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mercoledì 5 giugno 2024

Davide Daccò: La vittoria rappresenta il miglior premio per tutta la fatica fatta

Matteo Simone 
 

Davide Daccò è stato un atleta di livello nazionale e vanta le seguenti vittorie:  

mezza maratona di Parma nel 2004, mezza maratona di Busto Arsizio nel 2004, mezza maratona di Novara nel 1996 e 2002, mezza maratona di Busseto nel 1999, Milano-Pavia 32 km nel 2001 e 2002. 
Di seguito i suoi Personal Best: 3000m.
8′ 24″; 5000m. 14′ 24″; 10000m. 30′ 13″; Mezza Maratona 1h06′ 34″, Maratona 2h19′50″. 
Di seguito il link del suo blog: http://nuovo.davidedacco.com/?page_id=4  
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Davide attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come sei cambiato attraverso lo sport? Mi ha evitato di continuare a frequentare brutte compagnie e mi ha dato molto carattere. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport?
  Atletica leggera: fondo e corsa su strada. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? Molta resistenza alla fatica, e capacità di apprendere. 
Che significato ha per te una vittoria o sconfitta? La vittoria rappresenta il miglior premio per tutta la fatica fatta, la sconfitta ovviamente un po' di delusione ma tesoro per la prossima volta. 

Più si è disposti a sopportare la fatica e più si arriva pronti in gara per portarla a termine senza temere eventuale crisi e/o fatica percepita. Se qualcosa non va bene serve per far meglio la prossima volta. 
Cosa toglie e cosa dà lo sport? A me non ha tolto nulla, mi ha solo dato tante soddisfazioni.  
Quali sensazioni sperimenti prima, durante e dopo una gara? Il piacere di correre (è ormai tanto che non gareggio). Quando correvo la maratona, valutazione del ritmo iniziale dopo estraniarsi da quello che facevo per 30km e poi concentrazione massima nella parte finale. 

Per tanti la corsa è un vero piacere nonostante la fatica e alcuni per il tanto piacere corrono oltre l’ordinario, ho scritto un libro dal titolo il piacere di correre oltre.
 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Il tempo da dedicare agli allenamenti dopo il lavoro; rischi: correre su strada in mezzo alle auto poco disciplinate. 
Cosa c’è dietro un successo? Prima di tutto la passione per quello che si fa. 

Ci vuole davvero tanta passione e motivazione per cercare e trovare tempo e spazi per coltivare una passione al di là dell’orario lavorativo e tra i vari impegni familiari.  
Quali abilità fisiche e mentali bisogna allenare? Forza fisica sicuramente e concentrazione nel momento di massima fatica. 

La prima cosa da allenare è il fisico nella forza e resistenza e poi bisogna affiancare l’allenamento mentale per andare oltre, per resistere in allenamenti duri e impegnativi, per
prepararsi a sfide in gare considerate molto difficili per lunghezza o percorso.
 
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Si. 
La tua gara più difficile? Maratona di Piacenza sotto la neve. 

Le gare difficile sono quelle che più restano a memoria e che a volte lasciano un segno positivo o negativo, se è positivo aiuta a sviluppare la resilienza, se è negativo può destabilizzare l’atleta e renderlo più vulnerabile. 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Con tanta pazienza, forza di volontà e aiuto dei compagni di allenamento. 
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? Lo sport è vita, salute e crescita corretta nel modo comportamentale. 
C'è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso? Mai fatto uso pur avendone avuto la possibilità. Il doping uccide il dentro e fuori di un atleta.
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? Si, Gelindo Bordin.  

Gelindo Bordin (classe 1959) ex maratoneta italiano, campione olimpico a Seul 1988. È stato il primo italiano a vincere la maratona olimpica ed è l'unico italiano ad aver vinto la maratona di Boston. 
Quali erano i tuoi allenamenti più importanti e decisivi?
Il fondo medio e le ripetute lunghe, amavo anche il fondo e i ‘lungo lenti’ purché fatti sempre in compagnia.  
Una parola e/o frase che ti aiutava a crederci e impegnarti? Fiducia in se stessi e il gruppo. 

Risulta importantissimo credere di potercela fare e altrettanto importante è fare le cose insieme, condividendo fatica e successi. 
Sogni lasciati in sospeso? Fare l’atleta professionista. 

Il sogno di tanti è fare della propria passione un lavoro in modo da avere più tempo da dedicare alla propria passione cercando di ottenere i massimi risultati. 
In che modo ti senti un riferimento per gli altri atleti? Penso di essere quello che pur non essendo stato un professionista è riuscito a fare belle cose che ora trasmetto allenando i ragazzi. 

Trasmettere ad altri proprie esperienze e insegnamenti validi è sempre una bella cosa, un tramandare sapere e conoscenza. 
 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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