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sabato 28 aprile 2012

La nascita degli Stati dell'Io

Uno Stato dell’Io è descritto da Berne fenomenologicamente[1] come un sistema coerente di sentimenti riferiti ad un determinato soggetto, operativamente come un insieme coerente di modelli di comportamento, e pragmaticamente come un sistema di sentimenti che motivano il corrispondente insieme di modelli di comportamento.
Questa struttura integrata di comportamenti ed emozioni può essere divisa in tre grandi strutture:
Psicoterapia Analisi Transazionale1)      Lo stato dell’Io Bambino, un insieme di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento che risalgono alla nostra infanzia individuale e la cui meta finale è quella di raggiungere la massima gratificazione con il minimo disagio;
2)      Lo stato dell’Io Adulto, un insieme autonomo di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento che risultano appropriati alla realtà del momento[2];
3)      Lo stato dell’Io Genitore, un insieme di sentimenti, pensieri e modelli di comportamento incorporati dall’esterno.[3]

  
     Lo sviluppo di questa struttura segue delle tappe evolutive ben precise che vanno dalla nascita dell’individuo alla sua adolescenza. Ogni tappa è caratterizzata da “mete e bisogni” le cui risoluzioni sono indispensabili per il normale sviluppo del soggetto. Il normale sviluppo di queste strutture è subordinato al rapporto simbiotico che si instaura tra il bambino e i suoi genitori e la sua naturale conclusione.

Alla nascita, la struttura di personalità che presenta il neonato viene definita Bambino Somatico o Biologico (o Infante) la cui natura è primitiva rispetto alle strutture che si svilupperanno in seguito.

Tra la nascita e i 6 – 8 mesi di vita, il Bambino somatico è caratterizzato da tre importanti strutture:
Psicoterapia Analisi Transazionale            B0, caratterizzata da reazioni riflesse agli stimoli sia interni (la fame), che esterni (il capezzolo). Esempi possono essere il pianto e la suzione.
            A0, caratterizzata da attrazione o evitamento verso una particolare esperienza interna. Viene riconosciuto uno stimolo e si attiva una risposta somatica.
            G0, caratterizzata da attrazione o evitamento condizionati a stimoli provenienti dalle risposte genitoriali. Un esempio può essere la reazione di pianto che viene a cessare se non c’è una risposta adeguata dai genitori.

Psicoterapia Analisi Transazionale Verso gli 8 – 9 mesi il bambino inizia a percepire la madre come separata da sé e riconosce la sua dipendenza da essa: questo gli produce una grande esperienza di dolore, per fronteggiare la quale e ridurla ad un livello tollerabile, il bambino è motivato ad accrescere uno stato di indipendenza. Si sviluppa così una struttura chiamata Piccolo Professore (o A1) che permette al bambino di ritenere l’immagine della madre in sua assenza, lo aiuta a decidere sulle soluzioni migliori da adottare per cavarsela nelle diverse circostanze e lo spinge ad essere curioso e creativo.

Tra i 12 e i 24 mesi il bambino aumenta e sviluppa la sua curiosità ed è convinto che dopo aver completato l’esplorazione dell’universo ne assumerà il comando.
Tra i 24 e i 36 mesi di sviluppo ridimensiona notevolmente le sue aspettative. Inizia a comprendere che anche le altre persone hanno dei bisogni e che questi ultimi spesso contrastano con i suoi. La risposta a tutto ciò è rabbiosa e i genitori in questa fase iniziano ad aumentare la loro pressione socializzante. Un sano sviluppo in questa fase permette l’instaurarsi tra il bambino e i genitori di un primo contratto sociale del tipo “Io mi adatto e tu mi proteggi”. Tale contratto comporta per il bambino la sperimentazione di quali sono i limiti del proprio volere e quello degli altri, l’apprendimento di maniere appropriate di espressione dei propri stati d’animo e la necessità di ricordare.[4]
Psicoterapia Analisi Transazionale Verso il terzo anno di vita si ha lo sviluppo del cosiddetto Genitore nel Bambino detto anche Elettrodo (oppure G1). Il Bambino Somatico (B1) prova disagio quando i genitori reagiscono negativamente alle sue espressioni spontanee. In risposta a questo disagio, il Piccolo Professore (A1) cerca di intuire cosa i genitori si aspettano da lui, quindi a partire da questa intuizione tira le sue conclusioni e scopre quali comportamenti e stati d’animo vengono approvati. Man mano che i genitori rinforzano questi comportamenti, essi diventano sempre più automatici, allontanandosi dal campo di azione dell’A1 e strutturandosi nello Stato dell’IO Genitore. Il G1 è dunque un sistema automatizzato di stati d’animo e comportamenti adeguati a trovare un punto di incontro tra i bisogni del B1 e le relazioni dell’ambiente, che viene attivato dalle figure genitoriali esterne e, più precisamente, in rapporto a ciò che A1 immagina che il mondo si aspetti da lui.

