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sabato 14 dicembre 2024

Vito Intini 2° italiano alla Big Dog's Backyard World Team Championship

Dott. Matteo Simone 
 

Il 19 ottobre 2024, ha avuto inizio la “Big Dog's Backyard World Team Championship”, Campionato Mondiale di ultramaratona a squadre composte di 15 atleti, con partenza simultanea in 63 paesi in tutto il mondo. 

Trattasi di un'idea di Laz Lake, creatore della Barkley Marathon, una gara a eliminazione su un circuito di 6,706 km, il tempo limite per completare il giro è di 60 minuti, vince l’ultimo atleta rimasto in gara.  
La nazione vincitrice è stata il Team Belgio, tutti i 15 atleti sono rimasti in gara per almeno 48 ore, di cui i primi 3: Merijn Geerts, Ivo Steyaert e Frank Gielen, hanno stabilito il nuovo record correndo per 110 ore, totalizzando (458,33 miglia/737,61 km).  
La seconda nazione è stata l'Australia che ha preceduto gli Stati Uniti.
 
I primi 50 vincitori dei Campionati nazionali si sono assicurati un posto ai Campionati mondiali individuali che si terranno al Big Dog's Backyard a partire dal 18 ottobre 2025. Oltre a questi Campioni nazionali, ci saranno altri 25 atleti con le migliori prestazioni del precedente periodo di qualificazione di 2 anni (dal 16 agosto 2023 al 15 agosto 2025).  
Anche il record mondiale femminile è stato battuto dalla statunitense Megan Eckert che ha corso per 87 ore, superando il precedente record di 74.  
Per quanto riguarda il Team Italia, l’evento ha avuto luogo a Castellaneta Marina, organizzato dall’ASD Tri4noma con partenza ore 14:00. Il vincitore è stato Daniele Lissoni che ha corso 55 ore percorrendo 368,830 km, precedendo Vito Intini 54 ore - 362,124 km e Vittorio Silva 46 ore - 308,476 km, a seguire Francesca Ferraro 40 ore - 268.240 km. 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Vito (A.S. Amatori Putignano) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Sei arrivato secondo italiano alla Bakyard, te l'aspettavi? Non è che mi aspettavo di arrivare secondo, mi aspettavo sicuramente di rimanere tra gli ultimi. Mi ero preparato meticolosamente nei mesi estivi, seguendo una mia precisa strategia di allenamento che non prevedeva solo corsa ma anche cross training con vogatore che migliora la stabilità del tronco e tutto il fisico. Ho dedicato 3 sedute settimanali e ho notato benefici sulla durata dello sforzo. Alla fine mi potevo aspettare di vincerla, arrivare terzo o quarto, però sapevo che c’erano almeno 2 atleti fortissimi, più forti di me, Antonio Di Manno e il vincitore. 

Il mondo delle ultramaratone è davvero strano, bizzarro e sorprendente. Gli atleti cercano di percorrere più chilometri possibili nelle modalità più strane e bizzarre, studiando metodi, strategie per competere prima di tutto con se stessi e l’età che avanza e poi con altri atleti italiani e del resto del mondo. 
Vito Intini, classe 1968, 56 anni, categoria M55 è davvero un esploratore di se stesso, uno sperimentatore, un ricercatore di metodi per far meglio con il corpo e la mente, documentandosi, informandosi, affidandosi e trovando giovamento da ciò che mette in pratica, un esempio per tanti neofiti o atleti che vogliono migliorare. 
Cosa ti è mancato per la vittoria? In realtà avevo tutto per vincere in base a come si è evoluta la gara, con pioggia battente e raffiche di vento che hanno superato 50km orari, non era facile riuscire a correre. Mi è mancata per un attimo la lucidità, dove decidi di smettere o no. Non avevo problemi fisici che mi portavano a fermarmi avevo stanchezza fisica o di sonno che mi impediva di continuare. È stato un momento di debolezza con piccoli segnali di allucinazioni visive, vedevo cose strane che poi mi hanno fatto pensare al 54° giro. Mi sono sentito solo, mi sono fermato, non vedevo più niente, silenzio assoluto, ho deciso di finire. 

