre più sfidanti e impegnative come la 50km molto dura e impegnativa in salita della Pistoia Abetone e poi chissà se farà il passo successivo ala 100km il prossimo anno. 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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