     In questa fase dello sviluppo si completa la formazione dello Stato dell’Io Bambino, definibile come una struttura di personalità che contiene quegli stati d’animo, pensieri e comportamenti che nell’età adulta sono sperimentati dalla persona come la parte più reale del suo essere.
Per tutto il terzo anno il bambino aumenta le sue competenze sociali e aumenta la sua tendenza all’intimità.
Nel quarto anno i nuovi problemi sociali che il bambino deve affrontare in maniera indipendente dai genitori, lo spingeranno ad assumere un atteggiamento di autocontrollo che utilizza una combinazione di fantasia e paura. Il bambino si crea cioè delle fantasie paurose per spingersi all’adattamento sociale. Tale meccanismo prende il nome di Genitore Strega e viene messo in atto dalla preesistente struttura G1 che pertanto si arricchisce di una nuova funzione.
Tra il quinto e l’ottavo anno cresce l’indipendenza del bambino.
Tra l’ottavo e il dodicesimo anno viene a svilupparsi lo Stato dell’Io Adulto (A2), caratterizzato da un pensiero di tipo logico; e lo Stato dell’Io Genitore (G2), caratterizzato dal fatto che è introiettato dall’esterno e non autogenerato.[5]
Psicoterapia Analisi Transazionale


[1] Fenomenologicamente è un termine importante per definire l’analisi transazionale come differenziale dalla psicoanalisi dalla quale Berne proveniva. Fenomenologico per Berne ha a che fare con realtà, ha a che fare con ciò che si può verificare,  si può vedere, ciò che esiste; quindi piuttosto che l’invisibile, l’inconscio, ciò che  non si manifesta guardiamo a ciò che si manifesta, e questo discorso è molto simile a quello che fa Perls, il quale diceva osserva l’ovvio, osserva ciò che è visibile perché  da li prenderai gli spunti per conoscere di più.
[2] La definizione originaria di adulto che ne dette Berne fu una definizione abbastanza rigida, si parlò dell’adulto quasi come di un computer perché veniva considerato come uno spartitore fra ciò che serve e ciò che non serve, fra ciò che fa bene e ciò che non fa bene,quindi un valutatore. Una istanza fredda, senza emozioni, senza sentimenti, senza desideri, semplicemente un elaboratore di dati, quindi elabora dati e permette alla persona di scegliere. Con il tempo Berne sviluppò l’idea di un adulto integrato con altre qualità, altre istanze, tema che lo avrebbe portato a sviluppare, se lo avesse approfondito di più anche una dimensione spirituale. Questo perché un adulto integrato è arrivato alla completezza della propria esistenza per cui non ha più tanti egoismi, è più rivolto all’amore per gli altri, per il prossimo,  ha più capacità di incontro.
L’idea di Ferrara di Adulto ha a che fare con una visione anche gestaltica “ Lo Stato dell’Io Adulto è quello stato che, a prescindere dall’età, regola il comportamento umano in maniera coerente al qui ed ora; è un adulto flessibile, non è rigido come il bambino, non è rigido come il genitore, ma si adatta alla realtà contingente. Soprattutto è un potenziale creativo di adattamento, cioè l’adulto permette praticamente di inventarci di volta in volta come ci organizziamo, come ci adattiamo, come entriamo in un certo mondo, vuol dire che è una intelligenza flessibile. Non può avere una direzione unica perché la realtà cambia continuamente: l’adulto che mi serve oggi, quindi, può essere diverse da quello che mi serve domani. In altre parole, possiamo definirlo come un potenziale creativo di adattamento, che segue un principio di soddisfazione, cioè tende a soddisfare i bisogni, a soddisfare aspettative, a soddisfare aspirazioni e l’adulto mi aiuta nella ricerca e nell’applicazione e nella concretezza del fare. L’adulto è concreto, se è calato nella realtà qui ed ora deve anche realizzare concretamente cose, non può solo pensarle o solo sentirle, deve anche metterle in atto. Allora si ha una soddisfazione effettiva. Quindi è un potenziale creativo di adattamento che segue un principio di soddisfazione con valutazioni che operano al fine di pagare il minor prezzo (in termini di sofferenze, frustrazioni) e ottenere il maggior vantaggio possibile. Per questo motivo possiamo considerarlo veramente un valutatore che deve fare i conti con la realtà.
[3] Solitamente gli Stati dell’Io vengono illustrati attraverso i cosiddetti diagrammi di personalità. Le figure riportate nel seguente paragrafo sono tutte riferite a diagrammi di personalità di prim’ordine.
[4] Tutto questo si concretizza nella formazione di una nuova struttura di personalità caratterizzata da un livello di pensiero di tipo logico: lo Stato dell’Io Adulto (detto A2). Un adulto pienamente funzionante usa sia il pensiero intuitivo e creativo (A1) che quello logico (A2): combinati insieme questi due modi di comportamento sono alla base di ogni grande idea e progresso di civiltà.
[5] Questo è un punto importante, perché vuol dire che ognuno di noi prende un pezzo o vari pezzi dell’ambiente in cui vive, e li rende se, li rende parte propria. Il bambino invece pur venendo dal passato, e pur essendo un insieme coerente di pensieri, sentimenti e comportamenti non viene dall’esterno, come il genitore, ma è autogenerato, è esattamente il bambino che siamo stati. Quindi quello Stato dell’Io corrisponde al bambino che siamo stati, mentre lo Stato dell’Io genitore corrisponde alle incorporazioni che abbiamo ricevuto.  Incorporazioni poi che diventano prodotti acquisiti, che meccanicamente e ripetitivamente ci rimandano messaggi senza che neanche ce ne accorgiamo. E’ come sentire il nastro, dice Berne, che scatta in determinate situazioni, e sono proprio le voci dei genitori che parlano, e non solo genitori in senso stretto, ma tutte le figure genitoriali. Quindi è un automatismo, è una memoria che si ripete e che può avere delle funzioni limitanti anche quando la buona volontà del genitore non era diretta a questo: con il tempo questa incorporazione può non essere più adeguata al qui ed ora e diventa quindi limitante.