Gare dove bisogna andare avanti con il corpo e la mente, dove il corpo può accusare il colpo e la mente può avere l’ultima decisione se fermarsi per tutelarsi, per non rischiare, per paura, timore, per avvisaglie di fragilità o proseguire, .  
Bisogna conoscersi bene, avere esperienza e capire quanto ancora si può spingere e quanto è il momento di fermarsi. Per tanti dopo essersi fermati, ci può essere il pensiero che si poteva andare oltre quell’avvisaglia, oltre quella vocina che diceva basta, una lotta con se stessi, ma è importante sentirsi in pace con se stessi. Comunque c’è la consapevolezza di aver fatto una grande gara, qualcosa di straordinario, che per il momento può bastare, si può fare meglio successivamente. 
Che ne pensi della dieta vegana del vincitore? Personalmente sono stato vegetariano quasi 20 anni e anche 2 anni vegano, risale tutto ciò alla mia gioventù tra i a 18 e i 30 anni poi è nato mio figlio e ho deciso di non influenzarlo, non sono neanche a favore e neanche contro alla dieta vegana, cerco di evitare cibo spazzatura, e la carne va benissimo con bovini allevati al pascolo senza antibiotici e senza mangimi.
Il discorso se approfondito diventa immenso, uno deve sentirsi a suo agio con la dieta, se la dieta abbassa la qualità della vita sociale e non permette di socializzare e usciere fuori con amici non è ottimale. 
Cosa cambia ora? Ho dedicato tanti anni di corsa sul tapis roulant per inseguire record, mi sono disabituato a correre sulla strada, il fondo è diverso e ho peggiorato la corsa su strada, i risultati non venivano più, ora la Backyard è andata bene e voglio migliorare il prossimo anno. 

Vito Intini, nel 2015, insieme a Ivan Cudin, ha stabilito il record mondiale di 12 ore a staffetta sul tapis roulant, correndo insieme un totale di 175,62 km. Nel 2018 ha stabilito il record mondiale di 12 ore sul tapis roulant, correndo 152,50 km. Nel 2019, stabilisce il record mondiale di tapis roulant di 24 ore, correndo 265,20 km, superando il suo record precedente del 2017 di 253,83 km.
Nel 2021 ha stabilito il record italiano di 50 km sul tapis roulant, con il tempo di 3h18'09". Il 20 febbraio 2023, ha stabilito il record mondiale di 48 ore sul tapis roulant, correndo 410,40 km. 
Come ti sei organizzato? Ho trovato uno staff di assistenti abbastanza bravi, non è semplice trovare sintonia, Giuseppe Vinella è stato 54 ore con me e altri amici hanno dato il cambio per dormire ogni tanto. Da mangiare avevo tutto, anche ciò che non uso nella vita quotidiana ma in quei contesti fungono da stimolo, come patatine, cioccolatini, sono piccoli premi che mi do, altrimenti cibi solidi e liquidi, pochi integratori specifici della corsa, evito gel e sali che si usano in maratona, quando si corre per tante ore meglio optare cibi routinari e solidi, Non nascondo che uso integratori di pasti sostitutivi liofilizzati in polvere, leggeri da digerire, che si mescolano in acqua. usati in speleologia o escursioni estreme. 

Trattasi
di gare di lunghissima durata dove c’è bisogno di energie per competere per più di 2 giorni interi, giorno e notte, dove bisogna sapersi alimentare, bisogna conoscersi bene e c’è laiuto di qualcuno che stia lì a darti una mano nel sostenerti nei piccoli bisogni durante l’attesa per la prossima ora di gara.
 
Sei riuscito a dormire qualche minuto? Non ho dormito neanche 30 secondi nelle 54 ore. Mi sono allenato a non dormire per almeno due notti complete, la terza notte era un’incognita, forse avrei dormito qualche minuto. Il fatto di dormire per pochi muti, da una parte si recupera, dall’altra è rischioso nel risveglio perché si parte a mille, troppo forte, e dopo alcuni giri si rischia un collasso totale, una mia personale sensazione. 
Come ti sei allenato per questa gara? Ho fatto nell’ultimo mese e mezzo un volume complessivo di oltre 200 chilometri, sfiorando 240 complessivi tra corsa e vogatore, 66% corsa, circa 150-160km e 33% vogatore, circa 80km settimanali. Il vogatore come durata di tempo è simile alla corsa ma il dispendio energetico è superiore perché vengono coinvolti più muscoli: braccia, tronco. Piccoli allenamenti di meditazione mentale per non dormire, una volta la settimana, la sera. Poco stretching perché c’è rischio dietro l’angolo, se non si fa bene. per l’età di provocare microlesioni. 

Gare che prevedono una grandissima preparazione diversificata, non solo corsa, non solo allenamento fisico, ma anche allenamento a essere svegli, alla privazione di sonno, alla fatica, prove durissime che bisogna affrontarle con preparazione accurata e meticolosa. 
In Italia come siamo messi? Sulla Backyard ci sono circa 10 atleti attualmente già forti e altri 10 potrebbero fare bene, non siamo messi come Belgio, Giappone, Americani, ci vuole tempo. Per crescere servono gare e una cultura che in Italia sulla corsa è poco presente, mancano associazioni che si dedicano anima e corpo, la nazionale non viene supportata dalla Federazione come in Belgio. 
La dedichi a qualcuno? La dedica è sempre a chi ne subisce gli effetti negativi, i familiari. Manco per qualche ora, mi allontano per le gare, è dedicata a loro: mia moglie e mio figlio. 
Cosa e chi sono stati determinanti? La tranquillità che mi da mia moglie e mio figlio mi fanno allenare meglio, l’allenamento per una persona equilibrata non può staccarsi da problemi familiari o di vita quotidiana e lavorativa, se questi ambiti funzionano bene anche la corsa va bene. Se il primo obiettivo è la corsa e il resto dopo, è poco equilibrato. 

Una grande passione che prevede una responsabilità, maturità, e grandissimo equilibrio per non perdere di vista le cose importanti della vita, quali la famiglia, il lavoro, la salute. 
Progetti entro fine anno e per il 2025? Ho fatto ancora una 6 ore perché era a 15 km da casa mia con un bel risultato, 3° assoluto, oltre 70km. Nel 2025 il 22 marzo di sabato, la 6 ore di San Giuseppe che ho inventato io, 12^ edizione; dopo la Backyard, sicuramente. 

Il 24 novembre 2024, Vito ha corso la “6 Per Seba”, 6h di corsa su strada, classificandosi al 3° posto con l’ottimo chilometraggio di 70,588km, il vincitore è stato Lorenzo Artioli 74,059km precedendo Amedeo Bonfanti 72,776 km. Tra le donne ha vinto Francesca Canepa 66,007 km, precedendo Milena Brambilla 59,669 km e Francesca Innocenti 58,267. 
Sabato 22 marzo 2025 a Putignano (BA) si svolgerà la 12^ 6 ore di San Giuseppe. 12° Trofeo Chiapperino, gara Nazionale FIDAL, organizzata dall’ASD Amatori Putignano. 
Cosa ti spinge a non mollare ancora? La vita, la fede, i valori che dobbiamo portare con noi per non abbatterci, nella consapevolezza che quello che facciamo in realtà non ha un’importanza per il mondo ma semplicemente un'importanza per la nostra esistenza e per in nostri cari. Non ci sono motivazioni di gloria, soldi ma solo voler vivere il corpo e usarlo in tutti i possibili contesti in questo mondo in una vita terrena, poi quello che verrà dopo sarà una vita diversa e la fede ci spinge a continuare ad andare avanti. 
Un’intervista a Vito è riportata nel libro Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni",  pubblicato da Progetto Cultura.
Vito è menzionato nei seguenti libri: 
“Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline. 
“Il piacere di correre oltre”, Prospettiva Editrice. 

Dott. Matteo Simone  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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